Posts written by 'wildfire

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    sarò sempre sfigata nel lancio dei dadi: 9
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      23/8/2020, 15:42
      'wildfire
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    Chloe Walsh

    Avevo sbottonato gradualmente la camicia da notte che costituiva il mio pigiamino estivo. Poco importava che in Inghilterra le temperature sfiorassero raramente una ventina di gradi, anche in piena estate, per me erano sempre troppi. Solo di recente avevo acquistato al Madama McCland's un pigiama con le maniche corte e i pantaloncini, che però mi davano prurito nell'intenro coscia equindi non avevo indossato. Il tessuto della camicetta era molto comodo, ma ero troppo accaldata per lasciarla abbottonata. La deliziosa fantasia con coni gelato e ghiaccioli però non serviva a rinfrescare i miei animi. Il rossore avvampava sul mio volto, così come il sudore inumidiva le ciocche sulle tempie e lungo il collo. Sospirai, osservando il soffitto della mia staglia spoglia, se non fosse stato pe ril letto e per la sedia che usavo come armadio a cielo aperto, mi stavo preparando a trascorre l'ennesima notte insonne e con la concreata possibilità di acquistare uno di quei soffiatori babbani, che rinfrescavano le case. Castare un aguamenti o un ventus nel cuore della notte non era una buona idea, o almeno questo sembrava a me. Con il respiro affannato, mi costringevo a tenere ben chiusi gli occhi nel tentativo di addormentarmi per inerzia, come se alla noia potesse seguire naturalmente la fase del sonno. Sentii però un battito di ali e dopo aver capito di non star sognando un ventilatora babbano aprii gli occhi, trovandomi davanti un gufo. Anche essendo una strega, quindi abituata a ricevere posta tramite pennuti e rapaci, sussultai nel letto, mettendomi seduta e calmandomi solo in seguito. Avevo lasciato la finestra aperta nella speranza che l'aria fresca della notte potesse rinfrescare anche la mia stanza, peccato che non c'era traccia di aria fresca. Il gufo tubò, emettendo un suono acutissimo che risvegliò definitivamente qualunque parte di me avesse tentato di dormire fino a pochi istanti prima. Un gufo in piena notte non poteva essere nulla di buono. Cinicamente, forse troppo speranzosa di un evento tragico che avesse potuto colpire mia madre, mi avvicinai al becco del messaggero e presi la lettera. Nessun malanno o decesso improvviso, mia madre era ancora viva e vegeta, infondo si sa che l'erba grama non muore mai. Riconobbi subito lo stile sintetico e brusco del Capo Auror. Una convocazione urgente. Sbuffai, sperando non si trattasse di un addestramento notturno, con quel caldo e con quel poco sonno sarei anche potuta svenire.

    Notai, giunta pochi minuti più tardi al Quartier Generale, che c'era più vita che un qualunque altro giorno di settimana. Mi chiesi se gli auror agissero sempre con il favore delle tenebre o se questa fosse una particolare ricorrenza. L'idea di un rito di iniziazione per le matricole (hey io sono una matricola!) era la sola cosa che la mia mente riuscisse a pensare e sperai che nessuno dei presenti fosse un Leggilimens per tenere questa esima stronzata per me. Accennai un lieve saluto con la mano alle sole reclute che conoscessi, Lexa e Kane, disponendomi ordinatamente in fila in quello che sembrava un plotone di esecuzione. Il mio sguardo si fissò sul volto rigido del buon Wright, pensando che anche a lui sarebbe servita una buona nottata di sonno. Ma quando parlò con la solita aria da stronzo mi rimangiai il buon pensiero avuto su di lui, cercando di restare seria. Non era un'addestramento. Ottimo, non avrei preso calci da nessuno per quella sera. L'ipotesi di un rito di iniziazione iniziava a non sembrarmi più così stupida, se il Legilimens di prima potesse confermare che ci avevo azzeccato già prima sarebbe fantastico. Persa nei miei pensieri infantili percepii poco del discorso seguente del Capo Auror, che indicò la porta. Seguii il suo dito indice poi, consapevole che uscire da quella porta avrebbe posto fine alla mia carriera, tornai a guardare fisso davanti, ma tenendo le orecchie per sentire se qualcuno avrebbe abboccato. Le frasi successive sembravano accredita ancora di più l'ipotesi dell'iniziazione auror, erano dure e seriose, così tanto che mi sembravano un po' troppo costruite. Sembrava ci fosse una sorta di rigidità e costruzione nei movimenti di James Archie Wright, cosa che non mi faceva prenderlo sul serio.

    «Abbiamo Grindelwald. È a Parigi.» Cheeeeeeeeeeeeeeeeeeee cooooosaaaaaaaaaa ?!

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    Welcome anche da parte mia! Ti troverai bene qui, parola di Auror 💕
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    Chloe Walsh

    Poteva andare peggio come prima partita del campionato. Quando era uscito il calendario la paura di gran parte della squadra era che fossimo contro i Falcons o le Harpies, che quell'anno sembravano promettere di giocare duro, noi avevamo una quadra fatta di volti nuovi, me compresa, tranne il capitano e un paio di altri che formavano la vecchia guardia. Ricostruire così una squadra richiedeva tempo e non eravamo ancora pronti ad affrontare un avversario così forte, ma lo saremmo stati. Almeno di questo mi ero convinta mentre indossavo la divisa gialla con le righe nere che ricordava appunto un'ape. Potevamo imparare a muoverci in sciame, uniti ma singoli, e saremmo anche arrivati a costruire un alveare perfetto con il tempo. Tempo. Avevamo bisogno di tempo. Era anche quello che il capitano ci aveva chiesto quel giorno: guadagnare tempo affinché comparisse il boccino d'oro. Tempo per difendere e non farci colpire dai bolidi, tempo per me e per individuare il boccino. Nessun pressione insomma.

    Ogni istante di quella partita sembrava eterno, come se il battito accelerato del mio cuore in realtà andasse a rilento, dopo un tum quello successivo arrivava a minuti di distanza, mentre non smettevo un attimo di cercare un bagliore dorato che ponesse fine a quella agonia. Avevo anche tenuto d'occhio il mio avversario, sbirciando le mosse dei Magpies ma anche l'altro cercatore sembrava annaspare nella soleggiata giornata di quella prima di campionato. Percepii un colpo violento e il mio istinto di auror mi mise subito all'erta in tempo per vedere ancora la mazza di Rojas roteare nel cielo e scagliarmi contro un bolide. Cazzo! "Cazzo!" fa subito eco la mia bocca mentre l'idea di farmi abbattere alla prima di campionato mi entusiasma molto poco. Cerco di rimettere insieme i pezzi e elaborare rapidamente una strategia, questo mi metterebbe in cattiva luce anche con il Capo Auror Wright, e opto per aspettare che il bolide arrivi e schivare con una Sloth Grip Roll, tecnica molto usata durante le partite di Quidditch per non farsi colpire da un bolide e che come probabilità offre quelle maggiori di successo.

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    Chloe Walsh

    Ero emozionata all'idea di essere stata presa nei Wasps, una squadra che mi aveva sempre affascinato per lo stile i gioco e per quella che era la mia prima cotta adolescenziale. Si chiamava Josh Betzinger, una luna chioma fatta di ricci scuri, la pelle color ebano e due occhi azzurri nei quali perdersi. Battitore dei Wimbourne per quattro stagioni e ammiccante poster della mia stanza a Hogwrats per tutti e sette gli anni scolastici. Ah, Josh! Mai avrei potuto credere di poter indossare quegli stessi colori che gli erano appartenuti e dopo il provino, vedere l'offerta dei Wasp aveva mandato il mio cuore in visibilio. Con le guance ancora rose dall'emozione, mi ero smaterializzata in uno schiocco di dita per comparire in un vicoletto laterale alla High Street di Diagon Alley, sempre molto trafficata di persone e per questo motivo sconsigliata per una materializzazione sicura. Ancora scomposta per la notizia mi avviai a passo rapido verso Accessori per il Quidditch di Qualità."Buongiorno!" salutai, superando di diversi decibel il suono del campanello che aveva annunciato il mio ingresso, troppo emozionata per contenermi "Sono da poco entrata nei Wimbourne Wasps e mi servirebbe una scopa!" proseguii avvicinandomi al bancone e sbirciando i manici di scopa esposti, catturata in particolare da uno nella bacheca dedicata alle creazioni del fabbricante. "Penso che la Blonde Riot faccia al caso mio! E vorrei estrarre 3 carte dei Wasps, grazie."

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    benvenuta! se ti consola io non avevo notato proprio nulla, il che è indicativo visto che dovrei essere un'auror... *va a nascondersi*
    Ciao! Io sono Chloe e se farai un Pg adulto spero di avere occasione di ruolare con te^^

    Mi aggrego al team spoiler :beer:
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    Io vorrei essere nei wimbourne wasps
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    Chloe Walsh
    Camminavamo, una accanto all'altra, come due amiche di vecchia data, come se fossimo state due sorelle che non si vedevano da diverso tempo. Le coincidenze non esiste, avrebbe detto il Wright con la usa voce seria, ma io era di tutt'altro avviso: le coincidenze esistevano e probabilmente io e Adeline ne eravamo la prova più tangibile. Forse il mio addestramento come auror avrebbe dovuto rendermi più sospettosa, maggiormente incline a individuare nelle coincidenze indizi che potevano formare una prova, ma la verità era che non ero una recluta auror da così tanto tempo da avere una mente ormai deviata professionalmente e, come testimoniava il volto segnato di cicatrici e rughe corrucciate di James Archie Wright ; mi mancava anche l'esperienza che rendeva il Capo Auror sospettoso anche del suo stesso fratello. Sempre che ne avesse uno. Avevamo passato così tante ore insieme, chiusi nella lugubre stanza degli addestramenti, con enigmi da risolvere e schiantesimi a colpirmi il petto, che non c'era mai stata una reale occasione di fare una conversazione personale. Era a questo che mi sarei ridotta una volta diventata Auror a tutti gli effetti? Un'automa senza altre missioni all'infuori di quella di catturare i nemici degli auror. Vista così era un immagine deplorevole e desolante, una di quelle in grado di far dubitare anche il mio animo testardo su quello che stavo facendo. Ero forse troppo esuberante per essere un'auror? O avrei dovuto rinunciare alla mio essere spontanea ed estroversa al fine di essere un buon auror? Non era qualcosa a cui potevo rinunciare, era parte del mio essere, ma dall'altro lato indossare la spilla da sceriffo della giustizia era sempre stato il mio sogno anche quando a Hogwarts disprezzavo le cariche scolastiche e facevo impazzire i docenti. Uhm, qualcosa su cui riflettere magari non durante una passeggiata dove si parlava di essere freddolose per colpa della stessa genetica bacata. "E nel letto con qualcuno cercare un po' di tepore sui loro polpacci facendoli saltare per aria. Più di una volta hanno creduto che fossi uno zombie, in effetti..." scossi il capo, arrossando leggermente perchè parlare di essere a letto con qualcuno, implicava un certo tipo di informazione che forse era troppo riservata da condividere con un'estranea. Come se fossi una manica che andava in giro a chiedere alle persone a che età avessero perso la verginità. Imbarazzante. Se il compito di Wright fosse stato ufficiale, quello di entrare in confidenza con degli sconosciuti e fare un profilo di quanta più gente possibile, avrei fallito miseramente. Adeline Walker, sospetta Walsh perduta, freddolosa e probabile Corvonero. Insomma non uno dei migliori risultati che potessi ottenere, anche se era stato peggio quando avevo rischiato di chiamare il burbero J.A.W., mascella era un soprannome carino a pensarci bene, papà dopo aver preso una tremenda botta alla testa all'ennesimo duello fallito. "Nemmeno con un bel bombarda? È un'incantesimo che risolve un bel po' di problemi, se si escludo i danni collaterali." Avrei personalmente usato il bombarda su qualunque cosa, ma avevo troppa paura di essere derisa da Wright per poter confessare il suo amore per le esplosioni, perchè il passo verso essere incarcerata per essere una piromane era troppo breve, e così avevo deciso di confessarmi a una perfetta estranea. Chloe Walsh, sospetta Walker perduta, freddolosa e Grifondoro. Bombarda-lover. Ecco le informazioni lasciate qua e là in giro alla strega che aveva appena incontrato. "Animo rossoro, mi hai scoperta!" ridacchiai, conscia di aver fornito un'indovinello troppo semplice da risolvere per una figlia di Corvonero che doveva risolvere enigmi per poter anche solo andare a dormire. Doveva essere piuttosto impegnativo, io mi spazientivo soltanto nel dover sorbire i concerti della Signora Grassa, con tanto di ovazioni e applausi finali, e le prime settimane ero anche capace di scordarmi la nuova parola d'ordine, confondendola con quella dell'anno precedente. Acclimatarsi a un nuovo anno scolastico era particolarmente complicato, eleggendo settembre come mese peggiore dell'anno. La conversazione mi portò con la mente all'Emporio per gli Scherzi di Zonko, un regno del terrore che corrispondeva al paradiso terrestre per ogni indisciplinato Grifondoro che si rispetti. Caccabombe, pasticche vomitose e frisbee zannuti erano solo alcuni degli oggetti di cui avevo abusato nel corso degli anni scolastici, per saltare le lezioni o per creare il caos. Mi fermai, stupita dal racconto che usciva dalle labbra della Corvonero con la quale stavo passeggiando. "Aspetta!" un flashback si riaccese nella mia mente a menzionare quello specifico episodio. Ricordavo bene del caos che si era scatenato in Sala Grande, con i Corvonero e qualche Serpeverde che si era trovato con il naso pizzicato durante l'ora del thè, e di come subito i Grifondoro furono sospettati del fatto, se non fosse stato anche per l'incidente nella Torre di Corvonero. "Io mi ricordo di questo episodio! Era stato incolpato Paxton, un Grifondoro che usciva con una Corvonero se non sbaglio... e invece avevano i colpevoli sotto il naso! Ah, una serpe nel giardino. Avete creato un bel casino, ammetto, sono stata invidiosa di non averci pensato prima io..." ci pensai su, lasciando quel ricordo alle spalle, era successo un putiferio nel dormitorio di Godric alla ricerca del responsabile perchè erano stati coinvolti i Serpeverde, e mi ricordai di come mio fratello ci avesse deriso per essere proprio la peggior casata di Hogwarts. Ah, non vedevo l'ora di sbattergli in faccia che la colpa fu proprio loro. Di una ragazza che somigliava terribilmente a Chirs, tra le altre cose. Forse era la mia gemella e non la sua, anche se la differenza cromatica delle iridi poteva portarmi a pensare il contrario. La conversazione si era spostata sul quidditch, un nuovo tuffo nel passato. "Ero al sesto anno all'epoca del tuo scherzo." risposi cercando di inquadrare gli anni, dovevano avere un anno di differenza quindi. Veniva a crollare l'idea che fossero gemelle, un vero peccato, ma restava valida l'ipotesi che fossero in qualche modo imparentate. Cercai nei lineamenti del volto un indizio che potesse avvalorare la mia tesi, anche se nel complesso eravamo abbastanza simili da poter richiedere un'esame genetico. "Sono stata Cacciatore per un po', ho smesso al settimo anno per i MAGO, imposizione di mia madre non mia scelta, poi sono tornata a giocare come Cercatore. Insomma devo avere una predilezione a prendere i bolidi." sfregai istintivamente la spalla sinistra, dove ancora si faceva sentire il bollo dell'addestramento auror. Dovevo avere una vena masochista a quanto sembrava, anche se non me ne ero mai accorta prima di quel momento. Ripresi a camminare, con passo leggero, come se quella conversazione mi avesse alleviata del peso del mio piccolo compito come auror, rituffata nella spensieratezza adolescenziale. " Ricordami di non farmi mai offrire del thè da te, al massimo una Burrobirra." risi, mettendola in guardia sulle sue abitudini di Zonko. Ma visto che accusare la gente non era molto carino decisi di alleggerire subito l'atmosfera "Hai più giocato a Quidditch dopo Hogwarts?"domandai, la prima cosa che mi era venuta in mente, visto che io invece avevo continuato, non hai mai smesso di giocare mi aveva ripreso più volte mia madre, intimandomi di trovare un vero lavoro. Se solo fosse venuta a sapere del mio addestramento auror.

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    Chloe Walsh
    Cazzo, cazzo! I miei pensieri correvano veloci a queste e altre imprecazioni che era meglio non esternare per non scandalizzare i bambini, ma erano decisamente fantasiose e molto poco rispettose della divinità. Sentivo ancora il cuore battere forte nel petto dopo il pessimo incontro con l’ape. In Inghilterra un ape a quella altezza non l’avevo mai vista e questo sottolineava quanto la dea fortuna stesse rivolgendo lo sguardo altrove in quel momento. Il mio sguardo era rimasto fisso sul boccino d’oro che ora cercavo di andare a intercettare, superando la Moore che aveva approfittato del mio problema animalesco per portarsi in vantaggio. Non volevo deludere la squadra e rischiare di portarla alla sconfitta, non me lo sarei perdonata. Ma se la dea della fortuna volgeva altrove, la musa dell sfortuna era particolarmente ispirata e mi aveva preso in simpatia - ma che gioia!- quindi in un attimo lucidità avvistati due battitori volteggiare come avvoltoi intorno a noi cercatori: riconobbi la chioma bionda della Kennegan, ma non sapevo dire se la seconda figura fosse amica o nemica. Il colpo di bolide risuonò nello stadio facendomi accapponare la pelle sulla schiena. Avevo capito che la seconda figura era un Bombarda che aveva deciso di prendermi di mira . Strategicamente era una scelta comprensibile ma non potei fare a meno di sbuffare un ”Ma perché tutte a me?” mentre mi preparavo a schivare il bolide che avrebbe cercato di colpirmi. Mi sarei mossa a zigzag, velocemente per confondere il bolide sulla direzione da prendere. Avrei inoltre provato a dirigermi verso la Kennegan senza però distogliermi troppo dalla traiettoria del boccino d’oro perché non volevo perdere ulteriore terreno. Così facendo speravo di aver concesso maggiori possibilità alla battitrice di intervenire a salvarmi dal perfido bolide.

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    Chloe Walsh
    Eccolo! Mi ero appiattita sul manico di scopa per partire all’inseguimento del Bocconi d’oro, individuato a poca distanza da dove mi trovavano. Il mio scattò però attirò l’attenzione anche di Eve Moore, la mia avversaria del Bombarda, che si era lanciata al mio inseguimento. Sentivo nel mio corpo pulsare l’adrenalina per quella situazione di gioco, il momento finale della partita era sempre carico di tensione ed emozione e io in qualche modo reagivo molto bene sotto pressione. Ripensai all’addestramento auror, questa mia capacità di mantenere la mente lucida in situazioni di grande pressione forse mi avrebbe reso un auror migliore, anche se a me sarebbe bastato superare indenne il training del Wright, e se ero caratterialmente così forse era anche dovuto agli anni passati nella squadra di Grifondoro a cercare di conquistare boccini all’ultimo minuto. Non dovevo farmi distrarre da inutili sentimentalismi o dalla nostalgia. Mantenni lo sguardo fisso sulle ali che sbattevano del boccino d’oro, così tanto concentrata che riuscii quasi a sentirne il ronzio nelle orecchie. Avevo inseguito diversi boccini nella mia vita scolastica di Grifondoro ma mai mi era capitato di sentire questo fastidioso ronzio. Mi voltai, per osservare sopra le mie spalle quanto distante fosse l’altra cercatrice, ma il mio sguardo notò un ape che cercava di pungermi. Istintivamente cercai di scacciarla con un gesto della mano, ma questa si infilò dentro la mia manica. Mi feci prendere dal panico, addirittura credetti si sentire la piccola bestia pungermi ovunque e anche se stavo procedendo nella direzione del boccino iniziai ad agitarmi. Muovevo il braccio su e giù, come un gabbiano impazzito, scuotendo la manica ma non fui sicura che l’ape fosse uscita. Strisciai il braccio lungo le cosce, sperando in questo modo schiacciare all’interno della manica l’ape. Quando mi sembrò di non sentire più l’insetto camminare lungo il mio braccio cercai di riprendermi, ricominciando a volare nella giusta direzione e a una velocità massima.


    made by zachary

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    Maaa una role tra donne auror al Quartier Generale? hurrykane Lexa Jones
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    Potremmo chiedere qualcosa sull'impronta rivenuta, se porta in un'altra stanza e se è la stessa dove c'è James.
    Sarebbe il caso che posti prima io così che vi informi sulla traccia trovata...
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    Recluta Auror Walsh, a rapporto!
    Benvenuta!

    Qui ti troverai bene, parola di Auror, sono tutti super dolci e disponibili, mai riso così tanto come qui
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    Salve, per affittare casa il lavoro "training auror" va bene? perchè sennò toccherà cercarmi un lavoro ben retribuito ahahah
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    Chloe Walsh

    Adorato
    Carissimo
    Fratello

    Passerò da te per il brunch oggi, spero tu abbia i pasticcini al pistacchio.
    -Chloe


    Una semplice riga, alcune cancellature dopo e qualche sbavatura più tardi, la lettera da inviare a mio fratello era pronta a essere spedita. Chiamai il vecchio Florens, il gufo che possedevo dai tempi di Hogwarts, per affidagli la lettera, ormai quelle sarebbero state le sue ultime spedizioni perchè il piumaggio ormai rado e le articolazioni invecchiate rendevano molto faticoso al gufo poter volare. Colpa mia, che ancora non avevo trovato occasione di passare all'emporio del gufo per acquistare un nuovo esemplare, magari una femmina dal manto candido come la neve, con il quale mandare in pensione il buon vecchio Florens. Fu questo il pensiero che attraversò la mia mente nel vederlo sbattere freneticamente le ali per prendere quota e riuscire a volare in linea retta, bastava la busta con la lettera per sbilanciaro e provai una profonda pena per lui. Tutta questa fatica non era meritata, soprattuto considerando che il destinatario era mio fratello Chirs.
    Non avevo molti motivi che potessero spingermi tra le grinfie del gemello, che non vedevo ormai da qualche mese, ma la recente conoscenza di una bionda strega per le vie di Hogsmeade aveva riacceso un certo interesse per le persone dotate di sguardo bicromatico, eccezione genetica che interessava in particolar modo lo sguardo di mio fratello gemello. E poi Chris conosceva la miglio pasticceria del Galles e ancora si rifiutava di svelarmi il posto dove comprava i bignè ripieni al pistacchio, pur sapendo quanto amassi il pistacchio e la frutta secca in generale. Un dazio che avrebbe dovuto pagare per la visita del mio bel faccino. Avevo rovistato nella dispensa, ma non avevo trovato altro che una vecchia confezione di cornflakes, mezza ammuffita, e qualche chicco d'uva che era rimasto nella ciotola sopra al tavolo della cucina che doveva farmi da porta frutta, ma io non amavo molto la frutta e nemmeno l'uva. Mi accontentai di bere un po' di caffè freddo che mi era avanzato dal giorno prima, per poi uscire di casa a fare qualche commissione di lavoro.
    Mi smaterializzai nella graziosa via del Galles dove il migliore dei Walsh aveva trovato casa, ovviamente in un quartiere residenziale con villette a schiera, giardini e bambini che scorrazzavano felici, o che lo avrebbero fatto in giornate dove il cielo non prometteva pioggia. Mi strinsi nel cappotto rosso, recente acquisto da Madama McClan's, passeggiando con passo spedito fino alla porta con il numero di casa di mio fratello. Stavo per bussare ma il mio sesto senso, detto anche istinto, mi bloccò con il pugno alzato: per qualche motivo temevo che ci fosse mia madre, non avrei sopportato l'imboscata di mamma Diana quel giorno. Feci un passo indietro per verificare se c'erano fiori freschi nei vasi di Chris, mia madre soprattuto in quella stagione, adorava fare incantesimi che facessero comparire fiori colorati ovunque. Una vera fissa e piaga dei vivaisti babbani. Notai solo erbacce e un geranio appassito dall'estate scorsa, quindi anche la cara mamma Walsh non visitava il prediletto da qualche tempo, ma questo non escludeva che Chris non si recasse ogni domenica per il pranzo in famiglia nella nostra casa d'infanzia. Un vero mammone, concordai sollevando gli occhi al cielo. Bussai e veni aperta dal brutto muso del mio gemello, che non era in vena di cordialità. Peggio per lui, perchè io invece ero decisamente in vena di scherzi, o quanto meno di importunarlo finchè non avesse perso il suo aplomb così serioso. "Salve fratello, sto molto bene anch'io e ti ringrazio per la calorosa accoglienza..." lo canzonai, sbottonandomi il cappotto e sfilandolo, per poi passarlo a mio fratello perchè lo appendesse, incurante se lo avesse fatto cadere in terra o se lo avesse appoggiato su una sedia. Ma sapevo che il maniaco dell'ordine che si nascondeva dietro i capelli di paglia era sempre in agguato, si sarebbe arrabbiato molto nel avere la casa in disordine. "Cosa direbbe nostra madre di questa accoglienza così poco calorosa? Sono certa che il figlio prediletto è stato educato meglio di così." proseguii, del tutto menefreghista di essere invitata o meno, inziai a sbirciare nei cassetti del salotto, aprendoli per curiosare alla ricerca di qualcosa di interessante. Sul tavolo da pranzo la mia attenzione venne catturata da un giornale zuppo e da una macchia di colore ambiguo. "E qui? Cosa stavi combinando?" domandai con una vocina odiosa e l'espressione indignata della sorella che scopre il gemello chiuso da troppo tempo in bagno a fare cose sconce e poco convenienti, per un perfetto Corvonero come lui.

    made by zachary

116 replies since 2/4/2017
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