Posts written by Chris Walsh

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    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Nessuno dei presenti aveva ucciso Lena Aldea Lynch, questa rivelazione mi lasciò per un attimo interdetto, così come il fatto che Grindelwald avesse tanto a cuore di trovare il responsabile.
    In tutte queste settimane avevo sospettato di essere il suo cagnolino soltanto per nascondere prove e depistare le indagini - cosa che non sapendo cosa avevo fatto, non riuscendo a ricordare nulla di quanto mi era stato ordinato di fare, non potevo comunque escludere- portandomi addirittura a temere di essere stato io stesso l’autore di un crimine tanto efferato.
    Pensandoci bene era un piano geniale, se così fosse stato.
    Ma la rabbia che traspariva sul suo volto era genuina, nessuna maschera o copertura, così come non avevano paura di mostrare chi erano davvero i seguaci di Grindelwald.
    Hedel Crawford, Nathaniel Crawford e Theodore Skyfield.
    Chi più, chi meno, conoscevo le loro facce, avevo una vaga idea della loro storia.
    Provai a imprimermi i nomi a fuoco nel cervello, sperando che le nebbie dell’oblio potessero farseli sfuggire, ma sapevo che era uno sforzo inutile. Così come mi era sembrato inutile provare a resistere al comando. Eppure qualcosa era cambiato, forse la speranza di sapere che gli auror erano vicini, era come se il mio corpo e la mia mente sentisse la loro presenza, che questa mi dava forza.
    Ero riuscito a guardarli in faccia, a creare, anche se per pochi istanti un contatto visivo con Nathaniel, il cui tradimento al ministero era peggiore di qualunque altra cosa. Non potevo condannare gli altri due per le loro idee, ma un funzionario del Ministero, era deplorevole.

    Racconta quello che sai.

    Sentii la presa del comando stringermi e spezzare ogni forma di ribellione sul nascere. Semplicemente, ubbidii.
    - Lena Lynch è stata trovata brutalmente assassinata da un elfo domestico. Yale, lavora da dieci anni a Ilvermorny, ha un alibi ferreo. Ha trovato la Lynch poiché tutte le notti, intorno alle 3, era incaricato di portare una tisana al papavero alla strega. A quanto pare soffriva di insonnia. Non dormiva con il marito da quasi un anno- La mia voce non sembra nemmeno mia, ma pareva recitasse un copione che leggevo nella mia mente, senza pescare ricordi o altro. Doveva essere parte delle informazioni che avevo acquisito sotto il controllo dell’Imperio. - É stata assassinata con un profondo taglio alla gola, nessuno l’ha sentita urlare con le corde vocali sono state recise, immediatamente dopo una serie di tagli sono stati posti in altre parti del suo corpo: polsi, caviglie e una strana incisione tentacolare è stata posta introno al suo ombelico. Non sappiamo in quanto tempo sia morta dissanguata, ma supponiamo qualche minuto, sufficiente a rendersene conto.
    La stanza era immersa nel sangue, della vittima e di alcune creature. Di gatto, di capra e sangue di unicorno. Non sono stati trovati carcasse o altro per sapere se siano di più animali o se siano morti anche questi. Oltre a degli schizzi casuali, sono stati trovati alcuni segni. Sembrano rune ma non appartengono al futhark -
    per qualche motivo che ignoravo trovai lo sguardo di Skyfield come se dovesse sapere questa cosa -Gli auror-

    Auror, auror, famiglia.
    Percepii nuovamente la volontà di ribellarmi, il desiderio di interrompere la morsa della maledizione sulla mia mente. Avrei cercato di fare appiglio su questo, sul sentimento di appartenere a qualcosa di più ampio, di far parte di un progetto che esulava il mero egoismo, la vocazione di proteggere gli innocenti. Avrei cercato di tacere e resistere alla pulsione che mi imponeva di proseguire con il racconto, di andare avanti a raccontare gli scempi di quella notte come se stessi elencando la lista della spesa.

    - Noi -
    Noi Auror, mia sorella e il capo Wright.
    - Riteniamo sia stato parte di una specie di rito. Di che genere o di quale cultura, è difficile dirlo.
    C’era qualcos’altro, qualcos’altro che dovevo dire. La pressione sulla mia bocca era sempre più forte.
    - Darren Lynch potrebbe essere un complice, sappiamo che è vivo, ma non si riesce a catturare. Se stia scappando da noi o da altro, non lo sappiamo con certezza.-




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    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Sentivo tutto.
    Tra le dita, lungo il ginocchio e la gamba che attraversava lo scudo di protezione, per quanto avessi provato a immaginare un incantesimo adeguato non ero riuscito a capire che tipo di incanto protettivo fosse, sentivo la magia scorrere e pizzicare, farmi il solletico ma non potevo muovermi.
    Udivo tutto, sentivo e percepivo ogni cosa, eppure ero paralizzato.
    Non riuscivo nemmeno a spostare lo sguardo, persino quando riconobbi la voce di Nathaniel Crawford che mi riconosceva.
    Riconobbi anche io qualcuno: la sorella di questo, come la negoziante di Ollivander potesse essere tanto malvagia era un mistero e il docente di Ilvermorny che precedentemente mi aveva interrogato. Cercai di ripetermi i loro nomi in mente, sperando che le nebbie che mi impedivano di ricordare non facessero presa su informazioni tanto importanti. Avrei cercato di sottrarmi alla volontà del Imperio, la maledizione sotto il cui giogo ero da troppe settimane, provando a ribellarmi al comando che mi imponeva di dimenticare ogni volta che eseguivo ordini di Grindelwald.
    Non sapevo quali cose terribili avessi fatto in quei giorni.

    Qui.

    Il comando mi riverberò nelle ossa, costringendomi a muovermi. I miei piedi avanzavano, anche se con tutto me stesso cercavo di fermarmi, di rallentare l’andatura. Giunsi al cospetto del più potente mago oscuro, nemico giurato del Ministero, di qualunque mago dotato di buon senso e di principi nobili, chinando il capo e piegandomi alla sua volontà.

    Ascoltai con attenzione le sue parole: gli auror erano vicini.
    Dapprima un brivido di paura mi attraverso il corpo, se fossi stato trovato qui la pena capitale per alto tradimento mi sembrava essere la cosa più scontata, poi la fiamma della speranza si accese.
    E con essa anche un po’ di ribellione, quella che costantemente aveva animato mia sorella gemella.
    Provai con qualcosa di semplice, non troppo complicato: avrei cercato di sollevare il capo per guardare dritto in faccia la cerchia ristretta di Grindelwald, avrei fatto appello a tutte le mie forze, al residuo della volontà che mi restava, alla speranza che presto sarebbero arrivati rinforzi e forse lo stesso Capo Auror. Potevo liberarmi, dovevo solo ribellarmi alla briglia invisibile che mi costringeva ad agire contro la mia volontà.




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  3. .
    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Non mi ero sfracellato sul muro, questa era una buona cosa. L’ambiente nel quale mi ero trovato non era per nulla famigliare. I miei sensi di auror si erano messi all’erta ma nulla di quel vecchio magazzino abbandonato sembrava suggerire qualcosa di interessante. Pochi mobili, vecchi scatoloni e molta polvere: sembrava che qualcuno fosse dovuto fuggire in fretta e furia da quel posto, magari dopo una soffiata sull’arrivo della polizia. Di quei tempi avere un magazzino come quello costituiva una vera fortuna per chiunque cercasse di fare affari nel periodo del proibizionismo: alcol, sigari e qualche altra forma di droga. Ma perché ero stato mandato qui? Dubitavo che Grindelwald potesse aver a che fare con simili affari babbani.
    Ci stavo pensando quando fui preso in contropiede, uno dei maghi che avevo visto fuori era riuscito ad entrare, ora avanzava con la bacchetta puntata verso di me e facendomi un interrogatorio di terzo grado.

    Non ero autorizzato a rispondere.

    Avrei voluto rispondere, per le rime anche.
    Avrei voluto dichiararlo in arresto come complice del mago oscuro più ricercato al mondo e per aver minacciato un auror.
    Avrei voluto estrarre anche io la bacchetta e fargli vedere chi era il più bravo con gli incantesimi.
    Avrei voluto fare tante cose, ma semplicemente non ero più io.

    La briglia magica che avevo stretta intorno al collo come un cappio sembrò strattonarmi di più, cucendomi le labbra e paralizzando le mie braccia lungo ai fianchi.
    Volto la testa di lato, sentendo la voce di Grindelwald sussurrarmi il suo prossimo ordine, a cui cerco nuovamente di resistere ma con scarsi risultati.
    Poi, come se fili invisibili fossero stati appesi ai miei arti, percepii il mio corpo venire piegato e ruotato.
    Troppo velocemente.
    É frustrato dalla situazione.
    Mi trovo inginocchiato a terra, il capo chino, voltando le spalle al mio nemico.

    Oltre alla rabbia, sento la paura di una morte imminente farsi strada nel mio petto. Sono solo un peso che prima o poi sarà scaricato nelle acque del Tamigi come spazzatura.

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    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Andava tutto bene.
    L’addestramento auror era duro, intenso, ma stava formando il mio corpo oltre che la mia mente. Durante gli anni di Hogwarts avevo sempre prediletto quest’ultima, concentrandomi su libri ed esami, snobbano il Quidditch al punto tale di denigrarlo, lui e coloro come mia sorella che sprecavano tempo ed energie per praticarlo, avevo ottenuto una media altissima ed ero uno dei migliori studenti di Hogwarts. Potevo anche essere arrogante, un po’ egoista, ma questo era su base oggettiva. Il mondo accademico mi aveva rigettato, avevo dovuto cambiare i miei piani in corso d’opera, virare su una carriera che non mi sembra così male. Potevo fare tutto, avevo appreso che chi aveva talento in qualcosa per fortuna di madre natura spesso sprecava questo dono, mentre chi, come me, sapeva che c’era un duro lavoro da fare a supporto di ottimi risultati, sapevo di poter sopperire alla mancanza di talento con lo studio, solido e costante. Era il mio metodo. E aveva sempre funzionato alla perfezione. L’accademia auror però era stata diversa, più tosta. Non bastava solo lo studio, serviva anche il corpo. Ero diventato bravo anche con addominali e flessioni, anche se la sera tronavo a casa e non riuscivo più ad alzarmi dalla sedia.
    Ero bravo. Avevo decifrato il codice di Grindelwald, lo avevo quasi preso. Avevo addirittura preso un encomio per questo, insomma una roba che ogni recluta sogna.
    Ero bravo.
    Ero.


    Imperio.

    I passi dei miei stivali scricchiolavano sul selciato a ogni passo. Ero solo un burattino appeso ai fili del mio padrone. Per settimane ero stato dormiente, poi era successo di tutto. Ero stato utile. Nessuno aveva sospettato di me e ogni possibile traccia che potesse condurre a Grindelwald era stata dissipata.
    Ero stato convocato ancora una volta, il mio corpo non rispondeva alla volontà della mia mente e io non avrei ricordato nulla.
    Avanzai non visto dagli altri, tutti con le bacchette sfoderate e pronti a intervenire.
    Non mi era stato spiegato come entrare ma la mente analitica, anche se sottomessa, aveva avuto modo di analizzare le opzioni. Ad occhio e croce nessuna di quelle dei tre scagnozzi aveva possibilità di successo. Ma potevo anche sbagliarmi io.
    Come per attraversare il binario 9 e ¾ avrei mosso dei passi decisi verso il muro, con la volontà di attraversarlo.
    Infondo anche se ci fossi andato a sbattere il dolore sarebbe poi stato rimosso dai miei ricordi, così come le cose che avrei dovuto fare, così come il resto della giornata. Forse della mia stessa vita.
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    mi iscrivo qui.
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    SCHEDA ESPERIENZA di chris walsh

    [MQ] - FOR THE GREATER GOOD - CAP. II

    LIVELLO 1 - PE 0


    SPEZZAINCANTI

    CAR. 030
    COS. 010
    DES. 010
    FOR. 010
    INT. 040
    SAG. 010

    BACCHETTA:Ciliegio, Piuma di Fenice, 12 pollici, Duttile. +10 INT
    ABBIGLIAMENTO: //
    CREATURA://

    SLOT EQUIPAGGIAMENTO

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    SCHEDA ESPERIENZA

    ☞ CHRIS WALSH

    LIVELLO 1 - PE 0


    SPEZZAINCANTI

    CAR. 030
    COS. 010
    DES. 010
    FOR. 010
    INT. 040
    SAG. 010

    BACCHETTA:Ciliegio, Piuma di Fenice, 12 pollici, Duttile. +10 INT
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    CREATURA://

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    Nome Cognome: Chris Walsh
    Link Scheda: https://wizardingworldgdr.forumcommunity.net/?t=61413698
    Prestavolto: Dominic Sherwood
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    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Ancora quella statua. Non si era mossa, nonostante avessi ben messo in chiaro le mie buone ragioni, non si era distrutta. Qualcosa non era andato come previsto nel lancio del Reducto, forse avevo peccato di superbia, ma non avevo risolto nulla. Anzi il cavaliere era più che mai vivo. Avrei dovuto schivare, eseguendo una mossa che mi avrebbe portato a saltare sul lato sinistro, un balzo che avrebbe dovuto mettermi in sicurezza e ampiamente distante dalla portate dell’attacco di quel insolito nemico. Assicuratomi di essere in questa zona di protezione avrei nuovamente configurato le mie articolazioni e muscoli per assumere la più tipica delle pose da combattimento: piedi distanziati, gambe flesse e pronte a contraccolpi, busto dritto. Mi sarei nuovamente cimentato in quello che non mi era riuscito prima. Questa volta avrei attinto dai ricordi scolastici, dai miei successi nell’aula d’Incantesimi, avrei piegato il braccio e mosso nel giusto movimento il polso. Ritrovata la concentrazione e la determinazione avrei esclamato - Reducto!- puntando la bacchetta contro la statua.


    Era stato un buon incantesimo. No, un ottimo incantesimo. La parete bianca, coltellata di antiche rune che avevo tradotto con la frase “solo i puri”, iniziava a rivelare i suoi segreti. Ero quasi certo che si trattasse di una trappola, mi aspettavo come minimo che svelasse un passaggio segreto o un qualche tipo di meccanismo, che rivelasse di essere una passaporta addirittura. Ma nulla di tutto questo risultò dal mio lancio d’incantesimo e tuttavia i risultati ci furono e alquanto interessanti. Avrei preferito un termine come sconcertante, ma non era un’accezione così negativa che volevo dare al mio successo con lo Specialis Revelio. Interessante perché la composizione della parete non era fatta di materia solida. La struttura dei nuclei al suo interno, quel reticolato di particelle che in un elemento solido come ci aspettava essere un muro era solitamente fisso e immutabile era liquido, i legami si muovevano secondo le proprietà dell’acqua. Ma forse…forse non era acqua. Le mie iridi differenti erano così attratte da quel mistero che mi ero quasi porterò in avanti per coglierlo. Mi ero distratto. E fu in quel momento di massima vulnerabilità che un codardo mi attaccò. Esegui un rapido dietrofront ruotando sulle punte dei miei piedi per muovermi il più in fretta possibile, avrei portato il catalizzatore teso davanti a me e, così in piedi com ero stato, pronto a lanciare l’incantesimo mi sarei fatto scudo per proteggermi. - Protego.- avrei enunciato con decisione, cercando di metterci tutta la concentrazione ma anche l’urgenza che era di quel momento. - Codardo! Mostrati!- avrei esclamato se fossi riuscito a parare l’incantesimo offensivo che mi era stato rivolto contro.
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    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Dunque il mio istinto aveva avuto ragione. Non ero tipo che si vantasse dei propri successi, soprattuto quando quei successi erano meri obiettivi da raggiungere come studenti o sul proprio posto di lavoro, infondo ci bastava già mia sorella, quella sprovveduta di Chloe, a farsi lodare per un Troll non preso. In ogni caso mi sentii profondamente orgoglioso del mio istinto. Non era certo la parte migliore di me, ritenevo molto maggiormente sviluppata la mia intelligenza e il mio acume, insieme con la mia memoria, ma l’istinto era sempre stata una cosa alla quale era più propensa la mia gemella. Ragione e razionalità muovevano il mio essere, ma quella volta era stato l’istinto a condurmi sulla retta via. Anche in ambiti dove non avrei dovuto eccellere, settori che mi erano scomodi ed ostici, iniziavo a farmi strada con discreti successi. Se avessi tolto anche la parte puramente impulsiva come campo in cui Chloe mi superava, beh a quella povera streghetta non sarebbe proprio rimasto più nulla, se non forse il coraggio avventato tipico dei Grifondoro. Ad ogni modo ero riuscito ad entrare in quella che sembrava essere una stanza segreta, un vero mistero chiuso con un codice che si era rivelato essere il numero sette. Avrei potuto ragionare sui motivi che erano legati a tale numero, primo fra tutti collegandolo all’Aritmanzia, per poi passare a materie meno precise come la Divinazione o l’Astronomia, ma in un secondo momento. Prioritario era procedere e capire chi si era dato tanto da fare per chiudere fuori ospiti indesiderati, non poteva che essere per un motivo losco. E se invece l’autore di simili stratagemmi fosse stato in buona fede, non avrebbe avuto problemi ad avere un Auror - un quasi Auror- ad assisterlo in qualunque fossero le motivazioni che richiedevano tali e tante misure di sicurezza.
    Mi trovai dinnanzi a un cavaliere, un cavaliere di marmo, che lanciò il guanto di sfida. - Cavaliere, non sono qui per fare giochetti. In quanto recluta auror ho il diritto di procedere oltre e assolvere la mia missione che è quella di verificare che non stia proteggendo dei criminali, se insiste mi vedrà costretto ad agire -.
    Soltanto se il cavaliere non si fosse arreso di sua spontanea volontà, rinunciando alla sfida, avrei agito con le maniere forti. Assumendo la tipica posizione da combattimento avrei quindi rievocato concentrazione e forza di volontà al fine di far esplodere in mille pezzi la statua che continuava a sbarrarmi il passaggio, esclamando un forte e deciso - Reducto. si sarebbe rivelato il miglior incantesimo per ottenere quello che desideravo e per causare il minor numero di danni.
    Posto dinnanzi a un nuovo enigma, avrei assunto una posizione da duello, sistemando la mia postura perché fosse stabile ed in equilibrio, allungando il braccio che teneva la bacchetta, avrei evocato con voce decisa e determinata, come era la mia volontà di riuscire, l’incantesimo - Specialis Revelio-. Desideravo che la parete con le rune, ci avevo messo pochi istanti a tradurne il significato nella frase “solo i puri”, svelasse eventuali meccanismi, qualcosa in più di una semplice frase che fuori dal contesto poteva dire tutto o nulla. Preferivo affidarmi alle mie abilità con l’incantesimo prima di cercare di risolvere un enigma dettato da una mente che non conoscevo e che avrebbe richiesto tempo per essere risolto. In quel momento non mi interessava stare al gioco del suo autore, soltanto trovarlo.
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  11. .
    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Per uno stacanovista come me avere una serata libera non era altro che una completa perdita di tempo. Ore sprecate a fare qualcosa che non fosse fruttuoso rispetto all'obiettivo che mi ero prefissato, che era la sola cosa che contasse per me. Arrogante, nonostante un taglio sul sopracciglio sinistro che era ancora in fase di guarigione a causa di un duro scontro in sala di allenamenti, avevo chiesto al capo auror, James Wright, se fosse possibile per quel sabato sere ricevere un allenamento privato, una lezione faccia a faccia con il migliore degli auror. Non avevo tenuto conto che, nonostante la missione delle forze armate fosse totalizzante per me, tutti gli altri avessero una vita, compreso lui. Ero stato rimbalzato, con diplomazia, e costretto a prendermi come tutti gli altri un weekend intero di riposo.
    Non avevo amicizie, quelle di Hogwarts erano andate disperse nel corso del tempo e non avevo più avuto modo di riallacciarle, nemmeno mi era interessato a dirla tutta. Sul campo d'addestramento poi eravamo solo colleghi, una gara a chi arrivava prima a guadagnarsi il distintivo da auror, le amicizie per qualcuno competitivo come me erano fuori discussione.
    Ero venuto a sapere della grande inaugurazione del albergo Wlaza soltanto grazie all'articolo presente sulla Gazzetta del Profeta. Non so quale collegamento era andato a fare il mio cervello, ma quando fui costretto a rassegnarmi a una serata persa, buttata almeno secondo i miei scopi, mi ero vestito di tutto punto con un abbigliamento total black, vestito-camicia-scarpe, e mi ero materializzato nell'hotel. Lo sguardo bicromo era calato inquisitore sugli elementi che componevano il grande salone dove si stava svolgendo quel ballo di inaugurazione. Vestiti troppo sfarzosi, decorazioni troppo opulenti, un regno dove l'apparire la faceva da sovrano e la vera essenza dell'essere si perdeva dietro quella patina dorata. Tutti i maggiori esponenti della società magica si trovavano lì riuniti, individuai alcuni volti noti associandoli con articoli di giornali e prime pagine, ma soprattutto vidi Chloe. Una smorfia si tese come reazione naturale alla vista della mia gemella, così diversa caratterialmente da me, che ovviamente era venuta al centro della festa. Il fatto che fosse una delle reclute più prossime all'arruolamento nel corpo degli auror mi stupì non poco, ero convinto che non sarebbe cambiata mai, che mai avrebbe messo la testa a posto...aspettavo ancora pazientemente il giorno in cui avrebbe mandato di nuovo tutto al diavolo, mossa da un nuovo capriccio. Non avevo voglia di parlare con lei, per questo girai presto i tacchi rivolgendo la mia attenzione altrove. E voltandomi, involontariamente, intercetto una conversazione che accende la mia curiosità. O meglio il mio istinto. Potrebbe non essere nulla, ma avete presente quando qualcosa vi salta all'occhio e poi si insinua nella vostra mente come un pensiero costante? E' come essere punti da uno spillo, un fastidio piccolo ma presente, e più ci si presta attenzione più questo si fa costante nella propria attenzione. D'istinto le mie gambe si sarebbero mosse, mi avrebbero portato a seguire, a distanza e con cautela, chiunque fosse stato interessato a raggiungere la suite, localizzata all'ultimo piano dell'Hotel. Mi sarei trovato dinnanzi a una porta, ma non conoscendo il codice, avrei esaminato lo strano cifrario e mi sarei messo a cercare tracce per riuscire ad entrare trovando la giusta combinazione.

    Wizarding World Master
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  12. .
    Wizarding World Master è possibile usare abilità in questa fase inziale della quest?
    Vorrei fare una cosa ma non so se posso... posso scriverti in privato per chiarimenti?
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    Chris Walsh

    spezzaincanti
    L'odore del whiskey mi intasa le narici ancora prima che l'uomo abbia il tempo di parlare. I miei occhi differenti si posano sulla figura massiccia, quasi imponente, che si frappone nel mio campo visivo illuminato a giorno come un'ombra scura. Nell'ombra serro il pugno attorno alla bacchetta con così tanta forza che le nocche di fanno bianche. Devo ragionare in fretta, mentre questo mi domanda in maniera piuttosto sgarbata che cosa sto guardando. Sua madre forse non gli ha insegnato le buone maniere, la mia già lo avrebbe punito con uno schiaffo ben assestato sul volto e una lavata di saponetta in bocca, letteralmente. Sono infastidito dalla mancanza di buone maniere e dalla gratuità scontrosità, ma distolgo lo sguardo da lui e scuoto la testa in segno di negazione, come qualcuno che non vuole problemi. Nel frattempo avrei cercato di non pensare alla situazione di pericolo nella quale mi trovavo, avrei soltanto cercato di ricreare un buon momento di concentrazione, come avevo fatto per l'incantesimo prima, richiamando tutte le particelle magiche che risiedono in me per risvegliarsi. Agevolato dal favore delle ombre, così come lo erano i trafficanti del vicolo, avrei mosso il mio corpo perchè assumesse la postura da combattimento. Avrei mosso la bacchetta in silenzio, compiendo il movimento adeguato e poi nella mia mente, e solo nella mia mente, avrei pronunciato la formula magica, per richiamare l'incantesimo. Avrei compiuto quindi un incantesimo non verbale, un azzardo, ma in questa situazione non potevo certo farmi sentire ad alta voce. Il mio obiettivo era quello di stordire e confondere il grande irlandese al punto che si dimenticasse di me. -Confundus- fu l'incantesimo che pronunciai nella mia mente e che speravo di vedere andare a buon fine.
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  14. .
    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Avevo esposto le mie idee in modo del tutto lineare, eppure non ero per niente convinto del fatto che Chloe mi avrebbe preso davvero sul serio. Mia sorella era sempre stata poco incline ad ascoltare, ancora mi domandavo come avesse fatto a entrare nel corpo degli Auror, a dirla tutta lo avevo scoperto da poco. Non aveva detto niente a nessuno, se non avessi decido di tentare anche io questa carriera probabilmente non lo avremmo mai scoperto, io e mamma, che lei era un Auror. Perchè sentisse il bisogno di nascondere qualcosa di così importante, un aspetto così importante della sua vita era un vero e proprio mistero. Ricordavo ancora lo stupore quando mi ero recato al secondo livello del Ministero per la mia applicazione e me l'ero trovata davanti. Uno sguardo non era bastato a dare conferma a quella intuizione che mi ronzava nella testa, finchè Wright, il Capo Auror, non aveva detto chiaramente che lei era un Auror. La mascella era scesa, rivelando stupore per qualche secondo, dal quale mi ero ripreso quasi subito. Perchè non ci aveva detto nulla? Ovviamente avevo subito informato nostra madre, del mio addestramento e della situazione di Chloe, mi sembrava la cosa più giusta. Erano passati solo pochi giorni, aspettavo ancora un gufo di risposta da parte di nostra madre, probabilmente avrei dovuto avvisarla a voce, non mi andava di dare questa notizia per lettera e l'assenza di risposte iniziava a preoccuparmi. - Hai sentito mamma di recente?-avevo chiesto con cautela, durante il nostro pattugliamento, prima di incontrare il gruppo di sospettati.

    Avevo esposto le mie idee in modo del tutto lineare, eppure non ero per niente convinto del fatto che Chloe mi avrebbe preso davvero sul serio. Mi aspettavo che mi avrebbe contraddetto, sminuito, poche volte aveva avuto un vantaggio su di me come la posizione di superiorità che aveva in questo momento, mi aspettavo che la sfruttasse a suo vantaggio. Invece mi stupii a sentirla parlare del fatto che fosse una buona idea. Annuii con il capo, concordando con la strategia di dividerci, ancora stupito della maturità che la mia gemella aveva mostrato. Mai l'avevo vista così tanto impegnata in qualcosa. Ero orgoglioso di questa maturità, finalmente sopraggiunta, ma non dissi nulla. -Okay, vai.- Confermai, aspettando che Chloe eseguisse la smaterializzazione.
    Estrassi la bacchetta, mettendola parallela al pavimento e la portai vicino al viso, sollevandola. Mi presi qualche momento per ricercare una certa concentrazione, ero abbastanza tranquillo e rilassato, anche se ero in missione non c'era alcun elemento di pericolo a mettermi fretta immediata. Potevo prendere il tempo per lasciare che la magia fluisse dentro di me e si riversasse nel catalizzatore, richiamando poi l'effetto desiderato. Dovevo lanciare l'incantesimo per poter vedere di notte, in modo da potermi avvicinare vicino a quel gruppetto e capire che stanno facendo. Inspirai quando ritenni di essere pronto -Visibula Noctambulus- pronunciai con decisione ma senza parlare troppo forte, per essere sicuro di non essere udito.
    Se fosse riuscito l'incantesimo avrei dovuto vedere tutto più nitido, come se fosse pieno giorno in una giornata di sole battente. Avrei sistemato il cappotto sulle spalle, alzato il colletto, infilato le mani in tasca, reggendo nella destra la bacchetta, presente ma non vista, e mi sarei avvicinato con passo sicuro, non troppo affrettato e non troppo rallentato, al vicolo dove stava avvenendo qualunque cosa stesse succedendo.
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  15. .
    Chris Walsh

    spezzaincanti
    Sapete, uno dei problemi di avere un'intelligenza particolarmente arguta e sviluppata era avere troppe possibilità. Troppe strade tra cui scegliere. Certe volte avrei voluto essere un ignorante, o qualcuno con una sola qualità da sviluppare: come per esempio Chloe, che non era buona a far nulla se non a non vedere il pericolo e così si stava formando per diventare un Auror. Io eccellevo in ogni campo, anche a Hogwarts avevo E in tutte le materie e questo implicava il fatto che avessi infinite possibilità a disposizione. Potevo essere un runologo, un astronomo, erborista o pozionista. Centinaia di carriere disponibili e non una sola indicazione che potesse farmi pendere verso una piuttosto che verso l'altra. Essere intelligenti era una gran bella seccatura. Avevo provato diversi percorsi, uscito da Hogwarts a pieni voti tutti mi cercavano, mi chiedevano di essere parte dei loro team o di provare un colloquio per pura formalità, ero stato subissato di offerte di lavoro. Alcune, a esser sincero quelle economicamente più vantaggiose, erano anche state scelte e intraprese ma poi gli stimoli non erano stati soddisfacenti. Era così che mi ero ritrovato senza un'idea precisa di cosa fare, di quale carriera intraprendere e poi, anche per importunare mia sorella, avevo deciso di provare a intraprendere la carriera di Auror. Ero abbastanza bravo da poter conquistare i vertici della gerarchia in tempi molto brevi. Ovviamente Chloe aveva dato di matto, cosa che mi incentivava ancor di più a perseguire questa strada. C'erano volute un po' di scartoffie burocratiche, cose tecniche da sistemare, prima che mi fosse assegnato il mio primo vero lavoro sul campo: pattugliamento a Hogsmeade. Non sembrava nulla di difficile o particolare, anche perchè l'Auror che mi era stato assegnato era proprio Chloe. Insomma, chi potrebbe assegnare qualcosa di delicato a un disastro ambulante come era la mia sorellina?
    Mi ero presentato puntuale al posto dove ci eravamo accordati sull'incontrarci, sorridente e un po' sorpreso di trovare già lì Chloe, ritardataria cronica. -Salve sorellina- sorrisi, facendo prendere alle mie labbra quella piega che tanto faceva imbufalire Chloe. Provocarla mi piaceva, soprattutto perchè dilatava le narici e le pupille in maniera davvero esilarante. Subito partì con una spiegazione su come fosse lei il capo e cose così, alle quali annuii, sapevo che c'erano regole da rispettare e sapevo che avrebbe anche fatto un pessimo rapporto al Capo Auror solo per il gusto di mettermi in cattiva luce.- Certo capo, fai strada. - non mi sarei messo nelle sue mani, ma avrei assecondato le sue indicazioni finchè mi sarebbero state sembrate sensate. Dovevo confidare che colui che gestiva tutti gli Auror avesse fatto una valutazione adeguata prima di assegnare a una malandrina le fila di un caso. Dovevo fidarmi se non della mia gemella dell'autorità. La neve cadeva copiosa quella sera, rendeva il manto stradale instabile, ogni passo era quasi immediatamente coperto dalla polvere bianca che cancellava le tracce all'istante. Ero vigile, ma fui sorpreso quando Chloe mi stoppò con un gesto della mano. Seguii il suo sguardo e vidi cosa aveva catturato la sua attenzione: persone in un vicolo. - Non è il tempo ideale per una chiacchierata...- constatai a bassa voce per essere sentito solo da lei. Anche se noi eravamo troppo distanti per poter sentire quello che dicevano, riconobbi voci maschili. Mia sorella mi incalzò con una domanda, quasi come se mi volesse sfidare - Sono 3, in superiorità numerica, eviterei lo scontro- forse aveva dimenticato che ero un Corvonero e come tale avevo sempre una risposta pronta da fornire a qualunque domanda -Visibula Noctambulus, potremmo usarlo per avvicinarci non visti.- proposi, sempre a bassa voce per non farmi sentire dal gruppetto. Potevano anche non star facendo nulla di male, andava solo verificato.
    code made only for wizarding world gdr
30 replies since 9/10/2019
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