Novantanove snasi saltavano sul letto (pt.2)

Ma l'unica a cadere, fu Adeline, sul c..vabbè, concludete voi. - Hedel Crawford

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    Ghiaccioli
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    [Pt. 1]

    [ Una volta consegnata la pergamena da compilare alla strega, Adeline come suo solito si era persa nello scrupoloso ed incuriosito studio di chi aveva di fronte.
    E poco importava poi se a qualche scrivania di distanza c'era chi imprecava Merlino per dei documenti in fiamme – letteralmente – per un pollo sputafuoco messicano fuggitivo, o se – fortunatamente nascosti agli occhi degli ospiti – nei meandri privati di quel livello qualcuno si destreggiava con avvincini tutt'altro che simpatici, nella stanza accanto una nidiata di augurey dava i suoi problemi dopo essere riusciti a scovare e rubare con i lunghi artigli alcune uova di fata, ( incautamente lasciate nell'ambiente lì vicino da qualche collega evidentemente prossimo al licenziamento) ed infine alquanto loquaci jarvey venivano chiusi in cuccette incantate pronti per essere re inseriti nel loro habitat naturale.
    Adeline, a dispetto di tutto, in quella piccola parentesi di tranquillità fatta di curiosità silenziosa e fremente attesa, osservava la chioma castana della ragazza impegnata a compilare il suo modulo, ripensando al suo sguardo nero come l'inchiostro che stava utilizzando e concentrandosi sulla voce secondo lei incredibilmente ferrea e decisa per una strega della sua età.
    La ex Corvonero aveva solamente approssimato gli anni della negoziante, ma di fatto una certezza l'aveva: lei, alla sua età – anno più anno meno – per quanto autonoma e cordiale non sarebbe mai riuscita a mostrarsi così imperturbabilmente decisa e formale.
    Figurarsi, talvolta non era in grado di mostrarsi tale nemmeno adesso.
    - No, assolutamente, è sufficiente questo e va benissimo così. -
    Le parole della moretta per fortuna rifocalizzarono nuovamente la sua attenzione sul momento presente: sorrise sincera, Adeline, rispondendo al sorriso abbozzato della Crawford prima di iniziare a compilare velocemente le parti del documento che invece riguardavano la sua persona.
    Poi, una volta conclusa quella parte, porse un'ultima volta il foglio alla strega, mostrandole i propri dati personali aggiunti - nome e cognome, ruolo assunto in quel livello con tanto di numero identificativo in qualità di dipendente ministeriale, ed infine l'incarico accettato e la sua firma.
    Un colpo di bacchetta per crearne due copie – una che sarebbe rimasta alla strega, una subito diretta in volo al Direttore e l'originale infine nell'ordinato schedario che aveva disposto entro uno dei suoi cassetti chiusi magicamente a chiave – e la londinese si era rivolta ancora una volta alla giovane negoziante:
    -Hampshire, magnifico.-
    Aveva sorriso smagliante, facendo cenno alla ragazza di seguirla nuovamente verso l'articolato labirinto di corridoi da dove poco prima erano giunte: -E non si preoccupi per le tempistiche. Se è disponibile, posso farmi trovare pronta tra appena un paio d'ore ai margini della faggeta adibita a questo tipo di necessità, avviserò io il signor Winston del nostro arrivo alla riserva.-
    Accidenti, avrebbe saltato il pranzo con il pasticcio di rognone di Abe così.
    -Altrimenti mi dica lei secondo i suoi impegni e disponibilità, io lavoro anche al San Mungo come Medimag ma troveremmo sicuramente un accordo in base alle sue necessità. Le lascio ad ogni modo le indicazioni per il posto di ritrovo, se già non c'è stata.- ]


    Per fortuna di chi, questo ancora non è dato saperlo, la negoziante di Olivander era risultata disponibile a partire il prima possibile, quindi le due streghe si erano date appuntamento ai confini del bosco di faggi, supervisionato solitamente dal suo guardiano, il signor J. Winston, per appena due ore dopo.
    Adeline così, finendo di svolgere alcune mansioni dell'ultimo secondo, aveva preso baracca e burattini – letteralmente, dato che qualche imbecille aveva scambiato il piccolo atrio tra gli ascensori e i primi uffici del quarto piano come deposito dei propri effetti personali, che poi, chi giocava ancora con i burattini? Erano talmente inquietanti.. -
    E beh, si era materializzata velocemente a casa.
    Urgeva un gufo da spedire al San Mungo, per avvisare dell'impegno preso che quindi comportava l'eventualità di un suo ritardo nel turno pomeridiano: di fatto non sapeva quanto tempo le avrebbe occupato quell'escursione nei boschi dell'Hampshire, ma da brava puntigliosa qual'era preferiva prevenire piuttosto che curare.
    Poi, urgeva anche un cambio d'abito: aveva appena spalancato le enormi ante del suo armadio, quando Abe, già corrucciato, aveva fatto capolino dalla cucina.
    -La signorina Ad sta per uscire?-
    -Si Abe, per lavoro. Andrò nell'Hampshire, per assistere come ministeriale del quarto la negoziante di Olivander.-
    Aveva spiegato brevemente la bionda, la testolina dorata già pienamente immersa nel suo vasto – forse troppo – guardaroba.
    -Potresti prepararmi un pranzo da asporto, però. Fai due porzioni di ogni cosa, magari - Ah Merlino!-
    Incastrata tra troppi appendiabiti manco fosse stata immersa in una foresta di Tranelli del Diavolo, con un passo di troppo la londinese era deliziosamente inciampata su uno dei tanti cuscini che adorava lasciare dispersi in giro per casa, armadi magicamente ampliati compresi.
    Principescamente con il culo per terra così, in mutande tra le altre cose, la londinese aveva sollevato però in segno di vittoria il completo da lavoro che aveva cercato sino a quel momento: -Magari alla ragazza farà piacere.- aveva quindi concluso sorridente, potendo finalmente guardare in faccia il suo elfo.
    -Speravo che pranzasse a casa o che quantomeno non si allontanasse tanto visto che domani..-
    -Andrà tutto bene, Abe. E' solo lavoro. E tra parentesi sono gli Hampshire, non l'Europa - per non parlare del fatto che una sana scampagnata di lavoro non potrà di certo farmi male, no?-
    Adeline aveva sorriso fiduciosa al proprio elfo, facendogli cenno di tornare in cucina per impacchettare le pietanze mentre lei si rialzava ed iniziava a vestirsi.
    Non credeva così tanto alle parole rassicuranti che aveva rivolto alla creatura, ma questo, quel tremore crescente nel petto che via via stava facendosi strada dritto verso il suo muscolo cardiaco, gli aveva impedito di sfogarsi sinceramente con l'elfo.
    Si era ripromessa cinque giorni di tregua, e cinque giorni sarebbero stati.
    Anche se forse, non tutto poteva essere sottoposto al suo maniacale controllo emotivo...

    Una quarantina di minuti dopo, lo specchio ovale della sua camera da letto stava riflettendo una Adeline pronta all'avventura: coscia sinistra dolorante a parte per la clamorosa sederata di poco prima, la londinese sfoggiava un completo maglia pantalone di un bel verde militare, di un tessuto resistente adatto ad ogni evenienza - considerate le conseguenze che comportava solitamente il suo lavoro al di fuori degli uffici aveva imparato in fretta ad adattare i propri outfit alle mansioni da svolgere - con degli scarponcini di un marrone chiaro ai piedi e la custodia della bacchetta legata al fianco. Una giacca sportiva tono su tono completava il tutto, in particolar modo la sua idea di una Lara Croft in versione magica e pronta.. a raccogliere legna.
    D'altronde l'importante è l'impegno che ci si mette, dai.
    Un sottile velo di sudore però le imperlava il collo mentre pressanti e nocivi non detti, dopo l'inquietudine letta sul volto del suo Abe, avevano iniziato a premerle sempre più sottopelle: fu quindi con la rapidità di un felino che poco dopo la strega afferrò il piccolo cestino riempito di varie prelibatezze per il pranzo - che probabilmente avrebbe passato all'aperto, considerata ormai l'ora – che giaceva sulla penisola della cucina.
    -Abe io allora.. vado.-
    Deglutì aria, decisa improvvisamente a voler uscire di casa il più in fretta possibile.
    -Torno presto, stai tranquillo.-
    E senza nemmeno aspettare una risposta .. * POP *

    L'aria fresca, di terreno, fiori ed umidità boschiva, le riempì i polmoni ed i pensieri appena un attimo dopo.
    Con un paio di minuti di anticipo rispetto l'orario concordato, Adeline si prese qualche secondo di tempo ad occhi chiusi, inspirando a fondo quei profumi e ricambiando con un misto di tiepida gratitudine e pacifica quiete.
    Una parte di lei - molto ben nascosta e schiacciata in uno degli angoli più reconditi della sua mente - sapeva molto bene che quella sua continua altalenanza tra inquietudine in fermento per ciò che sin'ora si rifiutava di affrontare ed imposta e forzata tranquillità d'animo, non sarebbe durata a lungo: anzi, presto o tardi, ne avrebbe dovuto pagare il prezzo, e su cosa preferisse la londinese.. beh, i dubbi erano pochi.
    Lo sguardo marino così, mettendo a tacere per l'ennesima volta varie preoccupazioni vaganti, si riaprì accogliendo le verdeggianti sfumature dell'ambiente circostante: la Crawford l'avrebbe raggiunta ormai a momenti.. i pensieri vibravano appena, sebbene si parlasse di una semplice raccolta di legno per bacchette.
    Il suo stomaco poi, già borbottava sebbene fossero appena le undici passate circa.
    Insieme alla coscia dolorante per una ridicola caduta su un cuscino.
    E poco sopra, in un piccolo marsupio, il pranzo magicamente rimpicciolito dal suo Abe, già pronto.
    Si vabbè .. la Lara Croft de' noantri proprio.
     
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    hedel anakin crawford

    Non avrebbero potuto essere più diverse, come il giorno e la notte. Almeno era questo il pensiero che si era fatta Hedel in quelle poche ore di tregua prima di iniziare la missione. Le piaceva soffermarsi e analizzare a bocce ferme le situazioni, valutare quali che avessero potuto essere gli scenari e gli eventi che potevano verificarsi ma che non si erano verificati. Nel complesso poteva ritenersi soddisfatta della sua visita al ministero della magia, sebbene le voci che circolavano su di esso non fossero edificanti o rassicuranti. L’idea generale che si era fatta del mondo politico arrivava esclusivamente dal padre, che riteneva dei burocrati inadatti qualunque altro dipendente che non fosse del Ufficio Misteri, dove lavorava lui. Era poi stata la volta di Nathaniel che come fratello aveva un’ottica più affidabile in quanti opinioni, ma che aveva in parte confermato quello che era la pessima opinione del padre, anche se aveva acceso una flebile speranza. Quando si era recata al Ministero della Magia credeva di finire risucchiata in un buco nero senza via di uscita, se non a costo di attraversare sfide e attese infinite, degne di un viaggio nel limbo infernale dove a confronto Dante sarebbe stato un pivello. Non nutriva nemmeno molte speranze in fatto di competenze. ammesso che fosse riuscita a sopravvivere alle 360 ore di attesa previste, non credeva che sarebbe stata in grado di trovare qualcuno dotato di un'arguzia tale da poterla aiutare con il suo problema. Forse avrebbe fatto prima a reclutare alcuni malfamati scagnozzi del Blind Pig, il Lawrence che ci lavorava avrebbe trovato certamente qualcuno di adatto all'impresa, e avventurarsi nella riserva boschiva infestata di asticelli con questo supporto efficiente, per quanto poco economico. Ma il denaro non mancava alla Crawford che pur di vedere perduta la possibilità di fabbricare bacchette di faggio sarebbe andata incontro anche a una cospicua spesa, così come cospicua era la spesa che la controparte malvagia si prefiggeva di spendere per meditare vendetta sul fornitore che tanto danno aveva arrecato alla sua quiete personale.
    Ma il destino, se nefasto o di buon augurio doveva ancora deciderlo, aveva voluto che la Crawford incontrasse un funzionario ministeriale di spiccata professionalità, che corrispondeva in quasi tutti i canoni che la negoziante di Ollivander si era immaginata dovessero appartenere a qualcuno di adatto alla missione. Anche e soprattutto per queste qualità l'attesa al Ministero era stata breve, così come la sua visita nel complesso, e anche il mostro burocratico che temeva l'avrebbe inghiottita con le sue carte e scartoffie da compilare e firmare, si era dimostrato un cucciolo ammaestrato e mansueto grazie alla Walker. Sperava che la bionda ministeriale fosse così abile anche con gli asticelli perchè da alcuni racconti, anche se ora metteva in dubbio la loro fonte visto il disguido avuto con lo stesso fornitore, erano particolarmente aggressivi e particolarmente inclini a cercare di cavare i bulbi oculari. Hedel Crawford non era un'amante delle sue iridi nere come la pece che si confondevano quasi in un tutt'uno con la pupilla, ma avrebbe di gran lunga preferito continuare a vederci.

    Un sospiro di sollievo l'aveva accompagnata nelle ore successive, perchè la missione per recuperare il pregiato legno che le necessitava per la fabbricazione delle bacchette sarebbe potuta partire il giorno stesso e la londinese non avrebbe saputo indicare un fortuna migliore, persino nelle sue speranze più positive. Prima quella questione veniva sistemata prima avrebbe smesso di preoccuparsene. Nel paio di ore che erano di stallo tra il momento della sua uscita dal ufficio di Adeline Walker e quello successivo designato per l'incontro nella foresta di faggi dell’Hampshire, aveva cercato di intrattenere la mente come meglio poteva, ripulendo la bottega delle bacchette dal disordine scatenato quella stessa mattina, che ormai le sembrava così lontana da appartenere a una giornata differente, e servendo un paio di clienti. Aveva poi lasciato il negozio in custodia al suo nuovo commesso, un Serpeverde che aveva un'aria decisamente promettente, dopo di che, vestita con degli indumenti che fossero adatti all'occasione e con alcuni attrezzi del laboratorio di bacchette, si era smaterializzata.

    Pensò ancora una volta che non avrebbero potuto apparire più diverse, lei e la compagna di avventure. Individuò la chioma bionda a poca distanza da dove era comparsa, dirigendosi. « Puntualissima! Sa, dovrò ricredermi sulle pessime dicerie sul conto del Ministero, anche se sarà solo per merito suo e non saprei se poter estendere questa ottima impressione anche al resto dei suoi colleghi » In effetti, non si sarebbe sentita di includere in questa ottica il fratello, consapevole del fatto che il Crawford maggiore si era recato più di una volta sbronzo sul posto di lavoro, o il padre per via dei suoi loschi affari. Ma non conosceva abbastanza la sua interlocutrice da sbilanciarsi su questioni familiari che intendeva mantenere come riservati e personali. Comunque sorrise, poteva andarle molto peggio e la strega che l'accompagnava non puzzava di distilleria, questo era già un punto a suo favore. « Come intende procedere? Io...Beh, non l'ho mai fatto. So che il mio fornitore si rifornisce in questa foresta, ma prima della recente disavventura non mi sono mai posta domande sulle modalità... » perplessa si guardò intorno alla ricerca di un qualunque appiglio, ma riusciva solo a vedere alberi e alberi e altri alberi.

    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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    In quel breve lasso di tempo in cui la londinese si era ritrovata da sola ai margini della riserva, durante gli ultimi secondi di solitudine la mente frenetica di Adeline aveva fatto un breve ricalcolo di ciò che le sarebbe risultato utile in quella piccola e imprevista, anche se non per questo meno ben accolta, missione della giornata.
    Legno di faggio, anzi, legno di faggio da bacchette e questo per la ministeriale significava soltanto una cosa: Bowtruckle.
    Più comunemente noti come Asticelli – ma si sa, a Londra piaceva essere piuttosto precisa sul lavoro – erano uno dei principali e più comuni problemi degli addetti ai lavori quando si parlava di fabbricanti di bacchette alle prese con la raccolta della loro materia prima, il legno da bacchetta giustappunto.
    Come creature di fatto risultavano di per sé pacifiche, persino timide nei loro 15/20 centimetri di legnosa altezza, in grado di mimetizzarsi completamente nel loro habitat naturale, il bosco – gli alberi, grazie alle loro apparentemente fragili fattezze da rametti, bastoncini ornati da un paio di piccoli e adorabili occhietti marroni... ma guai all'avventata figura che tenta anche solo per incauto errore di avvicinarsi con più o meno nefande intenzioni nei confronti delle loro piccole abitazioni e nidi.
    Piccoli sì, teneri pure, ma quei piccoli e solo ad una prima occhiata fragili rametti erano in grado di trasformarsi in spietati artigli affilati, aventi come unico obbiettivo quello di ferire, graffiare e soprattutto cavare possibilmente il povero, totalmente privo di difese, bulbo oculare umano.
    La Walker aveva già avuto la fortuna di osservare di prima mano i risultati di una scarsa preparazione in proposito, quando un collega primino, prendendo sottomano la questione, privo delle più banali protezioni o accortezze si era ritrovato con una profonda ferita da taglio all'occhio sinistro che gli era valsa parecchie ore al San Mungo, una retrocessione alle scrivanie a lavoro, e svariate prese in giro da parecchi colleghi più attempati e – in questo caso c'era poco da recriminare – ben più furbi di lui.
    Nel complesso Adeline, lo sguardo bicromo fisso all'interno del suo piccolo marsupio da lavoro magicamente allargato all'interno per contenere tutto il necessario, pensava di aver tutto:
    i Bowtruckle si sfamavano di uova di fata, Doxy quando ci riuscivano e onischi, nonché risultavano sufficientemente distraibili con una semplice offerta di porcellini di terra.
    Ora, Londra aveva portato con sé una considerevole quantità di onischi e uova di fata, qualche Doxy paralizzato gentilmente fornito da una delle ultime disinfestazioni effettuate da un suo collega la settimana precedente, e infine, anche se sperava di non doverli utilizzare, quattro porcellini di terra, magicamente addormentati dentro ad un paio di bolle magiche, entro le quali in effetti, si trovava la maggior parte degli strumenti della ministeriale.
    Aveva con sé poi, banalmente, un paio di occhiali protettivi, uno per sé ed uno per la giovane strega che avrebbe accompagnato, ed infine qualche altro attrezzo del mestiere della serie “Adeline che porta cose in più perchè non si sa mai”. Con la scusa dell'incantesimo di estensione irriconoscibile sul suo marsupio da lavoro, la biondina era in grado di portarsi anche qualche pozione anti scottature in una missione subacquea per curare ippocampi.
    Ma per queste divagazioni non era proprio il momento.
    Soddisfatta, un ultimo rapido sguardo era stato dedicato al prelibato pranzetto rimpicciolito e riposto in un angolo di Abe, prima che la voce della strega che stava in effetti aspettando, irrompesse tra i suoi pensieri.
    -Grazie!- risposte sorridente al commento gentile della ragazza, ridacchiando poi rispetto al commento sulla puntualità e professionalità dei colleghi: -Beh credo che d'altronde tutti i luoghi di lavoro abbiano i loro alti e bassi - tentò gentilmente di giustificare qualche collega, -Anche se forse a qualcuno ogni tanto annoderei la bacchetta io stessa!- non riuscì però dal trattenersi, seppur mezzo sussurrando a denti stretti quella sacro santa verità.
    Lasciò le labbra distese in un ampio sorriso ancora per un istante, dopodichè la versione inarrestabile di “Adeline-si-va-in-missione” prese il sopravvento.
    -Dunque uno dei modi migliori - o quantomeno più semplici e veloci - per riconoscere il legno da bacchetta è, mi corregga se sbaglio, scovare nidi di Asticelli, dato che amano insediarsi in questo tipo di alberi e non su quelli “normali”. - Iniziò puntuale, lo sguardo marino già rivolto alla linea boschiva lì accanto.
    -Ho con me il materiale necessario per semplificare la loro ricerca e.. beh, distrarli ed eventualmente difenderci, visto che seppur piccole, come creaturine sanno dire la loro.-
    - Potremo adescarli e riconoscerli attirandoli con onischi e uova di fata-
    posò leggera la mano sul marsupio legato ai fianchi, contenente tutto ciò che stava elencando -dopo di chè con lo stesso materiale o eventualmente qualche aiuto in più che ho qui pronto, io lì terrò a bada mentre lei si rifornisce del materiale che le serve.- concluse sorridente.
    Lo sguardo verde-azzurro tornò su quello pece della ragazza, perdendocisi per un attimo. Mai viste iridi tanto particolari.
    - Ho portato un paio di occhiali protettivi anche per lei – gli Asticelli per difendersi amano mirare agli occhi – e.. beh, ho anche il pranzo volendo.-
    Fece spallucce, abbozzando un ultimo sorriso.

    -E mi dia del tu, se non le dispiace.-
    D'altro canto, non sarebbe mai riuscita a dividere il suo amato pasticcio di rognone con qualcuno che le dava del lei. Non sia mai.
     
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2 replies since 20/4/2020, 15:40   144 views
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