continua da qui In che senso qualcuno ha scelto consciamente di lavorare al nostro servizio? Lo sa vero che farà la fine di un elfo domestico, oh, sarà così bello avere uno schiavetto personale. Non nutro grandi speranze sui gusti di Hedel ma se fosse carino ci si potrebbe anche fare qualcosa a lett...
Non lavorava bene in gruppo, anzi, era decisamente più abile come lupo solitario. Non aveva doti di leadership, era irascibile e intrattabile nelle giornate in cui Anakin prendeva il sopravvento o l’aveva tormentata per tutta la notte, non aveva la pazienza di insegnare niente a nessuno, detestava avere qualcuno che le girasse intorno e mettesse il naso nei suoi affari. Non era sicuramente portata per il lavoro di squadra, per questo motivo si era tenuta ben lontana dall squadra di Quidditch di Serpeverde quando aveva capito che avrebbe dovuto collaborare con qualcuno per il ruolo che le interessava, quello di battitrice perché era un lavoro brutale, e che il più solitario di tutti, la cercatrice, era anche quello più rischioso e faticoso. Aveva ben altro da fare che non preoccuparsi della cattura del boccino d’oro e aveva deciso, dopo un allenamento di sudore e fatiche da addominali-flessioni-torturefisichevarie, che i capelli increspati dal vento non le stavano bene e che la vecchiaia si sarebbe già impegnata a disegnare rughe sul suo bel volto anche senza incentivarle con sforzi fisici. Anche no, grazie. Ma il ragazzo si era presentato con tanta professionalità, aveva risposto bene alle sue domande ed era stato gentile con i clienti. Lei invece riusciva al massimo a stamparsi un sorriso cordiale che sembrava più che altro una paresi e aveva imparato con il tempo a non urlare in faccia agli undicenni quando le incasinavano il negozio quando la bacchetta non corrispondeva a quella esatta per loro. Una vera scocciatura e poco le importava che un gratta e netta potesse risolvere la maggior parte dei fastidi che gli causavano.
« Molto bene Draven Shaw: il posto è tuo!» di nuovo il sorriso-simil-paresi che appariva sulle sue labbra.
Mr. Shaw , abbiamo dei gusti molto particolari ma siamo quasi coscritti, non possiamo rischiare la nostra reputazione con un toy boy di poco distante da noi. Troppo normale, beh. Vedremo...
« Devo sistemare alcune cose nel Laboratorio delle Bacchette... ti va di darmi una mano? Intanto potremmo parlare di quello che si dice della mia sparizione nelle segrete di Salazar...» Conosceva Shaw soltanto perché erano compagni di casata, entrambi nella nobile e fiera famiglia di Serpeverde, purosangue e orgogliosi, avevano avuto modo di conoscersi nelle occasioni ufficiali, soltanto perché la Crawford disprezzava chiunque fosse di altre case e faceva amicizia raramente al di fuori delle schiere dei verde-argento. Non poteva fare a meno di chiedersi cosa si vociferasse sul suo abbandono degli studi a pochi mesi dagli esami MAGO, una decisione presa d’impulso
non nel pieno delle sue facoltà mentali che aveva portato al suo declino nell famigli Crawford con i genitori che avevano dovuto impegnarsi parecchio per nascondere la notizia il più possibile, ma a chi era di Serpeverde era stata lampante la sua sparizione dal castello, senza giustificazioni ufficiali. Immaginava una serie di pettegolezzi che andavano dal rapimento al fatto che fosse incinta, ma era curiosa di saperne di più da un osservatore di primo pelo come lo Shaw. Dopo il colloquio appena superato poi era il caso che gli facesse vedere come funzionavano le cose nella bottega delle bacchette, in particolare nel laboratorio dove da alcuni mesi fabbricava in autonomia le bacchette, subentrando quasi totalmente a Ollivander che comunque continuava a produrre le sue.
