Hedel Anakin Crawford

Se avete un briciolo di morale ed una minima base di principi, vi conviene interrompere la vostra lettura già da subito. Perchè la storia che state per leggere tratta di una ragazza dissoluta, ignominiosa e immorale. Se pensate di aver visto le peggiori parti della psiche umane, è perchè ancora non conoscete lei. Come ogni famiglia di buoni costumi che si rispetti il doppio nome è un obbligo, per non dire un dovere morale. Fortunatamente i suoi genitori hanno sempre avuto a cuore l'originalità. A partire dal nome. Nessun riferimento a vecchi nonni e trisavoli dunque. Si chiama Hedel . Nome scelto dal padre. Rapido, aggraziato sulla lingua è estremamente originale. Ed è proprio questo il fulcro della questione. Lasciare un segno del nostro passaggio. E non c'è niente di meglio di un insolito nome affinché resti indelebilmente impresso nelle altrui menti. Si tratta di una storpiatura del vocabolo tedesco "edel" /'e¦dəl/ che significa letteralmente «di stirpe nobile», può anche indicare qualcosa di prezioso ed estremamente pregiato.
Se avete creduto che il primo nome fosse interessante, e quanto mai azzeccato, aspettate di conoscere il mio. Chiamatelo caso fortuito, ma presto imparerete che le coincidenze non sono altro che una macchinosa elaborazione. Ad ogni modo, si da il caso che il suo secondo nome sia addirittura più affascinante del primo. Anakin non ha nessuna origine particolare, nessun significato nascosto. L'unica cosa nascosta qui, è proprio il nome. Elegante ed aggraziato,il nome scivola sulle labbra con estrema rapidità. Ma non bisogna certo complimentarsi con i suoi genitori per questo. Mettete via il certificato di nascita, non troverete nulla di utile.
Dei tanti difetti che affliggono la sua persona, delle tante cose che andrebbero cambiate, l'unico aspetto che resta perfetto così com'è, è il cognome. Graffiante, lungo quanto basta per pregustarne l'amaro sapore, nobile tanto da incutere timore ed un reverenziale rispetto persino nelle menti più colte. Costituisce un connubio perfetto, persino per me.
Non è certo un esagerazione affermare che i Crawford siano una delle famiglie più nobili e ricche di tutta Inghilterra, e forse di tutto il mondo magico. Possiamo vantare un albero genealogico interamente composto da maghi purosangue. Questo grazie ai numerosi incroci consanguinei tra le famiglie purosangue. Facciamo parte di quel ristretto numero di famiglie che viene comunemente chiamato Intoccabili. Dovete ammettere che la cosa ha un notevole fascino e comporta notevoli vantaggi. Privilegi di cui non si può fare a meno.

....

✓✕
ASTRONOMIA✓✕ARITMANZIA
ARTI OSCURE✓✕ANTICHE RUNE
DIVINAZIONE✓✕ERBOLOGIA
INCANTESIMI✕✕POZIONI
TRASFIGURAZIONE✓

Certe porte non dovrebbero essere aperte. Mai. Perché dietro quella che vi accingete ad aprire si nasconde un vero mostro. Siete certi di voler sfidare la sorte?
Il male è di questo mondo. Fa parte della natura intrinseca dell’uomo, anche se in alcun individui ha messo radici più profonde, che vanno al di là di alcune innocenti menzogne. Personalmente mi piace credere, o meglio raccontare, di come il male sia arrivato in questa terra con l’apertura del vaso di Pandora. Un grazioso scrigno, in verità, così piccolo ed apparentemente innocuo. Eppure invaso dal male. Immagine questa, che rispecchia esattamente la protagonista di questa storia. Aprite pure lo scrigno di Pandora, se ne avete il coraggio, e al suo interno vi troverete Hedel Crawford. Diffidate dell’aspetto e dei suoi modi di fare. La prima cosa da fare per sopravvivere al canto di questa sirena è non ascoltare. Per quanto possa sembrarvi affidabile e veritiero, mai credere ad una sola delle parole che escono dalle vellutate labbra della ragazza. Alcuni specialisti, ciarlatani molto costosi, direbbero che ha un grave disturbo mentale. Certo, cosa di poco conto rispetto a quanto in realtà è incasinata la sua psiche. Ma non roviniamo il gusto dell’attesa. Hedel mente. Mente con una tale disinvoltura da far accapponare la pelle. Mente troppo, troppe volte e su toppe cose. Mente anche quando non ce ne sia davvero bisogno. È, potremmo dire, un’autodifesa involontaria. Non si sforza nemmeno, è un bisogno così naturale per lei, da risultare impossibile da evitare. Mente su piccole cose, mente su cose più serie. Se non mente dice mezze verità. Omette particolari, altera la realtà, piegando la verità alla sua volontà. Plasma, come un abile artigiano, ogni situazione rivelando solo quanto le aggrada. Si, avete di fronte una bugiarda cronica. Con il tempo questa sua dote, la più rilevante del suo essere eppure la meno evidente, si è affinata. Ha raggiunto livelli di perfezioni tali che essa stesa riesce a credere alle sue stesse menzogne. Ed è proprio questa forzatura della sua mente, sottomessa alla bugia stessa, che rende i suoi raggiri così credibili. Ci fu un tempo, in cui nella sua anima brillava tenue l’innocenza, dove era persino in grado di provare rimorso per le sue bugie. Con il tempo i sensi di colpa, forse persino la sua stessa coscienza, sono andati scomparendo, riversandosi in un vuoto nulla.
Non sapendo a cosa credere, o assecondando le sue menzogne, risulta che comunque, in ogni caso, nessuno sa mai cosa pensa davvero. Qualunque cosa trami la sua testolina malvagia resta una questione personale con se stessa. Spesso, ironia della sorte, nemmeno lei sa davvero cosa vuole. Vaga, con un vago obiettivo a guidarla nelle nebbie che si celano negli angoli più reconditi del suo essere. Che sia consapevole o meno, raggiunge sempre e comunque quello che vuole. I Crawford ottengono sempre quello che desiderano. Nessuna eccezione. Per rendere tutto ciò possibile dobbiamo analizzare un altro aspetto del suo essere: il controllo. Ne è ossessionata, ama esercitarlo tanto quanto ama possederlo. È una maniaca del controllo. Deve sempre e comunque sapere tutto di tutti in ogni momento. Certo è un’impresa ardua, ma le sfide semplici ci annoiano profondamente.
Ed ora é giunto il momento di porre fine a questo spettacolo. È tempo di calare il sipario e scoprire chi muove i fili del grazioso burattino che avete conosciuto fino ad ora. Il mio nome, o meglio quello con cui erroneamente vi ostinate a definirmi, ha origini antichissime. Nacqui nella splendente Grecia Antica, sulle cui piazze si affrontavano le più illustri menti dei filosofi, Platone, Socrate, Aristotele e molti altri la cui luce fu offuscata dalla loro grandezza. Come Venere che nacque dalle spumeggianti acque del mare anche io ho visto per la prima volta la vita nelle torbide acque del mito. Non trovate che sia stata meravigliosa la Grecia Antica? Tutto era coperto da uno spesso strato di mistero, ogni cosa proveniva dalla leggenda, che rendeva tutto così magico ed eppure era una menzogna. Si sopravvive grazie alle menzogne, ma all'epoca non avevano l'accezione negativa di oggi. Si racconta che fui creata dall'incestuoso incontro tra Notte e Mare. Oscurità e tormento. Venni portata in questo mondo con uno scopo ben definito, quello della giustizia divina. O questo era quanto significava il mio nome per gli antichi. Solamente il pronunciarlo incuteva terrore, e la sua presenza aleggiava su ogni cosa, una silenziosa minaccia. Ed è proprio questo che sono. Ancora non avete capito come vengo chiamata? Fingerò per pochi istanti di essere magnanima e risolverò questo enigma solo per pura soddisfazione personale. Voglio godere delle vostre espressioni stupite quando scoprirete che io sono Nemesi . Non siate sciocchi, non più di quanto già non siate, ovviamente non sono la Nemesi del mito.
Sono lo spettro di qualche vecchio peccato, il cancro di qualche vergogna nascosta, il castigo che arriva, pede claudo , anni dopo che la memoria ha dimenticato. © Sbagliate nel credere che io sia il suo opposto. Sono soltanto una parte di lei, vivo in lei. Entrambe siamo consapevoli l’una dell’esistenza dell’altra. Certe volte riusciamo addirittura ad ignorarci. Ma il più delle volte riusciamo soltanto ad entrare in collisione l’una con l’atra. Io sono la regressione della specie, la terribile, onnipresente minaccia che, se l’evoluzione è una scala, esiste anche la possibilità di cominciare a ridiscenderla. © Sono il mostro che divora l’anima lacerata della persona che mi ospita. Sono l’uomo nero che si nasconde sotto al letto durante la notte. Sono peggio del tuo peggiore incubo. Il male puro che incarno traspare all’esterno, nella mia persona fisica, in qualcosa di indefinibile. In verità solo gli animali se ne rendono conto. I gatti soffiano, rizzando il pelo, i cani cominciano ad abbaiare. Chiunque mi avvicini avverte, per pochi secondi, una scarica di odio, un brivido freddo gli percuote la schiena – si come attraversato da un incorporeo fantasma – come se il suo corpo stesse cercando di avvertirlo. La perfida Anakin – non amo parlare di me stessa in prima persona- riflette sugli altri il male che ha dentro, ma il mio corpo risplende meraviglio. Sono una luce per falene. E sarai tu stesso a gettarti tra le grinfie di questa bestia. Ma se da un lato sono sanguinaria violenza, un impeto assolutamente negativo, dall’altra rappresento la corsa della libertà senza limiti l’attaccamento alla vita, il delirio, l’amore di sé, il delitto che non conosce rimorso. Con me cade ogni barriera, ogni inibizione, qualunque censura. © Non sono null’altro di ciò che non sia in realtà Crawford. Sono l’estremizzazione di ogni suo carattere. La determinazione diventa ambizione smisurata. La cattiveria diventa malvagità. Il suo peggio è il mio lato migliore. Non c’è fine al male che sono. Non c’è fine al pozzo nero dal quale provengo, da quel baratro dove prima o poi sarà anch’essa trascinata.

...

...

Esiste dalle parti delle Foresta Amazzonica, in Brasile o giù di lì, una pianta curiosa quanto affascinante. Al momento non ricordo il nome, ma non è questo la cosa importante. Vedete questa pianta ha dei meravigliosi fiori di un rosso intenso. Il suo polline è dolcissimo ed emana un profumo davvero squisito. Tutti, insetti e non, ne sono profondamente attratti. Ma non sanno che quel delizioso fiore in realtà sarà loro fatale, perché quel polline che tanto li attira in realtà è il più squisito dei veleni. E da quel fiore, così bello ed invitante, vengono estratte le lacrime di Lyr, uno tra i più letali dei veleni. Perché vi sto raccontando tutto questo? Non credo che siate davvero sicuri di volerlo sapere. Non è semplice raccontare di una persona le cui sfaccettature sono così tante e impercettibili, così volubile da risultare imprevedibile anche agli occhi di chi la conosce meglio. Hedel è bella. Hedel non è bella. De gustibus non disputandum est. Ma non basteranno banali aggettivi come i sopra citati per carpirne appieno la vera essenza. All'occhio distratto di un osservatore casuale che la vedesse passare nella grigia coltre di un lunedì mattina qualunque essa apparirebbe come una surreale visione. Indeciso sul come considerarla - carina nella sua semplicità o affascinante nella sua impercettibile bellezza - volgerebbe lo sguardo altrove, perché le menti semplici non sopportano a lungo la vista di un enigma, quand'esso gli si pari davanti. Ed è così che, ancora una volta, l'individuo medio si blocca alla superficie. Ma è intrinseco di questo mondo non svelare mai i propri intenti, così come per il fiore di Lyr. Non basta una rapida occhiata per assaporarne le meraviglie. Se siete di questo genere, soddisfatti di aver intravisto la superficie dell'iceberg, vi conviene interrompere sin da ora la vostra lettura. Quanto segue non è per voi, ed è inutile tediarvi con parole che, in ogni caso, non comprendereste.

Spesso si sente dire che «non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace». E potrebbe anche essere vero. Ma tutti voi concorderete con la sottoscritta, che solo con un bel viso non combinerai molto. Infondo la bellezza non è altro che un effimero capriccio degli occhi. Senza un fascino in grado di catturare l'attenzione ed una vena di mistero per mantenerla viva, la bellezza altro non è che un soprammobile da sfoggiare quando ci sono ospiti, nulla più. Crawford è indubbiamente dotata di entrambe queste armi, che si celano nei dettagli. Solo scoprendole, tassello dopo tassello, si imparano ad apprezzare queste qualità. Con lei è tutto una questione di dettagli. Non è forse vero che il diavolo si nasconde proprio in essi?
Farò uno sforzo e adopererò aggettivi che persino voi sarete in grado di capire. Tutt'al più si tratta di meri dati oggettivi, che sono tuttavia indispensabili. Hedel è alta. Molto più alta della media. Dai suoi 169 centimetri sovrasta non solo la maggior parte delle ragazze, ma spesso raggiunge anche i maschi. Concorderete che questo le conferisce una notevole posizione di vantaggio. Osservare qualcuno da una posizione di inferiorità, con il naso costretto all'insù, crea il giusto grado di soggezione senza bisogno di ulteriori parole. Ed è proprio questo reverenziale sentimento di subordinazione che la rende quello che è. Una femme fatale, direbbero alcuni. Una naturale predisposizione al dominio per altri. Ma non è solo questione di statura. Hedel non è solo alta. Possiede anche una serie di caratteristiche genetiche che la rendono oggettivamente bella. Suggestive sono le lunghe ed affusolate gambe, ereditate dalla madre, che è solita far risaltare indossando mini gonne ed abiti con spacco. È una ragazza molto pratica e non necessitando di tacchi che la alzino, predilige le calzature comode e basse come un paio di ballerine o delle semplicissime sneakers. In inverno cede al fascino della pelle e non è raro trovarla con alto stivali neri che le raggiungono il ginocchio. Per quanto riguarda la bella stagione invece diventa uno spirito libero, che rinnega ogni tipo di scarpa, eccetto che nei casi in cui è richiesta. La sua struttura fisica è armoniosa, si tratta di una silhouette impeccabile, degna di una diva del cinema.
Come tutte le ragazze inglesi non può vantare una carnagione scura, ma si distingue comunque dalla massa e dal pallore generale che affligge l'inglese medio. La sua pelle è caratterizzata da una tonalità dorata, una nota leggermente più scura che la fa subito apparire più in salute. Non si può parlare di carnagione olivastra, sebbene sia comunque evidente una nota di caldo oro sulla sua pelle. Questa è probabilmente l'unica luce che abbia mai davvero messo radici nel suo corpo.
Si diletta a tormentare i suoi lunghi capelli castani, torturandone le ciocche come un bambino sadico che si diverte ad uccidere innocue formiche sul marciapiede. Ci troviamo una relazione di odio ed amore, che si protrae da sempre. Per essi nutre la meticolosa ossessione a lavarli ogni sera prima di sdraiarsi nel letto. Perderebbe il sonno se non potesse permettersi questa piccola ossessione quotidiana.
Come se avessero assorbito un antica forza essi sono dominati dallo stesso spirito ribelle che muove la ragazza. Sono selvaggi ed indomabili, ricadono in soffici boccoli lungo la sua schiena, dimenandosi al vento. Rifuggono ogni cosa che ne vincoli la libertà, tra le loro grinfie gli elastici si rompono, le forcine vengono smarrite. Si tratta di un groviglio di rovi, arduo da districare ed impossibile da tenere a bada. Certe volte, per quanto raramente, ricorre alla piastra con la quale li rende liscissimi, raddoppiandone la lunghezza. Molte ragazze venderebbero la madre, o sarebbero disposte ad uccidere, pur di avere capelli come i suoi. Fa però parte dell'animo umano essere perennemente insoddisfatti, qualità ancora più forte nello spirito della fanciulla. Badate bene che l'insoddisfazione non le impedisce di vantarsi, la sprona anzi a migliorarsi costantemente, ambendo ad una perfezione così pura da risultare irrealizzabile in questo mondo corrotto.
Se è vero che « gli occhi sono lo specchio dell'anima» che cosa si rispecchierà in essi se suddetta anima è malvagia, così infettata dal male da dubitarne addirittura dell'esistenza? Basta osservare nelle profondità delle sue iridi per trovare risposta a questo quesito. I suoi occhi sono neri, tanto quanto la sua anima. Sono un pozzo profondo del quale non si vede la fine. Gli scienziati li chiamano buchi neri, zone la fui gravità è talmente forte da risucchiare al loro interno qualunque corpo celeste gli si avvicini. Intorno a loro c'è il nulla. Ed è proprio questa sensazione di vuoto che assale chi provi a leggerle lo sguardo. Di nulla. Ma il nulla non è un pensiero pensabile, quindi è lo sconforto, un antico terrore ed una malsana attrazione che si instaura nella mente di chi la guarda.

☞Dean Lawrence (amico) Poche persone posso dire di essere amiche dei Crawford e il Lawrence è uno dei pochi a poter vantare questo titolo.
☞Nome Cognome (legame)Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Donec lobortis posuere condimentum. Nulla vehicula fringilla suscipit. Suspendisse quis condimentum nisi. Donec egestas tortor at est facilisis, facilisis faucibus libero luctus. Maecenas ac interdum erat.
☞Nome Cognome (legame)Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Donec lobortis posuere condimentum. Nulla vehicula fringilla suscipit. Suspendisse quis condimentum nisi. Donec egestas tortor at est facilisis, facilisis faucibus libero luctus. Maecenas ac interdum erat.

Venni al mondo il 17 luglio 1979. Anche per Londra quella fu una delle estati più fredde. Addirittura a Settembre nevicò. Mia madre partorì nella grande camera patronale del maniero di famiglia. Quando mia madre partorì i capelli neri coprivano ormai gran parte della nuca. Mio fratello era entusiasta di avere una sorellina e fisicamente ci somigliavamo parecchio: entrambi avevamo ereditato i connotati tipici di famiglia. Fin da subito diventai la preferita di papà, nonostante Nathaniel rimanesse comunque al centro dell'attenzione quale erede diretto dei Crawford. Come da tradizione fui viziata dai nostri genitori ed ero anche servita e riverita dai vari elfi domestici. All'età di sei anni mi venne affidato il mio personale elfo domestico. Una giovane elfa domestica con grandi occhi azzurri: Niky. Tutt'ora si occupa di me. Non mi faccio problemi ad ordinarle quello che voglio, ma evito di punirla. Solo una volta venne punita da mia madre per aver coperto la mia temporanea fuga di casa. Ero stufa di stare al maniero così scappai per visitare la città. Avevo nove anni. Oltre che tra gli sfarzi della mia famiglia, crebbi immersa nella magia. Si da piccola sapevo della sua esistenza e tante volte nostra madre ci raccontava di Hogwarts. Manifestai per la prima volta i miei poteri quando Nate ricevette la sua lettera dal castello. Avevo da poco compiuto i sei anni. Con tutta me stessa desideravo andare ad Hogwarts. Non essendo abituata a non avere ciò che volevo quando il gufo portò a mio fratello la sua lettera per andare ad Higwarts mi arrabbiai. E anche tanto. In mano avevo dei fogli che stavo colorando. In un attimo avvamparono divorati dalle fiamme. « IO VOGLIO ANDARE AD HOGWARTS!» urlai ai miei genitori, ancora sotto shock, prima di correre in camera mia, seguita da Niky.
Ero molto legata a mio fratello, e quando questo se ne andò alla Scuola di Magia e Stregoneria, mi sentii sola. Con Nate ero in perfetta sintonia ed era il mio personale confidente. Spesso eravamo complici di qualche cattivo scherzo.
Finalmente compii 11 anni e oltre a moltissimi regali ricevetti anche la lettera per Hogwarts. Ne fui entusiasta e passai il resto dell'estate a fantasticare sul castello.
Non fu una sorpresa quando il cappello parlante mi smistò a Serpeverde. Nathaniel era della casata di Salazar, così come anche i nostri genitori.
Fin da subito legai molto con i miei compagni di casata. Come mia aveva sempre detto mio padre, facevo buon viso a cattivo gioco. Conoscevo tutte le persone che valeva la pena di conoscere e vi avevo legato. Di vista sapevo più o meno chi fossero gli altri, ma in realtà non ero amica di nessuno. Nessuno sapeva i miei segreti. L'unica persona con cui mi confido davvero è Nathaniel.
A 17 anni, durante il mio ultimo anno ad Hogwarts decisi improvvisamente, misteriosamente e per ragioni che io stessa non so spiegare, di lasciare Hogwarts, abbandonando gli studi. I miei genitori non approvano questa scelta, hanno fatto di tutto per insabbiare questa notizia, usando numerosi galeoni e riscuotendo parecchi favori.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Donec lobortis posuere condimentum. Nulla vehicula fringilla suscipit. Suspendisse quis condimentum nisi. Donec egestas tortor at est facilisis, facilisis faucibus libero luctus. Maecenas ac interdum erat. Fusce tempus urna vitae massa tincidunt, id viverra leo eleifend. Sed scelerisque lacinia turpis, ac vehicula ante imperdiet vitae. Vestibulum lobortis nulla in risus sagittis, et pellentesque eros suscipit. Donec ut vehicula massa. Morbi tempus accumsan interdum. Sed justo ipsum, ultricies in sapien et, elementum dapibus dui. Phasellus sagittis libero diam. Fusce condimentum et velit ut ornare. Nam facilisis aliquam finibus.

☞Nome Cognome (legame)Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Donec lobortis posuere condimentum. Nulla vehicula fringilla suscipit. Suspendisse quis condimentum nisi. Donec egestas tortor at est facilisis, facilisis faucibus libero luctus. Maecenas ac interdum erat.
☞Nome Cognome (legame)Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Donec lobortis posuere condimentum. Nulla vehicula fringilla suscipit. Suspendisse quis condimentum nisi. Donec egestas tortor at est facilisis, facilisis faucibus libero luctus. Maecenas ac interdum erat.
☞Nome Cognome (legame)Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Donec lobortis posuere condimentum. Nulla vehicula fringilla suscipit. Suspendisse quis condimentum nisi. Donec egestas tortor at est facilisis, facilisis faucibus libero luctus. Maecenas ac interdum erat.