Vincent Reed vs Bellamy Black

Primo Turno

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    Theodore Skyfield
    Docente di Arti Oscure
    Club dei Duellanti


    Mai, prima di allora, una Scuola di Magia e Stregoneria aveva organizzato un Club dei Duellanti aperto a così tanti studenti e, mai, soprattutto, si era spinta così tanto da aprire un’attività extra-scolastica ad adulti di tutta la comunità magica. Il risultato? Ovviamente un successo strepitoso. Theodore Skyfield aveva una forte personalità, seppur ambigua e discutibile, e si era fatto valere per poter promuovere quell’iniziativa. Lui, prima di ogni altro Professore, avrebbe insegnato ai suoi studenti l’arte del duello, così che loro potessero farsi trovare pronti in caso di battaglia. Una battaglia che Theodore sperava di vedere presto, al contrario della Madama Presidente del M.A.C.U.S.A., ma quello era un altro discorso.
    Il Docente di Arti Oscure di Ilvermorny era riuscito a contattare il Preside di Hogwarts per estendere l’invito e la possibilità del Club anche ai ragazzi d’oltre oceano. Dopotutto fino all’anno prima, per colpa della minaccia di Gellert Grindelwald, Hogwarts aveva chiuso i battenti per un periodo, facendo spostare i suoi studenti proprio nella scuola americana. Sarebbe stata una rimpatriata o forse uno dei modi più intelligenti per combattere la rivalità tra le due scuole. Un evento del genere, dopotutto, poteva essere equiparato ad un Torneo Tremaghi e Theo era certo che ogni studente voleva rendere fiera la propria scuola. Infatti, per rendere tutto un po’ più appetibile e interessante, il Professore aveva chiesto ai due Presidi di mettere a disposizione una borsa di studio per lo studente che avrebbe dimostrato maggiore capacità di duello durante l’attività extra-scolastica, un incentivo in più per dare ai ragazzi la spinta di combattere al meglio delle proprie capacità. Forse era sadico, forse era semplicemente curioso di vedere combattere qualcuno che, in realtà, non aveva mai avuto modo – non ancora, almeno – di combattere contro un vero e proprio mago o strega, ma solo contro un semplice fantoccio di allenamento, uno di quelli che lo Skyfield utilizzava durante le sue lezioni.
    E il grande giorno era finalmente arrivato, il primo incontro del suo tanto atteso Club dei Duellanti. Il successo era stato enorme e Theodore era impazzito dietro le iscrizioni, per creare subito un tabellone che potesse racchiudere ciascun partecipante senza lasciare fuori nessuno. L’aula scelta designata per il Club si trovava nei sotterranei ed era abbastanza spaziosa per poter ospitare sia un palchetto sul quale i duellanti si sarebbero affrontati, sia gli altri partecipanti o semplicemente i curiosi che volevano guardare in attesa dei duelli successivi. Il palchetto si trovava perfettamente al centro della stanza e sotto di esso si poteva subito notare una grande lavagna, sulla quale Theodore Skyfield, in qualità di arbitro, avrebbe segnato punti e risultato. L’aula era piuttosto cupa, ma il palchetto era ben illuminato da candele fluttuanti sopra di esso. Il Professore era proprio lì, accanto alla lavagna, illuminato giusto da qualche fioca luce, pronto ad accogliere tutti.
    Buon pomeriggio! Prego, fatevi avanti e accomodatevi.
    Attese che tutti i presenti si sistemassero all’interno dell’aula per dare il via effettivo al primo turno di duelli. Il tabellone era ben visibile davanti agli occhi di tutti, ma prima Theo voleva spiegare il regolamento.
    Benissimo. Innanzitutto vorrei ringraziarvi per la vostra presenza e per l’incredibile supporto che avete dato a questo Club.
    Disse, mentre saliva sul palchetto per primo, per farsi vedere e sentire da chiunque fosse lì presente.
    E ora, veniamo all’aspetto più importante. Il duello ha delle regole, da sempre. Non si tratta semplicemente di colpire i vostri avversari. Queste regole vanno rispettate pena la perdita a tavolino dell’incontro o, nei casi più gravi, l’espulsione dal Club stesso.
    Osservò i volti di qualche mago e strega lì presenti.
    La prima regola dei due duellanti è dirigersi verso il centro del palco dove sono situato e fare un inchino, in segno di rispetto per il proprio avversario. I due duellanti si gireranno quindi e conteranno dieci passi ciascuno. Arrivati al punto corretto si metteranno quindi in posizione da battaglia e dovranno aspettare il mio via. Solo a quel punto potranno lanciare un Incantesimo. Inutile dirvi che non si possono utilizzare Incantesimi illegali, quindi badate bene a cosa pronuncerete. Vince il duellante che mette K.O. per primo il suo avversario.
    Sorrise. Sarebbe stato interessante vedere qualche magia proibita, non dai ragazzi ovviamente, ma magari da qualche adulto fuori controllo. In ogni caso, però, ci sarebbe stato da divertirsi. I primi due scontri erano già avvenuti, quindi si poteva passare al terzo.
    Il terzo incontro di oggi è tra Vincent Reed e Bellamy Black, uno da Ilvermorny, l'altro da Hogwarts. Salite pure sul palco e buon fortuna!
    Theodore scese dunque dal palchetto, si sistemò di nuovo accanto alla lavagna e attese che i due ragazzi facessero quanto spiegato. Solo dopo che entrambi avessero rispettato la prima parte di regolamento, il Professore di Arti Oscure di Ilvermorny avrebbe dato il via alle danze.
    Tre. Due. Uno. Via!
    Il duello poteva cominciare.

    Benvenuti al Club dei Duellanti. Vi invito a leggere il Regolamento per postare in modo corretto. Ricordate che potete lanciare solo un Incantesimo per turno, quindi ulteriori Incantesimi non saranno presi in considerazione. Scadenza per postare entro e non oltre le 23.59 di domenica 10 Gennaio.

    Vincent Reed vs Bellamy Black

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    Ghiaccioli
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    ▬VINCENT REED▬
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    Essere iscritto a un Club di Duellanti non era una cosa da me: molto più teorico e studioso dei libri che non amante di duelli e schiantesimi. Era stata Honor, bellissima e intelligentissima, a spingermi a fare questo passo in più, per uscire dai miei soliti schemi. Avrei fatto qualunque cosa per mostrarmi apprezzabile ai suoi occhi. Avevo quindi segnato il mio nome tra i partecipanti e avevo aspettato il pomeriggio per conoscere il mio sfidante. I primi due incontri corsero via senza che fossi chiamato, ma prestando attenzione al duello di Honor, stupenda anche in questo, poi toccò a me. Ero contro un Sepreverde, non potevo scegliere avversario migliore per risaltare, sapevo che a lei i serpeverde non piacevano affatto.
    Seguendo le regole mi diressi verso il centro del palco, la pedana dove si svolgeva il duello, e voltandomi verso il mio sfidante, un Black, mi esibii in un inchino composto ma rispettoso. Mi voltai per dirigermi nella direzione opposta, contando dieci passi. Sistemato al punto giusto, estrassi la bacchetta e mi posizionai: gambe un po' divaricate, ginocchia piegate, schiena dritta e braccio che teneva la bacchetta pronto a estendersi e saettare in avanti. Avevo pensato a lungo quale fosse la tattica migliore e decisi di aspettare il via per esibirmi il più velocemente possibile. Quando avrei sentito il via dell'arbitro, il professore Skyfiled, mi sarei voltato e avrei lanciato l'incantesimo di disarmo EXPELLIARMUS! pronunciando forte e con decisione l'incantesimo, rivolgendo la punta della bacchetta verso le mani del Black per disarmarlo.
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    Serpeverde
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    f97f88fe5ffb5d50828a5b67381892bc13ffa3c1_hqBell.

    Avrebbe molto volentieri spaccato il naso a quel cagacazzo di Norbert Lestrange. Alla moda babbana, con un bel cazzotto assestato sul muso del purosangue più fastidioso e arrogante che la casata di Serpeverde avesse potuto conoscere. L'idea di sentire le nocche della mano impattare sul naso, sentire la cartilagine piegarsi contro l'osso duro del dorso della mia mano era una brezza che sentivo fremere sulla punta della pelle con una scarica elettrica. Lo detestavo. Odio e rancore si rincorrevano come due bestie selvagge sulle mie spalle, un nervosismo che mi aveva accompagnato sin da piccolo, portandomi a scagliare tutta la mia rabbia su cose e persone, sia a voce che con gesti violenti. Avevo più volte percepito le mani fremere, sapevo cosa significava trovarsi con la pelle del volto e delle nocche spaccata dalle botte date e ricevute, prendere in mano la bacchetta magica e rivolgerla con aria di minaccia su qualcuno. Ma la voglia di assecondare questo desiderio era sempre stata mitigata dalla rottura di scatole che una punzione avrebbe comportato, la nera bestia del rancore era poi corsa via con il passare del tempo, senza danni o feriti. Non quel pomeriggio. Quel pomeriggio le nocche delle mie mani erano state a meno di un pelo di Wampus dall'impattare su quel brutto muso. Non mi ero fermato io. Era stato quel Murphy di non so che anno a bloccarmi il braccio, appena in tempo per evitare una scazzottata in sala comune. Avevo ringhiato qualcosa, come un cane rognoso con la schiuma alla bocca e mi ero rifugiato fuori dalla tana di Serpeverde, sapere di avere il Lestrange a portata di passi non era cosa saggia. Avevo percorso diversi kilometri, prima che la lucidità mentale prendesse il sopravvento dissipando la nube di rabbia che mi oscurava la mente, facendomi capire di essere molto lontano dalla familiare Sala Comune. E proprio in quel territorio inesplorato di aule e corridoi mi ero imbattuto in una bacheca, una delle tante che riempivano i luoghi del castello, che raccoglieva partecipanti per un Club dei Duellanti organizzato a Ilvemrorny. Avevo siglato il mio nome sulla pergamena ben prima che mi rendessi conto di avere in mano una piuma d'aquila.

    Era passata qualche settimana da quel episodio con Norbert Lestrange, ma rabbia e rancore avevano continuato ad accompagnarmi come due vecchi amici, diventato sempre più rabbiosi. Tenere in gabbia una bestia che vuole uscire a mordere la fa diventare soltanto più aggressiva. A nulla erano servite le prove pratiche degli incantesimi, vedere i manichini esplodere dava meno soddisfazione che vedere il sangue sgorgare dalle ferite inflitte, e il Quidditch era stato momentaneamente sospeso: avevo una concentrazione di testosterone così elevata che bastava sfiorarmi per farmi scattare. Mi ero chiuso sempre più in me stesso, isolandomi dal branco con il quale solitamente giravo, arrivando a provare fastidio per la minima cosa, anche uno che masticava rumorosamente a cena, e sentivo che il limite era quasi colmo. Sarei esploso, ma speravo che quella cos dei Duelli mi desse sufficiente sfogo per la mia rabbia per scaricarmi. Sennò avrei usato Norbert come punching ball umano e non potevo garantire che sarebbe stato ancora un essere umano alla fine del mio trattamento. Del castello e dell'America non mi fregava un cazzo. Qualcuno parlava di sfida tra scuole per decretare se fosse migliore Ilvermorny o Hogwarts, una sorta di patriottismo inglese si era instillato nei miei compagni ma che io non riuscivo a condividere. Ero come un pugile che vedeva soltanto il ring, il resto era superfluo. Quello della rabbia era un fuoco piacevole, un braciere ardente che non mi faceva provare mai freddo, ma pericoloso. Ero rimasto nel gruppo di Hogwarts, uniti in terra nemica, mentre assistevo uno ad uno ai duelli che si tenevano sulla pedana, in attesa di sentire il mio nome venire convocato. Vedere uno dei due duellanti soccombere mi causava parecchio piacere, non quanto prendere a cazzotti qualcuno, ma non era affatto male e poi potevo studiare un modo per approcciarmi al mio duello. Sapevo di dover attaccare, la difesa non faceva per me e come testa calda ero sempre il primo a dare il via alle risse. Sali sul palco quando sentii il giudice dei duelli, doveva essere un docente, chiamare il mio nome insieme a quello di un ragazzo. Non poteva andarmi meglio: con una ragazza avrei forse avuto un occhio in più di riguardo, ma contro uno che sembrava avere la madre puttana-purosangue come il Lestrange non mi sarei affatto trattenuto. Sembrava fare proprio al caso mio, anzi sembrava essere proprio la versione americana di Norbert Lestrange, forse erano in qualche modo fratelli con un diverso padre? Un ghigno si tirò sulle mie labbra mentre abbassavo il busto in avanti, parallelo al suolo, per esibirmi nell'inchino di rito. Doveva essere qualche assurda stronzata da purosangue, anche io ero purosangue e ne sapevo qualcosa, per farsi riverire dall'inferiore avversario o per far sembrare un duello come qualcosa di nobile e signorile, quando invece era una scazzottata da bar con svolazzi di bacchette e scintillii di incantesimi oltre che al grezzo prendersi a botte. Ma se questo mi dava una scusa per ferire qualcuno mi stava più che bene fare tutti gl inchini del mondo, con tanto di giravolta. Dopo l'inchino infatti, facendo da perno con la punta dei piedi come un provetto cadetto militare, mi voltai verso l'estremità del palco e iniziai a camminare compiendo lunghi passi, contando fino a dieci. Fermo. Assunsi la posizione tipica da battaglia, che non era molto diversa da quella per una cazzottata. Sistemai i piedi paralleli tra loro, con le gambe un po' divaricate, era la posizione migliore per avere equilibrio e stabilità, ma anche la posizione da maschio alpha. Ginocchia appena flesse. Busto dritto e spalle larghe, stabile. Lasciai il braccio destro pendente lungo il copro, piegai il sinistro, ad altezza del gomito, tenendo il gomito morbido e pronto a scattare come un colpo di frusta. Se uno era in fiamme serviva dell'acqua per spegnere l'incendio. Certo, avrei preferito usare quel tipo di incantesimo, ma temevo fosse ritenuto illegale. E anche se mi piaceva giocare oltre al limite, beh non volevo farmi sbattere fuori prima di aver finito di sfogare la mia rabbia ed esaurito l'incendio. Concentrarmi sul fuoco, in attesa di sentire il via, era molto importante: mi sarei cimentato nell'incantesimo Aguamenti, volevo colpire il mio avversario con la potenza del getto d'acqua, scagliarlo all'indietro e con un po' di fortuna annegarlo. Eseguire l'incantesimo era di base molto facile, bastava compiere una specie di virgola in aria, veloce e rapida, ma volevo essere certo di avere abbastanza concentrazione. Estraniarmi dal mondo era facile, lo facevo praticamente sempre, anche in mezzo al casino e al brusio, riuscivo a non distrarmi, a ignorare gli altri, per quieto vivere, perchè sennò rischiavo di insultare tutti, persino della mia famiglia. L'effetto che volevo causare era molto veloce, rapido ed efficiente, vedere il fascio d'acqua fuoriuscire dalla punta della mia bacchetta, insomma non di quella bacchetta anche se era molto simile, riversarsi addosso al mio avversario. Doveva essere abbastanza forte da compiere i pochi metri che ci separavano, magari non sarebbe stato colpito in pieno volto, ma abbastanza forte da essere scaraventato all'indietro o perdere l'equilibrio per permettermi di usare la prossima mossa. Al via mi mossi più velocemente possibile. Tracciai in aria una veloce virgola, rapida e fluida, pronunciando con voce ferrea" Aguamenti". Se fosse andato tutto come sperato il getto d'acqua sarebbe fuoriuscito e si sarebbe riversato nella direzione di quel Reed, travolgendolo come se un fiume in piena avesse invaso Ilvermorny.
     
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    Incantesimo Vincent
    Riuscita:
    -Concentrazione: 0/1
    -Forza di volontà: 0,75/1
    -Postura: 0,75/1
    -Movimento della Bacchetta: 0/1
    -Formula Magica: 1/1
    Totale: 2,5/5, Incantesimo non riuscito


    Incantesimo Bellamy
    Riuscita:
    -Concentrazione: 1/1
    -Forza di volontà: 1/1
    -Postura: 1/1
    -Movimento della Bacchetta: 1/1
    -Formula Magica: 1/1
    Totale: 5/5, Incantesimo Riuscito

    Danni Incantesimi
    Eventi (S)Fortunati:
    Danno Incantesimo Bellamy: 20
    • 1d20
      20
    • Inviato il
      10/1/2021, 15:39
      Theodore Skyfield
     
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    Vincent , forse emozionato, forse preso dal panico, non riuscì a concentrarsi a dovere. Provò infatti a lanciare un Expelliarmus senza però successo. Nell'aula si sentì solo l'eco della sua voce, ma nessun rumore del raggio dell'Incantesimo.

    Bellamy, invece, provò con qualcosa di più originale. Aguamenti era un Incanto poco utilizzato, ma decisamente potente se fatto come si doveva. Poteva essere al limite della legalità, se usato per annegare l'avversario, ma il Serpeverde sembrava voler lanciare solamente un getto, non intrappolare l'avversario in una sfera d'acqua (difficilmente controllabile per un ragazzo della sua età). La potenza di Bellamy, tuttavia, aveva dell'incredibile e il getto d'acqua colpì così forte Vincent da mandarlo K.O. il duello poteva dirsi terminato. Bellamy aveva vinto!

    Danni:
    Aguamenti: -10INT, Danno 10. Danno Incantesimo Bellamy 200% = Danno 20. Vincent è sopraffatto dal getto d'acqua e perde il duello.

    Complimenti a Bellamy Black, vincitore del Duello!
     
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4 replies since 4/1/2021, 00:19   107 views
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