Posts written by James Kennegan

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    Valentine's Day
    James Kennegan


    Quando Janice Onassis aveva varcato la soglia del Ghirigoro non era riuscita proprio a trattenersi dal rivolgerle uno sguardo omicida. Sarebbe finita dritta dritta ad Azkaban se così fosse stato. Aveva incrociato le braccia al petto, arcando così tanto il sopracciglio sinistro che sembrava essere dotato di una propria vita. Ma la giornalista de “Il Settimanale delle Streghe” non si era fatta scoraggiare dalla versione inviperita dell’irlandese - immaginava che questo tipo di coraggio derivasse dal fatto che non avesse una mazza da battitore in mano, infatti la codarda era venuta ad affrontarla nel posto di lavoro dove alla peggio avrebbe potuto tirarle dietro soltanto un libro, ma uno molto spesso - ed era arrivata con fare baldanzoso, la penna d’aquila già posata sul taccuino, fino al bancone del Ghirigoro. A denti stretti, con decisamente poca professionalità, le aveva rivolto un tirato buongiorno ma l’Onassis si era già lanciata in quella che a tutti gli effetti era un’intervista.

    << Ti ricordi di Janice Onassis?>> aveva domandato qualche giorno più tardi, con la bocca piena di biscotti al cioccolati fatti da Rigriel, al McNeal. Ora, quando una donna fa il nome di un’altra la risposta deve essere sempre negativa, un no che deve venire in automatico, anche se viene chiesto se ci si ricorda della madre. Ma quel giorno in particolare la Kennegan si sentiva buona, ancora prima che le rotelline affilate del cervello del Corvonero si potessero mettere in moto per formulare una frase di qualsiasi genere, era intervenuta con una seconda frase. << Quella giornalaia del Settimanale che ti aveva eletto come scapolo d’oro lo scorso anno - cercò di rinfrescare la memoria del docente di Difesa Contro le Arti Oscure che aveva certamente occupazioni più prestigiose che non ricordare un simile evento, sebbene era stato causa scatenante del loro primo bacio e di tutto quello che ne era seguito - qualche giorno fa è venuta al Ghirigoro. Pensa te che faccia tosta!- più che una conversazione iniziava a somigliare a un monologo, non tanto per mancanza d’interesse del mago, quanto perché la battitrice era un fiume in piena nel suo racconto e non permetteva che qualche rapido intervento prima di proseguire - E sai che cosa voleva? - proseguì ancora una volta, le briciole di cioccolato che le coronavano il profilo delle labbra come stelle scure - Siamo la coppia dell’anno per il Settimanale!>> Okay, c’era una punta d’orgoglio e di rivincita per la pietosa classifica come scapoli dell’anno scorso, ricordava ancora di essere stata inserita come quinta mentre il McNeal era arrivato secondo e soprattutto di essere stata definita qualcosa come nulla più che un coinquilino per il suo fidanzato, ma un certo veleno d’astio era comunque rimasto. Una buona azione non ripara un torto, sopratutto per qualcuno che come segno zodiacale è uno scorpione. << Ci faranno delle foto per il numero speciale di San Valentino…>> buttò lì come se fosse una cosa da nulla, una sciocchezza facile come bere un bicchier d’acqua.

    Il Settimanale delle Streghe - speciale San Valentino” capeggiava in bella vista sul bancone del Ghirigoro, con una foto della coppia dell’anno. “I McKennegan, la coppia d’oro ” titolava in prima pagina sotto i volti sorridenti e meravigliosi di James e Brad. Tornata a casa ne aveva portate alcune copie - tipo una trentina - da distribuire ad amici parenti e anche a sconosciuti perché no. << E potremmo anche firmale!>> aveva trillato con entusiasmo, un livello di voce così acuto da disturbare persino le civette dell’Ufficio Postale, dopo aver stampato un sonoro bacio su uno sconcertato Brad McNeal. << E mi piacerebbe andare all’inaugurazione del Piediburro, se sarai il mio Valentino.>> propose con occhi imploranti e grandi.

    Aveva deciso di far venire un infarto al docente di Difesa Contro le Arti Oscure, visto che indossava un vestito di rosso scarlatto con uno scollo a cuore che metteva in risalto il suo seno e da cui si intravedeva un intimo di pizzo nero, aderente su ogni curva del suo fisico scolpito da anni di allenamenti, nonostante pizza e gelato andassero a rimpolpare il fondoschiena con una certa frequenza. Fecero il loro ingresso alla festa d’inaugurazione del Madama Piediburro a braccetto, con la testa della Kennegan posata sulla spalla del suo uomo, che la stava guidando verso il tavolo che - per una volta - avevano prenotato. << E sai una cosa? Non indosso mutandine.>> aveva gettato lì con una risatina civettuola e una sguardo ammiccante che sapeva di capriole nelle lenzuola. Sì, lo amava proprio. Tanto quanto le stelle nel cielo.

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    TEAM SNOWMEN
    BATTITORE
    ☞ COMET AVALANCHE
    Desiderare che il portiere degli Elves finisse soltanto disarcionato era stato un pensiero stupido da parte della Avalanche. Avrebbe dovuto desiderare di spaccargli le ossa. Triturargli la spina dorsale. Forse con questo tipo di cattiveria impresso nel suo colpo Downatree non sarebbe stato in grado di deviare il bolide e risparmiare la vittima designata dal Capitando degli Snowmen. Occhi infuocati si posarono sulla figura del battitore avversario: c’era un punta di rispetto per il fatto che fosse riuscito a parare il suo colpo, ma anche la consapevolezza che non sarebbe successo una seconda volta. Più addolcito, ma comunque famelico, lo sguardo di Comet Avalanche andò alla ricerca di Jon Snow. Aveva cercato di difendere in maniera valorosa uno dei loro Cacciatori, ma aveva riportato una spalla lussata e comunque uno degli Snowmen era stato disarcionato.
    << Sicuro di farcela?>> avrebbe domandando rivolgendosi al compagno di mazza, una volta che il suo manico di scopa l’avesse portata il più velocemente possibile dal compagno.
    Le iridi del Capitano avevano poi preso a solcare il cielo, un’occhio alla partita le aveva comunque riportato un vantaggio della sua squadra nel punteggio e nella corsa alla cattura del boccino d’oro, ma la sua fame era ancora un buco nero che avrebbe potuto risucchiare l’intero campo da gioco. << Con me>> disse al battitore dopo aver valutato le sue condizioni fisiche: sarebbe stato appena in grado di badare a se stesso da solo, ma forse insieme con lei avrebbe potuto essere in qualche modo utile almeno per imprimere potenza ai suoi colpi. Nuovamente il suo affinato istinto tornò ad attivarsi, suggerendole la presenza di un bolide, era come uno squalo che fiuta il sangue. Un cenno del capo rivolto a Snow per indicargli la comparsa della sfera nera. Si sarebbero appiattiti sul manico di scopa, i busti paralleli ad esso per fendere l’aria e sfrecciare come frecce lanciate da un’arco nella direzione nella quale si trovava il bolide. Stava placidamente sopra la metà del campo, come se non fosse successo nulla, come se non fosse in un punto nevralgico dell’ovale con le torrette. Non molte erano le prede succulente vicine. Nessun Cercatore, la cui lotta per la conquista del boccino si svolgeva vicino agli anelli, e nessun Cacciatore che erano stati la portata prediletta del buffet della carneficina dei bolidi. Nervosamente, avrebbe fatto roteare in aria la mazza, tenendo d’occhio la sfera perché nessuno tentasse di accaparrarsi il diritto di possederla e perché non pensasse di poter prendere lei stessa come vittima. La magia che governava i bolidi era imprevedibile sebbene dotata di una base razionale, restava comunque molto instabile. Forse era anche per questo che aveva sempre sentito quel ruolo cucito addosso. La sua indole era altrettanto irrequieta, vibrava alla stessa frequenza della sfera più pericolosa del campo. << Sai cosa si dice della vendetta Snow?- domandò al battitore con la spalla lussata, più lento a raggiungerla, ma che era comunque dotato di un braccio perfettamente funzionate. Non c’erano altri motivi per cui dovesse desiderare che la seguisse, nessuna altra spiegazione se non la più logica. Forse era sin troppo scontata, ma non era il tipo di persona che metteva a rischio una mossa efficiente per non peccare di originalità. Infondo non si sapeva quale altra mazza avrebbe tenuto in mano il giorno seguente, meglio approfittare finché quella di legno e ferro che reggeva nella mancina era calda. Con un’intesa sviluppata in anni sul campo le era bastato rivolgere un’occhiata complice Jon Snow perché comprendesse il suo piano. Avrebbero eseguito una Dipplebeater Defence ancora una volta come schema d’attacco. Sfruttando la posizione centrale del bolide avrebbero cercato di usarlo per colpire il battitore avversario. Certo era in grado di difendersi, ma un colpo doppio era comunque troppo forte da gestire in solitaria e se anche si fosse unito Upatree ad aiutare Downatree la violenza della sfera scagliata non ne permetteva un controllo tale per cui si sarebbe potuto rivelare pericoloso per loro o per il Cercatore, uomo -meglio dire pupazzo di neve- chiave per vincere quella partita. Quando si fossero trovati vicini al bolide avrebbero agito muovendosi simultaneamente, un processo innescato centinaia di volte dalla macchina oliata che costituiva il duo dei battitori degli Snowmen. I muscoli dorsali della Avalanche si sarebbero estesi per permettere il movimento di apertura del suo braccio, mentre gli addominali laterali avrebbero usato una torsione del busto per aumentare in maniera esponenziale la forza che avrebbe andato ad aggiungere la colpo. La mazza del Capitano era retta da entrambe le mani, mentre si manteneva in equilibrio grazie alla sola contrazione dei bicipiti e alla consapevolezza del suo baricentro che non si sarebbe sbilanciato ma sarebbe costantemente stato assecondato dai suoi muscoli. Anche Jon Snow per quanto infortunato avrebbe provato a compiere lo stesso movimento, reggendo la mazza con il braccio che ancora era sano, mentre quello rimasto coinvolto nell’incidente sarebbe stato mantenuto rilassato lungo il corpo per non creare intralcio o fastidi alla manovra, che forse non sarebbe stata forte come in precedenza ma sicuramente sarebbe stata eseguita in maniera magistrale. Al successivo cenno del suo capo il busto di entrambi i battitori sarebbe ruotato in avanti, esasperando l’arco del loro braccio, la mazza avrebbe tratto forza dalla doppia rotazione - quella eseguita prima con il busto che dalla posizione di torsione sarebbe scattato per tornare a quella normale e quella eseguita simultaneamente dalla rotazione della spalla che dalla massima estensione posteriore avrebbe fatto scattare il braccio come una lancetta d’orologio tirata in avanti nella massima estensione frontale - mentre il polso mantenuto fermo avrebbe permesso alla stessa di imprimere la precisa direzione al colpo. - É un piatto che va servito freddo.>>

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    Bonus/Malus: 19
    • 1d20
      19
    • Inviato il
      2/1/2023, 23:40
      James Kennegan
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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan

    Non sapeva da dove derivasse lo spirito natalizio che ogni anno si impossessava di lei. Era vero, nella sua famiglia erano sempre stati molto attenti a festeggiare e a condividere momenti corali e di allegria, ma come mai non fosse tutto scemato con l’arrivo dell’età adulta e di come il suo spirito si fosse mantenuto come quello di un bambino retava un vero mistero. Se avesse saputo della sua esistenza avrebbe detto di essere che Peter Pan: per sempre persa nell’isola che non c’è, bambina che ama gli scherzi è vestita di verde.
    Natale. Domani era Natale. Quel pensiero fisso continuava a ripetersi nella mente della Kennegan che trepidava all’idea che il suo giorno preferito dell’anno fosse alle porte. Non riusciva a stare ferma, continuava a misurare in passi lunghi le distanze della sua casa. Della casa che era sua ma anche del uomo per cui provava un sentimento così profondo che non sarebbero bastate le stelle nel cielo per quantificarlo. << Non senti la magia nell’aria?!>> domandò a un certo punto, non riferendosi ovviamente alla classica magia fatta di incantesimi e pozioni. Domani era Natale. C’era una magia diversa nell’aria, era frizzante e faceva il solletico alla punta del suo naso. Euforica aveva iniziato a tirare fuori pacchi e pacchetti dai suoi vari nascondigli: dietro alle tende, in un vecchio baule, sotto il divano. Alcuni erano stati gelosamente custodito nel magazzino del Ghirigoro, altri erano sempre stati lì, ospiti non visti pronti a risplendere nel grande giorno.
    <<un ultimo giro di valzer?>> domando al McNeal, offrendogli un braccio.
    Sarebbero andati a Hogsmeade per un’ultima volta al calendario dell’avvento.
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    Impugnatura Bacchetta: 1
    • 1d6
      1
    • Inviato il
      24/12/2022, 21:04
      James Kennegan
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    TEAM SNOWMEN
    BATTITORE
    ☞ COMET AVALANCHE



    Nelle orecchie del Capitano degli Snowmen risuonava ancora il boato del colpo combinato che avevano rivolto al Cacciatore avversario. Nemmeno la difesa, mossa intelligente ma affrettata, che era stata tentata dai battitori degli Elves era riuscita a contenere la potenza del loro tiro. Micidiale il bolide scagliato dalla loro potenza congiunta era andato segno, falciando Bushy Evergreen che era stata costretta al ritiro dal campo. Non aveva nemmeno esultato, facendo roteare la mazza con uno scatto del polso, se non fosse stato per la difficoltà delle sue mani legnose e per una questione di fair play avrebbe alzato il bastoncino centrale alla direzione del Capitano avversario. Come si poteva immaginare non correva buon sangue, per quanto vi fosse una certa stima, ma per la Avalance vincere era la cosa più importante di tutte. << Tienili d’occhio e sii pronto a difendere.>> congedò a parole e con un cenno del capo Jon Snow che era chiamato a difendere se si fosse rivelato necessario. Avevano ottenuto un’importante vantaggio per la propria squadra, la possibilità di segnare con maggiore agilità era sempre qualcosa di favorevole, eppure non riusciva ancora ad esserne soddisfatta. Un fuoco irrequieto animava Comet, affamata di mietere nuove vittime. Osservare il bolide impattare con violenza sul suo avversario era stato inebriante e lei desiderava provare ancora una volta una simile sensazione. Non le bastava mai, al punto che poteva anche passare per una sadica. C’erano altri sei giocatori sul campo di gioco con il quale esercitarsi.
    Lo sguardo di neve della Snowmen scandagliò il cielo, anche questa volta facendo breccia tra la fitta schiera di fiocchi di neve che cascavano, cercando tra luci e ombre di individuare le ore maggiori. Un’ombra catturò la sua attenzione, procurandole brividi lungo la schiena. Era la sensazione che ricercava sempre nei bolidi, il canto di una sirena, che la spinsero ad agire prima ancora di pensare. Il suo corpo plasmato da molteplici allenamenti aveva assunto quella che era la posizione maggiormente aerodinamica, per fendere l’aria come un siluro proiettato a velocità elevatissime, verso il punto esatto in cui si trovava il bolide. Fiocchi di neve le sfrecciavano accanto al viso come macchie bianche sfigurate dalla velocità sostenuta, mentre il bolide restava fisso e sempre più nitido. Diminuì la velocità solo quando si trovò in prossimità del bolide, prendendosi il giusto tempo di danzargli intorno e valutare alcune cose. Innanzitutto si trovava sopra gli anelli degli Elves, questo rendeva il suo bersaglio più succulento proprio il portiere. Il sorriso sadico di Comet Avalance fece la sua comparsa insieme con la decisione che aveva già preso. Non serviva per ora decimare ancora i Cacciatori, ma liberare gli anelli per permettere una goleada degli Snowmen era un pensiero che la allettava parecchio. Si sarebbe posta parallelamente al bolide, affiancandolo, la mazza tesa e pronta a colpire. I muscoli delle braccia di sarebbero tesi per allungarsi, flettendosi all’impulso del suo cervello per piegare gli avambracci e portare la mazza a impattare ad alta velocità sulla sfera. Inoltre avrebbe aggiunto una moderata ma efficace torsione del busto e della spalla, per dare una rotazione ancora maggiore al colpo. Questo avrebbe garantito che in esso fosse impressa tutta la forza del Capitano, che avrebbe utilizzato il più delicato ma altrettanto preciso movimento del polso per sospingere il bolide nella direzione decisa, quella del portiere avversario. Immaginando ogni possibile scenario, avrebbe mirato non solo sul corpo del suo bersaglio, ma alla sua scopa. Desiderava disarcionarlo, non spaccargli le ossa. Anche quello forse, ma principalmente desiderava rendergli impossibile stare ancora davanti agli anelli.
    Jon Snow era anche lui nella metà campo di gioco avversaria, aveva visto che un secondo bolide era apparso e finito nelle mani degli Elves, senza ostacolare il colpo della Avalance si sarebbe prodigato per un’azione di difesa. Avrebbe volteggiato intorno ai Cacciatori, mantenendosi a debita distanza, pronto a intervenire nel caso uno degli Snowmen fosse preso di mira. Avrebbe allungato il braccio reggendo con entrambe le mani la mazza per frapporla sulla linea di traiettoria intrapresa dal bolide. Un colpo secco e per niente preciso, volto ad allontanare il bolide per renderlo inoffensivo sul breve termine.
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    Bonus/Malus: 13
    • 1d20
      13
    • Inviato il
      23/12/2022, 23:47
      James Kennegan
  5. .
    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan


    << É la viglia della Vigilia!>> dichiarò quella ,mattina con voce tutt’altro che soave l’esemplare di Kennegan che giaceva accanto al McNeal. Si era appena svegliata e già fremeva dalla voglia che corressero via quei pochi giorni che la separavano al Natale. Il docente di Difesa Contro le Arti Oscure aveva provato, suo malgrado, a contenere l’entusiasmo dell’irlandese con osservazioni che erano decisamente logiche - come dire che il ventitré Dicembre era l’Antivigilia - ma che non avevano trovato alcun tipo di riscontro nelle convinzioni della bionda. << Mi rifiuto. Sembra un’antagonista e suona malissimo. Viglia della Vigilia suona decisamente meglio!>> aveva chiuso ogni tipo di discussione a riguardo. La giornata era proseguita con grandi sospiri, risate nervose e un continuo alternarsi di frasi che suonavano così: <<non vedo l’ora che apri il tuo regalo>> oppure <<chissa qual è il miooo!>>. Anche il povero elfo domestico era stato tirato in ballo, James avrebbe tanto desiderato regalare qualcosa anche alla creatura, ma non si sarebbe mai osata a surclassare Brad, che era il reale proprietario di Rigriel. Era logico, se fosse stato il suo, avrebbe sicuramente trovato un nome più consono a un elfo.

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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan

    Tornando a casa, quella sera, il McNeal avrebbe trovato un'esemplare di Kennegan con il sorriso tipico di chi aveva combinato qualche cosa. Ovviamente si sarebbe guardata bene dallo svelarlo, anche se in effetti era piuttosto soddisfatta e non vedeva l'ora. La frenesia del Natale, che l'aveva accompagnata per tutto il mese di Dicembre, iniziava a farsi sentire e l'eccitazione dell'irlandese si tramutava in un moto perpetuo. Fremeva all'idea che la separassero così pochi giorni al Natale e aveva preso a saltellare in giro per casa. << Oh non posso crederci che è davvero quasi Natale! Saiii da quanto lo aspetto? Un anno... oooh, non vedo l'ora di aprire i regali e che tu veda il tuoooo!>> aveva travolto il povero docente di Difesa Contro le Arti Oscure che ancora era sulla porta di casa, letteralmente con un bacio e poi subito assalendolo con il suo entusiasmo. Non gli aveva nemmeno lasciato togliere il cappotto o appoggiare la cartella che sparirono accompagnati da un crack a Hogsmeade.
    Nulla di rotto, questa volta la sua materializzazione era stata perfetta, quasi da manuale, e aveva rivolto un sorriso soddisfatto al povero mago, della serie hai visto che brava?, e anche un po' impertinente, visto che ancora non avrebbe accettato di sentire storie da uno che aveva rischiato di farsi avvelenare per colpa di un cioccolatino. Quella storia e il senso di angoscia che aveva portato nella loro relazione per alcuni giorni non era riuscita a scrollarsela di dosso e avrebbe impiegato ancora qualche giorno - almeno fino al Natale - prima di riporla in un cassetto del dimenticatoio e appunto scordarsene. << La neeeeve e le luciiii...>> per quanto i bambini la terrorizzassero, ben più dei fantasmi e degli incubi della Stamberga Strillante, la bionda sembrava proprio una bambina entusiasta di tutto e di tutti e nulla, proprio nulla, avrebbe potuto guastare il suo entusiasmo.
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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan


    Panico. Non era una sensazione famigliare per la Kennegan, non nel periodo delle feste almeno. Stava, come suo solito, vagando per casa e mettendo un po’ in disordine. Quel giorno il casus belli era che non aveva alcuna idea di come vestirsi per il pranzo di Natale. McNeal era un vero e proprio guastafeste, non che ci fosse da stupirsi, comunque non aveva intenzione di tornare dalla famiglia e così i Kennegan erano stati ben lieti di invitare la coppia di piccioncini in Irlanda. La proprietaria del Ghirigoro temeva un po’ l’assalto della sua famiglia a discapito del povero mago, se una Kennegan era difficile da gestire, beh una decina erano un vero e proprio cataclisma di portata distruttiva. E lei non sapeva cosa indossare. Era quasi sicura di avere un brutto maglione natalizio - che però erano diventati una vera ossessione per lei, una vera fortuna che anche i babbani ne fossero altrettanto fissati - da qualche parte nel suo armadio ma per ora ne aveva trovato uno che era diventato di almeno due taglie più grandi, poco male perché così aveva trovato come far vestire il McNeal. Una serie di vestiti e stoffe di varia foggia erano depositati in ordine sparso, la descrizione migliore era dire che sembra fossero stati vomitati dall’armadio, per tutta la stanza quando lei ne uscì, se ne sarebbe occupata più tardi, per attaccare l’armadio vicino al bagno, magari il suo maglione era stato riposto lì. Stava per immergersi nella ricerca quando Rigriel piombò con tutto il suo peso addosso l’anta che stava aprendo, piuttosto agitato. Lo sguardo perplesso che rivolse la Serpeverde all’elfo domestico rendeva superflua ogni domanda formulata ad alta voce. Venne fuori che non poteva assolutamente aprire quell’armadio, cosa che fece immediatamente scattare la curiosità della Kennegan alle stelle, e che sarebbe dovuta passare sul suo cadavere per riuscire ad aprirlo. L’idea di commettere un’omicidio faceva rabbrividire la bionda che, nonostante fosse estremamente curiosa, desistette da ogni piano bellico. Ma la sua testolina iniziò a ragionare - anche se il McNeal l’aveva presa in giro per la possessione da fantasma non intendeva accettare critiche da qualcuno che mangiava cioccolatini trovati in giro- e sospettava che si nascondesse un regalo per lei, magari da parte proprio del mago.
    Panico. Ecco qui la fonte di tutto. Non aveva ancora acquistato un regalo per il McNeal. Si erano detti alcune idee - lui voleva un pigiama, lei aveva richiesto qualcosa di più sexy- ma alla fine non aveva mai effettivamente cercato qualcosa di concreto e il confronto con il precedente regalo, la macchina fotografica, che era così perfetto per loro sembrava far sfigurare ogni opzione che le fosse venuta in mente. Prese un foglietto, che sull’altro lato aveva scritto in parte una ricetta per biscotti alla cannella, scrivendo in una calligrafia veloce e disordinata come la proprietaria un “ci vediamo a Hogsmeade, J.” da lasciare per il ragazzo - dovevano passare al Calendario dell’Avvento che ormai era la loro tappa fissa- e si era smaterializzata più veloce della luce. Missione regali, sbloccata.

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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan

    Archiviata la faccenda del fantasma, sarebbe potuta tornare ad apprezzare la Stamberga Strillante per il suo rudere fascino e per i misteri che nascondeva al suo interno, la vita era tornata a sorridere alla figlia d’Irlanda. Si alzava ogni mattina nelle braccia di un uomo che le voleva abbastanza bene, che nella maggior parte dei casi non puzzava ed era educato, con il profumo di caffè e biscotti caldi appena preparati da Rigriel . Al mattino lavorava al Ghirigoro, vedendo libri e incontrando editori, mentre al pomeriggio si allenava per il Quidditch. Quando tornava a casa ritrovava quello stesso uomo con cui condivideva il letto che la portava a Hogsmeade, per una cenetta romantica e una passeggiata a chiaro di luna. Una vita che molti le avrebbero invidiato.
    Ma il sospetto che la questione del fantasma non fosse conclusa continuava a tormentarla, come se avesse una pulce all’orecchio. Infondo i fantasmi potevano mentire e la vita perfetta che viveva la Kennegan poteva dirsi la stesse vivendo anche il docente di Difesa Contro le Arti Oscure. Tutte le mattine di svegliava stringendo tra le braccia una bellissima bionda che gli voleva molto più che bene e che non aveva ancora mandato a fuoco la casa. Insomma era una vita davvero fortunata quella del McNeal. Le iridi di smeraldo cercarono di intercettare lo sguardo del docente, mentre passeggiavano mano nella mano, il regalo del Calendario dell’Avvento di quel giorno in tasca. Davvero non era mai stato posseduto da un fantasma ed era proprio il suo Brad?
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  9. .
    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan

    Che stesse tamburellando con il piede in terra al ritmo di una musica che solo lei poteva sentire nella sua mente o perché fremeva dalla voglia di scoprire qualcosa, il fatto era che stare ferma non era mai stata una prerogativa della Kennegan. La proprietaria del Ghirigoro si era ritrovata a fare avanti e indietro nel bilocale del numero ventitré arrivando a misturare l’esatto metratura… no era negata per queste cose ma era piccolo, molto piccolo. Troppo piccolo per poter contenere il senso di ansia che la giovane strega provava. McNeal era ancora posseduto da un fantasma e il fatto che nessuno dei suoi tentativi per esorcizzarlo fosse riuscito - quel giorno aveva disposto del sale sulla porta del bagno, ma lui era passato attraverso come se nulla fosse- la rendeva particolarmente intrattabile. Per giunta viveva con la persona che più di tutte era esperta nell’arte della Difesa Contro le Arti Oscure ma che, ironia della sorte, era diventata vittima dell’essere che doveva sconfiggere. Come aveva fatto un mago tanto esperto a farsi prendere in contropiede non se lo spiegava, ma avrebbe avuto modo di parlarne con il McNeal. Doveva affrontarlo e non poteva farlo in pubblico, come inizialmente aveva pianificato per la sua incolumità, perché non poteva rovinare la reputazione del docente. Sotto uno dei cuscini del divano aveva nascosto la sua mazza da battitore e sapeva che nel primo armadio accanto al bagno era riposta quella del McNeal, non si sapeva mai. La bacchetta ebano era a portata di mano, in modo da essere sfoderata con un solo gesto fluido se avesse dovuto attaccare, che per lei restava la migliore difesa. Scattò sull’attento quando il mago tornò a casa: era pronto ad affrontarlo, a chiedergli a muso duro chi fosse e cosa volesse dal McNeal ma lui giocò d’anticipo. Guardinga, con il cuore che le martellava nel petto - la paura che stesse per cacciarla di casa o rivelarle un tradimento tornarono ad affiorare nei suoi pensieri come lame aguzze e dolorose- si accomodò sul divano, dal lato dove aveva nascosto la sua mazza da battitore. Era come se avesse un legame con quell’oggetto anche se non lo vedeva era consapevole della sua presenza è questo in qualche modo la calmava, anche perché poteva in ogni caso spaccarla sulla testa del docente se solo avesse rivelato che c’era un’altra strega. Quello che uscì dalle labbra del mago la lasciò… perplessa. Il discorso del Distillato Soporifero, di cui ricordava un frammento di conversazione nei giorni precedenti, e del cioccolatino sulla panchina. << E non c’entra nulla la Stamberga Strillante?- domandò allungandosi verso il ragazzo, cercando il contatto fisico con le sue mani - Credevo… credevo che ti avesse posseduto un fantasma!>> vomitò fuori tutto d’un fiato, soffiando fuori le preoccupazioni che avevano agitato il suo cuore come un mare in tempesta, gettando le braccia al collo di Brad e riempiendolo di baci. Si sentiva una sciocca per aver creduto alla possessione - e gli intrugli che aveva fatto bere al povero mago!- quando una specie di avvelenamento era poi credibile.

    Con il cuore più leggero, stringendosi forte al braccio del docente di Difesa Contro le Arti Oscure si lascio guidare per le vie di Hogsmeade a ritirare, come era ormai da tradizione, il premio del giorno al Calendario dell’Avvento.
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    Regalo Calendario dell’Avvento: 1
    • 1d2
      1
    • Inviato il
      19/12/2022, 22:04
      James Kennegan
  10. .

    TEAM SNOWMEN
    BATTITORE
    ☞ COMET AVALANCHE
    << Al mio segnale, scatenate l’inVerno>> decretò con voce carica di pathos, di quella energia che aveva messo negli spogliatoi per incoraggiare i suoi compagni di squadra il Capitando degli Snowmen. Uscirono nel campo accompagnati dal ruggito dei tifosi, accaniti anche nel giorno di Natale. Comet Avalanche era estremamente competitiva, non le importava che si trattasse di una partita benefica o che fosse il venticinque dicembre, se avesse avuto l’opportunità di spaccare le ossa di qualcuno l’avrebbe colta senza alcuna remora. Appena sopra il naso di carota le sue iridi scure passarono in rassegna ognuno dei suoi giocatori, per verificare che il dispiegamento fosse soddisfacente, e ciascuno degli avversari, questa volta per fiutare chi aveva paura e chi invece era solido e concentrato. Come uno squalo che fiuta il sangue a kilometri di distanza, il campo da Quidditch era il suo campo e i bolidi le sue armi predilette, quasi più micidiali dello schioccare di una tenaglia a trecentocinquanta denti.

    Uragano Kennegan Valanga Comet non ci aveva impiegato tanto, nonostante la fitta nevicata che riduceva drasticamente la visibilità, a individuare un bolide. In sella alla sua scopa aveva fatto leva sugli addominali laterali per darsi un vigoroso colpo di reni, appiattendosi in assetto aerodinamico sul manico ligneo per poter sfrecciare rapidamente verso la sfera nera che aveva avvistato poco sopra la testa dei Cacciatori che si giocavano la contesa iniziale, vinta poi dai loro avversari. Proprio quando la scarlatta era finita nelle mani di Pepper Minstix, il Capitano era arrivato con la mazza tesa a sferrare un potente colpo con la mancina, scagliando il bolide alla volta della Cacciatrice in possesso palla. Tuttavia non aveva tenuto in considerazione che la neve non solo riduceva la visibilità ma anche l’attrito - e quindi anche la precisione di direzione- della mazza sulla sfera. Aveva dovuto assistere a un colpo molto forte che però aveva spazzato il bolide dall’altro lato del campo, rendendolo inutilizzabile da tutti. Dopo pochi istanti la testa della Snowmen si era voltata al suono di un bolide ribattuto con forza da Shinny Upatree, Capitano avversari che costituiva di fatto la sua più grande minaccia in campo, ma anche lui aveva dovuto sottostare alla legge delle fisica e il suo colpo era stato pessimo e mal direzionato.

    Nervosa come un lupo digiuno, aveva iniziato a sorvolare in ampi cerchi il campo da gioco, ricordando un’avvoltoio che si appresta a calare sulla sua vittima. Non le piaceva quella situazione di fissità e il gioco al di sotto non era progredito particolarmente. In una serie di avanti ed indietro i Cacciatori restavano fermi in centro campo, bloccati ora dalla difesa di una squadra ora da quella dell’altra.Lo sguardo della Avalanche non perdeva un solo colpo, scrutando con attenzione il cielo e scandagliando dietro a ogni fiocco bianco la minima traccia di ombra scura. Lo percepì prima ancora che vederlo, come il richiamo di un’antica musica che parlava alla sua anima. Era istinto, sapientemente affinato in anni e anni di allenamenti. Era nel suo naturale elemento. Una torsione del corpo avrebbe fatto ruotare la scopa dirigendone la punta del manico altrove, lontano dal punto della metà campo dove stava avvenendo l’azione interessante per quanto riguardava la Pluffa. Eccolo! Il bastardo stava volando, probabilmente ancora stordito da uno dei colpi micidiali ma privi di precisione ricevuto in precedenza, in cerchi concentrici appena sopra gli anelli degli Elves. Avrebbe richiamato l’attenzione di Jon Snow, che pure non sapeva niente ma di Quidditch molto, e gli avrebbe indicato quello che aveva avvisato. Appiattita sul manico di scopa per sfruttare al massimo l’accelerazione della stessa, sarebbe piombata sul bolide reggendo con entrambe le mani la mazza. Avrebbe atteso l’arrivo del compagno, pochi istanti dopo di lei, e si sarebbero coordinati per un colpo congiunto sul bolide. << Uno- Questa volta avrebbe fatto compiere agli avambracci un movimento circolare che avrebbe spazzato l’aria accanto al suo busto, movimento a specchio del compagno - Due - ruotando il busto sulla scopa e mantenendosi in equilibrio sulla stessa solo con la forza delle sue cosce, ampliandone la potenza dell’impatto grazie ai muscoli dorsali e addominali e lasciando il bolide alla sua sinistra e alla destra di Snow - Tre!>> avrebbero terminato il movimento con la mazza ad impattare sulla sfera scura, mantenendo il polso rigido per angolare esattamente dove desiderava il colpo. Bushy Evergreen era il nome che aveva dichiarato in precedenza all’altro battitore come bersaglio, il Cacciatore aveva ormai una X che ne contrassegnava la schiena. Se fosse stato disarcionato avrebbe aperto uno squarcio interessante nella difesa dei suoi avversari, che in inferiorità numerica avrebbero avuto certamente maggiori difficoltà a contrastare l’avanzata dei Cacciatori.


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      18/12/2022, 23:55
      James Kennegan
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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan


    Rigirandosi nel letto aveva cercato di abbracciare il McNeal, ma si era scontrata con qualcosa di morbido e pieno di piume. Aveva aperto con attenzione un’occhio, preparandosi al peggio: avrebbe potuto accettare che il docente di Difesa Contro le Arti Oscure fosse posseduto da un fantasma ma mai sarebbe riuscito a passare sopra la fatto che fosse diventato un uccello. L’ala sbattè per liberarsi dalla mano della Kennegan che ora aveva trovato gli occhi e aveva scoperto che il gufo della Gazzetta era entrato in camera loro per consegnare la posta del giorno. Rigriel aveva dimenticato la porta della loro camera aperta - doveva essere passato a vedere se erano svegli o se volessero la colazione - e così il volatile era entrato. Lo mandò via con un gesto affrettato della mano, sfidando un acuto pigolio che però non parve arrivare, mentre lei si rituffava nel piumone caldo, portandosi dietro la solita cascata bionda di capelli che puntualmente spargeva sul cuscino e sul McNeal. Aveva scoperto poi, alcuni minuti più tardi che potevano essere una mezz’ora, che si era sdraiata sopra al numero della domenica de “La Gazzetta del Profeta”. Il CapoCasa di Corvonero - si noti attentamente la casa per comprendere appieno il seguito - lo adorava per via del complicatissimo cruciverba di tale Magdalen Bianca Bell, che a quanto pare riuscivano a risolvere lui e pochi altri figli di Cosetta, mentre lei si dedicava alla lettura della pagina sportiva. Ci si era rotolata sopra e aveva spiegazzato il giornale, mentre cercava di tirarlo fuori da sotto il suo corpo - e ancor del vero anche di un braccio del mago- notò con orrore le temperature previste di quel giorno. Neve al mattino e temperature sotto lo zero per il resto del giorno. Rabbrividì: nulla al mondo l’avrebbe sottratta al calore del loro piumone in doppio rivestimento di piume. Non proprio nulla al mondo, solo la proposta di una cena ai Tre Manici di Scopa e un giro al solito Calendario dell’Avvento qualche ora più tardi avevano fatto della Kennegan una persona presentabile in pubblico, vestita di innumerevoli strati per restare al caldo, ma pettinata e con un filo di trucco a incorniciare lo sguardo di smeraldo.

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    << Riiiiiigriel>> La voce della Kennegan esplose all’interno del numero ventitré con il fragore di una bomba che deflagrava, mentre la proprietaria della leggiadra voce ruzzolava giù dalle scale del piano superiore per arrivare velocemente in cucina, dove sapeva esserci l’elfo domestico. << Abbiamo del sale? Sale grosso per l’esattezza - leggeva una lista da un foglio di pergamena che aveva visto decisamente giorni migliori - macchie d’inchiostro, strappato sui bordi e appallottolato e spiegazzato- e non sembrava provenire da un libro di cucina ma da una discarica - e poi mi serve dell’acqua e dei fiori di papavero freschi e tagliati a pezzettini. Non è stagione lo so, ma puoi fare qualcosa? E poi della noce moscate e del miele.>> decantò, sgranocchiando un biscotto che aveva trovato vagare sul bancone della cucina. Il povero Rigriel era particolarmente sconcertato dalla ricetta insolita della Kennegan ma lei aveva il suo piano ben in mente. E così doveva avere tutto il necessario per esorcizzare il fantasma via dal corpo di McNeal.

    Lanciò per la quinta volta nell’ultimo minuto un’occhiata traversa al mago. Stavano passeggiando mano nella mano per le vie di Hogsmeade, era un piacevole sabato di shopping e di un pallido sole che le aveva dato il coraggio di uscire di casa senza la spessa sciarpa, e non sembravano esserci stati cambiamenti. Con una parlantina degna di un oratore del Wizengamot era riuscita a convincere il docente di Difesa Contro le Arti Oscure a bere l’intruglio fatto con quegli ingredienti che aveva chiesto all’elfo domestico di procurargli, ma a parte smorfie schifate e il tentativo di apparire offesa per non essere stata apprezzata come cuoca, non era successo nulla. Si sarebbe aspettata più dramma da questo rituale teste che giravano su se stesse e fumo, ma non avvenne assolutamente nulla. Insomma faceva molto più casino lei quando si spogliava, spargendo vestiti in giro per casa. Forse non era così immediato e per tutto il giorno aveva cercato di controllare se c’erano stati cambiamenti. Ma arrivati a Hogsmeade, anche dopo che erano passati a prendere il regalo del giorno al Calendario dell’Avvento nella piazza principale, non era ancora successo nulla di insolito.

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    Non aveva avuto coraggio, il giorno precedente durante la loro passeggiata ad Hogsmeade, di affrontare il fantasma-McNeal. Una piccola parte dell’irlandese sperava di essersi sbagliata sul suo conto, perché essere posseduti da un fantasma doveva essere una cosa decisamente poco piacevole. Non riusciva a immaginare di muovere un’incantesimo contro il mago - anche perché posseduto o no, restava il docente di Difesa Contro le Arti Oscure di Hogwarts e per quanto potesse essere abile e giocarsi l’effetto sorpresa non era proprio certa di potergli tenere testa… in effetti avrebbe dovuto optare per tramortirlo con la mazza da battitore- per il quale provava dei sentimenti tanto profondi da iniziare a pensare a casa non come un luogo fisico, non solo come al numero ventitré di Main Street, ma a ovunque si trovasse a una persona. Perché sotto sotto, la Kennegan avrebbe potuto anche considerare l’idea di seguirlo a Hogwarts, magari proponendosi per un ruolo di poco conto, se solo il ragazzo glielo avesse chiesto. E infondo detestava dormire da sola, ormai era così abituata a sentire il calore costante emanato dal suo corpo la notte accompagnato dal respiro profondo e regolare, che non riusciva più a farne a meno. Pochi giorni lontani e già ne sentiva la mancanza. E anche se si erano visti tutti i giorni quella settimana, gli mancava il suo Brad.

    Aveva deciso di accantonare ogni tentativo bellico anche quella sera, dopo essere passati al calendario dell’Avvento ed essersi fermati ai Tre Manici di Scopa per la cena erano tornati a casa più spensierati che mai. O almeno la Kennegan. Ma forse era stata tutta colpa di qualche bicchiere di troppo di Vino Birichino, che l’aveva resa troppo su di giri, tanto che aveva infastidito e importunato - in modi che sarebbe meglio non usare davanti ai minorenni- il McNeal. Forse poteva chiedergli se era un fantasma domani…


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    James Kennegan


    << I fantasmi di Hogwarts sono sempre… socievoli, vero? A parte il Barone, che è un po’ scorbutico ma se gli porti della menta lo calmerai…Dicevo, sono fantasmi educati, no?>>
    Ghirigoro. Ore le quattordici circa.
    Avrebbe dovuto essere a casa da mezz’ora almeno: il suo turno era finito e Max, che non era mai stata in ritardo per più di dieci minuti, era stata puntualissima per sostituirla. Ma la Kennegan in quei giorni era agitata, lo era da quando si era accorta che Brad McNeal era strano, freddo e distante. Forse si era stufato di lei e poteva anche essere perché era consapevole che la convivenza con James non era una cosa semplice - solo nell’ultima settimana aveva dato via a un principio d’incendio, lo aveva svegliato di notte per un incubo e quotidianamente lo costringeva ad accompagnarla al Calendario dell’Avvento di Hogsmeade, pur sapendo di stare con un vero e proprio Grinch che probabilmente non avrebbe nemmeno addobbato casa o, peggio, nemmeno fatto l’albero di Natale - ma non riusciva proprio a capacitarsi che una cosa tanto grave potesse venire alla luce di colpo e che per giunta venisse sfrattata di casa proprio sotto Natale. A Gennaio avrebbe potuto accettarlo, ma non con il Natale vicino. L’irlandese viveva con la sciocca convinzione che nulla di male potesse accadere nel mese di Dicembre, come se le cattive notizie fossero obbligate a fermarsi, ad essere necessariamente posticipate per non intralciare lo spirito delle feste. Deliberatamente aveva aspettato che arrivasse la studentessa, voleva informazioni fresche sui fantasmi: ci aveva pensato su tutta la notte e non vedeva altra soluzione logica che non fosse quella di credere che il docente fosse stato posseduto. Poteva essere accaduto ad Hogwarts, da qui la domanda sui fantasmi che aveva rivolto alla commessa, ma era più probabile che fosse capitato quando erano stati nella Stamberga Strillante. Non si era accorta di nulla, non aveva percepito freddo o strane scariche elettriche sulla pelle, non aveva sentito odore di zolfo o cose del genere - tutte informazioni che aveva ricavato da alcuni volumi sui fantasmi, anche se arrivavano da un libro poco apprezzato dalla critica come “Winchester: storie dalla famiglia di Ghostbusters più famose del Kansas.” - però poteva essere troppo distratta dalla sua euforia di trovarsi in un luogo considerato proibito e notoriamente infestato.

    Aveva fatto avanti e indietro per il salotto di casa così tante volte che si stupida di non aver lasciato un solco sul parquet di legno. I pensieri frullavano come vortici temporaleschi nella mente della Kennegan, non le davano tregua e faticava a restare ferma. Aveva esposto la sua teoria a Rigriel, pregandolo di non dire nulla a Brad: non voleva avere un fantasma arrabbiato per casa. L’elfo domestico era stato concorde nel trovare sospetti alcuni comportamenti del padrone, ma non sembrava essere troppo convinto circa la possessione. Non aveva confessato quale fosse nel profondo del suo cuore la cosa che temeva di più: la loro relazione, mai definita da un’etichetta precisa, era giunta al capolinea e lei stava per diventare una senzatetto. Nel periodo di Natale, per giunta!
    Si ricompose quando l’uomo tornò a casa, agitata ma cercando di assumere un comportamento che potesse sembrare quantomeno normale, avrebbe aspettato che fossero a Hogsmeade - lontano da casa e vicino alla Stamberga dover avrebbe fatto ritornare il fantasma che stava provando a rubare il suo Brad - per affrontarlo, dopo aver ritirato il regalo del giorno ed essersi allontanati dal centro della piazza.
    << Facciamo una passeggiata>> Avrebbe proposto con tono vago alla domanda del McNeal. Non voleva corre rischi di reazioni avverse, sotto al pesante mantello invernale riusciva a percepire l’esatta posizione della sua bacchetta magica, pronta a servirsene se le fosse stato necessario.

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    James Kennegan


    Ci fosse stato un drago sputafuoco sulla sommità della Gringotts - per quanto potesse sembrare impossibile- James Kennegan probabilmente non se ne sarebbe accorta, troppo assorta nel suo mondo per realizzare questo elemento di dissonanza con il solito, orami familiare, paesaggio di Diagon Alley. Sua nonna era solita dirle che aveva la testa che era troppo abituata a volare alta sopra le torrette dello stadio da Quidditch per accorgersi delle cose terrene. Poteva anche essere una sbadata, ma certe cose, quando riguardavano le persone a cui teneva, le notava eccome. Brad McNeal era strano, e non uno strano carino e dolce, ma del tipo inquietante. Era particolarmente silenzioso, sebbene fosse solitamente lei quella che faceva rumore in casa, era davvero particolarmente taciturno. Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Con lo sguardo aveva cercato quello di Rigriel, non avevano più intentato esperimenti culinari e la casa era a posto, ma aveva trovato la stessa confusione che regnava nel suo. Quando erano andati a Hogsmeade aveva provato a intavolare una discussione su questi spazzacamini, ma era stata subito chiusa con una frase lapidaria del docente di Difesa Contro le Arti Oscure.

    Si era rigirata nel letto tutta notte, le iridi di smeraldo nel buio della loro camera avevano cercato il profilo del compagno per cercare segni di turbamento. Non ne aveva trovati ma per buona parte di quello che restava prima del sorgere del sole era rimasta con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto. Un senso di oppressione le premeva sul cuore, facendo fatica a trattenere le lacrime: eccoci, si era stufato dei suoi eccessi e delle sue sbadataggini. Erano arrivati i primi raggi del sole e la Kennegan era sgusciata velocemente dal letto, infilandosi in bagno. Aveva armeggiato con cose che non le competevano correttori e fondotinta e altri trucchi che aveva accumulato nel corso degli anni - regali di parenti e di qualche sponsor, ma che non aveva mai realmente usato - nel tentativo di cancellare i profondi segni violacei sotto gli occhi. Aveva origliato McNeal farsi un discorso allo specchio, ma non aveva capito riguardo a cosa: aveva soltanto sentito dire che era un qualcosa senza perdono e questo aveva fatto allontanare dalla porta la bionda come se fosse stata scottata. Non aveva toccato nulla della deliziosa colazione a base di pancake preparata dall’elfo domestico, a cui aveva rivolto un triste sorriso. Ormai era convinta che non le sarebbe stato concesso di restare al numero ventitré di Main Street per molti altri giorni. Si era buttata nel lavoro con tanta concentrazione per scacciare i suoi brutti pensieri che aveva finito per fare anche le cose che aveva sempre rimandato. Il Ghirigoro aveva un magazzino perfettamente ordinato, un retrobottega tirato a lucido, il registro di cassa aveva i conti tirati insieme allo zellino e persino le tempere vecchie e secche erano state rimosse.
    Tornò a casa con mille e più pensieri, ragionando su cosa potesse essere successo a Brad McNeal. Forse si era invaghito di qualche mora collega a Hogwarts? O era quella Christelle che forniva le saggine dei manici di scopa? Non poteva credere che fosse possibile un tradimento ma tutto quel parlare del non aver perdono quando lei non era in camera. Eppure era troppo strano, successo in maniera troppo repentina. Ci arrivò quando sentì la serratura girare, annunciando il ritorno del mago. La Stamberga Strillante. Eccolo l’evento scatenante che aveva cambiato in maniera così drastica l’umore del McNeal: quello non era Brad McNeal! Aveva letto - sempre di giorno, in una fascia che considerava protetta per evitare incubi di qualsiasi sorta- che i fantasmi possono impossessarsi delle persone, fargli avere comportamenti strani… Lo osservò di sottecchi per tutta la sera, erano andati a Hogsmeade come sempre a ritirare il regalo di quel giorno, cercando segni di cedimento, ulteriori prove della possessione.
    << Distillato Soporifero?- ripetè ragionandoci su. Era ovvio che lo avesse preparato durante qualche lezione di pozioni, lei era molto brava nelle parti pratiche un po’ meno con conti ed equazioni teoriche, quindi era sicura che lo avesse preparato e anche con una buona percentuale di successo ma non poteva dare a meno di chiedersi dei il fantasma Brad non meditasse di farla addormentare - Oh, sono piuttosto sicura di sì! Penso sia al terzo, forse quarto anno… e comunque ci sono molti antidoti che lo contrastano, in realtà è meno efficace di quello che sembra>> aveva aggiunto con aria di chi preparava pozioni tutti i giorni, ma non ne aveva assolutamente alcun ricordo. A stento ricorda in cosa consisteva il premio del calendario dell’avvento di due giorni fa e sapeva di aver mangiato pizza a pranzo perché non ne aveva ancora avuto voglia quella sera, figurarsi se si ricordava cose dei tempi della scuola. Ma sospettava che la sua vita fosse in pericolo, doveva mettere in guardia l’Elfo Domestico, avrebbe controllato al Ghirigoro qualche libro che potesse aiutarla sull’argomento e magari avrebbe chiesto a Max. E doveva contattare qualcuno che si occupasse di acchippare i fantasmi.
    Tananana na na naaaaaaa, tananananana! Tananana nanaaaa!


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