Spesso si chiedeva se poteva denunciare la Kennegan a qualche inutile dipartimento ministeriale per le eccessive torture a cui era sottoposto quasi ogni giorno. Lui, un uomo tutto d'un pezzo, serio, tranquillo, doveva essere succube di atteggiamenti così infantili. Se non fosse stato che, sottosotto, Brad si divertiva eccome, tanto da vendicarsi spesso e volentieri, l'avrebbe sicuramente fatta rinchiudere ad Azkaban. Sarebbe stato divertente organizzare una messa in scena con qualche suo conoscente ministeriale per far spaventare un po' James e per segnare una netta vittoria in quella che era la loro classifica - mai decisa se non in quel preciso momento da Brad stesso - di prese in giro, scherzi e torture. Era assurdo come McNeal riuscisse ad essere calmo anche in quelle situazioni, ma anche come facesse ad essere così tanto diverso da quello che appariva una volta uscito dalla sfera di privacy che gli dava l'appartamento di Diagon Alley. James tirava fuori un aspetto di lui che era nascosto, lui stesso l'aveva fatto molti anni prima quando aveva intrapreso una strada che non gli appartaneva affatto. Adesso Brad era se stesso, inseguiva i suoi sogni, era contento di ciò che faceva nonostante le incessanti lamentele. E forse era stata proprio la Kennegan, anni prima, ad avergli dato quella voglia di libertà che lui poi ha ricercato per così tanto tempo. Adesso, ce l'aveva tra le mani e non l'avrebbe mai lasciata andare per nessun motivo al mondo.

Il freddo di quel giorno era stato attutito da vestiti pesanti e numerosi addosso al McNeal che, prontamente per l'occasione, visto che le aveva appena ricevute per regalo, aveva deciso di indossare le scarpe anti scivolo, di colore marrone. Non sarebbe più caduto sulla neve, non avrebbe più imprecato Merlino per quei pupazzi di neve in mezzo alla strada che doveva dribblare con eleganza, non avrebbe più rischiato di bagnarsi tutto. Insomma, quello era stato il regalo perfetto che McNeal aveva desiderato sin dall'inizio delle prime nevicate. Hogsmeade quella sera non faceva più così tanta paura, né per il freddo né per la neve. Nemmeno James lo spaventava più molto. Qualsiasi cosa molesto avesse voluto fare sarebbe caduta da sola, lui sarebbe rimasto sempre in piedi. Con un sorriso beffardo e compiaciuto, i due, mano nella mano, si avvicinarono nella piazza vicino ai Tre Manici per ottenere un nuovo utilissimo regalo.

Ormai conosceva troppo bene la Kennegan. Brad probabilmente conosceva più lei di se stesso ed era una cosa che apprezzava, un po' perché riusciva a capirla al volo, un po' perché piano piano era riuscito a creare quell'intesa che, per una persona chiusa come lui, era difficile da formare. Erano sulla stessa lunghezza d'onda, nonostante le due personalità agli antipodi: giorno e notte, sole e luna, mare e montagna, the alla pesca e the al limone. Eppure, McNeal ora come non mai si sentiva legato alla Kennegan e quel legame l'avrebbe voluto mantenere per sempre perché, semplicemente, lo faceva stare bene. L'editrice del Ghirigoro poteva combinare tutti i disastri che voleva, in un modo o in un altro tutto finiva con il ridere, proprio come la sera prima, con le chiappe nella neve e l'odore di bruciato che aveva coperto per chissà quanto tempo quel piccolo appartamentino a Diagon Alley. Si era anche rassegnato ad aver perso il suo compagno di avventure da scapolo, Rigriel era sempre più affezionato alla bionda e la ascoltava sempre. Poche volte aveva visto l'elfo così obbediente, nemmeno a casa sua, con sua madre. Di solito era un terribile sbadato, non prestava attenzione a ciò che gli si chiedeva ed era molto goffo in tutto ciò che faceva. Con James, invece, sembrava voler impegnarsi e faceva tutto nel modo più accurato possibile. Certo, continuava a creare più casini che altro, ma faceva parte della sua personalità e andava bene così. Anche in quei casi, poi, si chiudeva tutto con una grassa risata dei due padroni di casa.

La giornata era stata, finalmente, soddisfacente. Le lezioni filavano spedite, i ragazzi sembravano voler finire nel migliore dei modi l'anno solare e non parevano essere distratti dalle imminenti vacanze natalizie. Tutta quell'atmosfera aveva spaventato un po' il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure che, tuttavia, si era ricreduto con l'impegno da parte di tutti. Era bello vedere che Hogwarts era attiva nel modo giusto. Tornato a casa, leggermente agitato di cosa avesse potuto combinare James senza di lui, Brad aprì lentamente la porta d'ingresso. Fortunatamente trovò la bionda ad aspettarlo, ma senza farsi vedere spudoratamente lo scozzese si guardò attorno, non troppo convinto delle parole dell'ex serpeverde.
"Sono quasi sorpreso!"
Disse abbracciandola, cercando poi di annusare l'aria per controllare se qualcosa puzzasse, di nuovo, in quella dannata casa. Subito dopo essersi dato una rinfrescata - anche se con quel freddo, questo termine non è forse il migliore - Brad prese per mano James e si smaterializzò a Hogsmeade. Avevano un appuntamento ormai fisso a cui né lui né soprattutto lei volevano mancare. Il calendario dell'avvento era stata proprio un'idea geniale per avvicinare tutti a quella festività un po' controversa, o la si amava o la si odiava. McNeal l'amava, sì, poteva dirlo, ma forse non il Natale.

Detestava la neve, era ufficiale. Certo, bellissima e incantevole, a tratti anche divertente se ci si poteva giocare, ma la quantità di volte che questa si ghiacciava e Brad scivolava sulle lastre di ghiaccio che si creavano era indeterminata. Per non parlare della gente: la gente diventava stupida quando c'era neve per strada. Tra chi, come lui, camminava tutto storto per paura di volare con le chiappe per terra e chi giocava rischiando di colpire chiunque in faccia. Alcuni creavano pupazzi di neve e la cosa brutta è che questi venivano sempre messi in posti visibili e, dunque, la loro posizione rompeva le pluffe eccome. Proprio quel giorno, il McNeal ne aveva dovuti dribblare due per entrare in due rispettivi negozi e poco ci mancava che ad uno non staccava un braccio, poverino. Ci teneva alla dedizione altrui, ma per la barba di Merlino fate sti benedetti pupazzi dove nessuno ci deve camminare! Infine, aspetto ancor più fastidioso di tutti gli altri, la materializzazione. Smaterializzarsi e atterrare in un punto pieno zeppo di neve e ritrovarsi tutto bagnato era la cosa che più faceva arrivare lo Scozzese. Quella mattina aveva deciso di smaterializzarsi proprio davanti al cancello di Hogwarts (purtroppo dentro la scuola era vietato) e, guarda un po', probabilmente aveva nevicato tutta notte e nessuno aveva avuto la brillante idea di pulire, tanto pochi erano i non-residenti nel castello. Si era dovuto fare il viaggio in carrozza tutto bagnato, prima di poter andare in bagno e lanciare dunque l'incantesimo per asciugarsi, così da ricomporsi ed essere accettabile per la lezione che doveva svolgere da lì a breve.
Insomma, l'atmosfera natalizia si stava avvicinando sempre di più, ma sempre di più Brad si lasciava coinvolgere dall'aspetto pratico e, di certo, tutte quelle canzoncine, quelle luci e quella neve non aiutavano affatto a svolgere i suoi lavori al meglio. Tornò a casa un po' demoralizzato, con la sola voglia di prendere James, andare a Hogsmeade come ogni sera, portarla ai Tre Manici per qualcosa di caldo e per rilassarsi un po' e prendere il regalo del giorno dal calendario dell'avvento fuori nella piazzetta. Sin da fuori la porta, Brad sentì un odore strano, Rigriel probabilmente ne aveva combinata una delle sue. Perfetto, un altro problema da risolvere. Sbuffò, spalancando la porta d'ingresso. Guardò la casa, ma sembrava essere tutta in ordine, certo, effetto discoteca per via di quell'albero orribile che aveva fatto al Kennegan, ma era normale, se così si poteva definire. Non appena fece un altro passo però, quella bionda pazza lo raggiunse, si scagliò su di lui e si smaterializzò. Nemmeno il tempo di ragionare e McNeal si ritrovò per terra, nella neve, manco a farlo apposta. Imprecò sul subito, poi si lasciò andare dopo aver sentito risate incessanti da parte di James. Si stese sulla neve, mimando di fare un angelo su di essa. Non sapeva cosa sarebbe uscito, ma poco importava. Era bagnato, era zuppo probabilmente, ma per qualche strana ragione quello era uno di quei momenti in cui la neve, seppur fastidiosa, rientrava nella categoria 'divertente'.
"Perché sei sempre così un disastro?"
Chiese all'indirizzo della compagna, guardando però in aria il cielo. Dopo pochi secondi Brad scattò e si rimise seduto. Aveva pensato a qualcosa.
"Che cosa HAI combinato?"
Chiese quindi mettendo particolare enfasi al verbo e il soggetto della sua domanda. Se fosse stato il solito problema di Rigriel, James non avrebbe fatto tutta quella scenata immensa. Era sicuro, la conosceva troppo bene ormai, e poi... Quell'odore. La ragazza gli stava nascondendo qualcosa. Alzò spallucce e si tirò su, allungando poi la mano per aiutare anche J a fare lo stesso. Le strinse la mano e insieme si diressero verso i Tre Manici. Prima o poi si sarebbe vendicato, ma per il momento, nonostante fosse bagnato, si godeva l'attimo. Era stato divertente e, ancora una volta, il merito era della Kennegan.

Quel giorno proprio si gelava. Brad si era vestito pesante, ma nonostante ciò, brividi di freddo lo circondavano ogni cinque minuti. Avrebbe voluto lanciare un incantesimo permanente di calore, ma sarebbe stato controproducente a lavoro o a casa, quindi, come tutte le persone normali, cercò di resistere e di stare all'aperto il meno possibile. Quando infatti lo scozzese finì di lavorare, decise di smaterializzarsi ai Tre Manici di Scopa per prendere qualcosa di caldo in attesa dell'arrivo della Kennegan e del momento della distribuzione del regalo del giorno. Non si sarebbe mosso prima di allora perché tra neve e vento quelle giornate cominciavano a diventare un vero e proprio incubo. Era abituato sì, gli inverni erano sempre rigidi, ma ogni anno si lamentava. Era più forte di lui, preferiva il caldo (che lì non era mai troppo eccessivo). Terminata la bevanda calda, il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure uscì dal locale per dirigersi verso la piazza. Si mise addosso il maglione, poi la giacca, poi la sciarpa, poi i guanti ed infine il cappello di lana. L'unica parte scoperta del corpo era il volto, comunque un po' nascosto da barba e sciarpa. Si affacciò dalla porta, imprecando Merlino quando una folata di vento gelido lo colpì in piena faccia peggio di un pugno di un pugile. Cercò con lo sguardo James ed individuò anche qualche collega e studente. Come facevano a stare così tanto fuori dalle mura calde di Hogwarts? Trovata la ex Serpeverde, Brad corse da lei, attese il regalo del giorno per poi smaterializzarsi velocemente a casa e andare dunque nel letto sotto le coperte.

Brad non era un tipo molto competitivo. O, meglio, gli piaceva vincere, ma anche se non vinceva non se la prendeva con tutti, con se stesso o con chissà chi; si lamentava magari un po' ma poi finiva lì. Tuttavia, il concorso con paletta e secchiello che era stato indetto ad Hogsmeade durante il calendario dell'avvento aveva stuzzicato il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure che, dopo aver guardato la Kennegan e averle scambiato un cenno d'intesa, si mise subito all'opera per realizzare uno dei castelli di neve migliori di sempre. Avrebbe voluto riprodurre Hogwarts, ma sapeva bene che senza l'aiuto della magia quello sarebbe stato un piano totalmente fallimentare, perciò decise di ascoltare le indicazioni del Capitano James, che quando si trattava di essere competitivi, invece, era al primo posto di tutte le classifiche. Brad cominciò allora ad utilizzare la pala per appiattire un po' di neve a cerchio, creando un confine abbastanza ampio dentro al quale potessero infilarci le quatto torri che la compagna voleva e ovviamente anche la struttura centrale. Con l'aiuto delle mani cercò di alzare un po' la barriera, così da rendere tutto un po' più alto e "sicuro". Se in quel castello ci avesse vissuto qualcuno doveva essere protetto, no?! Dopo aver finito e aver chiesto a James se fosse una bella barriera, McNeal prese anche il secchiello per aiutarla a creare una delle torri che la ragazza voleva. Non era un lavoro semplice ma ci avrebbe provato finché non ci fosse riuscito.
Terminata tutta l'opera, il Professore di Hogwarts guardò soddisfatto la loro creazione e le due bandierine infilzate su due delle torri con le iniziali dei due creatori.

La colazione ad Hogsmeade era stata un'idea ottima di James, così che lui poi potesse andare in fretta e furia a lavoro. Già in netto ritardo. Si era rassegnato ormai alla violenza psicologica dell'ex Serpeverde che quando chiedeva una cosa era più come un "o lo fai, o metto il broncio tutta la giornata". Accettò quindi, curioso di sapere se avessero vinto e del nuovo premio del giorno.

Dicembre era un mese molto pesante per Brad. Come Professore ad Hogwarts, doveva finire un definito programma scolastico, prima di salutare quegli studenti che sarebbero tornati a casa. Come Giocatore di Quidditch, doveva reggere allenamenti all'aperto con temperature più che rigide. Come Negoziante di Accessori per il Quidditch, doveva farsi in quattro per tutte le richieste e gli acquisti per i regali di natale; non era raro, infatti, che qualche genitore o parente regalasse una scopa o una divisa da Quidditch per la festività più famosa al mondo. L'unica gioia di Dicembre erano le ferie. Dopo tutto quel lavoro, fortunatamente, il Professore/Giocatore/Negoziante poteva permettersi di prendersi una o due settimane senza fare praticamente nulla e già pensava a quale posto strano dove poter andare insieme a James. Brad aveva girato molto nella sua vita come ricercatore per la società del padre, prima di staccarsi per intraprendere la sua personalissima carriera. Eppure, nonostante una buona conoscenza del mondo, non era mai rimasto colpito e innamorato di un luogo in particolare, forse perché non amava il suo vecchio lavoro, o forse perché non aveva mai avuto qualcuno con cui godersi a pieno ogni momento. Con la Kennegan aveva già avuto modo di apprezzare l'America, dopo un buon soggiorno al Wlaza. Ma il caos della grande città - che Brad adorava in genere - non era ciò che lui cercava per quelle vacanze. Forse preferiva un posto caldo: festeggiare l'arrivo del nuovo anno al mare era sempre stato molto strano e a lui l'idea non era mai dispiaciuta. Anche un posto pieno di neve andava bene, ma solo se si poteva rimanere in una baita con un bel camino e delle belle coperte spesse, mentre si sorseggiava una tazza di cioccolata calda, l'importante era non essere soggetti a troppo casino. Ne aveva davvero abbastanza delle persone e doveva prendersi una piccola pausa o sarebbe esploso.
Quella sera, terminato tardi il lavoro, forse più tardi del solito, McNeal non ebbe nemmeno il tempo di tornare a casa. Decise quindi di raggiungere Hogsmeade direttamente perché sapeva che lì avrebbe trovato James e dove se non vicino al grande calendario dell'avvento, pronta a ricevere il suo regalo del giorno? Anche lui, quindi, si diresse lì, per abbracciare finalmente la sua compagna dopo quella interminabile giornata e per accaparrarsi anche lui il dono quotidiano. Non poteva farci nulla, Natale non era la sua festa preferita, ma ricevere un regalo gli piaceva e non poco.

Quante volte aveva provato a far assaggiare alla Kennegan piatti diversi dai soliti quattro o cinque che mangiava la strega, ormai era impossibile calcolarle. Eppure Brad ci provava ogni volta, a volte cercando anche di fregarla dicendo che erano cose nuove, molto buone e magari mentendo sul fatto che fosse verdura. Niente da fare, l'Editrice del Ghirigoro continuava a rifiutare ogni proposta, a meno che questa non riguardasse la pizza, lì, con J si andava sempre sul sicuro. Ormai era rassegnato, ma spesso si finiva a parlare di cibo e anche quella sera, dopo una cena deliziosa a Hogwarts, McNeal aveva parlato con la compagna per farla un po' rosicare. Rigriel cucinava abbastanza bene, sì, ma spesso e volentieri distruggeva qualcosa o, peggio, bruciava. Gli elfi della scuola, invece, sembravano essere leggermente più attenti e svegli rispetto all'elfo della famiglia, ma dopotutto lui ci era affezionato e non l'avrebbe cacciato per nessun motivo al mondo. Era diventato parte integrante della famiglia, seppur ovviamente con le rispettive gerarchie, ma era divertente portarselo in giro (non solo per utilità, insomma). Comunque, dopo aver parlato di cibo per tutta sera praticamente, McNeal si accompagnò di nuovo di accompagnare James a Hogsmeade perché coi regali ci stava prendendo gusto anche lui - nonostante continuava a sbuffare e lamentarsi del fatto che per Natale mancavano ancora troppi giorni - e soprattutto perché passare ogni sera con lei era bello. Erano sempre impegnati per lavoro e per un motivo o per un altro non riuscivano a passare così tanto tempo assieme. Ora si erano costruiti quella piccola abitudine che Brad adorava e che avrebbe fatto ogni giorno anche e soprattutto dopo Natale, così da non trascurare mai la bionda e condividere con lei tanti bei momenti. Stavano diventando sempre più coppia e forse era proprio grazie a quel grande calendario dell'avvento. Chissà, forse Brad aveva sempre sbagliato a sottovalutare quei babbani che dicevano sempre che il Natale fosse magico, forse era una magia differente da quella che lui conosceva e da quella che lui insegnava, una magia che nemmeno i maghi riuscivano a spiegare e a capire a fondo, se non dopo averla vissuta sulla propria pelle, proprio come McNeal in quel momento. Attese dunque il regalo della sera, poi si girò verso la Kennegan che, come sempre, lo spiazzò.
"Come fa a venirti fame a quest'ora?! Va bene, entriamo, ma non esagerare che se stanotte non dormi e mi svegli, me ne vado a Hogwarts!"
Sorrise e strinse poi la mano dell'ex Serpeverde.

Forse ci stava prendendo gusto. Sì perché quello ad Hogsmeade stava diventando un appuntamento abituale che non dispiaceva affatto a Brad McNeal, sia perché passare il tempo con la Kennegan lo divertiva - anche se non l'avrebbe mai ammesso davanti a lei - sia perché ricevere un regalo, di qualsiasi genere esso fosse era piacevole. Il cioccolatino della sera prima era stato un giochino divertente. McNeal aveva preso in giro un paio di studenti facendo credere loro che stava morendo per un morso di una creatura magica oscura sconosciuta. La lingua verde aveva spaventato e non poco i ragazzi, ma il professore di Difesa Contro le Arti Oscure si era tradito scoppiando a ridere poco dopo a causa delle facce terrorizzate e incredule degli studenti. Preso Rigriel con loro, anche quella sera, Brad aveva deciso di accompagnare James sotto braccio ancora in dubbio sulle sue condizioni fisiche (e anche preoccupato, ovviamente). Una passeggiata tranquilla avrebbe anticipato la tappa ormai obbligatoria nella piazzetta del calendario dell'avvento gigante dove venivano consegnati doni giornalmente.

Come facevano ad andare d'accordo due persone così differenti solo James e Brad lo sapevano. Lui era tutto preciso, meticoloso, attento, lei invece era una forza della natura, totalmente sbadata e leggermente mica tanto fuori di testa. Quando era tornata a casa da un allenamento tutta malconcia, McNeal si era preoccupato e non poco. Anche lui giocava a Quidditch e sapeva che gli infortuni in allenamento potevano essere anche più gravi di quelli in partita perché inaspettati e involontari. Ma la Kennegan invece era arrivata a Londra con una nonchalance che mai le aveva visto sul volto. Sì, sembrava lamentarsi un po', ma Brad non avrebbe mai saputo come lei si fosse fatta male, perché probabilmente nemmeno lei lo sapeva con certezza. In apprensione - e un po' riluttante all'idea di dormire con una spalla tutta malconcia accanto - lo Scozzese cercò di prendere un po' in giro la compagna, anche per spezzare un po' la tensione e alleggerire l'aria. Di certo, a una campionessa come lei, non faceva piacere essersi infortunata durante un semplice allenamento. Alla richiesta di questa, però, di tornare a Hogsmeade, Brad alzò spallucce, come se non potesse far altro che accettare, le prese quindi la mano, la strinse con affetto e si smaterializzò proprio accanto a uno dei pub più famosi di tutto il paesino.
"Non farmi pentire di questa scelta."
Aveva detto guardando la bionda negli occhi. Per lui essere di nuovo lì, dopo tutta la giornata di lavoro passata a pochi passi da quel posto, era un po' pesante, ma doveva ammettere che il regalino preso il giorno prima gli era piaciuto e non poco, tanto che l'aveva già cominciato a usare e proprio in quel momento ce l'aveva in tasca. Non sapeva ancora cosa metterci dentro e cosa nascondere, ma era certo che prima o poi qualcosa di fantasioso l'avrebbe trovato, così da rendere utile e divertente quel boccino.
"Verremo qui ogni sera, vero?"
Domandò poi rassegnato, vedendo James così contenta davanti a quell'albero di natale. Brad era puntuale, puntiglioso, forse a tratti eccessivamente rigido, ma vedere la Kennegan felice lo faceva stare bene. Sticazzi che mancavano ancora più di tre settimane.

Essere puntuali era uno dei pregi preferiti da Brad McNeal. Significava essere rispettosi del tempo degli altri, significava organizzazione, significava precisione. I ritardatari lo irritavano e non poco, ma c'era un'altra categoria di persone che lo irritavano ancora e ancora di più: quelli che gli accorciavano la vita. Il tempo era il bene più prezioso secondo McNeal e mettere ansia per un futuro evento o addirittura anticiparlo, significava sconvolgere la linea naturale del tempo, rovinando quella precisione e quella organizzazione che a lui tanto piacevano. Perché il primo di dicembre doveva sembrare già Natale? Non amava particolarmente quella festa, ma nemmeno la odiava, ma svegliarsi il primo di dicembre come se fosse già il venticinque, beh... La Kennegan era forse una delle peggiori esponenti del Natale precoce, ma anche ad Hogwarts gli addobbi e tutto il resto cominciavano proprio per l'inizio del mese. Insomma, Brad non aveva via di scampo. Non si sarebbe mai abituato all'ansia di perdere praticamente un mese intero perché "è già Natale". No, non è ancora Natale, mancano un sacco di giorni, per la barba di Merlino!

Con casa che sembrava più una discoteca di luci che un luogo in cui riposarsi, McNeal era uscito con James a Hogsmeade, per passeggiare in un posto in piena tranquillità, cosa che Londra non riusciva più a concedere ai due. Con la ragazza sottobraccio, Brad borbottava, minacciando di cacciare lei e l'ormai suo Elfo domestico Rigriel se avessero continuato a riempire l'appartamento di gingilli sonori, luminosi, senza senso. Mai aveva visto l'Elfo essere così contento di ricevere ordini. Di solito obbediva, ma lamentandosi un po' perché era un pasticcione e già sapeva che avrebbe combinato disastri. James, d'altronde, era più pasticciona di lui, e il povero Brad si era solo dovuto rassegnare a una coppia così strana che gli aveva letteralmente stravolto la vita.
"Sono contento che ti piaccia, ma è troppo vicino a scuola e non mi piacerebbe affatto se qualche mio collega ci dovesse vedere..." Disse pensando ai soliti impiccioni pettegoli che avrebbero fatto parlare tutti i quadri dei due piccioncini. "Però, per te, posso fare un'eccezione."
Sorrise alla Kennegan. Faceva il duro, ma dopotutto le lasciava fare sempre ciò che voleva, ma perché in fin dei conti lui si divertiva davvero con lei, anche se non poteva ammetterlo, perché darle fastidio e farla arrabbiare era ancora più divertente.
Dopo qualche passo, quella pazza che sembrava essere la sua ragazza urlò come se le si fosse spezzata la bacchetta. Brad roteò gli occhi, quasi incredulo. Che cazzo ci faceva un calendario dell'avvento così grande lì? Annuì con la testa dopo la domanda stupida di James, ma la seguì, curioso di scoprire che cosa potesse racchiudere un calendario del genere.
"Manca ancora un mese a Natale, James! 24 giorni rimanenti, più di tre settimane, manca praticamente un mese! Certo che i conti proprio non li sai fare, eh?!"
La prese in giro. Mentre diceva quelle parole rideva. Faceva il duro, faceva il Grinch, ma sottosotto tutto quello gli piaceva. O forse era solo James.