Affascinata era rimasta a rimirare il meraviglioso congegno sotto forma di segnalibro che la docente Melania Mars aveva già regalato loro alcune lezioni prima. Era stata molto contenta, lei amante dei libri, del regalo ricevuto, anche perchè per qualcuno come lei è davvero il pensiero che conta. Ne aveva parlato per diverso tempo, lo usava unicamente per il libro di Pozioni e questo le aveva permesso di appassionarsi a una materia che non sentiva molto nelle sue corde. I Loovegood hanno sempre avuto la reputazione di essere dei pasticiconi, maldestri ed eccentrici, erano più le esplosioni che aveva sentito durante tutto l'anno nella sua casa di famiglia che non il numero di botti, detti anche "fuochi d'artificio" dai babbani, che erano sparati durante l'ultimo dell'anno. Insomma, era una materia troppo scientifica e precisa per entrare nelle sue corde. Ma Pandora era un po' atipica anche come Loovegood, quindi si appassionava spesso di cose che sembravano non essere fatte per lei. Almeno inizialmente.
Quando quella mattina il segnalibro aveva preso vita, svegliandola e recapitandole il messaggio della Mars, ne era stata ancora più entusiasta e con maggiore curiosità aveva raggiunto il punto d'incontro prestabilito.
"Buongiorno professoressa" fece eco con tutti gli altri suoi compagni che già vi erano arrivati.

Era arrivata con entusiasmo nell'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, quasi non si era accorta delle scale che aveva fatto per arrivare fino all'aula e di solito non amava particolarmente l'attività sportiva. Con cura quasi maniacale aveva disposto il libro di testo e tutto l'occorrente per prendere appunti. Aveva poi intrapreso un'amabile conversazione con Alexandra, una Tassorosso che era seduta accanto a lei, su quale fiore giallo fosse migliore: una favoriva i girasoli per la loro vivacità, mentre Pandora sosteneva che i maggiociondoli non avessero paragoni in fatto di eleganza. Nessuna delle due ebbe la meglio sull'altra perchè entrò il professore in aula. Era sempre molto elegante e a lei piaceva molto il modo in cui si comportava con i suoi studenti, con passione e dedizione, sempre molto gentile e disponibile. "Buongiorno professore" si unì al coro dei saluti che piovevano da ogni lato dell'aula. Si, era il professore preferito da molti.

Il dramma di quella mattina in Sala Comune di Tassorosso era stato offerto da una ragazza del primo anno, una certa Milly, che stava piangendo disperata dopo aver ricevuto una strillettera da parte dei suoi genitori per alcune pessime valutazioni ottenute, in non si capisce quale materia, e che avevano gettato la povera Tassorosso nello sconforto più totale. Pandora stava cercando di ritagliare alcune ghirlande a tema natalizio da appendere nella Sala Comune, a beneficio di tutti, magari regalandone alcune anche agli elfi domestici che ogni sera portavano qualche biscotto avanzato dalla colazione e dalla merenda. Gli elfi domestici erano dei vicini fantastici e Pandora aspettava sempre che entrassero a salutarli o a portar loro qualcosa dalle cucine, le sembrava giusto ripagarli di questa grande gentilezza. Nessuna parola di conforto, nessun tentativo di spiegarle che i suoi genitori avevano degli obiettivi onorevoli ma quelli non erano i modi, nessun biscotto a forma di pupazzo di neve, niente aveva calmato Milly. Pandora Lovegood aveva provato a portare un po' di conforto offrendole la prima ghirlanda che aveva completato, ma non riusciva ad aiutarla più di così perchè, anche se molto empatica, non aveva mai dovuto affrontare questioni come questa. La famiglia Lovegood, tra le altre stranezze, non aveva mai fatto molta attenzione ai voti scolastici, alla coppa delle case e ai punti. Pandora era una ragazza molto studiosa, le piaceva leggere e la sua naturale curiosità la rendeva una buona studentessa, i suoi genitori si complimentavano spesso e ampiamente con lei, ma lo avrebbero fatto anche se avesse raccolto margherite in un prato per perseguire quello che le piaceva. Certe volte, era ipocrita forse da dire, invidiava quelle persone come Milly, con rigidi genitori che pretendevano risultati. Quella mattina la sua lezione era Difesa Contro le Arti Oscure insegnate dal professore McNeal, uno dei docenti che preferiva, era molto attento a loro studenti e molto preciso nelle spiegazioni. "Buongiorno professore" aveva salutato dalla terza fila, non troppo indietro, ma una schiera di Corvonero e Serpeverde aveva già occupato i posti migliori, quando il professore era entrato in aula dando inizio alla lezione. nei suoi appunti aveva disegnato un Imp e un Doxy ai lati degli appunti che aveva ripreso riguardo le creature, inserendo poi alcuni dettagli, peculiarità e differenze. Non aveva risposto alle domande teoriche, le piaceva apprendere le cose sul libro, ma non era molto portata a lanciarsi nel vuoto azzardando risposte, ma si trovò a complimentarsi con le due Corvonero che avevano guadagnato i 30 punti. "Pandora Lovegood di Tassorosso, professore, vorrei fare l'esercitazione pratica." non ambiva a mettersi in mostra, anche se non le sarebbe spiaciuto guadagnare alcuni punti e il favore del professore, ci teneva ad andare bene, ma al pensiero di Milly e del suo volto rigato di lacrime voleva fare qualcosa per portare più in alto la clessidra dei Tassorosso. Aveva chiesto di partecipare alla pratica, provando il lancio dell'incantesimo Flipendo che serviva a difendersi dagli attacchi degli animali appena studiati. Si era messa in piedi nell'aula, aveva assunto una buona postura e aveva visualizzato il bersaglio che aveva davanti. Doveva concentrarsi per colpirlo e farlo spedire all'indietro, come effetto del lancio del suo incantesimo. Rivolse la punta della bacchetta di corniolo verso il bersaglio e tracciò in aria una V con una onda in alto sull'estremità destra. "Flipendo!!" esclamò con voce decisa.

In casa Loovegood l'economia non era mai stata presa in considerazione. I soldi e le questioni meramente materiali non era una cosa che apparteneva a questa famiglia, e le loro ristrettezze economiche lo dimostravano. Erano degli esteti, artisti e giocolieri, compravano quello che gli piaceva non per utilità ma per bellezza. Pandora rimase un attimo interdetta alla proposta della commessa, capendoci poco di sconti, ma comprendendo che avrebbe risparmiato molti galoeni. I libri erano belli ma non belli quanto un vestito nuovo. Sorrise. "Quindi paga Hogwarts il resto, giusto?"domandò insicura di aver compreso davvero cosa dicesse Max, la ragazza che la stava servendo "Vorrei attivare il prestito studentesco, se puoi dirmi il nuovo totale..." decise poi dopo aver compreso bene di cosa si trattava, con i galeoni pronti in mano per pagare il nuovo, più basso, totale.

Era cresciuta a pane e arte, i suoi genitori avevano sempre avuto gusti molto eclettici e avevano sempre cercato di trasmettere alla figlia passione e talento. La pittura era indubbiamente la forma di arte che maggiormente la appassionava e dove aveva più talento, ma non aveva tralasciato la musica, sia nel canto che nel suonare uno strumento, e si era cimentata anche in alcune di quelle arti che sono considerate minori. Il suo excursus nella ceramica e nello scalpello era stato breve e intenso, le sue abilità di incidere o di usare un pirografavo erano piuttosto scarse, e l’arte culinaria era troppo vicina alla pozionistica per poter essere apprezzata dalla Loovegood, ma tuttavia ne comprendeva il fascino. Aveva visto sgorgare arte nei luoghi più impensabili, dai muri griffati di periferia agli artisti di strada, nelle forme più assurde di quella arte contemporanea fatta di oggetti anticonformisti e ,anche se apprezzava di più un quadro di Van Gogh, ne apprezzava il fascino. Ma se questa Sfinge era una specie di artista che cercava di attirare l’attenzione del pubblico e della critica con un installazione nella Sala Grande non poteva che condannare il vandalismo e la distruzione mascherati da forma d’arte. Le eleganti ampolle di vetro che toglievano e aggiungevano gemme erano già di perse una forma squisita di arte, distruggerle non poteva che arrecare danno e dispiacere a un anima sensibile come quella della Tassorosso. Provare rabbia non era nel suo carattere, ma ricercare una forma di comprensione per quel gesto era quanto di più meritasse chiunque era artefice di questa devastazione. Una studentessa, aveva dei tratti squisitamente stranieri, mai vista prima e di un’intelligenza acuta aveva iniziato a ragionare sulla questione delle gemme e sul enigma che si nascondeva nelle parole scritte sul muro. Il viola era quello che doveva essere cercato. Annuí con entusiasmo alla sua osservazione su zaffiri e rubini, su rosso e blu.
”È esattamente così! Per fare il viola serve il rosso e il blu.” si avvicinò prendendo due gemme che erano una blu e una rossa e le sovrappose tra di loro per cercare di scoprire se diventasse viola la loro sovrapposizione “Posso avere un po’ di luce per vedere meglio?” domandò guardandosi in giro per richiedere un aiuto. C’era una ragazza dai capelli rossi che aveva un bel fascio di luce che spuntava dalla sua bacchetta e magari poteva rivolgerlo momentaneamente su di loro o qualcuno poteva seguirla ed eseguire un Lumos.

Pandora Loovegood poteva dire genuinamente che adorava Halloween. Dolcetti, scherzetti, ancora dolcetti. E i costumi! Adorava l’idea di poter tirare fuori dal suo armadio metri di tulle, boa con le piume, mantelli e persino maschere. Aveva tutto. Qualunque cosa fosse stata utile per Halloween, per il Carnevale di Rio, o per una festa di travestiti e Drag Queen si trovava ora riverso sul letto disfatto del suo dormitorio. Si era anche offerta, era nel suo spirito farlo, di prestare qualunque cosa a chiunque glielo avesse chiesto, insomma voleva fare per tutti un costume che rendesse loro un Halloween speciale. C’era però questa oscura questione del volantino, non capiva se era stata la sola a riceverlo, se si trattava di una minaccia o se, come sospettava, si trattasse di qualche timidone che non sapeva chiedere aiuto per Halloween. Certo era un po’ tardino le ventitré, era anche vero che la giovane Loovegood soffriva di insonnia e non le importavano le regole. Avvolta in uno sgargiante boa arancione, con un vestito turchese e dei collant rosa, sneakers rosse all’ultima moda babbana, era uscita dalla sua Sala Comune con passo felpato, quasi saltellando nei corridoi del castello di Hogwarts. La distanza tra la Sala Grande e la Sala Comune di Tassorosso era davvero esigua e in un paio di balzi si trovò in una inedita versione notturna della stanza. La Sala era completamente affollata, un sacco di ragazzi erano presenti nella stanza e quasi tutti erano vestiti per Halloween. Pandora squittì con entusiasmo, elettrizzata dalla situazione nella quale si trovava. Profondamente entusiasta della vita, non sospettava minimamente che potesse trattarsi di una trappola o di un losco piano di questa Sfinge. Era ancora profondamente convinta che questa persona avesse solo bisogno di amici e forse di una cioccolata calda. Però le clessidre dei punti erano andate distrutte, completamente. Questo fatto la rendeva profondamente triste, perché era convinta che si potesse festeggiare anche senza distruggere le proprietà della scuola.
”Pandora Loovegood, posso esservi utile?” domandò a un nutrito gruppo di persone riunite intorno alle gemme riversate a terra e alla scritta che capeggiava sul muro, che secondo lei faceva solo parte della scenografia per la festa.

Di tutti i luoghi di Hogwarts, affascinanti e con una storia interessante a modo loro, la Sala Trofei era sicuramente il meno preferito della Lovegood. Detestava quel orgoglio smisurati messo in mostra con placche e trofei d’oro, per sempre incisi con i nomi dei vanitosi che le avevano conquistate. Non era invidiosa del successo altrui, era semplicemente infastidita da tutto quel pomposo sfavillio di oro e argento, di persone che solo perché erano riuscite a incidere il loro nome su una targa si sentivano migliori di altri. Il cuore di un uomo non si misurava a peso d’oro, ma per il valore delle sue azioni, azioni pure e nobili che spesso non hanno nulla a che fare con un premio o un trofeo. Non credeva nella bontà di quelle persone, ma d’altro canto si sentiva colpevole nel tacciarle tutte come cattive soltanto perché avevano raggiunto un successo che meritasse una medaglia. Si era ripromessa di evitare pregiudizi e luoghi comuni, anche se non le stava riuscendo molto bene. Mancavano diverse ore allo scattare del coprifuoco, le lezioni erano da poco iniziate e lei era perfettamente in pari con tutto, persino con i compiti scolastici. Aveva approfittato di quel tempo libero, sapeva che la pacchia sarebbe durata poco, per fare qualcosa che non era compresa nel suo solito giro di Sala Comune o Grande e Biblioteca, spingendosi nella sala trofei, il posto che meno le piaceva di tutto il castello. Gli occhi di Pandora si posarono inevitabilmente sulla Coppa contenuta nella teca più grande e luminosa, la Coppa delle Case che lo scorso anno era stata vinta da Serpeverde, come i fiocchi verdi che pendevano ai lati delle orecchie di metallo suggerivano. Percepì una stretta al cuore per l’ultimo posto di Tassorosso, il senso si colpa sì acuti. Doveva fare meglio, impegnarsi di più, conquistare più punti. Per una volta sentí l’ambizione scorrere nelle sue vene e il suo stesso riflesso sul vetro le diede la nausea.

All'avvicinarsi di settembre, come ogni anno, la piccola di casa Lovegood fremeva per gli acquisti in vista di un nuovo anno scolastico. Anche se erano ormai passati diversi anni da quando era stata smistata nella casata di Tassorosso, alla quale era fiera di appartenere, il suo spirito da Corvonero e insopportabile secchiona so tutto io si faceva sentire con maggior irruenza in questo preciso periodo dell'anno. L'idea di poter immergersi in nuove conoscenze, studiare nuove nozioni magiche, erano per lei una fonte di grande trepidazione, ma poter quantificare in numero di pagine e libri che avrebbe dovuto assorbire e assimilare nel corso dell'anno scolastico imminente era una scossa di adrenalina equiparabile a poche altre cose nella sua vita. Approfittando di una domenica mattina nella quale la madre di Pandora si sarebbe recata da prendere del gelato da Florian, lei si sarebbe recata al Ghirigoro per acquistare l'elenco dei volumi per il nuovo anno scolastico appena ricevuto via gufo. Entrò nel negozio di libri, lasciando che il profumo di pergamene e pagine da sfogliare l'avvolgesse, lasciandosi cullare dall'immagine di poter annusare i libri freschi di stampa nelle notti di studio, stimolando il suo intelletto sopraffino. "Salve! Io vorrei acquistare i seguenti libri: "Le Forze Oscure: guida all’autodifesa" di Dante Tremante, il saggio “Scintille Nere” di Brad McNeal e "Animali Fantastici e Dove Trovarli" di Newt Scamander." Sorrise come se avesse lasciato una lettera di regali da ricevere da Babbo Natale.

Tra le braccia conserte reggeva qualla che era una discreta pila di libri: sul dorso di questi si potevano intravedere titoli come Forze Oscure, Guida al Giardinaggio, Storia di Elfi e Fate e quello che era a tutit gli effetti un album con scarabocchi, appunti e disegni di varia natura e genere. Pan adorava leggere, adorava scrivere e disegnare, sembrava essere naturalmente portata per le arti fatta eccezione che per quelle vocali e sonore, insomma qualunque cosa fosse legata alle canzoni. Euterpe, musa della musica, doveva aver avuto qualcosa a che ridire con la Lovegood, che aveva sempre sofferto di non potersi cimentare nel canto senza risultare stonata e sgraziata. Sentirla cantare era un evento piuttosto eccezionale, sopratutto perchè lo limitava alla doccia, ma da quando era a Hogwarts e condivideva il bagno con altre ragazze era diventato soltanto un momento serale nel quale cancellare la giornata senza alcun altro sollievo che non provenisse da acqua calda e sapone. Quando c'era la possibilità di trascorrere i pomeriggi in maniera differente dallo studio e dal fare i compiti, Pan era una studentessa diligente che cercava di restare sempre in pari e di non lasciare che questi si accumulassero per più giorni, così riusciva quasi sempre ad avere il weekend libero e anche una buona parte del pomeriggio prima che scendesse il tramonto e scattasse il coprifuoco per godersi le bellezze della natura che circondava il castello di Hogwarts. Anche in quel periodo di esami, mentre molti si preoccupavano e si disperavano per le verifiche di fine anno, era piuttosto tranquilla, anche per merito di una programmazione precisa e puntuale, una tabella nella quale aveva segnato pagine e materie da studiare, riuscendo persino a ritagliarsi del tempo per se stessa, per svagarsi e alleggerire la mente dal peso dei libri. Troppo tempo china sulla pergamena o sulle pagine impolverate della biblioteca rischiava di attirare i gorgosprizzi, avere una cultura di queste creature nel proprio cervello non era il massimo.
Aveva deciso di evitare questo rischio uscendo per una bella passeggiata al Lago Nero, con tutti i suoi libri sottobraccio, una matita infilata nei capelli per tenerli legati in una specie di coda, per aggiungere qualche altro scarabocchio al suo libro degli appunti. Un ragazzo, uno dai lineamenti eleganti e belli, aveva la faccia contratta per la concentrazione sul libro di Erbologia, che aveva riconosciuto dalla copertina. Si sedette non molto distante, non tanto vicino da sembrare una molestatrice, ma nemmeno troppo lontana da non poter ammirare quello sguardo crucciato, c'era un che di affascinante in quel livello di concentrazione. Sparse i suoi libri in giro per il prato, avvalendosi di Storia di Elfie e Fate per usarlo come appoggio per il suo blocco degli appunti. Sfilò la matita dai suoi capelli, che caddero sulle sue spalle, e iniziò un abbozzo che aveva tutta la linea della mandibola del ragazzo.
”Spero di non disturbarti, volevo solo sedermi e disegnare un po'...da qui la vista è perfetta. ” disse, senza distogliere lo sguardo dal suo esercizio artistico, non era brava a rompere il ghiaccio e a fare nuove conoscenze.

Pandora Loovegood camminava così velocemente per le vie di Diagon Alley che sembrava quasi che stesse levitando a mezz’aria. E in parte questo era vero perché il cuore della Tassorosso era leggero e entusiasta della nuova avvenuta che Hogwarts le offriva. Aveva tanto sentito parlare del castello magico, attraverso i racconti dei suoi genitori e ai libri che aveva letto a riguardo, ma nessuna frase scorta dai suoi occhi era stata in grado di catturare davvero la magia con la quale era imperniata la scuola. Soltanto ora, dopo lo smistamento e al primo weekend libero che aveva avuto si era diretta a Diagon Alley per poter acquistare i libri scolastici e qualche divisa di scorta, dopo che durante la prima lezione di pozione la sua si era macchiata irrimediabilmente e la manica dest tra ora puzzava di una strana sostanza. Lo sguardo della Tassorosso era entusiasta di ogni cosa sulla quale si possasse dentro al castello ma anche la recente indipendenza acquisita era qualcosa di piacevole e di nuovo per la piccola Lovegood. Pandora non aveva un nome facile da portare sulle spalle, ma la sua dolcezza e gentilezza aveva già fatto in modo che si fosse fatta alcune conoscenze, nessuna amicizia importante ancora. Per questo si trovava sola per le vie del centro, con la testa ancora al castello a pensare a quanti eventi emozionanti avesse già vissuto e quanti ricordi vi fossero ancora da creare. Tra tutti spiccava quello di poche settimane fa quando accompagnata con mamma era entrata da Ollivander.

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Ollivander era molto più grande di quanti si potesse immaginare da fuori, forse per via delle pile di bacchette che rendevano più opprimente e buio il negozio di quello che in realtà era, come poté constatare con i propri occhi mentre il campanello posto sulla sua testa continuava a suonare per annunciare il suo ingresso. Una parte di lei, una piccola parte timida, si sentiva sempre a disagio nel percepire gli occhi del negoziante o commesso su di lei, richiamati dallo scampanellio sopra la sua testa. Era come avere dei gorgosprizzi che ruotavano intorno alla sua testa, dentro e fuori dalle sue orecchie. Un’immagine insolita e che non si augurava di vedere allo specchio. ” Buongiorno, sono Pan, vorrei comperare la mia prima bacchetta magica”