Posts written by Bowie Mercury Weasley

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    pozioni - lezione I
    Bowie


    Da sempre si batteva per abolire la cravatta dalla divisa, almeno da quella femminile. Non aveva nulla contro le divise, cioè, più o meno. Più perchè adorava non dover pensare a cosa mettersi al mattino, annusare ascelle di magliette per scoprire se fossero pulite, metteva la divisa, se la camicia era troppo stropicciata la cambiava, se la gonna aveva una macchia con quel feltro grigio nessuno se ne sarebbe mai accorto, nessuno poteva - anche se qualcuno ci provava- esibire scollature provocanti, gambe chilometriche, vantarsi di avere il modello più costoso, più nuovo, più alla moda. Erano tutti uguali, con una divisa. E qui veniva il meno. Erano tutti uguali con una divisa. La personalità veniva annullata, lei per esempio non avrebbe mai messo una gonna. Stava sempre seduta scomposta, con le gambe aperte, piegate o su per aria, passava metà del tempo a preoccuparsi che nessuno vedesse le sue mutande solo per poi ricordarsi che indossava delle calze così spesse che non avrebbero nemmeno saputo trovate le sue ginocchia. Ecco le calze erano un'altro punto dolente. Non ne aveva un solo paio che non fosse smagliato. Hogwarts era piena di chiodi, chiodi appuntiti e dispettosi che si infilavano nella trama del suo tessuto e lo apriva in voragini di dimensioni immani, oppure ne tirava un filo solo e una riga sconnessa e bianca si allungava per tutta la lunghezza della calza. Era troppo agitata, troppo maschiaccio avrebbe detto qualcuno, per poter indossare correttamente calze e gonna. Ma per il resto la divisa andava bene. Cravatta esclusa.
    Quella mattina era stata la prima nel dormitorio femminile di Grifondoro a maledire in aramaico antico - non escludeva di aver bestemmiato contro una di quelle divinità con otto braccia e la testa da elefante- quel fischio acuto che aveva svegliato tutti quanti di soprassalto. Era bastato poi osservare gli occhi spiritati di Arielle, sembrava che le avessero detto che si andava tutti quanti in vacanza ad Honolulu, per capire che qualcosa di straordinario era successo. Aveva prima dato un'occhiata a Nadine, controllando se ritenesse opportuno intervenire con un TSO sull'altra bionda del trio del leone, visto che era la più coscienziosa di tutte, prima di allungasi verso la fonte di tanto rumore e scoprire che era un insolito mezzo di comunicazione adoperato dalla professoressa di Pozioni. Niente calze smagliate. Nessuna cravatta con cui litigare per annodarla. Già così sembrava un sogno alla Weasley, ciliegina sulla torta era il fatto che non dovessero indossare la divisa. << Niente divisa?>>aveva domandato con una punta di scetticismo nella voce, come se non fosse sicura di quello che aveva letto, di aver compreso bene che queste fossero davvero le indicazioni della docente e che non si trattasse di un qualche tiro mancino. << Se è qualche scherzo di Serpeverde, oh, giuro che riempio quel lurido buco umido che chiamano casa di caccabombe.>> aveva decretato, avvicinandosi all'armadio e scegliendo un abbigliamento comodo per la loro escursione nella Foresta Proibita. Ad ogni passo la fialetta di vetro, aveva dovuto acquistarle di recente perchè le sue erano malauguratamente andate distrutte in una lotta con i cuscini, tintinnava in un rumore sinistro, facendole salire l'ansia che si sarebbe rotta o incrinata prima ancora che iniziasse la lezione. Trattenne un respiro di sollievo nel vedere la chioma cremisi, quasi quanto la sua, della professoressa Mars all'orizzonte, affrettando il passo per raggiungerla. Arielle era già lì. Strano in effetti che arrivasse tanto in anticipo a una lezione e per questo osservò il cielo sopra le loro teste con un certo timore: poteva benissimo venire a nevicare per un simile evento.
    << Buongiorno>> avrebbe salutato una volta arrivata a portata d'orecchi di tutti i presenti, piazzandosi accanto alla Grifondoro che già stava sfoderando la sua parlantina logorroica senza alcun ritegno. Scosse appena il capo trattenendo un sorriso tra le labbra serrate, mentre aspettava che arrivassero tutti quanti i suoi compagni e verificava che la bacchetta fosse con lei e che le fialette che aveva portato ci fossero ancora tutte. Al tatto sembravano anche essere ancora integre.
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    NATALE A HOGWARTS - SALA COMUNE DI GRIFONDORO
    Bowie


    Stava volando a bordo della scopa più veloce del mondo. Aspettate un attimo: Bowie e il Quidditch sono due cose agli antipodi delle galassie. Stava volando a bordo della scopa più veloce del mondo e questa aveva preso a sobbalzare su e giù, su e giù. Andava già meglio, cioè era quantomeno più realistica dell'immagine precedente. Su e giù, su e giù. Aveva quasi la nausea, come anche noi. Ma lei continuava su e giù, su e giù, un vortice senza fine, un continuo sobbalzo. Aprì gli occhi sul mondo, con la nausea che ormai sfiorava la punta della sua lingua, soltanto per depositare lo sguardo su una chioma bionda che faceva su e giù. Sapeva che nella vita c'erano molti alti e bassi, ma non immaginava che potessero avere un ritmo tanto frenetico. << A-Arielle>> sbadigliò in faccia alla bionda di Grifondoro, mentre questa le scostava una ciocca dal viso e le augurava un BownNatale, uno dei tanti giochi di parole che la Huges facevano e che la rendevano una delle persone più care della sua vita. Ma lei aveva ancora sonno, aveva passato tutta notte a chiacchierare con lei e a mangiare Gelatine Tutti i Gusti + 1, forse era a causa loro se aveva nausea, fino alle ore piccole, quando le ore del mattino che sorge si confondono con quelle di tarda notte, fino ad arrivare ai primi chiarori dell'alba: poi era collassata. Non sapeva dove Arielle Huges trovasse tutta quella energia, se avesse qualche riserva segreta di caffè o altra droga, se fosse l'euforia del Natale, ma la pigra londinese avrebbe preferito dormire ancora molto. Fu costretta, dopo ripetuti strattoni e continue frasi che le impedivano di riprendere sonno, ad alzarsi e in modalità zombie - non sapeva nemmeno se indossava il reggiseno o se fosse scesa in Sala Comune in completo intimo, ma per sua fortuna indossava un bel pigiama di lana, con calzettoni anti-sesso infilati dentro nei pantaloni- si era trascinata davanti al grande albero addobbato. Pacchi, pacchetti, pacconi stavano sotto - ma pure tutto intorno- di esso, in un tripudio di colori. Individuò presto il regalo dei suoi genitori per via della carta da pacchi che altro non era che una vecchia copia della Gazzetta del Profeta, poi, trascinata da Arielle scelse uno dei pacchi riservati agli studenti da parte della scuola. Una stella su sfondo oro fu la scelta della Weasley.
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    GHIRIGORO - Diagon Alley
    Bowie


    Entrando in una libreria, ovviamente, uno si aspetta di acquistare dei libri. In teoria le persone normali fanno così. Ma Bowie Mercury Weasley aveva una convenzione di normalità tutta sua. Nei libri si ricerca evasione, spirito di avventura, romanzi di formazione, ma alla Weasley piaceva evadere dalle lezioni attraverso finti attacchi di vomito, lo spirito di avventura non le mancava affatto, non era per nulla interessata alla sua formazione e di crescere non le importava nulla. Non avrebbe saputo cosa farsene dei libri, forse li avrebbe potuti usare per accenderci un bel falò, ma la loro utilità pratica si esauriva in tempi molto brevi per la rossa di Londra. Poche volte aveva avuto occasione di mettere piede al Ghirigoro, mai una sola volta aveva comprato un libro. Era uscita con le riviste più disparate, dal gossip allo sport, con le piume d'aquila e di Fwooper dai colori più sgargianti, con mille e più boccette d'inchiostro, ma mai con un libro che fosse degno di essere chiamato come tale. Nonostante si ostinasse nella sua immaturità irrazionale, nel suo volersi ribellare al conformismo che le stava intorno, un giorno aveva dovuto cedere al volere superiore. I libri scolastici la aspettavano come una esecuzione aspetta un condannato con una sentenza di morte pendente. Nonostante le ritrosie, i piedi puntati a terra e la minaccia di bruciarli in un grande falò di fine anno, alla fine Bowie aveva dovuto cedere alle richieste - imposizioni- della madre. Ma non aveva mollato la sua presa di posizione senza combattere e alla fine, anche se aveva dovuto cedere sul comprare i libri scolastici, era riuscita ad ottenere un piccolo premio di consolazione: il cono Vulcano di Florian Fortebraccio era qualcosa di leggendario, un trionfo di sei diversi gusti - nocciola, pistacchio, crema, cioccolato, fragola, limone - ricoperti di granella di nocciola e di cioccolato fondente, con codette arcobaleno e piccoli mirtilli che esplodevano in bocca quando mangiati. << Buongiorno!>> aveva esordito con entusiasmo, soltanto perchè era consapevole della ricompensa che avrebbe gustato alla Gelateria Florean, non per il posto o per gli acquisti che andava fare. << Vorrei acquistare tutti i libri scolastici di Hogwarts, attivando il Prestito Studentesco. Grazie!>> si domandò quanto lo zucchero ingerito dal cono gelato avrebbe potuto influire, o nuocere, la sua condizione mentale euforica e se il maglioncino blu notte che indossava quel giorno sarebbe sopravvissuto all'esplosione di gusto, e di gusti, del gelato. Non ricordava di aver mai mangiato un gelato senza che una goccia di qualche gusto si depositasse sui suoi vestiti, e il Vulcano era davvero grande e molto più che un banalissimo cono con due palline e tanti cari saluti. Forse il fatto che fossero in pieno inverno, per lei era assolutamente normale mangiare il gelato anche con quelle temperature proibitive, avrebbe mantenuto più compatti i gusti ma conosceva quanto sapeva essere maldestra e questo non poteva certo aiutarla. Sperava che la commessa dai capeli scarlatti, quasi quanto i suoi, si sbrigasse a prendere questi libri perché scalpitava all'idea di potersi abbuffare delle squisitezze del caro vecchio Florian.
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    SALA COMUNE DI GRIFONDORO
    Bowie


    Non c'era modo migliore di concludere una giornata scolastica nella frizzante Sala Comune di Grifondoro. Come sempre Bowie aveva una vita scolastica altalenante, fatta più che altro di assenze e rimproveri che non di voti alti e di grandi punti raccolti, ma nel suo piccolo se la cavava abbastanza bene. Quel giorno, stranamente per i suoi standard, era andata a lezione di Brad McNeal, non il solito docente noioso e barboso che Hogwarts si trovava a propinare agli studenti, ma uno con un po' più di sale in zucca e con un certo fascino. Fermi, fermi, fermi: questo non le avrebbe impedito di trovare al McNeal un soprannome graffiante che avrebbe messo in evidenza qualche suo aspetto non particolarmente lodevole, ma per il momento lo considera a posto. Nonostante il suo calendario delle lezioni la informasse che quel giorno avrebbe dovuto seguire cinque materie alla fine la Weasley ne aveva seguite appena tre, di cui l'ultima trascorsa per metà del tempo a cercare di sorreggere la parete dell'aula di Divinazione. Non c'era nulla da fare, bere il the le causava sempre un effetto soporifero e nelle foglie di the della sua compagna di quel esercizio non era stat in grado di vedere altro che cuscini. Un futuro sonnolento che non sarebbe stato troppo male. Proprio di questo stava parlando con Nora West, sua coetanea con i capelli corvini, che non riusciva a capacitarsi di come Bowie riuscisse sempre in qualche modo ad aggirare le punizioni e ad essere ben accettata anche dai rigorosi Prefetti che cercavano di mantenere l'ordine in una delle case notoriamente più indisciplinate. << Ed è così, Nora, che si corrompe la pubblica autorità.>> aveva concluso il discorso, senza davvero rivelare quali fossero i suoi segreti per non essere punita dalle cariche scolastiche, aggiungendo una risata fragorosa. Bowie era un vero e proprio terremoto e in qualunque stanza si trovasse la si poteva sentire a metri di distanza. Le piaceva essere socievole, chiacchierare con tutti e stringere amicizia con chiunque fosse abbastanza coraggioso da avvicinarla senza troppe preoccupazioni. Si sentì chiamare da un divano, un divano dal quale non sbucava una testa ma bensì due piedi con i calzini bucati. Scosse la testa e si scusò con la West, allontanandosi da lei e avvicinandosi ai calici con fragole e banane. Tirò il tessuto di uno dei due, sfilandolo leggermente dal piede che lo stava indossando, mentre le ciocche rosse le coprivano parzialmente la visuale di Arielle. Arielle era una tipa strana, forse anche più strana della Weasley ed era per questo che si erano subito trovate in sintonia ed erano andate d'accordo in maniera perfetta. << Che combini A?>> domandò lanciando un'occhiata verso Thomas che sembrava guardale male ed essere particolarmente risentito per qualcosa. Non aveva dubbi che si trattasse del biondo vulcano che giaceva in stato quiescente sul divano della Sala Comune di Grifondoro. Solo in quel momento notò il modo, originale ma poco consono, in cui stava portando la cravatta rosso-oro, facendola sorridere anche alla domanda seguente. Si sedette sul bordo del divano che sbuffava al termine dello schienale, in modo che fosse seduta esattamente a metà del sofà e potesse guardare negli occhi la Grifondoro. << Solitamente guardo per terra per cercare di non inciampare.>> rispose con sincerità, arricciandosi una ciocca rossa intorno al dito indice, giocava sempre con i suoi capelli quando era nervosa o a disagio o a aveva fame, o tutte e tre le precedenti messe assieme. << Qualcosa di interessante in quel soffitto?>> domandò, spostando lo sguardo dalla strega alla volta che stava sopra di loro, cogliendo solo qualche ragnatela e un paio di crepe che le fecero sperare che l'intonaco non cadesse loro addosso proprio in quel momento.


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    Hedel, scusa ma il mio procrastinare incallito vorrebbe sapere se c'è una scadenza per il prossimo fato, così da poter postare pochi minuti prima della scadenza 🙈 🙈 ù
    Grazie!
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    Ollivander - Diagon Alley
    Bowie


    Sin da piccola aveva imparato che essere una Weasley non comportava grandi responsabilità come invece accadeva per altre nobili famiglie purosangue, il cui retaggio era tutto, che opprimevano i loro eredi con imposizioni e doveri da rispettare per tenere alto il buon nome di famiglia. Come spesso la madre le ricordava, lei che era una Cavendish e dunque appartenente già a una delle famiglie purosangue minori, era già venuto il tempo in cui i Weasley avevano rovinato il buon nome di famiglia e questo andava a vantaggio di Bowie che così non doveva ne sottostare ad assurde regole imposte dalle famiglie purosangue - inorridiva già solo ai racconti della madre, che pur da Cavendish doveva far attenzione alle persone che frequentava e con le quali interagiva, senza contare una serie di regole di galateo che le imponevano di portare sempre una gonna al ginocchio almeno, anche se poi il fatto di essere scappata dal suo matrimonio combinato con un Rosier l'aveva fatta cadere in disgrazia e i Weasley erano i soli purosangue a infischiarsene ed accoglierla- ne preoccuparsi di essere lei la causa della caduta in disgrazia del buon nome dei Weasley. La piccola Bowie non sapeva bene come prendere questa serie di informazioni che la madre ogni tanto le vomitava addosso, spesso accadeva dopo che aveva abusato di acquavite, e soprattutto cosa pensare del fatto che appartenesse a una famiglia purosangue che però le altre consideravano come merce avariata. Aveva ancora troppe poche informazioni, le sue esperienze del mondo non andavano al di là del giardino di casa e le sue ristrette amicizie a coloro che tolleravano la disgraziata famiglia Weasley non le permettevano di sviluppare una propria opinione a riguardo. Sperava che queste idee potessero svilupparsi nel corso della sua sprienza come studentessa di Hogwarts, non tanto per le lezioni per le quali già sentiva di essere poco portata, quanto invece per le conoscenze che avrebbe fatto e per le amicizie che avrebbe stretto perché sarebbe stata lei a scegliere chi frequentare, non soltanto chi accettava la sgangherata famiglia Weasley come le ricordava spesso la madre.
    I grandi occhi verdi di Bowie si posarono sull'insegna del negozio di bacchetta davanti al quale era sfilata così tante volte mentre era in giro con sua mamma, più raramente con suo padre, ma dove non si era mai fermata perché ancora non aveva l'età giusta. ora invece aveva l'età giusta, aveva compiuto undici anni e sarebbe potuta finalmente entrare nel solo negozio di Diagon Alley che ancora non conosceva. Conosceva fin troppo bene Florian e i suoi gelati, adorava accarezzare i gatti che soffiavano dalle gabbie del Serraglio, sbirciare i muovi manici di scopa di Accessori, chiedere a mamma di comperare qualche erba per addolcire le tisane mediche nello Speziale, o evitare con cura qualunque libro e concentrarsi su accessori e penne del Ghirigoro. Ma Ollivander era sempre stato il negozio del mistero, quello tabù nel quale entrare, un po' come doveva essere per i minorenni babbani che non potevano entrare nei pub finché non erano abbastanza grandi. Ma lei non avrebbe sprecato il raggiungimento della giusta età per scolarsi una pinta di birra, no, lei avrebbe consacrato il suo essere strega con la bacchetta magica. Finalmente la sua magia non sarebbe più esplosa in maniera incontrollata con manifestazioni causali del suo essere, ma sarebbe stata imbrigliata dal catalizzatore magico e convogliata con una formula per essere davvero efficace. Sapeva di non poterla usare fuori Hogwarts, così come sapeva che c'erano illustri eccezioni a questa regola che si sarebbe premurata di andare a cercare.
    << Buongiorno!!>> la voce della Weasley era squillante e carica di emozione mentre il campanello sopra la porta ne annunciava l'ingresso da Ollivander. Si prese qualche istante per fissare bene quel momento nella sua memoria, imprimere gli odori di legno e d'incenso, le luci soffuse e l'ambiente cupo che rendevano elegante e misterioso il locale. Le cataste di bacchette impilate alle spalle della negoziante svettavano fino al soffitto in una tale varietà di colori che le iridi della rossa facevano fatica a stare dietro a tutte quelle sfumature. Si chiese chi tra loro sarebbe venuta a casa con lei, magari una bacchetta che aveva nella confezione la stessa sfumatura di rame che colorava i suoi capelli tipici di Weasley? Se lo chiedeva e mentre lo faceva era arrivata davanti al bancone, per adempiere al suo destino. << Desidero acquistare la mia prima bacchetta magica.>> c'era solennità nel tono di voce della giovane strega, che non nascondeva una certa emozione a quell'evento che stava vivendo. Anche se era nata e cresciuta nel mondo magico, non avrebbe saputo colorare di qualcosa di più magico del momento che stava vivendo. Trepidante, restò in attesa di conoscere il suo destino. Di conoscere La sua bacchetta magica. Era questo che si provava nell'incontrare l'anima gemella?


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    r3vufLICAMERA BLINDATA 0021 r3vufLI
    Bowie Mercury Weasley

    Stato economico: benestante

    Saldo Iniziale.

    200

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    Sophie Turneris Bowie Mercury Weasley
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    Sala Grande - Halloween
    Bowie


    Con la pergamena stretta tra le dita osservava scettica prima le parole - gioca o muori ripetute allo sfinimento- poi le persone presenti nell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Era innegabile che la lezione del professore Brad McNeal fosse interessante, tuttavia risentiva in modo particolare di un caldo di attenzione da quando aveva ricevuto quella lettera, domandandosi quale dei suoi compagni potesse esserne stato l’autore. Si volse verso la sua compagna di banco. Arielle era una ragazza scaltra e divertente, le aveva risposto con un sorriso genuino e immediatamente comprese che non era lei la responsabile. Dotata di una memoria a breve termine piuttosto labile, aveva cercato di convincere i professori che era per questo motivo che la sua media scolastica era davvero pessima ma invano era stata ascoltata, per l’ora di pranzo già se ne era scordata e aveva prestato tutta la sua attenzione alla deliziosa lasagna che quel giorno era stata servita. Adorava il cibo, adorava mangiare. Adorava anche la festa di Halloween perché aveva la possibilità di mangiare caramelle a dismisura senza sentirsi in colpa o giudicata da chiunque avesse trovato tutte le sue cartacce di caramelle e scatole di Gelatine Tutti i Gusti +1 svuotate dalla sua furia divoratrice.

    Nella Sala Comune dei figli di Godric si respirava un’aria di festa e allegria, con festini colorati che ruggivano quando ci si passava sotto e con pipistrelli di carta pesta che svolazzavano da una parte all’altra della stanza e si infilavano nei capelli. Era tutto molto divertente e in più il loro Caposcuola, Esther, aveva organizzato un concorso mascherato, una specie di gara per eleggere la maschera più divertente. Anche la Weasley aveva partecipato, facendo attenzione ai dettagli e comprando per l’occasione anche un vestito nero molto aderente, con una mantellina che aveva scaglie di drago nelle spalline, che regalavano in effetto traslucido e optando per lisciare i capelli e tenerli fermi con della brillantina, una specie di gel che andava molto di moda tra i babbani e che proprio suo padre aveva portato a casa per mostrarlo alla famiglia, dandole una pettinatura molto dura che esaltava i lati spigolosi del suo volto. Aveva aggiunto a questo un trucco scenico, molto scuro ma brillantinato. Non avrebbe certamente vinto - aveva visto in giro gente travestita da maride e una coppia di amici andava in giro travestito da Cavallo Alato, uno faceva la testa, l’altro il culo- ma se non altro poteva dire di essersi divertita un mondo. Poi era arrivata la parte dedicata alla festa che maggiormente preferiva: cibo! Arielle - quella ragazza mi faceva morire- si era travestita da maniaca sessuale con un pacco di Gelatine Tutti i Gusti +1 dal quale pescare e tentare la sorte. Non le era andata molto bene, nemmeno alla Huges, perché il gusto che le era esploso in bocca sapeva di polvere da sparo o cenere, o qualcosa di decisamente bruciacchiato, non avrebbe saputo dirlo. Il senso di disgustoso prese forma nella sua bocca e aveva prontamente aderito alla proposta della Grifondoro di fare una spedizione nelle cucine per poter ingurgitare qualcosa che potesse in qualche modo mitigare quel gusto osceno. Si erano avviate, silenziose e furtive, nonostante la Weasley non fosse il massimo come movimenti silenziosi visto che era piuttosto impacciata, riuscirono a raggiungere il piano terreno senza essere scoperte. Avrebbe giurato di aver intravisto un paio di ronde e molti più studenti del solito cercare di infrangere le regole nella notte più spaventosa dell’anno. << Poveri illusi. È una fortuna che siamo arrivate in tempo per animare questo mortorio!>> rispose di rimando alla battuta che aveva fatto la sua compagna di marachelle, assecondandola con il medesimo occhiolino carico di complicità. In effetti nessuno avrebbe mai detto che quella era una festa particolarmente riuscita, soprattutto perché era estremamente buia e lugubre. Sfilò la bacchetta dallo stivale nero che le arrivava fino al ginocchio e con uno a svolazzo rapido del catalizzatore pronunciò con tono deciso << Lumos Maxima!>> questo avrebbe portato un po’ di luce sulla Sala Grande buia e anche serrata, a quanto stavano dicendo i presenti alla festa con un brusio che via via andava crescendo. Era anche arrivata una strega, aveva un accento palesemente francese e non avrebbe saputo dire se era una professoressa, ma per il poco che stava attenta a lezione la cosa non la stupiva, che si stava prodigando per cercare di farli uscire di lì. Più interessante invece sembrava essere la scritta che era sul muro. Poteva davvero essere sangue? Arielle cercò di analizzarla facendo alcune ipotesi, anche un’altra ragazza mascherata ai era aggiunta a quel gruppo e aveva suggerito fosse marmellata di fragole. << Uhm, non so... non vorrei sembrare noiosa o melodrammatica ma sembra proprio essere sangue. Ma di chi?- espresse la sua opinione senza problemi, accompagnata dalla luce intensa che sprigionava la punta della sua bacchetta e che le permetteva di analizzare con miglior successo la suddetta scritta - Insomma serve parecchio sangue per scriverlo. C’è qualcuno ferito..?>> o morto. Era davvero un sacco di sangue per dover scrivere quella frase completa.
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    Bowie c’è se qualcuno volesse citarmi o arrivare alla quest insieme **
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    Andata 😍
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    A.A.A. Strafiga in rosso cerca compagnia per una role. Hogwarts o Hogsmeade o Diagon Alley astenersi Serpeverde
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    Segrete
    Bowie


    Nell'intero albero genealogico dei Weasley non c'era una sola persona che era stata smistata in una casa differente da quella di Godric Grifondoro, ma Bowie era profondamente convinta di essere legata in maniera così profonda e inscindibile alla casa dei coraggiosi di cuori che il Cappello Parlante l'avrebbe assegnata alle tinte rosso-oro anche se il suo cognome fosse stato Lestrange, Black o persino Serpeverde! Immaginava che anche Christelle Jones, inseparabile compagna di avventure e disastri, fosse legata allo stesso modo al destino della casa di Grifondoro e per associazione entrambe le streghe erano connesse l'una all'altra. Un'evidenza fin troppo ovvia persino per i docenti del castello che sapevano sempre che se Bowie era implicata anche Chris era coinvolta in qualche modo. Spesso durante le lezioni le obbligavano a sedersi distanti per evitare di disturbare la quiete della classe, ma spostare una delle due ampliava soltanto il raggio d'azione del caos made in Bowistelle. Dovevano lavorare sul loro nome da coppia del crimine, ma avevano ancora alcuni anni scolastici nel quale ragionarci su e la cosa non la preoccupava più di molto. Appiattita lungo l'insenatura dei sotterranei, con il freddo della parete che le attraversava il maglioncino della divisa scolastica, non poteva fare a meno di chiedersi se i loro piani avrebbero risentito della muffa e dell'umidità dei Sotterranei. A Bowie non piacevano i luoghi chiusi e angusti, soprattuto quelli che sapevano di stantio e di scoregge di Serpeverde, ma non poteva dire di no a un piano per mettere in riga quei bamboccioni purosangue. Il fatto che anche lei fosse purosangue non creava alcun controsenso al suo precedente pensiero, perché non aveva mai dato troppo peso al suo stato di sangue e la sua attrazione verso il mondo babbano e i loro strani utensili affascinava la sua curiosità più di qualunque, banale, incantesimo del mondo magico. Riconobbe il passo svelto e agile dell'amica, sarebbe stata in grado di individuare l'andatura della Jones in mezzo a centinaia di altre gambe, ma mantenne lo sguardo di smeraldo fisso sul corridoio dal quale si aspettavano da un momento all'altro di vedere sbucare un Serpeverde. << Nessuno>> confermò, senza trattenersi dal far trasparire una certa delusione nel tono della sua voce. Certo, era un bene che il corridoio sotterraneo fosse così privo di vita, ma rendeva il loro piano più una attesa che qualcuno entrasse nella Sala Comune di Salazar che non una vera avventura piena di adrenalina. E lei detestava profondamente dover aspettare e per togliersi il puzzo di muffa avrebbe dovuto farsi decide di docce forse persino immersi nell'alcol puro. << Lo sai che non so fischiare? Non me ne ero mai accorta.>> Bowie non riusciva a stare ferma sul poso troppo a lungo, era un terremoto vagante, qualche estremità dei suoi arti doveva sempre sobbalzare o dondolarsi, in mancanza di questa non poteva fare a meno di muovere la lingua per articolare qualche discorso che si sarebbe anche potuto rimandare - erano pur sempre impegolate in una missione di massima segretezza- ma che in quel momento alla Weasley sembrava di fondamentale importanza, soprattuto per colmare il vuoto e freddo sotterraneo. Rabbrividì ancora di più quando un fantasma, così morto da non accorgersi nemmeno della presenza delle due clandestine in territorio serpentesco, scivolò accanto loro trapassando il muro e infilandosi dentro al successivo. Annuì con decisione alla proposta di ripassare il piano dell'amica, sfoderando il suo sorriso da strega che sta per combinare qualche guaio, afferrando con cautela la caccabomba ripiena di sterco di drago, una vera chicca in fatto di caccabombe esplosive. Era estremamente puzzolente ed estremamente instabile. << Dovremmo applicarle con un incantesimo di adesione permanente al culo di qualche Serpeverde, ma il tuo piano è più fattibile. Ci spostiamo un po' più avanti?>> apprezzava la sicurezza ostentata da Christelle in questi momenti di stallo, in cui il suo lato istintivo prevaricava qualunque senso logico, persino le più banali norme di sopravvivenza venivano cancellate dal suo cervello e soppiantate dal puro e irrazionale istinto. Sentire il piano prima di entrare in azione le dava il giusto appiglio delle sequenze da seguire e la Jones era l'ancora che la manteneva appigliata al aspetto più razionale del piano. Infondo era lei quella che aveva pensato di sfondare la porta di Serpeverde con un bombarda, se Chrsitelle non avesse suggerito di aspettare che fosse una delle serpi ad aprirla con la loro parola d'ordine. Staccò le spalle dal muro, sporgendosi cautamente lungo il corridoio e focalizzando lo sguardo verso le ultime torce che le separavano dal corridoio che portava dritto nella tana di Serpeverde. << Forse c'è un'insenatura abbastanza buona lì - indicò coll'indice un punto indistinto davanti a sé - tra la prima e la seconda torcia, mi sembra ci sia abbastanza ombra da credere che ci sia un'insenatura?>> esplicò rendendosi conto che un dito puntato non poteva suggerire nulla alla compagna di Grifondoro nella semi oscurità nella quale si trovavano, non essendo completamente certa. << Una di noi deve andare in avanscoperta.>> dichiarò con tono grave, come se stessero parlando di una guerra vera, con mine antiuomo e granite forse era granate pronte a piovere da ogni angolo. Già si vedeva con un elmetto verde in testa e due segni neri sotto gli occhi. << Vogliamo giocarcela Chris?>> Morra cinese, bim-bum-bam, o qualunque equivalente magico di questi giochi poteva andare bene, sempre senza scordarsi che reggevano tra le mani una caccabomba piuttosto instabile e che si trovavano in un territorio nemico e ostile.
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  14. .
    Segrete
    Bowie


    Fischiare. Non era una delle cose nelle quali era maggiormente portata, a quanto sembrava. Suo padre aveva provato per diverso tempo a insegnarle a fischiare, così come alcuni dei suoi fratelli, ma in qualunque modo ci provasse il risultato cambiava di poco. Doveva essere una pecca genetica che non aveva ereditato dai Weasley. Capelli rossi, carnagione pallida, lentiggini invece erano tratti distintivi che la accompagnavano ma non il saper fischiare. Aveva provato in diversi modi: arricciando le labbra in una stretta O e provando a soffiare, o ancora infilando due dita sotto la lingua e espirare. Nulla. Nessun suono, dopo sputacchi e bava, come una vecchia con la dentiera, era quello che usciva dalle sue labbra. Con il tempo aveva imparato a farne a meno, addirittura a dimenticarsi di come non sapesse fischiare, infondo non era una cosa che potesse essere utile tutti i giorni. Tranne quel giorno. Non ci aveva nemmeno pensato, anzi stava già osservando come si dispiegava il piano - senza pensare a ovvie ripercussioni come punizioni o sottrazione dei punti, problemi troppo terreno per preoccupare la Weasley- annuendo di tanto in tanto nelle fasi più delicate del piano così, quando Christelle aveva proposto di usare il fischio come segnale di via libera, aveva annuito senza pensarci troppo. Nel buio delle segrete le era sembrato di sentire dei passi. Si era appiattita più che poteva lungo la parete umida, non era difficile credere che i Serpeverde fossero così scontrosi con tutta quella muffa intorno, ignorando la sensazione di avere qualcosa di umidiccio nella chioma di fuoco, mentre restava in ascolto. In quel momento, con il cuore a mille e il brivido di eccitazione di fare qualcosa di non proprio legale a correrle sulla schiena, non avrebbe saputo dire chi di loro avesse avuto quella idea, il motivo che le aveva spinte a individuare quello come un piano geniale, anche se il perché era abbastanza ovvio. Pensava sempre al movente, lo aveva imparato dai racconti di suo padre sugli Auror. Il movente era tutto. Senza un valido movente non si aveva nessuna rivoluzione, nessun moto di ribellione e lei si sentiva un po’ personificazione della scintilla ribelle con la sua chiama rossa. Il movente delle due studentesse era molto semplice: perché dare un dispetto a Serpeverde era sempre una buona idea. Il tempo di permettere che la sua mente vagasse sulla fase di progettazione del loro piano, sembrava così geniale durante la noiosa lezione di McNeal, che il rumore dei passi si era attenuato. Via libera! Si sporse dall’insenatura nella quale si era nascosta, allungando il busto oltre la colonna e mettendo fuori il suo naso lentigginoso. Voleva controllare che non ci fosse nessuno, come quando si attraversava sulle strisce pedonali osservò prima a destra poi a sinistra, via libera. Il momento era perfetto e non doveva perdere tempo: arricciò le labbra su se stesse, serrandole in una fessura minuscola e soffiando forte. Scatarrò per terra. Fantastico Bowie! Persino la sua cravatta della divisa si era un po’ macchiata di bava, un vero schifo. Ma non c’era più tempo da perdere. << Chris! Via libera...>> non aveva altro modo per dire alla sua complice di avanzare. Sempre leggermente nascosta e leggermente esposta, continuava ad osservare davanti, per controllare che nessuno passasse nelle segrete mentre la Grifondoro la raggiungeva dalle sue spalle.
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    Dopo anni e anni nelle file di Serpeverde... era tempo di cambiare drasticamente sponda. Se il cappello parlante mi smisterà a Grifondoro ecco :coffemagic:
20 replies since 10/5/2020
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