Posts written by Theodore Skyfield

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    The Wlaza
    registro vendite Giugno



    Cliente: Sconosciuto
    Acquisto: LINK
    Merce Venduta: Suite 236
    Importo Speso: 120 Galeoni
    Proprietario: Theodore Skyfield

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    Theodore Skyfield
    Docente di Arti Oscure
    Per il bene superiore!


    Responsabilità. Impegno. Dedizione. Theodore Skyfield stava per cambiare vita. Un cambiamento non da poco, che quasi si avvicinava a diventare padre. Certo, non proprio padre a tutti gli effetti, visto che non si sarebbe trovato una neonata in casa o una bambina di pochi anni, bensì un'adolescente che già conosceva da qualche tempo e che sembrava abbastanza matura, quantomeno. Ma l'egoismo e la trascuratezza che riempivano le giornate del Docente di Ilvermorny dovevano essere rimossi. Certo, la ragazza non avrebbe passato tutto il tempo con lui fortunatamente, dato che sarebbe stata ad Hogwarts per la maggior parte del tempo, ma di certo non poteva lasciarla da sola a casa con il frigo vuoto e i pavimenti sporchi. Sarebbe diventato il tutore di Maxine per due anni, forse, con la speranza di ritrovare - vivo - il padre, attualmente scomparso. Sarebbe potuto essere suo tutore anche per più tempo, perché lasciare una ragazza appena maggiorenne da sola in un mondo adulto era da pazzi. E lui lo sapeva bene, visto che se n'era andato di casa dello Zio il giorno stesso in cui avrebbe dovuto spegnere le diciassette candeline. Non era stata facile per lui e, con un po' di tenerezza nel cuore, non avrebbe lasciato che un'orfana facesse la sua stessa vita di merda. Sicuramente avrebbe dovuto fare attenzione, perché fare ciò che faceva lui da solo era più facile, ma in due... Ogni collegamento a Grindelwald doveva essere nascosto nel migliore dei modi, la seconda bacchetta non doveva vedere la luce del sole in presenza della Lynch e nessuno dei suoi contatti avrebbe mai dovuto sapere l'ubicazione della nuova abitazione dello Skyfield e soprattutto la presenza della ragazza nella sua vita. Non gli importava se fossero stati loro a commettere l'omicidio, perché in quel caso sicuramente ci sarebbe stato un valido motivo, ma la Lynch non c'entrava nulla e non doveva essere toccata. La legge Rappaport era una legge che Grindelwald voleva abolire, almeno per ottenere ancora più consensi politici, e far fuori dei sostenitori poteva essere stata anche una mossa di propaganda. La ragazza, però, doveva starne fuori.
    Skyfield annuì, ormai consapevole del fatto che toccava a lui e che tirarsi indietro era impossibile. Wright aveva ragione, quella sarebbe stata una situazione temporanea che non gli sarebbe gravata poi chissà quanto. Se solo lo avesse saputo, si sarebbe di certo opposto più per l'incolumità di Maxine che per il peso sulle spalle del Professore. Era quasi metà anno scolastico. Theo e Max si sarebbero trasferiti in Inghilterra, sarebbero stati qualche giorno insieme e poi lei sarebbe andata ad Hogwarts, nel dormitorio di chissà quale casata e avrebbe visto il tutore, forse, insegnare qualche materia per poi tornare insieme l'estate successiva, sempre che Darren non fosse tornato prima. Non era poi così inquietante l'idea.
    Di certo, comunque, non era diventare tutore della Lynch che lo spaventava più di ogni altra cosa, quanto, invece, dire lei la verità su quanto accaduto quella sera a Ilvermorny. Trovare le parole per avvisare che una madre era venuta a mancare era una delle sfide più difficili che Skyfield avesse mai affrontato. Anche uccidere sarebbe stato più semplice per lui. Notevolmente più semplice. Quella sera stava per uccidere i sentimenti di una ragazzina, la stessa ragazzina che avrebbe poi dovuto portarsi con sé in Inghilterra e con la quale sarebbe stato nei mesi, forse anni, successivi. Ascoltò i consigli dell'Auror, ma Theodore era già certo di quale strada percorrere. Voleva dire la verità, nonostante fosse più facile mentire.
    "Non dico spesso bugie e credo che in questo caso, più che mai, sia necessaria l'onestà."
    Era piuttosto bravo a recitare, eppure quella volta la sua abilità non sarebbe servita.
    "Lo verrà a sapere e se, per caso, dovesse scoprire che io ho sempre saputo ciò che è successo, finirebbe per odiarmi. Potrei dare la colpa a voi Auror, potrei provare a nascondermi dietro un dito, ma soffrirebbe due volte. Credo che lasciarla col dubbio sia ancora peggio. Come ha detto lei, Maxine non è più una bambina. Certo, non è un'adulta, ma confido che riesca a superare lo sconvolgimento iniziale."
    Ci avrebbe messo giorni, settimane, mesi a superare tutte le fasi del lutto, ma come aveva detto Wright avrebbe subito cominciato una lenta elaborazione che l'avrebbe portata quantomeno ad accettarlo il prima possibile. Theo doveva solo trovare quindi le parole per dirle come stavano le cose, senza risultare troppo diretto, ma senza girarci intorno. Prenderla in giro l'avrebbe solo ferita di più e in quel momento lui stesso si sentiva triste per la ragazza.
    "Ci penso io a dirglielo, sì. Forse lei è più bravo con queste cose, più abituato, ma dovrà stare con me e preferisco che sia io a darle la notizia. Può ovviamente intervenire quando vuole per correggermi o per aiutarmi. Insomma, non mi capita tutti i giorni di diventare tutore di una ragazza che ha perso madre e padre in una sola sera."
    Theodore era agitato. Le mani gli tremavano visibilmente, ma per evitare che si notasse troppo Skyfield continuava a muoverle sulle ginocchia, come per scaldarsi. La sua mente era piena di pensieri, ma il flusso costante non gli permetteva di trovare qualcosa sensato da dire. Era succube degli eventi, incapace di reagire, spaventato più della situazione che stava per affrontare che della presenza del Capo Auror al suo fianco.
    "La mandi a chiamare per favore. Non riuscirei a darle uno shock così, subito dopo il risveglio."
    Se avesse urlato e pianto, inoltre, avrebbe svegliato tutti e si sarebbe venuto a sapere in un modo o nell'altro la triste verità. Una verità che purtroppo doveva rimanere nascosta ancora per un po', soprattutto tra gli studenti.

    Furono i minuti più lunghi della sua vita, quelli mentre aspettava di vedere Maxine, accompagnata da un Auror all'interno del Salotto Comune dove si trovava insieme a James Wright. Aveva provato il discorso nella sua testa più e più volte, ma sempre senza successo. La sensazione di nausea era aumentata e da lì a poco Theodore avrebbe vomitato se non si fosse mosso a sputare l'enorme peso che aveva addosso. Non riusciva a immaginare cosa avrebbe passato la ragazza da lì a poco.
    Max arrivò. Non sapeva se era un aspetto positivo o negativo, ma non poteva tirarsi indietro. Chissà come l'avevano svegliata, chissà se l'Auror che l'aveva fatto si era presentato e chissà se la Wampus aveva già capito che c'era qualcosa che non andava. Chissà cosa le passava per la testa in quel momento, chissà a cosa pensava dopo essere stata chiamata da uno sconosciuto e ritrovarsi nel Salotto con il suo Professore di Arti Oscure e un altro sconosciuto seduti con due facce a dir poco eloquenti. Theo si alzò in piedi, come per forma di rispetto, allungando il braccio davanti a lui per indicarle un posto a sedere davanti ai due. Una volta che lei si fosse accomodata, l'avrebbe fatto anche lui, riprendendo il posto che aveva in precedenza.
    "Mi dispiace di averti fatta svegliare, Maxine. Come avrai capito, il motivo è urgente."
    Era inutile girarci attorno troppo, doveva sputare il rospo subito e far capire alla strega ciò che era successo. Le diede per la prima volta da quando insegnava del tu, chiamandola addirittura per nome, per metterla a suo agio, forse, o forse perché si sentiva più vicino a lei.
    "Lui è il Capo degli Auror ed è qui perché stasera, inspiegabilmente, è successo qualcosa di increscioso. - Tragico forse era più accurato. - Maxine. - Fece un lungo respiro. - Tua madre è venuta a mancare."
    Un conato. Poi un secondo. Theodore cercò di calmarsi, ma era visibilmente agitato. Smise di parlare per un attimo, ma riprese. Non aveva finito di sganciare la bomba.
    "Non si sa ancora come sia successo, chi sia stato, né il perché. Gli Auror sono qui per questo. - disse appositamente 'chi sia stato' per farle intendere che non era stata una dipartita naturale, anche se a quell'età era piuttosto ovvio. - Tuo padre, invece, non si riesce a trovare da nessuna parte. Non è nel castello, non è a casa, gli Auror non riescono a rintracciarlo."
    Theodore guardò Wright, forse per ritrovare un po' di calma e per avere conferma che ciò che aveva detto era corretto. Era stato sicuramente duro nel dire tutto ciò, ma la Lynch doveva sapere la verità, tutta la verità e doveva cominciare a elaborarla. Stette zitto. Ora era il momento di Maxine. Poteva prendersi tutto il tempo che voleva per piangere, per picchiarlo, per strapparsi i capelli, per fare ciò che voleva. Non poteva capire cosa stesse provando, ma lui stesso stava a pezzi. Un uomo tanto duro, tanto capace di fare del male alle persone, in realtà non riusciva a fare male a una ragazza innocente. Era quello il suo limite? Scosse il capo, osservando poi la Lynch negli occhi. Come ci si comportava in quei casi? L'avrebbe dovuta abbracciare? Lui non era molto da contatto fisico affettuoso, né tanto meno voleva costringerla a sfogarsi con lui proprio in quel momento. Spettava a lei fare qualsiasi cosa. Attese più tempo possibile, prima di aggiungere l'ultima bomba, la risposta a quella classica domanda che passa nella testa di chiunque 'e adesso che succede?'
    "Ilvermorny chiuderà per un po', fino a quando questo caso non sarà risolto. Andrai ad Hogwarts nel frattempo e io sarò il tuo tutore, momentaneamente, fino a che tuo padre non verrà trovato."
    L'aspetto burocratico di quel trasloco l'avrebbe gestito interamente lui, ma quello e il trasferimento in una nuova scuola erano altri traumi per la piccola Maxine. Decise di darle comunque una piccola speranza, una speranza che in fondo aveva anche lui: il ritrovamento del padre - vivo - e che questi non fosse il colpevole dell'omicidio natalizio.

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    Theodore Skyfield
    Docente di Arti Oscure
    Per il bene superiore!


    Lena Lynch poteva essere stata assassinata per mille e più motivi. Era pur sempre una delle streghe più influenti e di spicco dell'intero mondo magico, ma ancor di più degli Stati Uniti, dove in quegli anni erano successe cose alquanto strane, partendo proprio da Grindelwald e da un Obscuriale. E il potere di Lena Lynch faceva gola, faceva gola a chiunque anche a chi, ovviamente non c'entrava nulla con il mago più potente del mondo. E perché non considerare il marito sparito nel nulla come possibile omicida? Era pur plausibile che fosse scappato per non farsi più trovare. Dopotutto la donna doveva avere molte ricchezze e Darren ne era sicuramente a conoscenza. Oppure ancora poteva essere stata fatta fuori da qualcuno di vicino a lei, un Professore magari, che non ne poteva più dell'arroganza e della posizione così importante della Preside. Insomma, ipotesi ce ne potevano essere davvero tante e fu proprio questo il motivo per cui Theodore Skyfield non rimase troppo di stucco quando capì che gli Auror non sapevano da che parte girarsi. Sicuramente avrebbero dato la colpa a Grindelwald, visto il periodo, poteva far scalpore e fargli perdere punti sull'apprezzamento generale della popolazione, che era sempre in crescita. Eppure quella storia non doveva uscire fuori da quelle mura. Solo la chiusura della scuola doveva essere comunicata alla stampa, come se non fosse palese che qualsiasi giornalista avrebbe poi richiesto un'intervista alla Preside, diretta interessata, per chiedere delucidazioni a merito. E quanto ci sarebbe voluto prima di scoprire che la Lynch non era più nei radar? Forse qualche giorno, magari settimana se andava di lusso. Ma Theo non era lì per discutere le scelte degli Auror, se la sarebbero vista loro con la stampa non era un suo problema. Restava un suo problema, invece, sapere come avevano fatto ad ammazzare una strega di quel calibro in uno dei luoghi più sicuri del Nuovo Mondo. Di certo avrebbe mandato uno dei suoi a informarsi sui movimenti di Gellert, per essere certo che lui non c'entrasse con quella brutta storia.
    Finalmente la collega se ne andò e Skyfield ne approfittò per fare un'altra domanda al Capo Auror, senza che orecchie indiscrete ascoltassero. Voleva sapere il modus operandi, era certo che scoprendo quel dettaglio qualche idea in più l'avrebbe avuta anche lui. E poi era un metodo perfetto per far capire che lui, in primis, non era coinvolto, e poi per allungare il brodo ed evitare che Wright potesse incastrarlo in qualche modo. Era un Auror dopotutto e non ci si poteva fidare in alcun modo di lui. La risposta che diede non lo soddisfò del tutto, ma lo fece ragionare. Se nemmeno Wright voleva esporsi su com'era stata uccisa significava che la scena del crimine era confusa, magari c'erano più impronte o magari era talmente pulita da poter pensare che nessuno fosse stato presente lì con lei, come se fosse stato un fantasma ad aver assassinato la strega.
    Theo annuì, dispiaciuto, dopo aver sentito che l'esecuzione era stata rapida, ma non abbastanza da non far accorgere la Preside di ciò che stava capitando. Non aveva avuto il tempo di reagire quindi l'assassino o era stato particolarmente silenzioso, o era un mago abilissimo oppure era qualcuno da cui lei mai si aspettava di essere tradita. L'ipotesi del marito che magicamente era sparito cominciava a prendere sempre più piede nella sua testa, ma non disse nulla. In fondo lui non era nessuno, né un Auror, né un investigatore.
    "La ringrazio."
    Commentò velocemente, prima che Wright potesse aver modo di dire altro. Sapere che l'Auror gli avrebbe dato informazioni lo preoccupava da un lato, ma dall'altro lo tranquillizzava. Se si fosse creato un rapporto di fiducia e rispetto sarebbe stato più facile ottenere un altro tipo di informazioni e chissà, magari anticipare le mosse per poi colpire. Quella però sarebbe stata un'altra storia. Fu poi lo sguardo, accompagnato da parole tutt'altro che rassicuranti, del suo interlocutore che lo congelò completamente all'istante. In quel secondo Theodore non riuscì a pensare a nulla, la mente si offuscò all'improvviso e il battito cardiaco cominciò ad accelerare. Era paura quella, Skyfield. Il nome che fece Wright però non era né quello di Grindelwald né quello di uno dei suoi contatti. Maxine Lynch. Era stata lei ad uccidere la madre? Era sparita pure lei insieme al padre? Magari era stata rapita. E lui però cosa c'entrava in tutta questa storia? Ok, era il Responsabile della Casa dove la piccola Lynch era stata smistata, ma non poteva di certo fare molto per aiutare le indagini.
    Signor Skyfield lei è il tutore più prossimo della minorenne.
    "Cosa?"
    Disse con un tono di voce decisamente più sostenuto di prima, incredulo e visibilmente più bianco. Maxine quindi non c'entrava nulla. Era un'orfana di madre, proprio come lui, senza padre, che era scappato, proprio come aveva fatto il suo. Maxine in quel momento era molto più simile a Theodore di quanto nessun altro lo fosse mai stato.
    "Non ha un nonno, uno zio, un cane, o che so io?"
    Sbiascicò poi, ancora non lucido, investito completamente dagli eventi che gli stavano piombando addosso in quella serata orribile. Poteva rifiutarsi? No, non poteva sicuramente. Sia perché era il Capo degli Auror che glielo stava chiedendo e sicuramente aveva controllato tutto l'albero genealogico prima di affidarsi a lui, sia perché moralmente non poteva lasciare una ragazzina che aveva perso i genitori esattamente come lui quando era piccolo da sola, senza nessuno. Solo che... Come poteva fare? Lui non sapeva badare nemmeno a se stesso, figuriamoci a una adolescente in piena crisi di ribellione, forse anche ormonale. Si passò una mano tra i capelli, cercando di mettersi a posto le idee. Ma come se non bastasse quella notizia, le successive parole di Wright lo fecero cadere ancor di più nel panico.
    "Non possiamo nasconderle che la madre è morta, si verrà a sapere! E lei lo sa benissimo. - disse secco, pensando poi a cosa potersi inventare per far stare più tranquilla la piccola Lynch. - Suo padre è indagato, immagino. Forse questo è meglio evitare di dirlo ufficialmente, ma non penso sia così stupida da non arrivarci da sola. La madre muore e il padre sparisce, sicuramente non è una bella situazione. Cosa dovrei dirle?"
    Theodore cercò di fare il punto della situazione, anche per farsi aiutare dall'uomo accanto a lui. Non poteva lasciargli una ragazzina e tutto il peso di quelle cose da dirle.
    "Dovremo andare in Inghilterra, quindi."
    Constatò da solo, pensando ad un altro trauma che si sarebbe trovata a vivere Maxine. Stranamente quella volta, Theo si stava dimostrando meno egoista del solito, forse perché la situazione molto simile a quella della sua infanzia aveva aperto una ferita che ancora bruciava sulla pelle del mago. Sarebbe stato lui con Maxime, una responsabilità enorme da portare sulle spalle. Lui sarebbe dovuto diventare quella figura paterna che mai aveva avuto, nemmeno suo zio l'aveva sostituita e anzi, a dirla tutta non aveva minimante rapporti con lui. Imprecò di nuovo Merlino mentalmente, cercando poi con lo sguardo - fino a quel momento perso chissà dove nella stanza - il Capo Auror.
    "E va bene. Non penso di avere alternative. Le dirò tutto e mi prenderò cura di lei, in attesa di quel... Lynch."
    Avrebbe voluto aggiungere tanti aggettivi accanto a quel cognome, ma non era il momento più adatto. Ora doveva solo pensare a cosa dire alla ragazza.

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    Theodore Skyfield
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    Skyfield trattenne il fiato per un numero indefinibile di secondi. Il mondo sotto di lui sembrò crollare, come se fosse stato lanciato il più potente dei Bombarda Maxima verso i suoi piedi. Sentì solo come un fischio dopo le parole del Capo Auror, un fischio infinito che venne interrotto solo dalla realizzazione di ciò che stava succedendo. Gli Auror non erano lì per lui, né per Grindelwald o chissà quale torto al Magico Congresso. Erano lì perché la Preside di Ilvermorny era stata trovata morta, assassinata. Theodore non era affezionato alla donna, non lo era affatto, però in quel momento alcune delle sue certezze caddero a pezzi. Era stato qualcuno dei suoi? Perché non avvisarlo allora? Sapevano tutti che lui era infiltrato nella scuola, sapevano tutti che Theo aveva la fiducia della Lynch e di tutti gli altri Professori. Scosse il capo, cercando di rimettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Grindelwald non avrebbe mai ucciso - o fatto uccidere - una strega di quel calibro senza motivo, anzi avrebbe cercato di sedurla per portarla tra le sue fila. Sarebbe potuta servire una donna di tale influenza. E allora chi poteva essere stato? Darren Lynch, forse. Ma non aveva senso uccidere la moglie, soprattutto lui, Ministeriale, con quella notorietà. Tuttavia non si trovava, quindi o era fuggito perché davvero l'assassino o era chissà dove assassinato anche lui. Per la prima volta dopo chissà quanti anni, Skyfield rabbrividì. La presenza del Capo Auror lo metteva a disagio e questo contribuiva alla sensazione di nausea che provava. Imprecò Merlino mentalmente. Come avevano fatto ad entrare ad Ilvermorny ed ammazzare la Preside? Avrebbero potuto uccidere chiunque quindi, lui compreso. La scuola che tanto vantava di essere un posto sicuro non sapeva nemmeno essere difesa dalla stessa Preside. Ottimo, in che guaio si era cacciato. Fortunatamente non poteva essere uno dei sospettati, avrebbe chiesto all'Elfo Domestico di testimoniare per lui, ma dallo sguardo di Wright sembrava proprio che Theodore e la collega non erano tra gli additati. Che era un sollievo sotto un punto di vista: si sarebbe evitato domande scomode che potevano portare a Grindelwald in qualche modo.
    Provò a pensare a cosa dire, ma non aveva bene idea di cosa fosse solito pronunciare in quei casi. Sì, era un peccato che una strega di tale portata - che si fidava di lui, tra l'altro - fosse passata a miglior vita, però non è che gli dispiacesse poi chissà quanto. Era curioso, però, di sapere il modus operandi dell'assassino, ma sembrava forse indelicato chiederlo davanti alla Wilkinson, visibilmente scossa dalle parole dell'Auror. Tuttavia una domanda, magari due, per il momento, poteva farle.
    "Da quanto è successo? - pronunciare la parola morta sarebbe stato altrettanto indelicato. - Non avete idea di chi possa essere stato e di come possa essere entrato nella Scuola?"
    Il tono era serio e lo sguardo era davvero cupo. Theo aveva ancora un interminabile senso di nausea, ma comunque trovò la forza di fare delle domande che, indirettamente, provocavano gli Auror. Era il loro lavoro, dovevano sapere di cosa si trattasse.
    Attese poco, Theo, prima di ricevere un'altra bomba. Ilvermorny chiusa. Dannato Merlino. Lui ci teneva a quel posto, ci teneva eccome! Tuttavia, sentire Hogwarts e la possibilità di trasferimento in Inghilterra poteva essere un'occasione importante per avere le mani in pasta un po' ovunque. Annuì, non potendo fare altro. Da un lato era incazzato, dall'altro era speranzoso. Sicuramente però non gli faceva piacere sapere che quella notte, vicino a lui, c'era stato un omicidio, un omicidio di una delle streghe più potenti e influenti del mondo magico. Wright congedò la Wilkinson, poi si rivolse verso di lui. Di nuovo un brivido, ora di paura. Perché voleva parlare con lui? Theo tenne lo sguardo alto. Non voleva abbassarlo, non voleva risultare colpevole, ma si stava davvero facendo sotto per quanto quella presenza lo stava mettendo sotto pressione. Nemmeno aveva fatto in tempo a prendere la bacchetta che era stato portato nel Salotto Comune. E anche se ce l'avesse avuta, di certo non avrebbe potuto attaccare un Auror in quella circostanza. Era circondato. Adesso doveva solo seguire gli ordini e stare calmo.
    "Com'è morta?"
    Chiese d'un tratto, accertatosi che la collega fosse ormai lontana per poter sentire. Era davvero curioso del modus operandi, ma cercò di nasconderlo come se fosse interessato alla Preside. Continuò a guardare Wright, sperando che il motivo per cui volesse parlare in privato con lui non arrivasse mai.

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    Theodore Skyfield
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    Come l'anno precedente, anche quel Natale, Theodore era stato invitato a passare le festività ad Ilvermorny. Lui adorava il Natale, sebbene le apparenze potessero far sembrare tutt'altro, ma era un periodo che lui non era mai riuscito a festeggiare come le persone normali. Tuttavia, la frenesia e l'eccitazione di tutto il mondo per quella festa lo rendeva ancor più invisibile e ciò significava tranquillità e serenità. Aveva bisogno di starsene senza gli occhi addosso di nessuno, per poter fare ciò che voleva, soprattutto quelle cose che al Governo Americano non è che piacessero chissà quanto. Anche l'anno precedente era stato un bel Natale, nonostante fosse stato circondato di persone. Gli studenti che erano rimasti al castello per le festività erano molti meno - e questo era già un vantaggio - e anche quelli che c'erano non avevano la minima voglia di cercarlo, di andare nel suo ufficio, vista anche la severità del docente. E, in più, poteva mangiare quanto voleva cibo delizioso che a casa sua non sarebbe mai riuscito a cucinarsi. Aveva accettato anche quell'anno, consapevole che gli unici momenti dove poteva passare del tempo in compagnia erano quelli nella Casa dei Wampus, visto che lui ne era il Responsabile. Ma, tralasciando qualche strigliata a dei ragazzini un po' troppo stupidi, anche quei minuti lì erano trascorsi senza troppi pensieri. Theo era stato tutti i giorni da inizio feste ad alternare il suo deretano tra la sedia del suo ufficio, quella del Salotto Comune e il letto del suo dormitorio. Nemmeno con gli altri docenti aveva avuto chissà quali conversazioni, troppo presi anche loro - quelli rimasti, s'intende - a far finta che andasse tutto bene e che il Natale fosse per loro una gioia, quando era evidente a tutti che si trattava solo di una liberazione da ore di lezione, ma dirlo sarebbe stato scortese e sarebbe arrivato alle orecchie della Preside che sicuramente gliene avrebbe dette quattro e non aveva voglia di sentirsi una ramanzina inutile durante quelle feste: doveva rimanere invisibile.
    Eppure tutto aveva fatto quel Natale tranne che lasciarlo tranquillo e invisibile. Si era trovato gli Auror all'interno della Scuola - chi cazzo li aveva chiamati tra l'altro? - che avevano bisogno di lui e degli altri Responsabili delle Case. E poi domande, domande inutili, che volevano cercare sicuramente di incastrarlo in qualche modo. Ma lui aveva il culo parato per quel giorno, perché era stato tutto il giorno in ufficio e l'Elfo Domestico che gli era servito per fare dei calcoli sulla traiettoria di raggi luminosi poteva confermarlo.
    Ancora in tuta, usata per dormire, Theo venne portato dagli Auror nel Salotto Comune davanti a quello che riconobbe come Capo Auror. Doveva ammetterlo a se stesso, quella figura lo metteva a disagio. E se fosse stato un Legilimens? L'avrebbe sicuramente incarcerato per tutti i suoi crimini. Ma in effetti, fino a quel momento, lui non aveva commesso crimini, se non coprire qualche movimento di bacchette, per nascondere dei seguaci di Grindelwald all'interno del suo Hotel e sostenere il più grande mago di tutti i tempi. Forse si sarebbe preso qualche mese di carcere, ma sicuramente non l'ergastolo o la pena capitale. Era pur sempre un Ministeriale e un Professore dannazione! Sicuramente era successo qualcosa comunque, forse proprio Grindelwald era l'artefice, perché tutti quegli Auror altrimenti non si spiegavano. Sospirò, guardando l'uomo che più lo spaventava all'interno di quella stanzetta.
    "Allora? - disse incapace di calmarsi. - Perché ci ha chiamati qui? Che è successo?"
    Guardò quindi i colleghi, come per prendere le loro parti e per far credere che la domanda fosse stata fatta da parte di tutti, ma non gliene fregava un cazzo degli altri. Che volevano gli Auror da Theodore Skyfield?

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    Tempo. Spazio. Realtà. Non hanno un andamento lineare. Formano un prisma di infinite possibilità in cui ogni scelta può diramarsi verso realtà infinite, creando mondi alternativi a quelli già conosciuti. (Non sono l'Osservatore, ma questa intro è comunque bellissima!)

    E se... la madre di Theodore non fosse morta dopo il parto? Theo sarebbe cresciuto con entrambi i genitori, non sarebbe stato verosimilmente abbandonato dallo zio e non avrebbe sentito una differenza con gli altri bambini. Forse non avrebbe mai conosciuto il pensiero di Grindelwald, o forse peggio ne sarebbe stato disguastato. Sarebbe un mago come tanti altri, uno dei molti, inutile, senza una storia da raccontare...

    P.S. Thanos was right.
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    Nome Proprietario: Theodore Skyfield
    Camera Blindata Proprietario: 0011
    Saldo Aggiornato: 200
    Lavori: Professore presso Hogwarts, Dipendente del M.A.C.U.S.A., Proprietario e Direttore dell'Hotel Wlaza
    Abitazione: Trilocale 2C

    Abitazione: Trilocale 2C
    Nome Coinquilino: Maxine Lynch
    Lavori: Studentessa, Commessa del Ghirigoro, Tirocinante in accettazione al San Mungo
    Camera Blindata Coinquilino: 0041

    L'affitto dell'abitazione verrà versato interamente dal Proprietario.
  8. .
    CITAZIONE
    Si, è lui.

    *_* *_* *_* *_* *_*
  9. .
    Theodore Skyfield
    Proprietario de The Wlaza
    Per il bene superiore!

    Dannazione. Una scheggia gli era entrata nel polpaccio, facendogli provare una brutta sensazione alla gamba. Imprecò Merlino e tutti i suoi compari, mentre controllava le sue condizioni. Sfilò la scheggia, perché lasciarla dentro sarebbe stata una continua tortura. Fortunatamente la ferita non era profonda, ma il muscolo era stato sfiorato e Theodore lo sentiva bene. Alzandosi da terra sentì una fitta che quasi gli fece ripiegare la gamba, ma strinse i denti e provò a camminare, zoppicando leggermente. Chissà cos'avrebbe potuto dire ai suoi ospiti una volta ritornato in sala. Era inciampato? Che bella figura per il Direttore dell'Hotel. Imprecò di nuovo, scacciando via dalla mente qualsiasi forma di pensiero che non fosse relativa alla sua Suite, alla sua stanza, a Grindelwald. Aveva superato la prova della Statua, anche se non era stato totalmente pulito, vista la ferita sulla gamba. Adesso, Theo, si era appoggiato alla nuova parete, che aveva capito fosse un dazio da pagare per arrivare nella stanza successiva ed era per quel motivo che si era ferito la mano, appoggiandola poi sul legno, ma che aveva scoperto che legno non era. Era acqua o qualcosa di simile. Un urlo interruppe il silenzio, facendo sussultare il Proprietario dell'Albergo. Non si mosse da quella posizione, anzi cercò di osservare meglio la parete davanti a lui, vedendo che la mano piano piano spariva e veniva raccolta da quella di qualcos'altro. Ricondusse quindi tutto alle sirene, sia l'urlo, sia l'acqua in cui si era trovato senza nemmeno rendersene conto. Non gli mancava l'ossigeno, ma la Creatura continuava a tirarlo. Fu un nuovo canto, che in acqua risultava non essere più un grido infernale, a far capire a Theo come comportarsi. Era un nuovo indovinello e di certo c'entrava Grindelwald - o chiunque avesse congeniato quella prova - perché non era comune che una sirena facesse di propria spontanea volontà un rebus. C'era qualcosa di manomesso e dalle parole che aveva sentito sembrava essere un Pensatoio. Sì. Erano in una specie di laghetto, ma l'acqua non era davvero acqua, lui riusciva a respirare tranquillamente. Stava entrando in un ricordo? Forse sì, forse no, ma la richiesta delle sirene era palese. Un ricordo da dimenticare. Era un altro prezzo da pagare per passare allo step successivo? Theo ci pensò bene. Quelle probabilmente non erano vere sirene e non lo avrebbero ucciso, anche perché lui non stava facendo nulla di male e i Maridi non erano creature eccessivamente ostili nei confronti dei maghi che non sembravano pericolosi. Decise quindi di assecondare la prova, pensando ad un ricordo che voleva dimenticare e subito uno balzò al primo posto. Forse il ricordo peggiore che aveva.

    Theo era appena undicenne ed era vicino il suo primo giorno di scuola. Suo zio Maxwell gioiva con lui, pensando già di andare a comprare tutto il materiale scolastico il giorno seguente. Maxwell era benestante e non aveva mai fatto mancare nulla al piccolo Skyfield, tranne, ovviamente, la figura dei suoi genitori. Proprio quel giorno, infatti, lo zio del ragazzo aveva deciso di dire la verità, per farlo crescere, per paura anche che a scuola potesse venir fuori l'argomento. Aveva preparato una cena squisita e proprio alla fine del pasto, aveva fatto tacere Theo che parlava in continuazione di libri, di possibili compagni, della cerimonia dello smistamento e chi ne ha più ne metta. Con un sguardo serissimo, zio Maxwell partì dal principio, dal giorno della nascita di Theodore: un giorno bellissimo, perché gli Skyfield si espandevano, ma al tempo stesso terribile perché la madre del neonato era venuta a mancare proprio dopo il parto. Ian Skyfield, purtroppo non benestante come il fratello, decise di lasciare il suo primogenito proprio a Maxwell, sparendo il giorno stesso con una lettera che prometteva che un giorno sarebbe tornato a riprenderselo. Tuttavia, quel giorno non arrivò mai. Theodore era visibilmente distrutto dopo il racconto dello zio, che gli aveva sempre mentito, dicendogli che tutti e due i genitori erano morti in una battaglia magica molto cruda, da eroi. Tutto il mondo gli era crollato addosso e si era reso conto che non sapeva nemmeno chi lui fosse.

    Theodore prese la bacchetta, l'avvicino al capo, la ruotò per raccogliere il ricordo e, una volta estratto, lo lasciò cadere lì accanto a lui sperando con tutto se stesso di dimenticarlo in quello strano pensatoio e che quel dazio fosse abbastanza sia per le sirene che per Grindelwand.
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    Miei cari compagni di quest. Penso di aver capito dove siamo (non lo dirò ora per farvi leggere con calma) ma ho bisogno di voi, perché c'è una parte che non capisco al 100%. Quindi quando ci siete e quando volete, mi farebbe piacere confrontarmi con voi <3
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    Nome Cognome + link scheda: Theodore Skyfield
    Prestavolto: Jeffrey Dean Morgan
    Link Role Agosto: The Wlaza - Inaugurazione
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    Theodore Skyfield
    Proprietario de The Wlaza
    Per il bene superiore!


    Superficiale e stupido. Erano questi i due aggettivi che Theodore si era ripetuto nella mente dopo aver assistito al suo stesso lancio dell'Incantesimo Reductor. Certo, era riuscito a vincere la sfida che gli era stata posta dal cavaliere, era riuscito a disintegrarlo internamente senza compromettere quindi la struttura esterna - anche perché si trattava della sua stessa suite e non poteva permettersi di rovinarla proprio all'inaugurazione dell'Hotel - tuttavia non aveva pensato ai possibili detriti dell'enorme statua che difendeva l'altra porta d'accesso a chissà dove. Ed erano stati i detriti a coglierlo di sorpresa, perché se fosse stato meno stupido e meno superficiale, avrebbe lanciato un altro Incantesimo subito dopo il Reducto per contenere l'esplosione del cavaliere all'interno di una bolla, magari di acqua o di un Incantesimo di Protezione. Un Protego, appunto, poteva servire anche ora, per salvarsi dalle schegge di pietra, ma Theo sapeva bene che sarebbe servito un po' di tempo, nonostante lui fosse ormai abbastanza rapido e agile con la bacchetta. Aveva osservato velocemente i pezzi che si stavano dirigendo verso di lui e aveva notato che la stragrande maggioranza erano più verso il lato sinistro del suo corpo. Quello destro, invece, era quasi salvo, se non per un paio di detriti volti a ferirlo sulla parte superiore del busto. Senza pensarci troppo, però, altrimenti avrebbe rischiato di farsi male, Skyfield si preparò per schivare quei pezzi.
    La testa era sgombra da pensieri inutili, addirittura Theodore aveva scordato il motivo per cui si trovava lì. Gli interessava soltanto salvarsi la pelle da quei pezzi di pietra, non importava null'altro, nemmeno più la sua amata suite. Fortunatamente non era agitato, nonostante la particolare situazione in cui si era andato a cacciare, ma era concentrato il più possibile su ciò che doveva fare e sul suo corpo. Tutti i muscoli sarebbero stati sotto il suo più pieno controllo, pronti ad agire secondo la sua volontà, pronti a scattare in ogni direzione per salvargli la pelle, sia in senso reale sia in senso figurato. Gli ospiti avrebbero potuto pensare male di lui se fosse tornato in Sala particolarmente ferito.
    L'obiettivo era schivare le schegge e Theo aveva già deciso la direzione dove andare: in basso a destra. Era il punto migliore per evitare i detriti che erano volti a colpirlo al lato sinistro e anche per quei pochi che miravano alla parte alta del busto dalla parte destra. Theodore avrebbe quindi cercato di risolvere il tutto nel minor tempo possibile dall'esplosione interna della statua. Era solo una questione di secondi, doveva essere rapido. Avrebbe dunque ruotato i pedi verso la parete destra, avrebbe flesso le ginocchia di entrambe le gambe, così da renderle elastiche e pronte al salto. Inoltre, il peso dell'intero corpo e il baricentro si sarebbe spostato proprio verso destra. Non appena fosse stato pronto, avrebbe mosso le braccia per darsi la spinta e avrebbe quindi fatto un salto basso, giusto per darsi la spinta e allontanarsi dalla zona incriminata. I muscoli delle gambe sarebbero scattati e avrebbero fatto andare verso destra Theo che, una volta atterrato sul pavimento, si sarebbe steso per lasciare il minor volume possibile del suo corpo ai possibili detriti. Avrebbe inoltre messo le mani sopra la testa per difenderla.
    Se tutto fosse andato come sperato Theo poteva considerarsi salvo.

    Tuttavia, non era finita lì. Ora che la statua non c'era più, gli occhi dello Skyfield potevano notare una porta che lui non aveva mai fatto mettere. Una porta incastonata in un arco nel muro, senza maniglia e senza alcun tipo di serratura. Un Incantesimo come l'Alohomora non sarebbe servito a nulla in poche parole. Sarebbe potuto invece servire un Bombarda, ma per lo stesso motivo che aveva spinto Theo a non usare quell'Incanto contro la statua sarebbe stato sciocco utilizzarlo adesso. E, soprattutto, le decorazioni composte da lettere runiche facevano presagire che quella porta fosse incantata a sua volta e una semplice esplosione non sarebbe bastata, secondo il Proprietario dell'Hotel, a scalfire minimamente il tutto. Imprecò, quindi, indeciso su cosa fare. Decise di leggere e impegnarsi per capire cosa ci fosse scritto su quelle decorazioni runiche. Non era mai stato una cima in Antiche Rune, ma si ricordava bene o male l'alfabeto Futhark. Cercò quindi di traslitterare ciascuna runa, una ad una, fino a che non riuscì a capire il senso.
    Solo i Puri
    A cosa si riferiva quel messaggio? Il Docente di Ilvermorny cominciò a pensare. Poteva essere qualcosa riferita a Grindelwald: solo i suoi seguaci potevano passare la porta. Ma allora perché non si era ancora aperta? Stesso discorso per i Maghi. Nessun No-Mag sarebbe mai riuscito ad arrivare lontano dov'è lui. Dunque purosangue? Theodore ci pensò su per un attimo, prima di tirare di nuovo fuori la bacchetta. La impugnò nella mano destra e la passo sul palmo della sua mano sinistra, facendo apparire un taglio su di esso. Sapeva che ci poteva essere un prezzo da pagare, un prezzo che lui stesso poteva pagare per il bene superiore. Doveva dimostrare di essere un purosangue, doveva dimostrare di essere un puro fedele di Grindelwald? Benissimo, ecco il sangue. Scelse la mano sinistra perché era quella che meno utilizzava, preferendo la destra e se ci fosse stato un altro combattimento almeno sarebbe stato capace al cento per cento di attaccare o di difendersi. E non appena Theodore vide dal taglio della mano una goccia di sangue, accompagnò il palmo contro la porta e lo passò sopra. Il sangue sarebbe entrato a contatto con il legno e gli occhi dello Skyfield si sarebbero messi a guardare. Sarebbe successo qualcosa?
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    Wizarding World Master posso chiedere una proroga della scadenza? Purtroppo ho un volo e torno proprio domenica sera e non credo di riuscire a scrivere un buon post in tempo (mi bastano anche solo 24h in più).
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    The Wlaza
    registro vendite Agosto



    Cliente: Brad McNeal - James Kennegan
    Acquisto: LINK
    Merce Venduta: Stanza Doppia Extra
    Importo Speso: 8 Galeoni
    Proprietario: Theodore Skyfield

    Brad e James possono aprire una Role all'interno della sezione nella quale possono descrivere tutta la loro giornata all'interno della camera. La Role va aperta entro e non oltre 3 mesi (26 novembre ore 23.59)

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    Theodore Skyfield
    Proprietario de The Wlaza
    Per il bene superiore!


    Fiero dell'affluenza che era sopraggiunta nell'atrio dell'Hotel, il Proprietario Theodore Skyfield si era messo all'ingresso per accogliere quanti più possibili clienti, cercando di scambiare qualche chiacchiera con loro per far sì che tutto potesse sembrare normale. Nella sua testa, dopotutto, quel giorno c'era solo la volontà di un bell'evento, solo successivamente il vero motivo dell'acquisizione del Wlaza sarebbe uscita fuori. Il mondo magico non era pronto e non lo sarebbe stato così facilmente: il processo di evoluzione della specie doveva essere accettato e soltanto il tempo e l'esperienza poteva permetterlo. Grindelwald avrebbe far dovuto vedere, attraverso il suo enorme potere, la bellezza del mondo con i Maghi e le Streghe al comando e non nascosti a dei semplici babbani. Come se l'essere umano fosse rimasto nascosto nelle foreste lasciando alle scimmie il controllo della natura.
    Per fortuna o per sfortuna, all'evento più atteso di New York - così sembrava essere stato denominato dai giornali - si erano presentati vari tipi di Maghi e Streghe, alcuni anche dall'Europa, segno che l'idea di un Hotel magico nella quale essere se stessi piaceva a tutti, anche a quelli che criticavano il pensiero di Gellert. Si riconoscevano Maghi e Streghe meno abbienti, un po' come lo era lui, dal modo di vestire e dal modo di comportarsi: si vedeva che davanti ad un calice non erano a proprio agio. Si riconoscevano, invece, veri e proprio ricchi che ammiravano con attenzione l'arte e le decorazioni del Wlaza, lasciandosi andare anche a commenti da veri esperti del settore. Poi si potevano trovare un paio di cosiddette celebrità, giocatori di Quidditch o importanti scrittori e, infine, la feccia della feccia. Come previsto, erano arrivati anche i Ministeriali perché controllare da vicino era sempre più sicuro che fidarsi e basta. Ma l'intento di Theodore per quella serata era proprio quello: lasciare che il M.A.C.U.S.A. e gli Auror appurassero che l'Hotel fosse perfettamente pulito così da non farsi vedere mai più al suo interno. Sorrise anche a loro, prima di essere avvicinato da un collega con il quale aveva avuto già qualche conversazione in passato. Il marito della Preside di Ilvermorny lavorava sia nella scuola sia proprio al M.A.C.U.S.A. ed era per questo che Theo non riusciva a farselo andare a genio. Non sembrava un cattivo uomo, piuttosto succube del sistema e dei piani alti. Forse aveva paura di esprimere le proprie idee?
    "Buonasera Darren. - lo chiamò per nome, come aveva già fatto durante un turno di lavoro. -Sono contento che le piaccia qui. Ci ho messo un po' per sistemare tutta la burocrazia, ma devo dire che ne è valsa la pena."
    Tutto quello che aveva detto era vero. Nonostante tutto il lavoro svolto per far sì che il Wlaza si ergesse, lo Skyfield era felice di aver finalmente un posto dove far accomodare i suoi senza nessun tipo di controllo. Da che era una zecca della società, quasi un nullafacente, Theo adesso poteva essere considerato un Mago di tutto rispetto: docente, ministeriale e proprietario di un'attività molto esclusiva. Mai avrebbe pensato di poter diventare tutto questo, ma si sa, avere un obiettivo nella vita è importante e lui, per il bene superiore, si era messo in gioco anche per fare lavori del tutto disprezzati.
    "Speriamo mi porti una fortuna nelle tasche, ne avrei davvero bisogno per tutto ciò che ho investito. - si lasciò sfuggire, ridendo sotto i baffi. - Ma per risponderle, non è il posto più economico, ma non è nemmeno così caro come si può pensare e ciò che succede qui al Wlaza, resta la Wlaza."
    Non aveva idea di cosa volesse intendere Lynch con quella frase, che potesse essere uno dei suoi?! Theo non si sbilanciò, perché si trattava pur sempre di un Ministeriale e quella poteva essere anche un'indagine. Una risposta così, invece, poteva far comodo per entrambe le situazioni. E mentre pensava a ciò che Darren gli aveva appena detto, gli occhi del Proprietario dell'Hotel si spostarono su una figura a dir poco bellissima. Theo perse qualche battito, domandandosi anche se fosse normale guardare così una ragazza decisamente più giovane di lui. Lei sapeva. Lei aveva capito. Avevano di certo un conto in sospeso quei due, ma tutte le occasioni erano sbagliate: Club dei Duellanti (dove la Londinese era strepitosa) e adesso lì, ad una inaugurazione davanti a tutta la comunità magica. Che avrebbero pensato di lui se si fosse appartato con una poco più che ragazza? Il suo posto da insegnante sarebbe potuto essere messo in discussione e un pezzo di puzzle che Theodore stava minuziosamente componendo si sarebbe perso per sempre. Così, con un groppo in gola, lo Skyfield alzò il calice verso la sua bella, sapendo di essere la bestia, e la salutò solo silenziosamente, perché altrimenti non poteva fare.
    Fu fortunato però ad essere distratto poco dopo da un volto che riconobbe immediatamente. Brad McNeal, suo predecessore ad Ilvermorny e scrittore di un libro che, a dire la verità, lui stesso aveva considerato accettabile per degli studenti, si presentò con dei bagagli e con la volontà di prenotare una stanza. Theo sorrise, probabilmente il McNeal non aveva idea di chi lui fosse, ma andava bene così.
    "Signor McNeal, benvenuto al Wlaza. Io sono Theodore Skyfield, il proprietario. Mi segua pure, prendo carta e penna e le consegno le chiavi."
    Si presentò solo per rispetto, curioso di vedere anche la reazione della sua controfigura europea. La suite, ovviamente, era stata prenotata in modo alquanto strano, quindi per forza di cose Brad e la sua compagna si sarebbero dovuti sistemare in una Stanza Doppia Extra, una delle migliori che il Wlaza poteva concedere. Skyfield scrisse giusto due cose sul registro e prese le chiavi della camera 191, che lasciò ad un Elfo Domestico, incaricato di prendere i bagagli dei signori e accompagnarli alla loro stanza.
    "Ecco, alloggerete nella stanza 191. Sono solo 8 Galeoni per una notte, prego. - attese il pagamento. - La ringrazio e l'aspetto per godersi l'inaugurazione insieme a noi."
    E anche quello era stato fatto. Non mancava più nulla. Theo passò quindi ancora in rassegna tutti gli ospiti per controllare se tutto fosse regolare. Notò dei genitori che permettevano ai loro figli minorenni di bere alcolici (assurdo!) e degli studenti della sua scuola che invece sembravano aver fatto gruppo per spettegolare su qualcuno, magari proprio su di lui. Tutto, però, si interruppe all'annuncio di qualcuno. Qualcuno sentì, qualcuno no, altri non capirono quindi lasciarono perdere. Lui però aveva colto il messaggio, ci aveva perso un sacco di tempo. Sorrise quindi a tutti e si diresse verso la zona riservata al personale, solo lì poteva avere la sua tranquillità.
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181 replies since 2/8/2020
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