Mars era il genere di persona che se arrivava in anticipo per qualcosa, il minuto stesso in cui metteva piede nel luogo in cui si sarebbe dovuto tenere l'incontro, iniziava a spazientirsi, considerando quello di tutti gli altri un ritardo.
Se ne stava lì, a bere il suo caffè nero mentre controllava di continuo il suo orologio da taschino.
In ritardo! Sono tutti in ritardo! Ma vedranno, quei piccoli marmocchietti scampati da Azkaban... Ah se ved-Sssignorina Griffin! Ora facciamo l'appello, lei vada, si metta lì, vicino alla capanna del guardiacaccia.
Accolse la prima arrivata con un gran sorriso, vedendo in lontananza tutti gli altri Mooncalf su due zampe accorrere in perfetto orario per l'inizio della sua lezione.
Marvel, si, oggi rischiate grosso Principessa Sirena, fossi in lei abbraccerei gli amici più cari, qualcuno di voi potrebbe non far più ritorno, Brownie,Carolina, CBD, Fall, Pandorina... che c'è Fleur du Mal, cos'è quella faccetta delusa? Avanti, avanti! ...
Li salutò con un breve cenno del capo, accogliendoli con gestualità degne di un ausiliare del traffico, facendo cenno di mettersi tutti in fila come dei piccoli soldatini.
Avete portato i moduli firmati dai vostri genitori che mi esonerano da ogni rischio sulla vostra incolumità? Studiò l'espressione degli studenti con un aria molto seria, per poi scoppiare a ridere Sto scherzando!! Anarchia! Poi non dovreste morire... almeno, non credo.
Una volta scoccata l'ora di inizio, Mars assunse una postura più rilassata, quella che gli studenti erano ormai abituati a vedere: schiena leggermente ingobbita, mani in tasca ed il suo solito modo nervoso di muoversi da un punto all'altro, senza rimanere mai ferma.
Bene... Innanzitutto l'appello, alzate la mano se ci siete tutti.
Rimase qualche istante a guardare i suoi allievi ed una volta soddisfatta di quell'inutile appello, si apprestò ad iniziare con un ghigno soddisfatto.
Bene! Ci siamo tutti... iniziamo.
Detto ciò, iniziò a trafficare nelle tasche tirando fuori due mappe che lei stessa aveva segnato con dei numeri.
Quella di oggi, piccoli pixie allo sbando, è un avventura! Si erse soddisfatta e compiaciuta, avrebbe tanto voluto fare uno di quei discorsi che iniziavano con "a miei tempi", anche se i suoi tempi non erano poi così distanti, ma risparmiò i ragazzi da un discorso noioso e prolisso, continuando la sua arringa per spiegare la lezione.
Vi dividerò in due gruppi per cercare degli ingredienti, ogni gruppo dovrà raggiungere un punto preciso della mappa. Arrivati lì, incontrerete qualcuno che vi spiegherà che fare per ottenerli ed il tragitto per ritrovarci tutti insieme per raccogliere l'ultimo ingrediente. Tutto chiaro?
Rimase qualche istante in silenzio, convinta di aver concluso ma poi, guardando i ragazzetti rimanere nella stessa posizione, si rese conto di aver tralasciato un pezzo.
Ah... i gruppi... il gruppo numero uno dovrà andare sulle rive del lago nero per cercare del dittamo... Carolina, Principessa Sirena, Pan, Bella e Griffin.
Il gruppo numero due invece dovrà cercare della cenere d'ebano vicino all'albero bruciato nel bel mezzo alla foresta: Marvel, Brownie e CBD e Fall.
Consegnò la mappa a Brownie e Griffin, facendo cenno ai due gruppi di dividersi per raggiungere le due entrate della foresta proibita.
Io me ne starò qui... ma vi tengo d'occhio ok! Vi tengo d'occhio....
Alzò il dito, pronunciando quelle parole con fare minaccioso.

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Pozioni

Quella mattina gli studenti di Hogwarts si sarebbero alzati dal lato sbagliato del letto, e di questo, la spietata e un po' sadica professoressa di Pozioni ne era oltremodo contenta.
Alle sei e mezzo del mattino aveva utilizzato il segnalibro incantato che aveva regalato ai suoi studenti all'inizio dell'anno per comunicare con loro, un sonoro fischio si sarebbe propagato nei loro dormitori avvisandoli del messaggio in arrivo iscritto sul cartoncino ingiallito nei loro libri di pozioni.

Buongiorno piccoli Augurey spennacchiati, spero abbiate dormito bene e recuperato le forze, vi saranno utili oggi.
Ci troviamo alle 8 davanti l'entrata della foresta proibita, vedete di arrivare puntuali o sarete lasciati indietro.
Ps. Piccolo consiglio, vestitevi comodi, siete autorizzati a venire a lezione con la tuta e ricordare di acquistare delle provette!

Li avrebbe aspettati lì davanti all'entrata, vicino la capanna del guardiacaccia con un ritrovato vigore, la bacchetta in bisaccia ed un thermos con del caffè al suo interno.
Aveva passato l'ora precedente a preparare una piccola mappa che sarebbe servita durante l'avventura di quella mattina.
Mars, a qualche minuto dlle 8, si trovava seduta su una piccola roccia lì vicino, stringendosi nel suo spolverino nero.
I suoi studenti l'avrebbero trovata con il suo solito muso imbronciato, intenta a guardare l'orologio e brontolare del loro ritardo.

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Finalmente il weekend.
Non fraintendetemi, Mars amava essere circondata da quei piccoli moscerini della frutta con cui, per ovvie ragioni, doveva volente o nolente avere a che fare, ma arrivato il fine settimana, il suo unico obiettivo nonché deadline imprescindibile che si impegnava a portare a termine era quella di farsi gli affari propri: leggere qualche libro, sperimentare con i suoi preziosi alambicchi e ritrovarsi la sera a cantare stonate canzoni in qualche bar con sconosciuti ed un bicchiere di whisky incendiario tra le mani a farle compagnia.
Una vita molto impegnata quella della nostra Mal che assolutamente non ammetteva disturbatori.
Persino quel giorno, mentre programmava una gita in solitaria, decise di mantenere il low profile vestendo con i suoi funerei completi da uomo, rigorosamente neri, rigorosamente rigorosi.
Indossò gli occhiali da sole e dopo un lungo respiro si gettò nei corridoi di Hogwarts e successivamente nella folla di studentelli e colleghi che popolavano le vie di Hogsmade il weekend, rispondendo ai saluti con cenni del capo e lanconici
"salve"
"'giorno"
"salve"
"se... cià cià"
Accelerando il passo ad ogni parola che si sprecava ad uscire dalla sua bocca.
Non che Mel fosse un'asociale patologica, era solo un inguaribile misantropa che accettava la compagnia di qualcuno solo se quel qualcuno fosse uno sconosciuto che non si sarebbe disturbato a mandarle un gufo per farle quegli stucchevoli auguri di natale, o di compleanno, in graziosi bigliettini kitsh raffiguranti una famiglia di gufi e civette con cappellini da mago.
Odiava i convenevoli ed ancor più se essi venivano edulcorati con una gentilezza ostentata e falsa, amava il pragmatismo, le risposte brevi ed il silenzio, quello era ciò che amava più di tutto.
Riuscì ad arrivare davanti al suo obiettivo con un ragionevole spreco di sole 15 parole, niente male ma si poteva sempre migliorare, considerato il suo piano di passare il tempo in solitaria nella stamberga strillante, il luogo che per qualche assurda ragione incuteva timore in chiunque si avvicinasse.
Fu allora che Mars notò una delle sue pecorelle sperdute appoggiato alla staccionata.
"дерьмо" sussurrò piano, avvicinandosi a passo spedito verso il suo studente.
"Signor Bristol! Aspetti i tuoi amici per andare a bere una burrobirra?"
Condì quella frase con un sorriso tirato, gli occhi a palla e le mani strette alla vita.

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L'aula di pozioni è mediamente piccola e decisamente claustrofobica.
La luce tenue delle candele si riflette pigramente sulle ampolle che decorano, se così si può dire, gran pare del muro annerito dal fumo.
Gli ingredienti sono disposti ordinatamente, per merito degli elfi della scuola, in ordine alfabetico e sono sempre provviste di tutti gli elementi necessari per le lezioni. Non vi troverete però gli ingredienti più tossici e pericolosi, chiusi con doppia mandata nell'ufficio della professoressa.
I banchi sono stati spostati ed uniti in un unico grande tavolo, così dal permettere agli studenti di dialogare, discutere in merito alle proprie teorie sulla materia ed aiutarsi a vicenda.
Vi è inoltre un giradischi che, durante le lezioni, propaga un sottofondo di musica che la stessa Mars ha selezionato.

L'ufficio della professoressa Mars è posto in fondo all'aula, dietro una spessa e pesante porta di legno nero.
Appena entrati si verrà inondati da un profumo di mughetto e sandalo che si propaga dalle varie candele sparse per tutto il piccolo ufficio.
I pavimenti di legno sono coperti da tappeti decorati da una trama etnica e le molteplici piante utilizzate dalla Mars per sperimentare nuovi intrugli, riempiono ogni spazio disponibile.
Posto adiacente al muro sulla destra vi è un lungo mobile scuro, tappezzato di piccoli cassettini contenenti ingredienti di ogni tipo e genere, spesso lasciati aperti o socchiusi.
La grossa scrivania occupa gran parte dello spazio a tratti oppressivo, intarsiata da ghirigori floreali e spesso in disordine. Uno studente noterà quasi sempre ammassati sopra di essa una enorme mole di documenti, compiti corretti e altro ciarpame.
Davanti alla scrivania vi sono due piccole poltroncine, separate l'una dall'altra da un piccolissimo tavolino da the.
Vi sono inoltre numerose statuette raccolte durante gli svariati viaggi in giro per il mondo, potrete notare delle maschere africane, dei piccoli Tengu giapponesi, una Tour Eiffel posta sopra la scrivania e numerose cianfrusaglie in giro.
Una volta entrati troverete la professoressa di pozioni intenta a leggere un libro seduta scomposta, come se la sua poltrona di pelle di drago la stesse pian piano inglobando dentro di essa.

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Che Melania Mars fosse un tipo eccentrico lo si poteva notare anche alla prima occhiata.
Era arrivata con un largo anticipo rimanendo ad aspettare fuori dalla porta per decine di minuti interi, imbacuccata nel suo cappotto nero che lasciava intravedere il pacchiano sbruffo della sua camicia giallo canarino.
Camminava in lungo ed in largo per il corridoio, borbottando tra sé e sé un discorso che ormai aveva ripetuto almeno una ventina di volte nella sua testa, mangiandosi nervosamente le unghie e gesticolando come se stesse discutendo con qualcuno.
Nonostante i suoi trent'anni suonati pareva sempre una ragazzina, con quel suo modo di fare naïve a cui si approcciava alla vita.
Si pensa che gli adulti perdano quel guizzo che incendia l'anima da ragazzini, ma quel guizzo Mel non l'aveva mai perso, intrappolata in un corpo da adulta ma con la mente che la riportava spesso e volentieri indietro nel tempo, un immatura ragazzina da cui tutti si aspettavano ormai ben poche cose.
Forse era proprio per questo che voleva ottenere a tutti i costi quell'incarico oberoso, formare un'intera generazione di menti brillanti che ragionavano di testa loro, appassionati cultori che vedevano quella meravigliosa materia non come un barboso esame da superare o una scienza da applicare una volta cresciuti, dietro un polveroso bancone, ma come uno spunto di creatività nel creare nuove possibilità. Pozioni, a parer suo, era l'arte di creazione.
Aspettò con pazienza fuori dallo studio del preside Black ed una volta scoccata l'ora dell'incontro, bussò per entrare.

"Buongiorno, è permesso?"

Aspettò la risposta dell'uomo e poi, con la sua solita camminata che a tratti poteva risultare un po' buffa e salterellante, andò a sedersi su una sedia davanti alla scrivania.

"Innanzitutto la volevo ringraziare per questa bellissima opportunità, non capita tutti i giorni di sostenere un colloquio per una cattedra ad Hogwarts..."

Rise nervosamente, cercando in tutti i modi di fermarsi e ricomporsi il prima possibile. Il suo solito piglio sarcastico era stato sostituito da un nervosismo a tratti reverenziale, era ardua mettere Mel sotto torchio ma quella situazione era riuscita di gran lunga nell'impresa.

"Una lezione sull'amorentia eh..." - disse in tono pensieroso, pesando con precisione le parole che uscivano dalla sua bocca - "È un argomento spinoso, da trattare coi guanti data la pericolosità del composto.
In genere sono propensa ad un approccio pratico e per quanto riguarda i compiti preferisco di gran lunga dare la possibilità agli studenti di lavorare in gruppo, dandogli modo di collaborare tra loro. Fornirei ad ogni studente una versione di amorentia da me creata, un composto molto blando e diluito che permette a chi l'assume di sentire solo in parte gli effetti potenti e, a tratti devastanti, dell'amorentia. La mia versione sarà molto leggera, fornendo la sensazione euforica che dà una prima cottarella: testa leggera, euforia e quella calda sensazione allo stomaco di essere innamorato di qualcuno, ma di fatto non sapere chi sia. Chiederei un elaborato di gruppo dove ciascuno sintetizza in un trafiletto la propria esperienza, durata si e no qualche decina di minuti. Non si preoccupi preside, nessuno studente morirà ad una mia lezione, non questa volta..." - sogghignò allegra alla propria battuta, per poi tornare seria subito dopo.- Ero... ironica, nessuno morirà, glielo posso giurare."

Mel credeva nel coinvolgimento pratico degli studenti, le ore prolisse di spiegazioni passavano in sordina dopo qualche tempo, venendo presto dimenticate. Ma le esperienze che facevano, soprattutto se fossero state memorabili, non sarebbero state scordate facilmente, dando la possibilità allo studente di memorizzare la materia divertendosi.

"In genere sono contraria al togliere punti agli studenti nel caso non vogliano studiare o fare i compiti, questo comportamento ne risentirebbe già del voto scolastico ma la mia materia è altresì pericolosa, utilizzerei il pugno di ferro in un caso estremo, dove qualcuno tenta di utilizzare la mia materia per nuocere ai compagni, ma in altri casi credo che il confronto sia più che sufficiente. " - si avvicinò alla scrivania, poggiando i gomiti sopra il pesante legno - "La mia politica è questa: credo che i ragazzini a 14, 15 anni debbano iniziare a responsabilizzarsi, a capire la causa e l'effetto delle proprie azioni... non studi? Non fai i compiti? Ti becchi un brutto voto, nessuna ramanzina, nessuna punizione. Non posso convincere uno studente ad apprezzare la mia materia, siamo stati tutti giovani e ricordo bene quanto odiassi artimanzia. Per come la vedo io il compito dell'insegnante è coinvolgere il più possibile i propri studenti, insegnargli qualcosa che rimanga impresso nelle loro memorie non come l'ennesima ora di lezione barbosa, ma come un'esperienza che ricorderanno con il sorriso, se questo non basta non posso di certo obbligarli con la minaccia di togliere punti."

Mel d'altronde sapeva farsi rispettare, era il genere di persona che non volevi mai vedere arrabbiata, che riusciva a trasformare la propria luna dal bianco al nero in un nonnulla.
I suoi ipotetici studenti avrebbero colto al volo questo suo aspetto appena entrati in aula, vedendola come suo solito con un caffè fumante in mano, con lo sguardo irritato e i capelli scompigliati di una che si era svegliata già in ritardo sulla tabella di marcia.
La sua dialettica di certo non la salvava dalle apparenze, ben più veritiere di mille parole ricercate del suo vocabolario forbito.

"Da quanto ricordo l'anno scolastico inizia a settembre e finisce a giugno... calcolando una lezione al mese allora..." - fece un breve calcolo utilizzando le dita come riferimento - "dieci lezioni, corretto?"

Imbarazzata per le sue scarse doti matematiche, reduci di un disastroso percorso di studi in artimanzia, Mel si aprì in un sorriso imbarazzato, guardandosi attorno per trovare una via di fuga nel caso il colloquio fosse andato male.

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Quella situazione agli occhi di Melania Mars risultava strana.
Anche dopo parecchi anni dalla fine della sua carriera scolastica, ritrovarsi in mezzo ai banchi di scuola ogni mattina aveva un ché di ironico.
Lei che a Durmstrang era una delle studentesse più capaci ma anche testarde e combina guai, era finita ad avere a che fare con quei marmocchi scalmanati ogni mattina, qualcuno avrebbe potuto chiamarlo Karma.
Forse, se qualche anno prima le avessero detto che sarebbe diventata anche lei una di quelle autorità studentesche di cui si prendeva gioco nei numerosi giornaletti scolastici di cui era redattrice, non ci avrebbe creduto, eppure, ogni volta che vedeva quei musetti allegri dei piccoli mocciosi con cui si ritrovava ad avere a che fare, le capitava di pensare con nostalgia a quei giorni passati, vedendo una speranza per il futuro nel guizzo dei loro vispi occhietti da criminali scampati.

Quella mattina Mars se ne stava seduta dietro alla scrivania in legno intarsiata della sua aula, aspettando con pazienza l'arrivo dei suoi alunni con il suo immancabile caffè "nero come la sua anima", indossando dei seriosi pantaloni a coste neri ed una giacca abbinata.
I suoi studenti non avrebbero di certo potuto non notare i capelli cremisi arruffati davanti agli occhi e l'espressione imbronciata che usava dipingergli il viso.
La lezione di quel giorno sarebbe stata incentrata sulla sperimentazione di un intruglio per modificare il proprio aspetto, più precisamente per cambiare colore e forma dei capelli di un proprio compagno.
Aveva deciso di rimanere sul basico, almeno per iniziare. Già se li poteva immaginare quel piccolo branco di scalmanati, intenti ad arricciare e tingere i capelli dei propri amichetti ed il solo pensiero del caos che ne sarebbe uscito bastò per fargli venire il mal di testa.
Li aveva avvertiti tramite il segnalibro che aveva donato a tutti gli studenti all'inizio dell'anno. Un pensiero carino se non fosse che ogni qual volta Mars voleva comunicare con la classe, il segnalibro iniziava a fare un suono stridulo, delineando una frase sul giallognolo cartoncino di pergamena.

Vorrei comunicare a quel manipolo di braccia rubate all'agricoltura di prugne dirigibili che la lezione di pozioni si tiene, come di consuetudine, alle ore 11.30.
Vi consiglio di portare con voi una spazzola o un pettine a vostro piacimento e vi invito calorosamente ad arrivare in aula in orario, così da non perdervi l'intro della lezione.
Studente avvisato...

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