Non era riuscito a capire cosa avesse combinato la Kennegan la sera prima. Probabilmente risolvere misteri non era roba sua, anzi. Era stato fortunato con Celina, perché il suo quadro aveva fatto il lavoro sporco, ma con James non aveva nessun aiutante... O meglio, uno c'era. Rigriel. La mattina di quel giorno, infatti, Brad si era svegliato prima della bionda (evento abbastanza unico) ed era subito andato a scuotere l'elfo domestico che ancora era nel mondo dei sogni. Gli aveva chiesto di indagare per lui, perché aveva paura che James se ne sarebbe potuta andare da lì a qualche giorno. Ovviamente era tutta un'invenzione, ma era l'unico modo che aveva per essere sicuro che Rigriel fosse dalla sua parte, senza girargli le spalle per l'ex Serpeverde, con la quale ormai passava molto più tempo che con lui ed era palese quanto i due si fossero affezionati l'un l'altra. L'elfo, scosso, accettò lo stesso, nonostante l'evidente titubanza, ma arrivato alla sera, dopo tutta la giornata passata a lavoro, McNeal non ebbe nessuna novità. Rigriel non era riuscito a strappare nessuna informazione della giocatrice di Quidditch che era sparita tutta la sera prima.
Il dubbio gli venne quando, appena poco dopo aver rilasciato l'aiutante, Brad venne travolto proprio da James, che non era riuscito a salutare quella mattina essendo uscito prima di lei. La bionda si era lasciata scappare qualcosa riguarda al suo regalo. Che fosse andata a comprare qualcosa proprio il giorno prima? Era una possibilità concreta, seppur strana per un'amante del natale così accanita. Però, effettivamente, la Kennegan era stata sommersa di cose da fare e, magari, lo shopping natalizio era stato l'ultimo dei suoi pensieri. Dopotutto anche Brad era ancora in alto mare coi regali e non aveva ancora pensato minimamente a cosa comprare né per lei né per le due famiglie. Insomma, era nella merda fino al collo e solo ora, che mancava davvero poco alla vigilia, sentiva la totale pressione della cosa.
Comunque, come ogni sera, la cosa più importante per il Professore di Hogwarts era passare del tempo con la sua dolce metà, nella piazza di Hogsmeade per ricevere un regalino giornaliero che diveniva via via sempre più corposo.

Finalmente ce l'aveva fatta. Brad McNeal aveva trovato il colpevole del suo avvelenamento dovuto a un cioccolatino ripieno di Distillato Soporifero. Come? Lo studente si era fregato da solo, facendosi vedere dal famoso quadro fuori dall'aula del Docente di Difesa Contro le Arti Oscure. Era infatti entrato nell'ufficio del Professore dove, mettendo sottosopra tutto quanto aveva cercato qualcosa - probabilmente il cioccolatino ripieno - senza però essere stato fortunato. Brad aveva trovato l'ufficio completamente disastrato ed era perciò andato a chiedere al suo amico nel quadro. Era assurdo come davvero pochi alunni dessero così poca importanza agli abitanti più longevi del castello, al pari dei fantasmi alcuni. Era stata fatta una descrizione ben precisa dal contadinotto raffigurato con linee ben più scure degli altri tre nella tela, come per sottolineare l'importanza del soggetto. Il colpevole, aveva poi concluso Brad, era Celina Cerbus, una studentessa Grifondoro del secondo anno. McNeal l'aveva convocata subito nel suo ufficio e, dopo solo poche domande, la ragazza aveva confessato tutto, dal cioccolatino ripieno al caos nell'ufficio. Celina voleva vendicarsi di una sua compagna che, secondo lei, le aveva rubato una figurina molto rara delle cioccorane. Addormentandola, la Cerbus sarebbe riuscita a recuperarla in tutta facilità. Era stata quindi sgridata dall'Insegnante che si trovava in estrema difficoltà. Da una parte avrebbe dovuto farla espellere (anche se la decisione finale spettava ovviamente al preside), dall'altra parte però non voleva essere così duro, anche perché era stato lui l'idiota da mangiare un cioccolatino lasciato da chissà chi, chissà perché. L'aveva quindi, per il momento, solo messa in punizione, facendole giustamente riordinare il suo ufficio e facendole preparare l'aula per la successiva lezione della giornata. Da lì a tempo indeterminato, sarebbe stata la sua assistente personale, senza nessun tipo di retribuzione chiaramente. Tuttavia, visto il suo ingegno e il suo spirito di iniziativa, Brad contattò il Professore di Pozioni per concedere alla Grifondoro un approfondimento su pozioni che avrebbe studiato solo dal quinto anno in poi, dopo i G.U.F.O.: per alcuni poteva essere un'altra punizione, per altri (tra cui si sperava Celina) invece no.

Contento della scoperta del colpevole, McNeal passò tutta la giornata nel migliore dei modi. La lezione fu un successo tra gli studenti, al pomeriggio al negozio riuscì a vendere più scope di quante ne avesse prodotte e alla sera era tornato a casa con un sorriso che gli copriva tutta la faccia. Solo il bigliettino lasciato da James lo fece un po' preoccupare. Non era da lei muoversi da sola, non perché non lo sapesse fare, anzi, ma perché era un'autentica appiccicona che difficilmente si staccava da lui quando non necessario. C'era sotto qualcosa e, Brad, doveva scoprire anche cosa. Uscì quindi di casa prima di smaterializzarsi a Hogsmeade. Passeggiò un po' per Diagon Alley, passando davanti al Ghirigoro, accertandosi che non ci fosse la Negoziante. Di James non c'era nemmeno l'ombra. Arrivato poi dopo nel villaggio alle porte di Hogwarts, il Professore di Difesa fece le stesse cose fatte in precedenza nella via magica londinese. Cercò tracce della Kennegan ma anche in questo caso non fu fortunato. L'aspettò dunque nella solita piazza dove prendevano il regalo giornaliero. Chissà che stava combinando...

Brad aveva decisamente sopravvalutato la sua coinquilina. Aveva pensato che lei avesse capito, che lei avesse scoperto lo sfortunato evento che era successo, che lei avesse empatizzato con la tristezza che aveva colpito il Docente di Difesa Contro le Arti Oscure, ma invece... Non aveva capito assolutamente niente. Posseduto alla Stamberga Strillante? Ma come poteva essere così tonta, okay che era bionda, però così era eccessivo. L'aveva presa in giro per tutta la sera e anche quando si erano svegliati aveva continuato. Ecco perché si era lasciato convincere da quel cioccolatino invitante sulla panchina del settimo piano: si stava facendo contagiare dalla tontaggine della Kennegan, era l'unica spiegazione. Se prima avesse voluto chiederle aiuto su come scoprire il colpevole del Distillato Soporifero, adesso Brad non voleva più dirle nulla perché aveva paura del peggior consiglio mai ricevuto sulla faccia della terra. Era stata carina però a credere a una scemenza simile ed essersi preoccupata. Riunendo tutti i punti McNeal aveva capito perché la bionda gli aveva fatto quasi vomitare l'anima con quella bevanda imbevibile, perché era sempre fredda e titubante nei suoi confronti. Ecco perché quelle notti insonni e movimentate. Un fantasma dentro di lui? Sarebbe stato divertente, forse, per vedere la reazione degli altri, ma lui non ci teneva affatto a prestare il suo corpo a una creatura estranea. Ancora rideva all'idea che aveva avuto James, non poteva pensarci che scoppiava senza rendersi conto della situazione. Gli era successo in classe, durante la lezione al primo anno. Gli studenti l'avevano guardato malissimo, come se fosse pazzo e, effettivamente, lo sembrava visto dall'esterno. La sua vita sicuramente non era del tutto normale vivendo con quell'uragano che era la Kennegan.

La sera stessa, ad Hogsmeade, McNeal camminava mano nella mano insieme alla bionda, tranquillo e sorridente. Le aveva raccontato della giornata lavorativa e le aveva accennato la storia del Distillato. Non le aveva detto che stava indagando per far espellere lo studente per non sembrare troppo vendicativo, ma voleva sapere la sua.
"Secondo te perché uno studente dovrebbe voler addormentarne un altro? Uno scherzo, forse?"
Chiese pensieroso. Se avesse trovato il movente era certo di poter arrivare al colpevole. Natale era ormai alle porte e gli studenti da lì a breve sarebbero tornati a casa. Mancava davvero poco tempo, se non avesse risolto il caso adesso, non ci sarebbe mai più riuscito.
Comunque, anche quel giorno, attese il regalo dal calendario dell'avvento, un calendario che l'aveva accompagnato per tantissime serate e per tantissime storie diverse. Sembrava assurdo, ma in quel mese che lui tanto non sopportava, si era divertito, si era spaventato e si era legato ancora di più alla persona con la quale viveva. Insomma, Natale non era poi così male.

Si era finalmente deciso a parlare con James. Dopo giorni e giorni di silenzio ambiguo, di occhiate strane e di frasi non dette, il Docente di Difesa Contro le Arti Oscure aveva preso coraggio e aveva deciso di affrontare la Kennegan faccia a faccia. Non era certo da dove cominciare, ma dopo un weekend così di merda, doveva per forza parlarle: così non si poteva andare avanti. Era palese quanto l’ex serpeverde fosse a disagio in sua compagnia e lui, d’altronde non aveva fatto altro che mantenere quell’alone di mistero che era sempre più criptico e fastidioso. Brad stesso cominciava a odiare se stesso per quella situazione tesa che si era creata perché avrebbe voluto risolvere il caso prima di spiattellare ai quattro venti che si era lasciato drogare da un semplice cioccolatino preso su una panchina del settimo piano di Hogwarts.
“Siediti, per favore. - cominciò Brad, indicando il posto accanto a lui sul divano della Sala di casa loro. - Ho da dirti un paio di cose. La prima è che mi dispiace davvero tanto per come mi sono comportato in questi giorni. Sono stato soprappensiero perché mi è successa una cosa, ma ho sbagliato. Dovevo parlarti prima di fare le mie stupide considerazioni solitarie.”
Si fermò un attimo, per trovare le parole successive. Le scuse erano la parte più semplice del discorso perché erano una cosa che McNeal voleva fare davvero. Raccontare invece l’accaduto sarebbe stato imbarazzante.
“Ti ricordi della domanda sul Distillato Soporifero? Ecco… Ho assunto una dose. Cioè non volontariamente. Ho mangiato un cioccolatino, era sulla panchina, non ho resistito.”
Diventò rosso per l’imbarazzo. Ora che lo diceva ad alta voce si sentiva davvero un coglione, molto più di quanto già non avesse fatto.
“Credo sia stato un errore. Il colpevole non voleva addormentare me, anche se sto ancora cercando di scoprire chi sia per esserne certo.”
Avrebbe voluto dirle di più, chiederle aiuto per quel caso impossibile, ma si fermò per lasciarla rispondere. Era agitato. Non sapeva da lì a poco cosa sarebbe potuto succedere e ciò lo mandava su tutte le furie.

Dopo aver risolto, o almeno era ciò che li scozzese sperava più di ogni altra cosa, i due si smaterializzarono a Hogsmeade per il nuovo regalo del giorno. La sera prima avevano vinto merchandising di quidditch e ciò aveva fatto sognare il giovane Negoziante di Accessori di Diagon Alley nonché giocatore dei Wigtown Wanderers. Il Quidditch stava tornando dopo la sosta per le vacanze e lui era pronto a ritornare in pista e chissà magari un giorno affronta proprio la Kennegan. Sarebbe stato divertente decidere chi avesse ragione su di un campo dove non erano J e B, ma due giocatori professionisti, parti fondamentali di meccanismi incredibili che erano le squadre inglesi.

Anche la domenica era un giorno tranquillo per Brad McNeal che, ad eccezione di poche ore ad Hogwarts per i controlli e le ronde obbligatorie, rimaneva sempre a casa in pigiama. Difficilmente si lasciava convincere per uscire di casa, a meno che non ci fosse un piano ben preciso e dettagliato e soprattutto a meno che non avessero fatto qualcosa di diverso e non monotono. Il mago aveva sempre voglia di fare cose diverse, altrimenti per lui ci si poteva benissimo riposare dopo la settimana lavorativa. Ovviamente la sera era diverso. L'appuntamento fisso a Hogsmeade per il calendario dell'avvento era qualcosa di speciale per Brad, nonostante fosse un'abitudine. Aveva, in qualche modo, dato al McNeal e alla Kennegan un pretesto per staccarsi dal lavoro e passare del tempo insieme. Adorava quei minuti o quelle ore passate con lei, anche se ultimamente a causa del suo avvelenamento soporifero, Brad era stato strano e James aveva subito questa stranezza in modo altrettanto ambiguo. Sembrava triste, arrabbiata, silenziosa. Insomma, non era più la stessa bionda pazza di sempre e questa cosa era la cosa peggiore per il McNeal. Lui voleva lei e solo lei e questa distanza faceva schifo. Doveva scusarsi forse per la sua stranezza, forse per non averla coinvolta nella risoluzione del suo caso. Insomma, era stato egoista, ma non voleva farla preoccupare e il tutto forse aveva peggiorato tutto. Per Natale di certo avrebbe fatto di tutto per riavvicinarsi. La prese per mano, quella sera, e insieme a lei si smaterializzò a Hogsmeade per il loro appuntamento quotidiano. I regali giornalieri erano carini e probabilmente potevano passare ulteriore tempo insieme grazie ad essi.

Aveva quasi vomitato dopo che James Kennegan gli aveva fatto bere uno strano intruglio preparato da lei, praticamente costringendolo per chissà quale motivo. Erano giorni che la ragazza voleva cucinare per lo Scozzese, ma sempre senza successo. James aveva fallito sia nei piatti sia nelle bevande. Era negata. Chiaramente Brad non voleva darle dispiaceri, ma quello schifo che gli aveva dato da bere era davvero imbevibile. Se lo aspettava già dall'odore e infatti aveva cercato una scusa banale per non berlo, ma la ex Serpeverde era stata molesta pur di convincerlo e alla fine, il mago, aveva ceduto. Non si riusciva a capacitare di cosa avesse in testa per preparare una cosa tanto orribile, ma cercò di non fargli pesare troppo l'errore.

Ancora sconvolto con lo stomaco, Brad raggiunse Hogsmeade decisamente silenzioso. Non aveva fatto progressi per la soluzione del suo caso. Il weekend davvero pochi studenti si muovevano per i corridoi e trovare indizi era praticamente impossibile. In più James sembrava ancora strana dopo gli ultimi giorni. Forse McNeal doveva dirle che era successo, perché così non poteva andare avanti. Andarono poi in piazza per il regalo del giorno, sperando di trovare qualcosa che potesse magari riconciliarli.

Finalmente era tornata un po' di normalità al ventitré di Diagon Alley. Brad, nonostante fosse ancora impegnato nella sua ricerca al colpevole, si era tranquillizzato da morire. Aveva lasciato da parte l'orgoglio e soprattutto la paura di essere preso di mira da un pazzo omicida o simili. E poi... Poi doveva assolutamente farsi perdonare dalla Kennegan che sicuramente aveva capito tutto ma non si era mai smossa e gli era sempre stata vicino. Meritava una statua quella strega per quanta pazienza aveva avuto in quei giorni. Magari, uno di quei giorni, Brad avrebbe raccontato alla giocatrice di Quidditch quel famoso caso di Hogwarts (famoso solo per lui) perché forse lei avrebbe avuto un perfetto intuito ancora una volta.
Per McNeal il colpevole era al novantanove percento uno studente o una studentessa. Un docente avrebbe creato un Distillato Soporifero decisamente più potente. Per non parlare degli elfi che quasi non avevano nemmeno bisogno di una pozione per fare ciò che volevano lì dentro. In più aveva escluso il primo e il sesto anno, perché il giorno in cui Brad aveva trovato il cioccolatino quei due anni non avevano lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, ma di questo ancora non era certo, perché poteva essere stato fatto da uno studente qualsiasi per un altro studente che invece frequentava la lezione. Insomma, i progressi erano praticamente pari a zero.

Deluso dalle ricerche, ma felice di tornare a casa, McNeal salutò la compagna con affetto, come non succedeva da giorni. Anche James si era comportata in modo strano, giustamente dopo l'atteggiamento da stronzo di Brad. L'abbraccio durò molto, un tempo inqualificabile nella testa dello scozzese che sarebbe rimasto in quella posizione per il resto della serata, ma dovevano andare ad Hogsmeade perché, da brava coppia, dovevano rispettare l'abitudine stupenda di quell'appartamento alla piazza del Calendario dell'Avvento. Anche quella sera, infatti, i due avrebbero atteso mano nella mano il regalo del giorno, curiosi più che mai di sapere cosa riservasse loro.

La risposta che gli aveva dato James aveva fatto riflettere non poco il giovane non più di tanto mago. La ragazza aveva sottolineato la facilità di cura e la poca efficacia della pozione come se avesse già capito che Brad era stato drogato. L'aveva capito e voleva tranquillizzarlo. Che donna intelligente che era. Tuttavia, McNeal non se l'era sentita di confermare alla strega ciò che era successo, forse si sentiva troppo stupido per essersi fatto fregare. Lui era il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure, per Merlino, ed era stato così sciocco da assumere una pozione che, se fosse stata letale, l'avrebbe steso senza che nemmeno lui se ne potesse rendere conto. Era amareggiato, deluso da se stesso, anche in colpa dato che, tragico com'era, aveva subito pensato che non sarebbe riuscito nemmeno a scrivere una lettera d'addio a James e Rigriel. Brad si era, però, tranquillizzato davvero. Sia lui, sia la Kennegan erano arrivati alla conclusione che l'efficacia di quella pozione non era stata espressa al suo pieno potenziale, tanto è vero che lui aveva solo sbadigliato quel fatidico giorno, senza addormentarsi nel bel mezzo della lezione o della cena in Sala Grande. Forse ne aveva assunta in una piccola dose? Le domande che tempestavano la sua mente in quei giorni erano infinite e a praticamente tutte lo Scozzese non sapeva dare una risposta.
Quel giorno, ad Hogwarts, la sensazione di essere osservato non si era presentata, né a colazione, né a lezione, né al pomeriggio durante i momenti di studio in Sala Comune. Mai. Il colpevole si era rassegnato o magari stava preparando una nuova pozione da somministrare illegalmente al Docente. Brad era stato a colloquio poi con i quattro contadini del quadro fuori dall'aula per ricostruire il via vai di persone con la quale aveva interagito quella settimana. Essere CapoCasa e Professore non aiutava, perché un sacco di studenti lo fermavano per qualsiasi domanda relativa alle lezioni o alle attività da svolgere. Insomma, un buco nell'acqua. Era ritornato nel suo ufficio per cercare qualcosa, senza successo. Solo una volta seduto, dopo essersi dondolato due o tre volte sulla sedia, McNeal ebbe un'illuminazione. Si toccò la tasca della giacca, sperando di non aver buttato ancora nulla e... Sì! Eccola lì. In mano, ora, lo Scozzese stringeva la carta che aveva avvolto in precedenza un cioccolatino. Era l'unica cosa strana che aveva potuto mangiare e che gli aveva potuto dare sintomi di sonnolenza. Purtroppo però nessuno gli aveva dato personalmente quel cioccolatino e... La cosa era ancora più imbarazzante. Era stato così stupido da raccogliere un cioccolatino e poi mangiarlo? Sì, risposta affermativa. E, forse, gli occhi addosso che aveva avuto tutto il giorno erano di quella persona che si era accorta del problema ed era preoccupata di aver avvelenato il CapoCasa di Corvonero? Il mistero s'infittiva, ma una cosa era certa: Brad era molto più tranquillo adesso. Poteva tornare a mangiare tranquillamente tutti i piatti cucinati dagli Elfi delle cucine senza avere ansie di nessun tipo. La ricostruzione del caso era il prossimo step per consegnare il colpevole al Preside. Il colpevole aveva preparato una scatola di cioccolatini per la vittima. In ogni cioccolatino c'era una piccola quantità di Distillato Soporifero così che, dopo averne mangiati un po' di seguito, la vittima potesse effettivamente addormentarsi. Tuttavia il piano non era andato secondo i piani, dato che almeno un cioccolatino era stato perso nel corridoio principale del Settimo Piano, dove Brad l'aveva trovato su una delle panchine lignee attaccata alle pareti. Restava da capire se tutti gli altri fossero stati consegnati già alla vittima oppure no. Doveva indagare senza farsi scoprire adesso. Era comune regalare cioccolatini a qualcuno per Natale, quindi sarebbe stato complicato, ma doveva riuscirci per il bene della vittima e per orgoglio personale: non poteva essere fregato da un ragazzino.

Tornato a casa, quella sera, Brad sembrava davvero più sereno. Ancora non se la sentiva di dire nulla alla Kennegan e forse mai l'avrebbe fatto. Sarebbe sembrato uno sfigato disattento, cosa che lui non poteva assolutamente permettersi. La sua testa era ancora piena di domande, concentrata più che mai sulla risoluzione del mistero del cioccolatino, quindi anche quella sera non era stato particolarmente loquace con la compagna e con il suo elfo, ma sembrò essere contento non appena James e lui si decisero ad uscire per andare ad Hogsmeade, al loro solito appuntamento. Inizialmente anche il villaggio alle porte di Hogwarts lo metteva in soggezione. Se qualcuno lo voleva morto perché non ucciderlo ad Hogsmeade, dove era più vulnerabile?! Prese per mano la sua dolce metà e insieme si incamminarono verso la piazza dove anche quella sera avrebbero preso il regalo del giorno, un regalo che sicuramente McNeal avrebbe apprezzato più di quelli dei due giorni precedenti che quasi nemmeno aveva guardato, tanta la preoccupazione che provava.
"Tre Manici o torniamo subito a casa?"
Chiese poi, per provare a farsi perdonare anche un po' dagli ultimi giorni dov'era stato sicuramente non il miglior compagno con cui vivere.

Quella mattina, dopo una profonda notte di sonno, Brad si sentiva più riposato che mai. Quasi non aveva nemmeno sentito la sveglia tanto che dormiva profondamente, strano per uno dal sonno leggero come lui. Era vivo, non era stato avvelenato e, soprattutto, sembrava che non ci fossero più sbadigli. Si era messo davanti allo specchio mentre si vestiva per andare a scuola e aveva cominciato a parlare, spiegando al suo riflesso qualcosa sulle maledizioni senza perdono, argomento della lezione del giorno per il quinto anno. Aveva continuato a far muovere la lingua per una ventina di minuti buoni e degli sbadigli nemmeno l'ombra, neanche uno nonostante si fosse appena svegliato. Brad era più sveglio che mai!
La giornata a Hogwarts andò come previsto, tutto nella normalità, ad eccezione del pranzo, sempre in Sala Grande, quando McNeal aveva ancora avuto la sensazione di essere osservato da qualcuno. Quel giorno se n'era fregato e aveva cercato lo sguardo di qualcuno, anche se non sapeva minimamente cosa o chi guardare. Anche la visita all'aula di pozioni ebbe i suoi frutti. Dopo una breve ricerca il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure aveva scoperto che, probabilmente, gli era stata somministrata una sorta di Distillato Soporifero fallato o comunque preparato male. Per fortuna non aveva avuto effetti collaterali clamorosi, se non sbadigli e una bellissima notte di sonno, ma nulla di grave e incurabile. Da capire, ora, era chi avesse voluto drogare il Docente e come avesse fatto a somministrargli la posizione senza che lui se ne accorgesse. Il mistero s'infittiva giorno dopo giorno.

Tornò a casa dopo la lunghissima giornata di lavoro, sempre con il pensiero in testa di essere stato drogato. Non disse ancora nulla a James, ci teneva a far stare tranquilla almeno lei. Le avrebbe detto tutto una volta risolto il caso da Detective McNeal. Durante l'uscita per Hogsmeade, Brad non riuscì più a trattenersi e provò a fare una domanda alla ex Serpeverde.
"Oggi sono stato in aula di pozioni, sai? - cominciò a prenderla alla larga. - I ragazzi stavano preparando un distillato Soporifero. Geniale! Non mi ricordo di averlo mai preparato io, tu?"
Chiese poi. Ovviamente lui l'aveva preparato, da teoria, ma si era limitato alla lezione quando era studente. Ciò che voleva realmente sapere era se i Serpeverde erano soliti fare scherzi con quel tipo di pozioni.
Comunque, erano arrivati finalmente nella solita piazza dove, anche quel giorno, avrebbero preso il regalo del giorno.

Era tutto il giorno che Brad McNeal sbadigliava, non perché fosse stanco, quella notte - stranamente - era riuscito a dormire in modo continuo, probabilmente nemmeno per noia, dato che era stato impegnato tutto il giorno a svolgere il suo lavoro che continuava ad emozionarlo come un bambino nonostante ormai lo facesse da anni. Era arrivato alla conclusione che qualcuno lo aveva provato a drogare con qualche pozione soporifera. Sin da quando aveva messo piede in Sala Grande a inizio giornata, infatti, si era sentito osservato da qualcuno. Non aveva voluto farsi notare e non era stato eclatante nei suoi movimenti, ma da seduto al grande tavolo degli insegnanti, il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure aveva continuato a lanciare occhiate tra i ragazzi che stavano facendo colazione, cercando il colpevole. Aveva trovato lo sguardo di un solo studente, che però poi si era rivelato essere più interessato al cornetto che stava divorando lo scozzese piuttosto che al docente in persona. Anche durante la lezione del terzo anno, Brad aveva avuto una strana sensazione. Si era scusato due o tre volte con i ragazzi perché aveva dato loro la schiena, per non far vedere che stava sbadigliando appunto. Nessuno sembrava poter fare una cosa del genere a lui, conosceva tutti quanti da tanto tempo e poteva dire che quasi si fidava di loro. Perché poi rischiare l'espulsione? Solo per addormentare il docente e saltare quindi la lezione? Un po' stupida come mossa, no?! McNeal non era affatto convinto. Aveva chiesto a uno dei quattro contadini rappresentati in uno dei quadri del settimo piano a cui era più affezionato di controllare il via vai di persone dall'aula e dal suo ufficio in sua assenza. Al termine della giornata, anche quella mossa fu un buco nell'acqua. Il mistero cominciava a spaventare il Negoziante di Accessori che, tornato a casa, cercò subito di calmarsi per evitare di preoccupare la Kennegan e il suo elfo, Rigriel. Rimase taciturno per tutta sera. L'avevano forse stregato? Ripensò a ciò che aveva fatto il giorno prima: poteva essere semplice stanchezza accumulata, magari mista alle temperature rigide esterne? Brad, per il momento si convinse di sì, ma di certo la sensazione di essere osservato non era rimasta in sospeso. Certo, a casa era passata, ma tutto il giorno a scuola l'aveva provata eccome! Doveva escogitare un modo per controllare tutti i movimenti vicino a lui, doveva quasi avere degli occhi posti sulla nuca, doveva essere il supervisore di se stesso perché in quel momento si fidava solo dei due coinquilini. Saltò in aria dallo spavento per la domanda posta all'improvviso mentre i due camminavano per Hogsmeade tranquillamente. Spazzacamino. La parola non gli era nuova, ma non aveva assolutamente idea di dove l'avesse sentita prima.
"No, non credo che abbiamo una di quelle cose."
Rispose senza essere sicuro di cosa si trattasse ma, dato che non lo sapeva, sicuramente non ce l'avevano in casa. Lui dopotutto controllava e ordinava qualsiasi cosa. Ritornò a pensare al suo dramma, consapevole che così non poteva continuare. Sbadigliava ancora, anche quella sera. Aveva minimizzato con James e Rigriel dicendo che era molto stanco per via della giornata impegnativa, ma era una bugia. La verità è che lui, Professore di Difesa Contro le Arti Oscure di Hogwarts doveva risolvere uno dei misteri più grandi della sua vita. L'indomani, di certo, sarebbe andato in aula di Pozioni per recuperare un Antidoto. Passare da un sonnifero ad un veleno poteva essere veramente questioni di attimi... O forse era solo lui troppo paranoico. Sperava che il regalo del giorno potesse tirargli su il morale, almeno, altrimenti per lo spavento non sarebbe mai riuscito a chiudere occhio quella notte.

Dormiva insieme alla Kennegan da ormai tanto tempo, eppure ogni notte era una sorpresa. C'era quella volta che aveva freddo e si accolava a lui, c'era quella volta in cui aveva caldo e scopriva tutti e due, c'era quella volta in cui era affettuosa e quella volta in cui non voleva proprio il contatto fisico, c'era quella volta in cui aveva incubi e si muoveva tutta preoccupata e quella volta in cui dormiva ore e ore senza quasi nemmeno muoversi. Anche Brad, tuttavia, non era il migliore con cui dormire. Spesso si addormentava più tardi e quando si annoiava perché non riusciva a prendere sonno si muoveva da una parte e dall'altra del letto, rompendo le pluffe sicuramente anche alla povera James. Una volta addormentato, però, McNeal rimaneva lì, fermo, per tutta la notte, come se fosse morto. A volte era quasi inquietante, soprattutto perché, se poteva, dormiva davvero tanto. La sua sfortuna era il sonno leggero: qualsiasi rumore poteva turbarlo e svegliarlo, compresi i movimenti strani e ambigui della compagna di letto. Quella notte era stata particolarmente calma per lui. Si era addormentato poco dopo l'Irlandese e non aveva avuto nemmeno troppo tempo per rigirarsi di continuo. Però, purtroppo, si era svegliato dopo qualche ora. James aveva avuto un incubo e si era avvinghiata su di lui terrorizzata da qualcosa di assurdo che inizialmente Brad non aveva ben capito e, anzi, pensava ancora di star sognando. Cercò di tranquillizzarla con frasi che si dicono a una bambina di solito, non ad un'adulta. Poi, come sempre, aveva cominciato a fare un po' l'egocentrico arrogante, vantandosi delle sue grandi doti da Professore di Difesa Contro le Arti Oscure, assicurandole che finché lei avesse dormito con lui non avrebbe avuto problemi con mostri e simili. Forse anche una velata minaccia per dirle di non dormire con nessun altro uomo, chissà. Fortunatamente non ci volle molto prima che entrambi si riaddormentassero l'uno abbracciato all'altra, fino al rumore della sveglia chiamata Rigriel.

Ancora tutto rincoglionito dalla particolare nottata, Brad squadrò la ragazza in modo sospettoso, come se non riuscisse a capirla, come se fosse preoccupato per lei e per la sua sanità mentale. Continuava a parlare di mostri, come se in quei giorni avesse sentito o letto qualcosa di inquietante. Attese qualche istante e, fortunatamente, la ex Serpeverde riuscì a spiegarsi senza sembrare totalmente matta. McNeal scosse il capo. Non c'era traccia di licantropi residenti nella Stamberga, al contrario, invece, alcuni fantasmi si divertivano a far spaventare i più curiosi. Era dopotutto una catapecchia abbandonata che era stata additata come un luogo infestato, ma lui, che aveva dovuto controllarla qualche volta perché degli studenti si erano avventurati fin lì dentro, non ci aveva trovato nulla di che. Certo, non era il posto più allegro del mondo e metteva i brividi, ma non era maledetta o chissà che.
"Sei tornata studentessa, oggi? - chiese subito dopo. - Se vuoi ci possiamo andare. Solo se mi prometti però che riuscirai a dormire dopo."
Rise. Anche se l'idea di restare di nuovo sveglio per rassicurarla era tutt'altro che divertente. Come non era per nulla divertente il freddo che avrebbe dovuto sopportare. Di certo avrebbe preferito i Tre Manici, ma accettò comunque la proposta. Quella sera, infatti, i due, dopo aver preso il regalo del giorno, si diressero verso la Stamberga strillante, quasi sicuri di non trovarci nessuno (almeno, nessun essere umano) vista l'ora. Brad prese per mano la Kennegan per rassicurarla, ma anche per se stesso. Nonostante conoscesse l'innocenza e la tranquillità di quel posto, sapeva altrettanto bene che i fantasmi potevano farlo saltare in aria dalla paura in qualsiasi momento solo per uno stupido scherzo.

Domenica era proprio un bel giorno. Niente lavoro! O meglio, Brad doveva comunque fare dei turni a Hogwarts per i classici controlli di routine, ma nulla di troppo lungo e impegnativo, anzi. Il negozio rimaneva chiuso, perché, parliamoci chiaro, i passanti per Diagon Alley di domenica erano molti meno e aprire era davvero una perdita di tempo e di energie.
Era uno dei giorni migliori anche perché, se non si palesavano allenamenti o partite di Quidditch, McNeal si poteva rilassare e riposare, cosa che gli sembrava davvero impossibile durante il resto della settimana, anche se con la Kennegan a casa pure la domenica diventava faticosa. Stare dietro le sue pazzie e dietro ai disastri combinati da Rigriel non era semplice, ma piano piano sembravano migliorare entrambi: due bimbi che crescono e imparano a camminare senza distruggere tutto ciò che hanno attorno.
Come di consuetudine, quindi, Brad aveva passato il tempo a poltrire e a mangiare schifezze insieme alla bionda; non c'era nulla di meglio. Ad eccezione, ovviamente, della sera. Sarebbero andati a Hogsmeade, di nuovo. Forse cominciava a essere un po' monotono per uno che si annoia spesso come McNeal, ma la presenza di J e la voglia di ricevere un regalo diverso ogni giorno era superiore a qualsiasi possibilità di annoiarsi. Aveva intravisto qualche collega che accompagnava alcuni degli studenti. Fortunatamente quel turno non era spettato a lui (ed essendo uno dei pochi a vivere fuori dal castello, difficilmente gli sarebbe mai spettato); sarebbe impazzito all'idea di dover fare da baby-sitter in serate così fredde a degli adolescenti presi da ribellione e ormoni impazziti. Sorrise a tutti i volti conosciuti, riuniti tutti nella piazza del grande calendario dell'avvento per il dono giornaliero. Poi lui e la Kennegan sarebbero sicuramente andati dalla Black, per continuare la tradizione della domenica: mangiare schifezze.