Davanti agli occhi della Lightwood la partita era corsa via con ritmi sostenuti che avevano appena dato tempo all’elfa di registrare gli avvenimenti che andavano a verificarsi dinanzi ai suoi occhi a distanza di un battito di ciglia. Pareggio degli Snowmen. Vantaggio degli Elves. Pareggio degli Snowmen. Rimonta. Abbattuto uno dei Cacciatori avversari. Altro pareggio. Erano ora sotto di un goal. Abbattuto uno dei Cacciatori avversari. Aveva fatto avanti e indietro per il campo da gioco così tante volte che ne aveva perso il conto, sfrecciando a destra e sinistra. Avevano appena subito un goal, ma Holly McChilly era stato disarcionato con una tale violenza dal suo manico di scopa che lo aveva visto compiere un paio di capriole in caduta libera, prima che qualcuno sotto ne rallentasse l’inevitabile schianto al suolo. Questo aveva portato i Cacciatori rimasti, due per squadra, a posizionarsi di nuovo in fase di contesa. La Lightwood era sfrecciata per afferrare la pluffa e l’aveva catturata. Stringeva la sfera rossa con tale forza che non si era accorta subito di un fastidioso pulsare alla testa. Quando aveva rivolto lo sguardo sugli anelli avversari verso cui si stava dirigendo si era accorta di avere un’ombra nera a oscurarle metà campo visivo e il dolore si era fatto molto più intenso. ”Non ci vedo!” comunicò al suo compagno di squadra, nella speranza che questo non comportasse un deficit troppo incisivo. ”Neve! Neve davanti…” un attimo di pausa ”Orecchie dietro!” avrebbe esclamato nel complire un reverse pass, quindi un passaggio all’indietro per Pepper Minstix. Con il suo deficit visivo poteva compromettere un eventuale tiro verso gli anelli, visto che gli Elves avevano bisogno di punti per recuperare avrebbe sacrificato egoismi personali per il bene della squadra. Pepper poteva prendere la Pluffa e volare dritto agli anelli per fare goal.

Il pressing degli Snowmen era stato costante e assiduo, nessuno dei suoi compagni era riuscito a smarcarsi e così la Lightwood aveva dovuto prendere sulle sue spalle di elfo la responsabilità e dopo aver dribblato il suo avversario, Meltin John anche grazie a una raffica di vento che lo aveva sbilanciato, era andata dritta davanti agli anelli del portiere. Un colpo fortunato, avrebbero narrato poi le cronache della Gazzetta del Profeta, visto che il portiere stava difendendo contemporaneamente tutti e tre gli anelli. Il Cacciatore degli eleves aveva dovuto studiarne le tempistiche di movimento e aveva tirato nell'esterno destro, andando a segno con un colpo puliio. Non aveva fatto tempo ad esultare che una micidiale cannonanta era esplosa nell'aria, merito del colpo combinato dei due battitori degli Snowmen, e aveva abbattuto senza alcuna pietà Evergreen. Senza il sempreverde la compagine degli elfi si vedeva ridotta numericamente, ma non si sarebbero scoraggiati e avrebebro attaccato ancora più agguerriti.
Il contropiede degli Snowman era partito da Polar Powder che aveva approfittato del buco lasciato dal loro Cacciatore disarcionato per aprirsi un varco nella loro difesa. La Lightwood era immediatamente partita in quella direzione, parandosi davanti al giocatore avversario con le braccia tese per ostacolare eventuali passaggi, ma fallì. "Fermalo Pepper!" avrebbe esclamato al compagno. L'Elves rimasto era partito in posizione per guadagnare velocità e coprire la distanza che correva tra di loro, frapponendosi davanti agli anelli come se fosse stato un secondo portiere. Il Cacciatore degli Snowemen era in inferiorità numerica e solo un anello su tre era sguarnito di protezione.

Tre, due, uno… fischio d’inizio. C’era un non so che di primordiale nell’adrenalina che ciroclava nelle vede dei giocatori prima del fischio d’inzio di una partita e la Lightwood lo sapeva bene. Aveva ormai perso il conto delle volte in cui era scesa sul campo di gioco eppure ogni volta le trasmetteva le stesse sensazioni della volta precedente. Nel corridoio che doveva percorrere per uscire dagli spogliatoi sul campo, dove si sentiva il fragore del pubblico, rischiava sempre di rimettere la colazione tanta era l’ansia che le attanagliava la bocca dello stomaco con una morsa ferrea. Librarsi in aria era sempre stata la parte più complicata, quella in cui tutte le preoccupazioni di quel momento sembrano volerti mantenere inchiodata al suolo ma poi, vuoi per gli allenamenti o perché o non ci si può sottrarre a quel momento, si arriva in aria e lì dove il respiro fatica a recuperare ossigeno la mente si svuota. Sei solo tu, tu e il cuore che batte. Anche in quella giornata di neve, coente con il periodo natalizio, ma che sembra una vera e propria tormenta, la Lightwood aveva affrontato con le emozioni di sempre quella partita. Aveva preso posto nella disposizione della contesa iniziale e quando il fischio dell’arbitro aveva superato il battito del suo cuore si era tuffata verso il bagliore rosso della Pluffa. Non era stata lei ad afferrarla per prima ma la compagna Pepper Minstix. Era scattata in avanti, aggirando il mucciò di cacciatori a centro campo per superare la difesa avversaria: la Ministri l’aveva vista e con un lancio lungo era partito l’attacco degli Elves. Meltin John, che era rimasto nelle retrovie degli Snowmen, aveva provato a rallentarla tentando anche un tackle transilvano: la Lightwood avrebbe provato a non farsi suggestionare dalla mossa del cacciatore e avrebbe provato a scartare sulla destra, poiché a sinistra avvertiva la pressione della McChilly. Avrebbe cercato di individuare un compagno cacciatore libero a cui passare la palla, magari con un retro-passaggio per costringere la difesa degli Snowmen ad aprirsi e a loro di andare in porta a segnare.