Non riesco proprio a capacitarmi dell’effetto che quei giocatori mi hanno fatto, ma sono grata che non appena sono saliti al piano superiori e scomparsi dalla mia visuale qualunque tempesta ormonale si sia scatenata dentro di me, sparisce tanto rapidamente quanto è arrivata. Però non abbastanza velocemente perché Eve Moore non si accorgesse della mia lèggerà distrazione.
Ci sono, ci sono commento rimettendo a fuoco il viso della mia amica, sperando di non scorgere delusione o altro nei suoi occhi. E invece mi prende in giro per la mia sbandata. Rido di gusto. Ho iniziato a seguirlo per te, ma lo avrei fatto molto prima se avessi saputo che c’erano simili bocconcini. cerco di restare seria almeno per rispondere poi ricomincio a ridere di questa situazione.
Riprendiamo poi a parlare delle vacanze, in particolare delle mie, mentre sorseggiamo le bevande al gusto di cannella e mordo un pezzo dello zenzy che continua a cantare, masticando prima di rispondere.
In effetti potrei fingere di sbagliare il posto e presentarmi in un camino a caso. commento soprappensiero, senza considerare cose come collegamenti da richiedere al Ministero, il rischio di finire in casa di un babbano e così via. Anche se l’idea mi ispira parecchio cerco di non farmi influenzare troppo. Accetta di buon grado lo Zenzy che le ho offerto, sorrido mentre mi accanisco ancora una volta sul mio con un morso. Il brusio dei Tre Manici di Scopa è un piacevole sottofondo che riempie anche quel momentaneo silenzio che intercorre tra noi due. Il boccone mi va quasi di traverso quando chiede dei regali di Natale da scambiarci: e io che credevo di essere stata così discreta da passare inosservata! Scuoto il capo e ridacchio.
Oh per Merlino! Non resisto più nemmeno io mi affretto a tirare fuori il cesto di Natale e a posarlo sul tavolo. Ecco qui, spero ti piaccia! Buon Natale aggiungo arrossendo visibilmente perché spero che sia un regalo gradito e apprezzato. Scartandolo Eve avrebbe trovato tutto il contenuto del suo Cesto di Natale preparato da Accessori per il Quidditch, tutto a tema della sua squadra

In generale non ero mai stata un amante dello sport, non svolavo attività fisica oltre a quella imposta dall’orario delle lezioni scolastiche e già il riscaldamento dei primi minuti mi uccideva i polmoni. Avevo cercato di avvicinarmi un po’ al Quidditch quando avevo saputo che Eve avrebbe giocato come giocatrice professionista, mi sentivo in debito di farlo come migliore amica, ma qui finiva la mia cultura sportiva. Nonostante questa scarsa conoscenza del gioco inglese, non appena il gruppo di ragazzi muscolosi entrò non pensai altri che “muscoli da Quidditch”. Li osservai mentre Madama Black lo invitava a salire al piano di sopra, immagino che il casino che avrebbero fatto si sarebbe comunque sentito.
Freddo? domandai mentre Eve parlava di Minnesota e Natale, mentre io sentivo la gola arsa e la bocca incredibilmente secca Ah si è molto freddo, ci sarà tantissima neve! mi collego subito alla conversazione sul Minnesota che sembra interessare particolarmente la Moore. Annuisco concordando con il fatto che le scope non siano ideali per viaggiare in una tormenta di neve. Credo che mio padre abbia fatto richiesta di collegamento con la Metropolvere, non sopporta molto le Passaporte e la materializzazione commento anche se io non ho provata ne una ne l’altra mi dice essere particolarmente fastidioso al punto da causare il vomito.
Grazie Madama! mi affretto a pagare quello che ho ordinato. Ho così bisogno di bere che soltanto il brindisi della Thunderbird mi trattiene dallo scolarmi la burrobirra. Buon Natale faccio seguito andando a battere il mio bicchiere con il suo, nel nostro brindisi. Bevo generosamente, il gusto di cannella mi piace moltissimo. Davvero buonissima concordo con le parole di Eve e ne bevo un altro sorso. Prendi pure uno Zenzy eh dico, prendendo uno dei biscotti che continua a cantare “Bianco Natale” anche quando gli stacco uno dei bottoni di glassa e lo mangio.

Stavo continuando a giocare con la manica del mio maglioncino, avrei finito per slabbrarlo se non mi fossi fermata. Avevo sempre avuto questo tic di giocare con qualunque accessorio avessi indosso o davanti, ma non avendo niente di meglio la manica era più che sufficiente.
Non saprei, ma ho sentito dire che i no-mag si disperano se succede. risposi ridacchiando con allegria al discorso sugli auguri anticipati che stavamo facendo io e Eve. Eravamo poi passati al discorso sulle vacanze di Natale, o meglio per parlare di tutti i compiti che ci avevano dati e poi eravamo passati alle vacanze vere e proprie. Io non sarò al castello, devi andare con i miei a trovare dei parenti in Minnesota, una vera palla a dirla tutta. sospiro, apprendendo che Eve sarebbe rimasta al castello. Adoro le festività a Ilvermorny, sono così allegre e belle. Avevo appena finito di rispondere alla mia amica che tornó la cameriera, con i menù e con un offerta speciale proprio per il periodo di Natale. Do anche io una rapida occhiata mentre la Thunderbird ha già le idee chiare e allora mi sbrigo e mi unisco a lei. Una burrobirra xmas anche per me e degli Zenzy Canterini, grazie mille! ordino anche io e poi porgo i menù alla strega che gestisce i Tre Manici di scopa. Sono sempre più affollati e pieni di gente, alcuni sono costretti ad aspettare e qualcuno addirittura se ne deve andare. Siamo state molto fortunate, hai visto quanta gente c’è ?! commento con la mia amica cercando anche qualcuno di conosciuto.

Eve!
Salutai abbracciando subito la Thunderbird anche io. Era molto bella la nostra amicizia e quello era il gesto più naturale da compiere per entrambe. Buon Natale! Lo so che porta sfiga dirlo prima ma io non credo alle superstizioni...non siamo zotici no-mag. dissi ridendo un po’ e avviandomi verso l’entrata chiedendomi se avesse visto il certo che, piuttosto ingombrante, stavo portando in giro per i Tre Manici di Scopa. La cameriera, la solita strega dai tratti mediorientali, ci mostró uno dei pochi tavolo liberi che erano rimasti proprio al centro del locale. Avrei preferito quello vicino al camino o quello con la vista sui passanti, mi piaceva sbirciare chi passava per strada, ma sarebbe andato bene anche quello. Mi sedetti e poggiai il cesto per terra vicino alla mia sedia, ma facendo attenzione che nessuno potesse provare a rubarlo o che qualche maldestro cliente non lo pestasse mentre usciva o andava al bagno. Ci hanno riempito di compiti anche quest’anno sbuffai pensando alle vacanze di Natale e al saggio che avrei dovuto fare per Erbologia e Astronomia che come minimo mi avrebbero riempito due pomeriggi. Torni a casa per le vacanze? domando giocando con il lembo del maglioncino che indosso.

La costruzione di un buon futuro, anche lavorativo, passava da una buona istruzione. Era una consapevolezza del quale mi stavo convincendo nelle ultime settimane, anche per via dei miei risultati scolastici in miglioramento che mi avevano spinta a voler far meglio per potermi garantire un futuro proficuo e di successo. Era stato questo il motivo principale per cui avevo partecipato al Club dei Duellanti, anche se il fatto che c’era la mia migliore amica Eve era incoraggiante. Non sembrava particolarmente difficile o pericoloso, avevo ascoltato le istruzioni e tutto mi sembrava molto chiaro nella mia mente. Avevo scherzato con Eve se fossimo finite assieme una contro l’altra, domandandomi cosa avremmo fatto per non ferire troppo l’altra ma quella eventualità era sfumata. Eve era contro una Corvonero mentre io ero contro una mia compagna di casata che però non conoscevo. Mi spiaceva non essere stata contro un avversario che non fosse di Ilvermorny perché mi sarebbe piaciuto confrontarmi con un inglese, ma se avessi vinto il primo turno forse avrei potuto rifarmi. All’inizio del duello mi inchinai a centro palco in segno di rispetto della mia avversaria e poi feci 10 passi per allontanarmi. Mi fermai al punto indicato e mi voltai, assumendo una posizione adeguata. Ero in piedi, con le gambe un po’ aperte, le spalle dritte e il braccio che reggeva la bacchetta teso in avanti. Aspettai il via del professore e lancia l’incantesimo.
Expelliarmus! pronunciai forte disegnando in aria il movimento per lanciare l’incantesimo di disarmo.

Continuava a nevicare in territorio scozzese, anche se era passata una settimana da quando mi ero recata a Diagon Alley per comprare il regalo di Natale, la dama bianca aveva continuato a farmi compagnia. Avevo dato appuntamento a Eve dopo averle mandato il mio gufo, per recapitarle la lettera che diceva: ” Carissima Eve,
Che ne dici se questo sabato andiamo a Tre Manici a berci una burrobirra, ho visto che hanno quelle di Natale, e farci gli auguri di Natale?
Charlotte”
Ricevuta la sua risposta affermativa avevo trascorso i giorni successivi ad attendere con ansia il momento che andavo ora a vivere. Ero arrivata puntuale all’appuntamento, rifugiandosi nel primo ingresso del pub, quello con le teste magiche, per cercare di non diventare un pupazzo di neve vista quanta neve stava copiosamente scendendo dal cielo.
Avevo un cesto sotto braccio, ben incartato per essere regalato a Eve, mentre la aspettavo decisi di lasciare il mio buon proposito per il prossimo anno. Vorrei riuscire a studiare di più e portare poi punti a Puckwudige magari partecipando a più lezioni e lo lasciai a una delle teste.

Da bambina aspettavo sempre con grande trepidazione che arrivasse la mattina di Natale. Andavo a dormire soltanto sotto la minaccia che Babbo Natale non porta i regali ai bambini che restano svegli tutta notte ad aspettarlo e per quanto mi sforzassi di tendere le orecchie per sentirlo arrivare, alla fine crollavo sempre addormentata. Ora, con l’arrivo del adolescenza, andavi a dormire regolarmente a un orario civile e mi svegliavo a mattina inoltrata, ben più tardi di quando mi sarei svegliata per andare a lezione.
Buon Natale!avevo augurato con entusiasmo alla mia intera Casa, quella di Puckwudige, non appena ci eravamo riuniti davanti al grande albero per aprire i regali. Tra i tanti io aprii anche il pacco con il Cavallo sul blu.

La neve scendeva copiosa dal cielo grigio sopra Diagon Alley, trasformando la mia chioma da bruna a bianca, come se fossi improvvisamente invecchiata di cento anni. Era divertente osservare i passanti cercare di ripararsi dalla coltre bianca sotto i balconi o sotto qualunque cosa passasse loro sotto mano, come un cappello o un libro. Ero a Diagon Alley per il motivo, immaginavo, che spingeva tutti quelli che erano nella via del villaggio magico: shopping natalizio. Non avevo molte persone alle quali fare regali, oltre a mamma e papà, ma ci tenevo a fare qualcosa di speciale per quella che ormai consideravo come la mia migliore amica. La conoscevo da abbastanza tempo da sapere cosa prendere per farle piacere e così mi ero trovata nella via di Diagon Alley con uno scopo ben preciso. In vita mia non ero mai stata nel negozio di Accessori per il Quidditch di Qualità perché io stavo allo sport come un delfino sta alla montagna, cioè non c’entra proprio nulla. Entrai nel negozio facendomi soprendere dal ambiente nuovo e sconosciuto, ammirando i colori dei poster delle varie squadre e le scope con tutti gli altri oggetti che servono per giocare.
Salve! salutai con entusiasmo, emozionata di essere lì per fare questo gesto molto carino, a mio avviso, per la mia amica Salve, io vorrei acquistare i cestini di Natale. Un cestino di Natale. Si tratta di un regalo per un’amica. La squadra è do Appleby Arrows, spero di averlo detto giusto spiego al commesso, cercando di non sembrare più stupida di quanto mi senta ad avere a che fare con questioni sportive.

Mi guardo intorno e mi sembra che siamo tutti venuti qui per partecipare a una festa in maschera. Ma allora dov’è la musica? Dov’è la gente che balla e ride? E che scherza? Dove sono i buffet ricchi di cibo e bevande? Mi guardo intorno e anche se la sala grande è affollata di gente è più desolata che mai. I grandi tavolo su cui siamo solito fare colazione sono spariti, non ci sono docenti che possano aiutarci e siamo un gruppo di studenti che ha infranto il coprifuoco. Verremo punti? Forse è proprio questa situazione assurda la nostra punizione? Qualcosa di esemplare per far stare in riga tutti gli studenti del castello. Mi assale il panico pensando a quanto macchiata sarà la mia reputazione se finisco in una qualche lista nera della scuola. E se dovessero dirlo a mio padre? Mi trattengo dal emettere un singhiozzo di disperazione soltanto perché Eve mi rivolge la parola. Anche lei ha molte domande ma poche risposte.
Hai ragione! Dobbiamo collaborare. faccio eco alle sue parole, convinta di voler aiutare ma senza trovare davvero qualcosa da fare. Mi guardo intorno e vedo già gruppetti formati che si mettono all’opera: qualcuno vicino a me sta esaminando la scritta, vicino alla porta serrata qualcuno cerca di aprirla. Eve sta lanciando un incantesimo Lumos sul gruppetto che sta cercando una soluzione alle gemme in terra. Ma io non riesco a pensare, ho un fischio che mi suona nelle orecchie e annebbia i miei pensieri, così come la paura che mi assale. Non so che fare. Sfodero la bacchetta. Decido di allontanarmi dal gruppo e esplorare la Sala Grande in cerca di qualcosa. Magari un altro indizio.

Adoravo ricevere posta, mi ricordava che c’erano persone che tenevano a me e aspettavo sempre con trepidazione l’arrivo di un gufo con la sua posta. Tuttavia quello che mi era arrivato quel giorno era qualcosa di molto diverso dalla lettera di Eve che stavo aspettando per organizzare il nostro weekend, magari a Hogsmeade. No, era un inquietante biglietto che diceva parole terribili, di giocare o morire, di dovermi presentare alle 23 in sala grande per una cosa. Era firmato da La Sfinge. Avevo dormito male per tutta la settimana che precedeva la notte di Halloween, avevo faticato ad addormentarmi, non sapevo se potevo parlarne con qualcuno e il risultato era stato che a parte che per le lezioni e i pasti, me ne ero rimasta chiusa nel mio dormitorio. La notte di Halloween era poi arrivata, ero agitata e non avevo voglia di scoprire il gioco o la morte progettato dalla Sfinge, non volevo proprio ma alla fine non avevo saputo sottrarmi e, diligente negli impegni propri, avevo raggiunto il luogo indicato. Con grande sollievo avevo scoperto di non essere sola, c’erano molti altri ragazzi, studenti come me.
Oh Eve! Per Merlino!!! Si ho ricevuto anche io la lettera! Chi è ? Un pessimo scherzo di Halloween?? chiedo guardandomi intorno e cercando un volto noto, oltre a quello di Eve che avevo individuato immediatamente. Non tutti sembrano particolarmente preoccupati come invece lo sono io. Mi guardò attorno cercando di fare quello che suggerisce una ragazza, cercare qualcuno vestito di viola. Io indosso una mantellina blu e un cappello a punta verde smeraldo.

Avevo controllato più volte il mio orario per essere sicura eppure il buco vuoto tra le 16 e le 18 nel mio orario scolastico non si era riempito con una lezione di Pozioni o peggio ancora Aritmanzia. Due ore libere al pomeriggio era qualcosa per cui chiunque lì ad Ilvermorny avrebbe fatto carte false. Avevo deciso di occupare il tempo portandomi avanti con il saggio sul corretto uso di un Bezoar che ci era stato assegnato dalla professoressa di pozioni, Madame Poison, che era molto severa e puntigliosa. Pozioni era comunque da sempre la mia materia preferita è ci tenevo particolarmente a prendere un bel voto e ad essere notata dalla professoressa, che nonostante fosse nota per essere una delle più severe della scuola era una delle persone che maggiormente mi aveva ispirata. Avevo ancora alcuni giorni prima che scadesse il termine della consegna ma non volevo ridurmi alle ultime ore disponibili per scrivere quel saggio, perché avevo imparato che un lavoro frettoloso e approssimativo sarebbe stato un vero disastro per la mia media scolastica e non avrei potuto sopportarlo arrivati a quel momento dell’anno. Mi ero recata così nelle sale studio, circondata dal silenzio dei libri e dal lieve sfogliare delle pagine, certa che avrei trovato dei volumi che mi sarebbero stati utili. Infatti non fui delusa nelle mie aspettative. Oltre al mio libro scolastico che avevo acquistato a inizio anno al Ghirigoro e che era sottolineato e scritto in ogni angolo possibile, ne trovai altri due che mi furono molto utili e interessanti. Iniziai a raccogliere le informazioni necessarie su un foglio di pergamena, scrivendo con cura le nozioni e trascrivendo alcune frasi, anche se avrei dovuto elaborarle perché fossero accettabili.

Erano trascorse molto velocemente le mie due ore di libertà, prima che il sopraggiungere del imbrunire mi facesse realizzare quanto fosse tardi, compreso il mio stomaco che brontolò in un verso che mi fece quasi spavento. Osservai le mie mani sporche di inchiostro nero, trascinato lungo i fogli che avevo scritto, e realizzai di dover passare in sala comune prima di poter scendere per cena. Dovevo riporre libri e appunti prima di tutto e lavarmi le mani in seguito. Arrivai in Sala Comune del Pukwudige con tutte le intenzioni di sbrigarmi e andare a mangiare il prima possibile, stavo già sognando lo stufato di agnello, riponendo in seguito le cose con cura. Ma quando stavo entrando nel dormitorio delle ragazze fu sorpresa nel ascoltare le lamentele di una ragazza che aveva dei problemi con la divinazione. Sorrisi, comprensiva, verso la sconosciuta che aveva la faccia infilata nel cuscino in preda alla depressione. Mi sedetti sul letto accanto al suo, non era mio ma non pensavo che nessuna si sarebbe offesa per questo fatto, anche perché c’eravamo solo io e la povera studentessa in quel momento, tutti gli altri erano sotto a cena. Le detesto anche io risposi alle lamentele della ragazza, non c’era un modo più o meno delicato di infilarsi in una conversazione con qualcuno che stava parlando nel cuscino certe volte fanno delle previsioni proprio odiose, vero? proseguii se la ragazza non avesse cercato di colpirmi a cuscinate per scacciarmi e farmi gli affari miei. Non me ne sarei stupita. Io sono Charlotte. mi presentai all fine, come se conoscere il mio nome fosse una questione di secondo piano rispetto alle foglie di te e forse forse per la ragazza era proprio così.