Posts written by f#*k!ng Connor

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    connor o’riley
    «È troppo presto per pensare.» Non aveva problemi a piagnucolare, persino nella sovraffollata Sala Grande in una qualsiasi mattina. La colazione era il pasto che vedeva più studenti addensati insieme, poiché tutti si riducevano agli ultimi minuti disponibili per consumare quello che avrebbe dovuto essere il pasto più importante della giornata. Sapeva persino di alcune ragazze che per mantenersi in linea saltavano il pranzo, qualcosa di inaudito per uno che come Connor soffriva di fame chimica. Si stava lamentando con Johnson, il loro Caposcuola, che stava intimando a tutti di partecipare con impegno alle lezioni e agli esami poiché Tassorosso si trovava seconda nella corsa della coppa delle case e avevano la possibilità di raggiungere i Corvonero. Era qualcosa che non succedeva molto spesso e la pressione che stava mettendo loro lo spillato era innegabile. O’Riley aveva quindi subito messo in chiaro le cose: il suo cervello, che già notoriamente non funziona in maniera eccellente, prima di mezzogiorno era fuori uso. Inanellare soggetto, verbo e complemento oggetto in una frase di senso compiuto era già un’operazione degna di encomio speciale. Con ancora la mente nel mondo dei sogni, ma con lo stomaco pieno di due abbondanti ciotole di fiocchi d’avena, il Tassorosso si era diretto, strisciando i piedi e con poco entusiasmo, nell’umido sotterraneo dove li aspettava la lezione con la Larsson. Una donna estremamente bella che però in un luogo tanto macabro perdeva di ogni interesse e fascino. La docente era poi nota per la sua severità e O’Riley ne era sinceramente intimidito. Varcò la soglia della porta e si sistemò in uno dei tavoli più defilati, lateralmente rispetto allo sguardo della professoressa che sperava di evitare. «’Giorno prof!» Salutò, sapendo che tuttavia non sarebbe stato un buon giorno per lui e per gli studenti meno preparati della sua classe, perché un calderone fumante era appostato sul suo banco e su tutti quelli della classe. Non prometteva bene questa premessa, soprattutto di prima mattina.

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    TEAM SNOWMEN
    CACCIATORE
    ☞ MELTIN JOHN

    Stava andando tutto bene. Troppo bene. Gli Snowmen erano in vantaggio sugli Elves. Sia di punti che numericamente parlando, questo aveva permesso loro di innescare una buona difesa e diversi contropiede che li avevano portato in vantaggio, certo di una sola lunghezza, ma comunque in vantaggio, sui loro avversari. Se la stava godendo quasi il signor Meltin John. Ed era stato per colpa di questa sua superbia che la signora fortuna aveva deciso di punirlo, beh non proprio lui, ma credeva proprio fosse un attacco personale. Aveva sentito il suono micidiale del bolide esplodere nello stadio di Quidditch, risuonando nel cielo come un tuono. Tutti si erano fermati a vedere se fossero loro la vittima designata, dopo un incredibile botta e risposta tra i battitori, il bolide aveva mietuto la sua vittima: accanto a lui Holly McChilly era stato compito in pieno petto e disarcionato, costretto a ritirarsi. Questa scena aveva mandato brividi di paura sulla schiena dello scioglievole John, sudori freddi dai quali doveva riprendersi. Sperava di non finire anche lui così, anche se il rischio era sempre alto. Occhio ai bolidi. si era raccomandato con Polar Powder, l’altro Cacciatore, per assicurarsi che entrambi fossero vigili e attenti. Non ci teneva a fare la medesima fine dello sfortunto Holly, motivo per cui avrebbe rivolto un’occhio in più verso le figure dei battitori avversari per schivare eventuali bolidi si fossero rivoltati contro di lui. E lo stesso avrebbe fatto Polar.
    Intanto l’azione dei Cacciatori era ripresa con la contesa della Pluffa: era cattato in avanti con le braccia tese per afferrare la Pluffa, ma la Lightwood era arrivata prima e lui si era sbilanciato sul manico di scopa andando a colpirla involontariamente con il gomito o con la spalla, non era nemmeno certo perché tutto il braccio destro gli doleva per l’impatto. Ordinari scontri di gioco, ovviamente, ma pur sempre scontri. Era fondamentale che riuscissero a mantenere il vantaggio acquisito, quindi lui e Polar avrebbero compiuto una difesa serrata. Marcando stretto ognuno dei Cacciatori avrebbero cercato di intercettare ogni possibile passaggio e provato a contrastarlo con l’azione d’un Tackle Transilvano per destabilizzare gli avversari. In particolare lui avrebbe provato a impedire che la Lightwood potesse trovarsi in una condizione agevole di passaggio provando a infastidirla con un Tackle Transilvano che andava a mirare l’occhio rimasto sano della Cacciatrice. Eticamente scorretto, ma oggettivamente non un fallo di gioco.
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    Bonus/Malus: 5
    • 1d20
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    • Inviato il
      2/1/2023, 21:50
      f#*k!ng Connor
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    connor o’riley
    Fortunatamente non avrebbero messo le mani nelle viscere di qualche animale morto, sarebbe potuto morire per lo schifo, ma le mani in effetti gli sarebbero tornate utili. Guardò i salsicciotti grassi che erano le sue dita, non erano grasse per eccesso di adipe aveva soltanto le ossa grosse e le nocche sembravano davvero gigantesche. Lo sguardo del Tassorosso comunque si spostò più in basso, sul palmo aperto della sua mano destra. Come era stato spiegato a lezione provò a capirci qualcosa, con scarsi risultati. La sua mano appariva abbastanza normale come forma, anche se notò come fosse particolarmente quadrata e poco stondata. La linea che immediatamente risaltò alla sua vista fu quella che partiva sotto il dito indice e correva lungo tutta la mano, arrivando infondo sotto il mignolo e quasi facendo il giro verso il dorso. Molto lunga e profonda, non presentava irregolarità, se non nel tratto iniziale dove due piccoli segni la solcavano perpendicolarmente. Se i suoi appunti erano corretti si trattava della linea dell’amore. La linea del destino tagliava perpendicolarmente la mano, intrecciandosi con quella della vita che invece compiva una bella parabola rotonda. Appena sotto quella dell’amore vi era la linea della mente, appena visibile e decisamente molto corta. Avrebbe riportato queste informazioni nella lettura quando fosse stato interpellato dalla docente per compierla.
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    connor o’riley

    Riuscire a capire quali fossero le esatte sensazioni di avvertire un terremoto sembra essere la missione del Tassorosso, che si era fermato dalla sua missione primaria di raccogliere le palline di Natale e aveva interrotto una sconcertata Eve Moore. Aveva iniziato a guardarsi attorno, per contro O’Riley aveva fatto lo stesso, senza sapere esattamente cosa cercare: crepe? Voragini? Non lo sapeva ma avrebbe seguito le orme della ben più esperta ragazza americana. Come già aveva immaginato la terra del far west era selvaggia e pericolosa, ricca di insidie e minacce. Un terremoto doveva essere cosa all’ordine del giorno. Non avrebbe sicuramente mancato di chiederle cosa era meglio fare in caso di tornado o di blizzard invernale. La mente curiosa del Tassorosso era già in moto, che già non si ricordava più cosa stesse cercando per terra. Mentre aspettava che l’esperta si esprimesse riguardo, si abbassò a raccogliere una pallina di Natale. « Ah neanche io ho sentito nulla!» rispose, portandosi entrambe le mani al petto. « Speravo che tu fossi più esperta. Questo casino…» si guardò attorno, indicando gli alberi abbattuti e le palline di Natale sparse in giro « Un terremoto.» Annuì, come a confermare la sua teoria da esperto investigatore. « Lo sanno tutti che non ci sono tornado al chiuso.» aggiunse.


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    Sfida del Mese di Dicembre: 7
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    • Inviato il
      28/12/2022, 17:11
      f#*k!ng Connor
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    TEAM SNOWMEN
    CACCIATORE
    ☞ MELTIN JOHN
    Si era rassegnato all’idea di essere sfigato quando aveva compreso il significato del suo nome. Ovviamente era una malattia con la quale aveva imparato a convivere ma non si aspettava che proprio la neve potesse intuirlo. John non si rese conto di nulla, a un certo punto però la carota scivoló in su, posizionandosi su una parte del suo corpo dove non era molto simpatico mostrare in pubblico la carota. Sistemò il naso come meglio poté, prima di sciogliersi dalla vergogna, poi si sarebbe risistemato in sella alla scopa, dandosi uno slancio deciso con gli addominali . Questa volta avrebbe afferrato il manico di scopa con entrambe le mani per essere sicuro di avere una buona stabilità. Nel frattempo che lui si sistemava erano successe due cose, una cosa bella e una brutta. Di solito si sarebbe fatto dire prima la brutta per poi rallegrarsi con la bella, ma forse in questo caso non era così tanto bella. La prima cosa, quella brutta, era che gli Elves avevano segnato. La seconda cosa invece era che uno dei cacciatori avversari era stato abbattuto dal nostro Capitano. Il pensiero che avesse un bolide pronto a colpirlo e a fargli fare la fine di Evergreen lo terrorizzava.
    Intanto Polar stava avanzando verso gli anelli avversari: erano in superiorità numerica! Come aveva fatto a non accorgersene prima era un vero mistero ma ora Meltin John si sentiva più carico che mai. Sfrecció in avanti e con Holly si sarebbe coordinato per fare in modo che uno di loro fosse smarcato. Uno degli Elves continuava a disturbare il lancio di Polar, mentre l’altro si era spostato davanti agli anelli per fare da secondo portiere. Meltin guardò verso l’alto cercando il proprio Capitano: un intervento di un bolide sarebbe stato provvidenziale. Aggirando l’azione di gioco si sarebbe spostato verso gli anelli, per ostacolare l’azione difensiva di Pepper. Così facendo Polar aveva il tempo di mettere in atto una strategia: si sarebbe fermato bruscamente in sella alla scopa, avrebbe provato a smarcarsi prima a destra e poi con un movimento repentino di nuovo a sinistra, dove avrebbe tentato un lancio breve ma a campana, molto alto in modo che le braccia della Lightwood non fossero un’ ostacolo. E proprio lì in alto sarebbe andato a prenderlo Holly McChilly. Se il passaggio fosse andato a segno, la McChilly avrebbe immediatamente indirizzato la propria scopa verso gli anelli, affiancata dal compagno scioglievole. Avrebbe prestato attenzione alla presenza di eventuali bolidi, cercando di smarcarsi se fosse stata presa di mira e dopo un’accurata ma rapida valutazione avrebbe effettuato un passaggio corto direttamente nelle mani di Meltin. Sarebbe poi volata a contrastare Lightwood per permettere a Polar di salire in attacco. Dopo alcune azioni diversive e fonti tentativi di passaggio, John avrebbe caricato il tiro e tirato un lancio potente e preciso verso l’unico anello rimasto libero .
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    Bonus/Malus: 3
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    • Inviato il
      23/12/2022, 21:37
      f#*k!ng Connor
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    TEAM SNOWMEN
    CACCIATORE
    ☞ MELTIN JOHN

    Non aveva smesso un istante di nevicare, ma questo era già un punto a favore per gli Snowmen che non potevano che essere felici di un simile clima. Lo era se non altro Meltin John che a discapito del nome era particolarmente sensibile al caldo e adorava i lunghi inverni freddi e gelati. Quel giorno il caro Meltin giocava come Cacciatore. In sella alla sua scopa, un manico di tutto rispetto, si era posizionato a centro campo per seguire le fasi iniziali della partita. L’arbitro aveva lanciato in aria la Pluffa che però era stata afferrata dagli Elfi. Quei piccoli fastidiosi aiutanti di Babbo Natale erano solo gelosi di non essere molto valorizzati, almeno non quanto lo erano loro pupazzi di neve. Era quasi come giocare un derby in casa, ma sarebbe stato per beneficienza e non potevano proprio venire alle mani. Sistematosi la carota sulla punta del naso, o era la carota il suo stesso naso, era partito subito all’inseguimento della Lightwood. Avrebbe cercato di infastidirla, se non poteva rubarle la Pluffa avrebbe cercato con un Tackle Transilvano di destabilizzarla e magari convincerla a rallentare. Sperava di poterla distrarre in qualche modo, sarebbe bastato molto poco per poter riuscire a sfilare la Pluffa dalle sue mani. Anche i suoi due colleghi Cacciatori, che poteva tenere d’occhio con la coda del suo sguardo, erano pronti in una posa difensiva: Holly si era spostata alla sinistra della Lightwood e stava cercando di obbligarla a seguire una traiettoria verso l’esterno del campo, mentre Polar stava volando verso il portiere degli Snowmen per aiutare se si fosse reso necessario.
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    Bonus/Malus: 2
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    • Inviato il
      17/12/2022, 22:27
      f#*k!ng Connor
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    Cacciatore anche io!
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    connor o’riley
    Non capiva come qualcuno potesse essere terrorizzato dalle palline che si trovavano in terra. Eppure c’era qualcuno che ne aveva sinceramente paura, perché aveva notato spesso qualcuno guardarsi le spalle come se si aspettasse di essere colpito dal lancio di palline. Certo è che restava un grosso mistero da risolvere: chi o cosa aveva buttato giù gli alberi di Natale? Era una domanda che a modo di vedere del Tassorosso meriava un’analisi più approfondita.
    Si avvicinò a Eve Moore che era una sua compagna di casa e stava raccogliendo davvero tante palline, con la sua migliore espressione intelligente mentre chiedeva « Ma c’è stato un terremoto?» Non aveva mai sentito un terremoto per davvero, non sapeva cosa ci si sarebbe dovuto aspettare da un simile evento e non era nemmeno certo di poterlo percepire. Sapeva, ne era piuttosto certo, che alcune cose possono essere percepite soltanto dagli animali, tipo quando ci sono le eclissi di sole i gufi, ma tutti gli uccelli, non volano. Alcuni cani potevano sentire cose che loro umani non potevano cogliere. Lo stesso valeva per i terremoti? O’Connor non lo sapeva, ma magari la Moore era maggiormente informata. E poi lei era americana, in America succedono sempre un sacco di disastri come uragani, tornado, sparatorie e cose così. Gli sembrava una terra selvaggia e pericolosa, un luogo dove potevano benissimo esserci terremoti. Magari sapevano coglierli meglio che loro inglesi, infondo non aveva mai conosciuto nessuno che ne avesse avvertito uno. Si, la Moore era decisamente la persona più esotica che conoscesse e forse poteva essere utile per aiutarlo a risolvere il caso degli alberi di Natale.

    off topic - interagito con Eve Moore


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    Sfida del Mese di Dicembre: 10
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    • Inviato il
      12/12/2022, 21:33
      f#*k!ng Connor
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    Partecipo!

    Vi ho fatto un post che potete prencere come esempio: come vedete io nel lancio dei 4 dadi a 4 facce ho fatto: 2 3 2 1
    Quindi ho trovato:
    2 Palline di Grifondoro (il numero 2)
    1 Pallina di Serpeverde (il numero 3)
    1 Pallina di Corvonero (il numero 1)

    Questo a voi non serve, il conteggio lo facciamo poi noi staffer, però se voleste inserire qualcosa nel narrato del successivo post almeno sapete cosa avete trovato. Ad esempio Connor sarà triste di non aver trovato la pallina di Tassorosso.
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    connor o’riley
    Adorava il Natale. E come si poteva non apprezzare una festa che prevedeva l’apertura di regali e per l’altra metà del tempo di stare seduti con le gambe sotto al tavolo ad abbuffarsi di cibo? Proprio non si poteva e Connor non vedeva l’ora di tornare a casa per le vacanze. Non era una di quelle persone fissate con il restare a Hogwarts per Natale, che stravedevano per il castello addobbato, no, lui voleva andare a casa. Da nonna Gretchen che lo avrebbe riempito di baci profumati di biscotti appena sfornati e da Zio Steve, che invece sarebbe puzzato di alcol per tutte le festività. E poi da mamma e papà, ovviamente. Anche se li sentiva tutti i giorni via lettera sentiva terribilmente la loro mancanza e la nostalgia della famigliare aria di casa, anche se stretta nelle vie del centro di Londra, era sempre più forte. Hogwarts sotto Natale restava comunque uno spettacolo per gli occhi: decorazioni imponenti sbucavano da ogni angolo ed era davvero difficile immaginare che qualcuno potesse respingere lo spirito natalizio con tutto questo.
    Ma qualcuno evidentemente c’era: entrato in Sala Grande per fare colazione trovò davanti agli occhi lo scempio degli alberi di Natale delle quattro case. Erano stati buttati a terra, le fronde spoglie degli addobbi che rotolavano in terra. Qualcuno stava già dando istruzioni di raccogliere quel casini e smistare le palline secondo colore, in modo da agevolare il lavoro degli elfi domestici. E come elfo domestico mancato O’Riley si mise subito al lavoro!



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    Sfida del Mese di Dicembre: 8
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      1/12/2022, 10:00
      f#*k!ng Connor
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    connor o’riley
    Nei pochi giorni in cui aveva iniziato a lavorare alla Gelateria Florean aveva capito che esistevano due tipi di clienti: quelli che vogliono il topper e quelli che non lo vogliono. E aveva anche imparato a diffidare di coloro rientranti in quest’ultima categoria. Si trattava solitamente di persone noiose, che erano arrivate davanti al suo carretto dei gelati soltanto perché trascinanti da figli o amici, ma che difficilmente vedevano un gelato per qualcosa di diverso da un dessert infantile. Un gelato era una vera e propria esperienza. Dovevi gustartelo con tempistiche corrette, abbastanza velocemente da non dargli il tempo di sciogliersi ma non troppo o ti saresti ritrovato con il cervello congelato e un mal di testa fulmineo. Un’arte che ben in pochi sapevano padroneggiare con la dovuta maestria. Era una giornata come un’altra alla gelateria che si beava del caldo torrenziale esploso sull’isola inglese che aveva innalzato in maniera esponenziale la domanda di gelati. Non aveva avuto un solo istante di tregua, il polso desto con il quale scavava la morbida crema del gelato cominciava a essere indolenzito, facendogli temere che presto si sarebbe gonfiato e avrebbe dato adito a strani pettegolezzi sui suoi passatempi. Dal gomito del tennista al polso del gelataio era un attimo.
    Un’ospite illustre fece il suo ingresso nella gelateria: il docente di antiche rune Skyfield era una persona che mai si sarebbe aspettato di vedere in un ambiente tanto informale quanto quello. Era un po’ come immaginarselo in infradito e boxer al mare, qualcosa a cui era meglio non pensare. Seguito dalla chioma rossa di Max, nota per le tristi vicende familiari e con cui lui aveva avuto a che fare solo in classe, ma in maniera decisamente superficiale.
    « Benvenuti alla Gelateria Florean! Avete già le idee molto chiare non voglio tediarvi con ulteriori visioni del nostro menù e mi metto a preparare il tutto.» Erano una strana coppia, ma troppo rigida per essere in qualche modo romanticizzati, probabilmente erano lontani parenti avvicinati da sorti avverse. Non era suo interesse fare gossip o indagare ulteriormente, si sbrigò a preparare le ordinazioni e a consegnare il gelato con i tre gusti al mago e il frappé alla ragazza. « Ecco qui! Per il cono tre gusti più il topper sono 3 galeoni e 10 falci, lo stesso prezzo è per il frappé con il topper. Quindi il totale è di 7 galeoni e 3 falci. »

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    connor o’riley
    Un fottuto genio. Ecco cosa doveva essere. Un fottuto genio. G E N I O. Onestamente non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che non ci fosse stata una fila infinita di gente che volesse lavorare in una gelateria in piena estate. Insomma dove altro si voleva essere? Su una spiaggia tropicale a rischiare un’ustione di terzo grado, si, ma con quali soldi poi? L’afa estiva si era stretta molto prima di Agosto intorno all capitale inglese e O’Riley boccheggiava come un pesce appena pescato. Fortunatamente era un cazzo di genio. Con il suo carisma e la battuta sempre pronta era la persona maggiormente indicata a ricoprire il posto di commesso della Gelateria Florean e la concorrenza, costituita da un undicenne decisamente sovrappeso e che aveva tutta l’aria di finire il gelato di nascosto, era stata sbaragliata dal suo innato charm. Ma questo non riduceva la portata delle sue gesta che comunque lo consacravano a genio. Come nessun Corvonero fosse stato in grado di leggere le grandi opportunità che questa attività concedeva era ancora un mistero che avrebbe occupato un esiguo spazio nel cervello del ragazzo. Perché per quanto fosse geniale Connor poteva pensare solo una cosa per volta, con la giusta calma, senza che andasse in crash il suo sistema operativo.
    Quello era il suo primo giorno di lavoro e poteva già dire di aver assaggiato alcuni gusti, giusto come ricerca professionale, un personale corso di formazione per poter consigliare con cognizione di causa eventuali clienti indecisi. Insomma, doveva conosce il prodotto per poterlo consigliare e gli sembrava un pegno esiguo il suo assaggio con il cucchiaino. « Benvenuta alla Gelateria Florean, Eve! Hai già avuto modo di vedere il nostro menù? Ti consiglio la nostra Stracciatella Caramella.. » Aveva riconosciuto la ragazza bionda appena entrata come una Tassorosso, si conoscevano abbastanza bene visto che condividevano la stessa sala comune ed era felice di poterla vedere anche in estate.


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    connor o’riley
    Quando aveva cominciato a vedere assegnati solo cinque punti a interventi ben più brillanti del suo aveva iniziato a sudare freddo, immaginando di non potersene nemmeno permettere uno solo. Skyfield lo terrorizzava. Sospirò di sollievo, facendo uscire quasi tutta l’aria che aveva nei polmoni nello scoprire che il suo intervento era stato apprezzato al punto da fruttare cinque punti. Non era molto ma andava bene così, soprattutto per il ragazzo che non sapeva bene perché si trovava in quell’aula. Osservò Raido, rigirandosi la runa tra le mani, come se avesse appena trovato un complice inaspettato. La lezione procedette con quella che doveva essere la sua prova pratica, doveva riuscire ad attivarla.
    « Per favore, perfavore, non farmi fare brutte figure.» avrebbe sussurrato talmente piano al pugno della sua mano, stretto sulla runa, mentre cercava di concentrarsi per attivarla. Intraprendere un viaggio mentale per lui non doveva essere troppo difficile, di trip con ausilio di sostanze naturali era un vero esperto. Certo in una stanza affollata, senza la sua materia prima preferita, era un po’ difficile ma si sarebbe impegnato. Avrebbe provato a svuotare la mentre, focalizzandola solo sul simbolo della sua runa. La lettera erre ripercorsa molte volte nella sua mente, insieme alle sensazioni di quando lasciava che la sua mente viaggiasse da sola e senza preoccupazioni. Nella sua mente parve delinearsi un sentiero, un percorso da seguire, con delle ramificazioni da prendere. Comprese in quel momento cosa significa il fatto che viaggiare significasse anche dover scegliere. Un senso di consapevolezza, di tranquillità pervase il suo corpo e la sua mente, come se nulla di quello che avrebbe incontrato oggi potesse turbarlo, sia che la sua scelta fosse stata corretta che sbagliata. Serenità e pace. E pochi pensieri. Come dopo una bella canna.
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  14. .
    connor o’riley
    Che Connor O’Riley fosse un coglione era un dato di fatto, quindi perché stupirsi del fatto che avesse accidentalmente segnato la sua iscrizione alla materia facoltativa di Antiche Rune ? In realtà stava saltando cercando di apporre il suo nome su un foglio in bacheca che prometteva una fornitura mensile di cioccorane, api frizzole e gelatine tutti i gusti +1, ma non si era reso conto che, con tutti i nomi di gente sopra, stava scrivendo il suo nel foglio sottostante, quello per gli iscritti al corso. Quando aveva ricevuto l’orario aggiornato, non aveva avuto il coraggio di dire del suo errore, anche perché il professor Skyfield per quanto potesse avere daddy issues lo terrorizzava.
    « Buongiorno Prof!» era entrato in aula salutando con la sua consueta allegria, soltanto per mascherare un po’ di sana paura che cominciava a provare, per poi andare a prendere posto qualche banco più in là di uno scontroso Serpeverde - la seconda cosa in quella stanza che lo terrorizzava maggiormente dopo il docente. Sapeva di non sapere, ne era consapevole, questo sperava volgesse a suo vantaggio. Non avrebbe dovuto fare nulla, almeno per le prime lezioni… E invece no. Dopo un’introduzione iniziale alla materia, tutti dovevano mettersi in fila e scegliere una runa. I sassolini sulle quali erano incise erano precisi, rotondi, quasi artificiali a vederli. Connor li trovava quasi affascinanti, se solo non fosse stato tanto terrorizzato dallo sguardo inquisitore dello Skyfield si sarebbe quasi goduto il momento. Incespicò sul pavimento e quasi andò a sbattere con la fronte sul tavolo, e così, per levarsi dall’imbarazzo scelse la pietra con la runa Raido. Non era un ragazzo molto sveglio, come dicevamo e come si rese conto mentre le spiegazioni iniziavano a fioccare da tutti i lati della stanza. Avrebbe dovuto scegliere una runa di cui sapeva qualcosa, qualcosa di più del mero significato. « Sì, ehm, Connor. Connor O’Riley signore. Tassorosso.» aveva iniziato a blaterare, davvero fantastico. « Ho percepito affinità con la runa Raido. É una… erre. Come la lettera. Rappresenta il viaggio e quindi immagino significhi sia un viaggio fisico che spirituale, mentale. Penso quindi possa anche rappresentare l’anima. E che sia legata in qualche modo alla ricerca e alla scoperta, magari anche alle avventure. » passò nervosamente la mano nei capelli, pieni di gel, spettinandoli, senza riuscire a capire come procedere. « So anche che è una delle rune la cui unione compone la parola Futhark, che sono ehm dunque Fehu, Uruz, Thurisaz, Ansuz, Raido e Kenaz.»

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  15. .
    connor o’riley
    O’Riley era certamente un cuor di panna, non avrebbe mai fatto male a una mosca, e nel pieno di questa politica buddista gli hippy non sarebbero arrivati che quasi quarant'anni più tardi, poteri da veggente aveva fatto uso di alcune sostanze stupefacenti. Uso di erbe e cose del tutto naturali, però ecco, uno spinello con qualche Grifondoro ci era scappato, sotto le tribune del Quidditch mentre su in alto ci si riempiva i polmoni di aria fresca.
    « Ragaa chi ha dimenticato lo spinello acceso era stata la frase, vero capolavoro di dialettica e grammatica, che aveva accompagnato l’ingresso del Tassorosso nella torre di Divinazione, quando era stato colpito da quello che, poco ma sicuro, sembrava proprio odore di fumo. Si era guardato attorno un po’ perplesso dall’ambiente in generale, ma come sempre non si era posto troppe domande e preoccupazioni: aveva preso posto su una delle morbide sedute di cuscini imbottiti, infilando le gambe sotto il tavolo, provando a incrociarle ma finendo irrimediabilmente per sbatterci le ginocchi sotto. « Buongiorno Prof!» si era unito al coro entusiasta dei suoi compagni, sistemandosi meglio i capelli con una passata di mano, incuriosito di conoscere se avrebbero assunto qualche droga che avrebbe approfondito il viaggio onirico nel futuro o se invece si sarebbe parlato d’altro. Sperava più in qualcosa come la lettura delle foglie da tè, suggerito da Eve, che non cose schifose con organi di animali morti in sacrificio, di cui aveva parlato la perfetta di Corvonero.
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20 replies since 2/1/2022
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