Posts written by Alaster Lagrein

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    Alaster Lagrein

    ADONE DEL QUIDDITCH


    I Puddlemore United non erano certamente la squadra più forte del campionato, ma da quel anno sarebbero stati sicuramente i più belli. Una nuova stella, astro nascente del Quidditch, aveva avuto la clemenza di accettare il loro invito a giocare, con la promessa di alcuni benefit, e questo li aveva portati in vetta alla classifica di beltà di tutta Inghilterra e Irlanda. Alaster Lagrein non aveva problemi a prendere lo scettro di più bello del campionato e non aveva nemmeno dubbi che quel anno sarebbe stato istituito appositamente un premio “Adone del Quidditch” appositamente per celebrare la discesa in campo di un tale dio di bellezza. Non potendo modificare la divisa dai colori blu e oro, nemmeno per uno come lui potevano fare lo strappo, si era accontentato di arrotolare le maniche fin sulle per mostrare gli scultorei bicipiti che confermavano il titolo ( era solo questione di formalità prima che gli fosse conferito ufficialmente) di Adone del Quidditch. Si mise in mezzo ai suoi compagni nel tunnel di ingresso al campo di gioco, percependo già le orazioni e gli schiamazzi del pubblico che era certo fossero in trepidante attesa di vederlo scendere in campo. E lui avrebbe stupito tutti con le sue maniche arrotolate sulle spalle per mostrare i possenti bicipiti e causare qualche piccolo infarto a qualche donzella dal cuore debole. Issò in sella alla scopa con una grazia e un agilità innati, beandosi dall’idea di fantasie erotiche che tale gesto avrebbe suscitato nelle sue spasimanti. Già vedeva reggiseni volare verso di lui quando sarebbe passato vicino agli spalti per permettere alle spettatrici, e spettatori da non dimenticare, di ammirare meglio il loro beniamino. Si mise in posizione di gioco, cercando di non pensare a reggiseni o altro, concentrandosi sulla sfera rossa che doveva afferrare e fare sua come se fosse il fondoschiena di una bella donna.
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    Alaster Lagrein

    Giocatore Professionista

    " Salve! " entrò nel negozio spalancando la porta e soffermandosi sulla soglia, appoggiato allo stipite, consapevole che in quella posizione tutti avrebbero potuto ammirare il suo fisico statuario. Accessori per il Quidditch di Qualità non riceveva frequentemente le sue visite e di questo doveva assumersi la responsabilità ma era certo che per un Divino del Quidditch come era lui avrebbero fatto qualche eccezione, magari uno sconto bellezza o sorriso smagliante. Dopo la sua entrata teatrale, che nella sua mente non poteva essere più azzeccata e era certo che tutti i presenti avrebbero avuto una giornata migliore solo grazie a questa visione (spettatori fiori in strada soprattutto che avevano potuto ammirare i suoi glutei scultorei), si mosse con passo lascivo e da divo in passerella fino al bancone. ” Per gli autografi ci penseremo dopo, autografo qualunque cosa o parte del corpo ma prima...” era il caso di mettere subito in guardia chiunque lo avrebbe servito, non era un vip che si faceva spaventare da qualche indumento da firmare o da una chiappa rotonda ecco, ma voleva prima assicurarsi una scopa per l’imminente inizio di campionato ” voglio comperare una scopalinda 1 e 3 carte dei miei Puddlemore United , spero di pescare me stesso, voglio assicurarmi che mi abbiamo reso giustizia.”
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    Vorrei giocare per i puddlemere united
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    Manteneva la Pluffa salda sotto braccio, un sorriso smagliante illuminava il suo volto. Ovviamente questo era il suo momento di gloria. Con un tuffo degno del miglior nuotatore al mondo aveva fatto sua la Pluffa, infondo era abituato a prendersi quello che voleva, e nelle orecchie era più che certo di aver sentito la folla acclamante. Già vedeva il nome urlato dalle labbra di tutti gli spettatori, nel suo timpano rimbombava un continuo A-la-st-er! A-la-st-er! orde di tifosi adoranti avrebbero invaso il campo di quidditch, acclamando e portandolo in trionfo, mani e mani sul suo corpo. E ovviamente lui era la superstar di quella partita, non poteva essere altrimenti, anzi, si domandò se il Quidditch fosse davvero un gioco a squadre. Lui vedeva soltanto se stesso in campo. Almeno finchè il brutto muso del Lawrence non si propose nel suo campo visivo, con una poderosa spallata che il fisico allenato dalle innumerevoli partner sessuali, ovviamente contrastò senza problemi. Era il suo momento di gloria e non avrebbe permesso al biondo con i capelli a spazzola di rubargli la scena. cercò di accelerare sulla scopa per allontanarlo, arrivando davanti agli anelli e al portiere avversario. Il Lagrein non aveva mai avuto ansie da prestazioni, anzi la sua prestazione era sempre stata eccellente e lo sarebbe stata anche quella volta. Afferrando la sfera con entrambe le mani l'avrebbe sollevata sopra la testa e con un colpo di reni avrebbe effettuato il tiro verso gli anelli, in particolare quello di sinistra. La sinistra è la mano del diavolo, lui era sicuramente destinato a quello. E alla folla acclamante che non desiderava far altro che esplodere in un boato con un solo nome: ALASTER!

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    Da quella posizione poteva dirsi uno spettatore privilegiato. Inoltre si sentiva sufficientemente al centro dell’attenzione da credere di essere il solo - e migliore- giocatore in campo che il pubblico acclamava e guardava. E lui ovviamente non poteva deludere il suo pubblico: quando gli capitava di sfrecciare lungo gli spalti dei tifosi si esibiva in uno show personale. Aveva regalato in giro diversi baci, soffiandoli nelle direzioni delle tifose più carine, aveva messo in mostra i suoi muscoli e scoccato sorrisi smaglianti. Nella sua mente si aspettava che, a fine partita, le sue fans più accanite gli avrebbero lanciato reggiseni e biancheria intima per manifestare il proprio amore verso il loro begnamino, Alaster Lagrein, il miglio giocatore di sempre.
    Ma un giornalista sportivo, dall’occhio più critico e tecnico rispetto agli scenari che il Lagrein si costruiva da solo, avrebbe sicuramente dato un pessimo voto alle effettive gesta sul manico di scopa del Cacciatore del Bombarda. Era stato distratto, non incisivo, aveva svolto il suo lavoro ma non era mai entrato in partita. O almeno non quanto lui credeva. Poi, mentre una chioma bionda lo stava distraendo con strani gesti che non comprendeva ( sicuramente doveva trattarsi di qualche complimento al suo bel fisico o di un’esotica danza di corteggiamento) quando un lampo scarlatto raccolse l’attenzione del suo tenebroso sguardo. Non ci pensò due volte e diresse la punta della sua Scopa a capofitto verso il suolo, per raggiungere la Pluffa, correndogli dietro come se si trattasse di una top model in topless. La mano allungata in avanti pronto ad assestare una palpatina alla rotondità rossa e attrarla verso il suo petto, tendendo la palla al sicuro tra le sue braccia. Finalmente poteva dare inizio al suo momento di gloria. Alaster Lagrein, miglior giocatore in campo, aveva dato inizio al contropiede.
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    Riflettè sulla precisazione della strega, era proprio una Dottoressa!, che riguardava passione, fascino e fiducia. In effetti lui li usava indistintamente, anche se preferiva la passione, non disprezzava il fascino e aveva poche aspettative quanto a fiducia. Ma il fatto che gli fosse fatto notare lo sorprese e lo portò a pensare a come questo si rifletteva di lui. Ovviamente era un egocentrico megalomane e doveva rapportare qualunque avvenimento esterno con se stesso, soltanto così avrebbe trovato un senso a quello che lo circondava. Il mondo era fatto di incognite, Alaster era la lente attraverso la quale le si potevano decifrare. Almeno così la vedeva lui ed era convinto che fosse così per chiunque lo incontrasse: innescava una sorta di rivelazione, segnando nella vita di chi conosceva un A.A. Avanti Alaster e un D.A. Dopo Alaster. Uno psicologo avrebbe sicuramente trovato pane per i suoi denti anche in questa impostazione religiosa che ultimamente assumevano le sue mire di grandezza. Riuscì a distogliere l’attenzione da se stesso e riportare la sua concentrazione sulla splendida creatura che aveva davanti, mentre gli spiegava con attenzione i motivi che l’avevano portata ad essere affascinata dagli esseri umani, ma fidarsi più degli animali. Non aggiunse altro a questo tipo di conversazione, intento ad ammirare come il capo della ragazza si fosse reclinato come quello di un felino e i loro occhi mantenevano un lungo contatto visivo. Si sarebbe anche potuto perdere nella dualità di bosco e mare che si scontrava nelle iridi della donna. E si tronò a parlare di occhi e di sguardo, come se fosse stato letto nel pensiero, ma era il refolo di una conversazione precedente.
    ”Oh, non mi fraintendere, è l’aspetto che colpisce maggiormente “ mise metaforicamente le mani avanti, alzando lo sguardo dal liquido ambrato che aveva nel bicchiere e che tracciava circonferenze intorno al ghiaccio per posarlo in quello tanto particolare della sua interlocutrice “ma sono certo che ci sia ben altro a farti valorizzare” lì per lì era tentato di aggiungere dettagli estetici come la pelle prova di imperfetto , o la perfetta forma dell’arco delle sue labbra, il modo in cui reclinava il capo durante la conversazione, ma decise di abbandonare tutte quelle qualità che un amante delle apparenze aveva già notato nel breve tempo di quella conversazione per puntare su qualcosa di più concreto “forse la gente si approccia incuriosita da questo difetto, ma la tua mente argua fa il resto” proseguí ormai deciso a concludere il ragionamento che a suo avviso non avrebbe fatto altro che accrescere la stima che la Walker aveva nei suoi confronti ”chi si è avvicinato solo per estetismo probabilmente desisterà, una donna bella e intelligente è troppo impegnativa per un piccolo ego maschile, mentre chi si ferma a guardare oltre le tue iridi beh, resterà catturato più dalla tua perspicacia che dal tuo sguardo. Anche se molto magnetico.” concluse bevendo un generoso sorso di whiskey, apprezzando la dualità tra il freddo dato dal ghiaccio e il calore portato dall’alcol, rimuginando su come questo si potesse associare ancora una volta alla sua affascinante compagna di bevute “In conclusione, non credo che il tuo sguardo sia così determinare nel renderti straordinaria, ma sicuramente ti è stato regalato come manifestazione tangibile di quanto tu lo sia...” sorrise, questa volta tornando a mostrarsi malizioso e abbandonando questa veste da professore che non gli donava molto ma che credeva avrebbe avuto un certo ascendente sulla mentre della strega “Ma sono sono vaneggi filosofici di un uomo al bar con un bicchiere di whisky. Non molto lontano dalla realtà della vera filosofia, in ogni caso...” quel argomento si stava rivelando troppo ostico e impegnativo da sostenere in una conversazione causale con una donna, le sue tattiche di approccio prevedevano ben altro che non un noioso trattato di filosofia.
    “Allora sei capitata vicino al uomo giusto “ Nessuno avrebbe mai creduto che uno come Alaster potesse davvero aver sofferto di problemi di cuore, bastava guardarlo per innamorarsi del suo fare carismatico e tolti i vestiti che aveva addosso per innamorarsi anche il suo corpo che sembrava essere stato scolpito secondo le proporzioni auree di Michelangelo e del suo David, rendendolo un eroe romantico e neoclassico, ma il Lagrein, che mai aveva sofferto per amore, era convinto che l’incidente di questa mattina fosse inscrivibile nel ventaglio di possibilità che rendevano il suo cuore ferito. Distrutto. E forse nell’ordine generale delle cose, la beffa del pelo grigio che aveva dovuto subire quella mattina assumeva un significato divino. Gli era stata inflitta questa sofferenza, nell’ordine di ricevere una grande ricompensa: che Adeline Walker, Dottoressa di cuori infranti, fosse la sua? Ne era già ampiamente convinto mentre si apprestava a continuare sulla prescrizione medica della dottoressa.
    ”Relazioni? Speravo ci fosse qualcosa di più forte da poter prende... dodici di questi, un po’ di assenzio” rispose sollevando il bicchiere che aveva in mano e facendo tintinnare il poco ghiaccio che non si era ancora sciolto “Relazioni di che tipo, Doc? Ovviamente dovrò seguire il suo consiglio d’esperta.” domandò questa volta sporgendosi verso la strega, per creare una specie di intimità tra i loro sgabelli e per suggerire un certo tipo di relazioni, con gli occhi scuri del uomo che cercavano di tuffarsi nel mondo d’acqua e terra di quelli Adeline.

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    A stento riconosceva se stesso e questo lo faceva arrabbiare ancora di più. Doveva darsi una cazzo di svegliata, insomma tirare fuori il suo solito carisma, perché non era ammissibile, non per un egocentrico narcisista come era lui, non fornire uno spettacolo che non fosse degno di nota. Era un suo dovere morale, verso se stesso e nessun’altra, offrire alla bionda compagna di bevute la migliore versione di se stesso. Non poteva certo macchiarsi la reputazione con il rischio di ricevere una pessima opinione, perché in un mondo dove TripAdvisor fosse esistito lui avrebbe preteso sempre cinque stelline e recensioni eccellenti. E quindi doveva scordarsi il più in fretta possibile l’incidente mattutino e guardare avanti, per amore di se stesso. E lui amava profondamente se stesso, ma più sembrava concentrarsi per scacciare l’immagine del ricciolo grigio, più questo tornava ad affiorare nella sua mente con il deliberato intento di deriderlo. Ne era certo. La voce di Adeline lo richiamò all’attenzione e la scrollata di spalle che fece dopo catalizzò in maniera definitiva quella di Alaster sulla pelle d’alabastro della donna. Non essere al cento percento proprio quella sera era un beffardo scherzo del destino, un tiro mancino che la vita gli aveva tirato per deriderlo della sua sovrannaturale bellezza, un affronto della gelosa Natura che cercava di punirlo... ma lui non si sarebbe affatto arreso e così sfoderò il suo sorriso più ammaliante nel sentire che oltre un bel viso sotto quella chioma dorata vi era anche un cervello funzionante. Di primo acchito questo avrebbe potuto costituire un problema per un qualunque casca morto senza arte né parte, come ad esempio sospettava essere il barista che sbriciava ogni tanto nella loro direzione mentre preparava con tutta calma i loro drink, ma per il Lagrein questo dettaglio accresceva soltanto l’interesse per la strega che con tanta disinvoltura si era seduta al suo fianco. ”I miei complimenti Doc!” esclamò allargando appena gli occhi con espressione sorpresa e entusiasta a questa rivelazione. Il sorriso della strega era contagioso e mai come in quel momento avrebbe desiderato un bicchiere tra le mani per fare un brindisi. Distolse lo sguardo dalla bionda, scusandosi con un sorriso appena accennato, soltanto per scoccare un’occhiata di rimprovero verso il barista che era troppo lento per i suoi gusti. Come comprendendo quello sguardo i loro whisky incendiari comparvero per magia sul bancone davanti a loro, accompagnati dalla richiesta di pagamento alla quale Alaster si prestò con molto piacere, lasciando ciascuna delle venti monete d’oro sul ripiano ligneo e appiccicoso. La pulizia poteva essere migliorata. Prese il suo bicchiere, facendo fare due giri ai cubetti di ghiaccio che conteneva, prima di posare il gomito sul bancone e sporgersi verso la ragazza. ”Allora, è proprio il caso di fare un brindisi alla passione” e nel dire questa parola sembrava che si rivolgesse a ben altre passioni oltre a quelle sopracitate dalla strega per definire i suoi due lavori. Erano simili, anche se diametralmente differenti, non poteva che esserne incuriosito e desiderava conoscere di più sulla affascinante ragazza che aveva dinnanzi. Bevve un generoso sorso dal suo bicchiere, perché aveva appena proposto un brindisi e stava male non bere, senza nemmeno scomporsi dinnanzi all'abituale bruciore che si irradiò dalla bocca alla gola e di lì allo stomaco. Per lui, anche se non poteva dirsi un alcolizzato, ormai era una sorta di dolore necessario per sostenere la sua passione per la degustazione di vini e cocktail. ” Animali e umani, quindi. Quale mondo ti affascina di più?” domandò assaporando con la lingua il gusto di whiskey rimasto dal sorso precedente mentre articolava quella domanda, il busto rivolto verso la sua interlocutrice per concederle tutte le sue attenzioni. ” Personalmente mi fido di più degli animali, ma l’opinione di un’esperta ha senza dubbio più valore” commentò rendendosi conto di essere finalmente riuscito a lasciarsi alle spalle quello che lo tratteneva dal risplendere nella sua magnificenza e finalmente a poter godere della inaspettata compagnia che gli stava regalando la Dottoressa. ” E certi altri elevano a straordinario un'aspetto che sarebbe invece rimasto nell'ordinario, non ti pare?” domandò in risposta alla questione dei difetti, mentre lui si riferiva a un pregio come era la caratteristica che rendeva così unico lo sguardo blu marino di Adeline, uno sguardo nel quale ci si poteva perdere per cercare di catturarne le sfaccettature. Veramente un'incanto. ” Santo che già il whisky lenisce le mie ferite, ma immagino che la mia Doc non sappia resistere a un cuore ferito... qualche medicinale da prescrivere in merito?” ecco che trovava ad affiorare la sua egocentrica sicurezza di essere assolutamente il meglio del meglio e di potersi quindi permettere di fare allusioni sceme e decisamente poco originali come forma di corteggiamento. Ma oltre a questo era in grado di fare molto alto, quando avesse conosciuto maggiormente le inclinazioni e gli interessi della ragazza con cui stava amabilmente flirtando.
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    Ancora il pensiero del pelo ingrigito trovato nel suo cespuglio segreto lo terrorizzava, nonostante fossero trascorse diverse ore dal ritrovamento non riusciva a scacciare quest'immagine dalla sua mente. Il suo corpo d'adone brutalizzato, deriso da quel unico e irriverente segno di vecchiaia. Non poteva sopportarlo, non uno così egocentrico e sicuro di sè, poteva essere uno smacco in grado di far vacillare la sua autostima ferrea.
    Seduto al bancone del bar, il Blind Pig era il luogo ideale per affogare in un bicchiere di wisky i suoi più reconditi pensieri e agghiaccianti ricordi, decise di pensare a qualcosa di peggio di quel pelo bianco. Era difficile, lo capiamo, credere che potesse esserci qualcosa di peggio, ma Alastr Lagrein prese questo gioco come una sfida, una sfida personale. Forse trovando qualcosa di più grave avrebbe potuto andare avanti. Ovviamente nel gioco non potevano rientrare banalità come la fame nel mondo, il tasso di disoccupazione crescente, i barboni agli angoli delle strade che per lui erano mere figure di contorno, una sorta di necessario scenario per rendere ancora più vivida la sua folgorante immagine. Doveva essere qualcosa di peggio per lui, qualcosa che andasse oltre all'umiliazione provata alla vista di quell'invecchiamento precoce. La sua mente stava iniziando a solcare alcune possibilità - come l'andare a letto con una donna che avesse il medesimo pelo bianco o lo stesso pelo su un suo partner sessuale - quando la Terra decise di porre fine al suo strazio con la celestiale visione della donna che gli si era appena seduta accanto. Durante le prime fasi colloquiali, lui le aveva offerto un cocktail, lei gli aveva detto chiamarsi Adeline, ripensando alla melodia con cui il suo nome risuonava ancora nell'aria, si prese qualche istante per osservare con maggiore attenzione la sua inaspettata compagnia. Alaster Lagrein, questa volta senza modestia, poteva dire di essere stato con diverse donne - ma anche uomini- e di aver sviluppato l'innata capacità di individuare all'interno di una stanza la più bella tra le presenze (ovviamente era necessario escludere se stesso da questa equazione per rendere il metodo efficace ed efficiente) presenti e di potersi così muovere a colpo sicuro con cocenti delusioni. C'erano fisici stupendi accompagnati da volti asimmetrici, così come volti angelici accoppiati a un fisico a pera, ancora seni sproporzionati o uomini che erano attraenti con la barba e ripugnanti senza, donne che giocavano con il trucco in maniera tale per cui il mattino risultavano essere dei troll irriconoscibili. Il mondo era pieno di questi inganni, ma la sua affinata tattica gli permetteva di schivarne la maggior parte. Il suo fiuto aveva subito classificato come bellezza la strega appena entrata, la stessa Adeline che ora sedeva accanto a lui, ma un esame più accurato gli permise di esaltarne davvero caratteristiche peculiari che se possibile la rendevano ancora più bella dell'insieme generale dato dalla prima, sommaria, occhiata.
    I capelli, di un biondo quasi platino, erano tenuti di una lunghezza media che per lo standard canonico del Lagrein era quasi corto, ma che tuttavia risaltava le spalle e il collo elegante della strega. Le gambe erano lunghe e perfette, le dita affusolate erano così piccole eppure forti nella stretta di mano quando si presentarono. Sorrise ammaliato da questa rara bellezza newyorkese, trovandosi colpito nel posare le sue iridi scure in quelle della donna. Avrebbe detto che aveva uno sguardo chiaro, azzurro o verde, ma osservandola meglio avvertì una lieve stretta al cuore nel constatarne la bicromia. Un difetto che la esaltava come nessun'altro pregio avrebbe saputo fare. Incantevole. Si sistemò meglio sulla sedia, come se la vista di questa imperfezione lo avesse sbilanciato sullo sgabello al bancone, procedendo con fare da seduttore verso il suo nuovo oggetto di desiderio. "Che nome stupendo, Adeline" si prese un istante per gustare il modo in cui pronunciare il nome della ragazza faceva danzare la punta della sua lingua nella bocca, accarezzando incisivi e palato, con un inclinazione melodica della sua voce "E dunque, che cosa stai festeggiando?" domandò, sporgendosi inevitabilmente verso la ragazza, attratto e desideroso di vedere come le sue labbra si sarebbero mosse nel pronunciare la successiva risposta, come le iridi bicrome si sarebbero illuminate nel ricordare il motivo del suo festeggiamento. Non poteva comunque sfuggiere a un uomo attento com'era lui che la ragazza stesse festeggiando da sola, impossibile credere che qualcuno di così bello non potesse trovare compagnia per un cocktail. Con due occhi così lui sarebbe andato anche all'Inferno.
    "Qualcosa da dimenticare mi ha portato a questo bancone... il cocktail offerto invece il tuo sguardo così raro da trovare. " sorrise ammaliatore, indugiando a lungo negli occhi della donna che aveva di fronte, il ricordo di quella mattina appariva così lontano da essere eclissato dalla bellezza che aveva dinnanzi.
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    Raramente, davvero raramente, poteva dire di aver avuto delle pessime giornate. Alla base di tutto ovviamente stava il suo disturbo da narcisista e megalomane, un'accoppiata decisamente infernale, che tuttavia non era in grado di riconoscere, una sorta di negazione della realtà, e per questo motivo era profondamente convito che uno come lui - cioè bello, affascinante e carismatico - non potesse avere un solo problema nella sua vita.
    Ma non quel giorno, quel giorno era iniziato in maniera tremenda.
    T r a g i c a.
    Si era risvegliato a causa della luce del sole che filtrava dalle imposte socchiuse, era nel proprio letto fasciato in morbide lenzuola di seta e da due paia di gambe che sembravano volerci competere per morbidezza, appartenenti a due more che quasi - quasi perché la sua astrazione di bellezza non conosceva canoni che fossero realmente applicabili- avrebbe definito bellissime, dopo una notte piuttosto movimentata. Non era riuscito ad essere così egoista da concedersi a solo una delle due, così era stato tanto magnanimo da accettare di essere condiviso da entrambe. Privarle della sua presenza era un torto che non avrebbe potuto sopportare, almeno questa era la bugia che si raccontava, credendoci anch'esso davvero poco.
    Si era alzato dal letto, adone senza alcuna veste, calpestando a piedi scalzi il pavimento di marmo, un brivido di freddo gli aveva scosso la schiena, ma era bastata la sola visione di se stesso, nudo come Dio (insomma era evidente che fosse figlio di qualche divinità, non si poteva spiegare altrimenti la sua innaturale e sconfinata bellezza) l'aveva fatto, per dimenticare qualunque altro malanno.
    E poi eccolo lì, infido come il serpente nell'eden celeste, spuntare con un ricciolo argentato in mezzo alla foresta oscura dei paesi bassi, non lontano dalla virile lancia che per tutta la notte aveva combattuto su due fronti eppure era un guerriero ancora sull'attenti. Un pelo grigio. Bianco. Spuntare a deriderlo proprio laggiù dove un uomo è più fragile. Ahi! Che colpo al cuore. E allora ecco che lesto si sfiora con la mano e in uno zic rimuove con chirurgica precisione quel irriverente presagio di morte.
    Vi avevamo detto che si trattava di un inizio tragico ed ecco la storia del misfatto.

    Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a quel pelo grigio e alle sue implicazioni. Domandarsi se stesse invecchiando, la sola possibilità che potesse succedere nonostante avesse trascorso 34 anni su questa terra, non aveva mai sfiorato la sua mente. Un pelo grigio però rimetteva tutto quanto in un ottica diversa, così differente che persino un uomo che era in grado di costruirsi certe elucubrazioni mentali doveva cedere alla realtà dei fatti. E per qualcuno che aveva sempre vissuto convinto di essere qualcosa di più vicino a un dio che non essere un uomo, ammettere la propria mortalità implicava certamente una crisi d'identità. Era entrato nel Blind Pig a un orario imprecisato del tardo pomeriggio, puzzando già di alcol e di fumo, ci aveva dato dentro a casa per scacciare l'immagine del pelo ingrigito, vestito tuttavia di un completo elegante che, manco a farlo apposta, era un gessato grigioscuro, con un fazzoletto vede coordinato con la cravatta che avrebbe dovuto indossare ma che invece aveva preferito non annodare intorno alla camicia bianca, gli ricordava troppo un cappio al collo e quindi la morte e quindi ancora il suo invecchiare lento e inesorabile.
    Alaster Lagrein, per quanto sconfortato dai recenti avvenimenti, non conosceva uno stato d'animo simile alla depressione così, quando una bella bionda si era avvicinata al bancone ordinato un whiskey e chiedendo se il posto accanto a lui fosse libero, aveva esibito il suo sorriso più carismatico nella direzione dell'incantevole e giovane creatura " Quel posto è riservato per un angelo come te. " ammiccò, così vanitoso da non saper riconoscere un pessimo approccio al corteggiamento, semplicemente perchè non era abituato a donne che prestavano attenzione a qualcosa che non fosse il suo bel viso e gli occhi magnetici. "Barman, uno di quello che prende la signora anche per me e... offro io, madame" dichiarò, posando le monete necessario a pagare due cocktail sul bancone prima ancora che la donna potesse obiettare o provare a pagare la sua metà, una delle sgradevoli implicazioni del femminismo che avanzava. "Alaster. Cosa ti porta su questa Terra?" domandò mellifluo, dopo essersi presentato e aver offerto la mano destra alla strega, continuando l'allusione celeste del tutto convinto che fosse di grande fascino e un approccio senza eguali.
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    Quando aveva scoperto che il lavoro che gli avrebbe garantito maggiore fama, soldi e successo con le donne (non che avesse bisogno di una qualunque di queste cose, che già possedeva ampiamente) era quello di giocatore di Quidditch professionista si era subito detto pronto a firmare. E un patto stretto dal diavolo, o con il diavolo, era vincolante a vita. Si era trovato nella squadra dei Bombarda senza avere nemmeno troppa idea di quello che stava facendo. Gli piaceva rimirare la sua ombra sfrecciare in sella alla scopa e riflettersi sul terreno di gioco o sugli spalti. Certe volte sembrava che il manico di scopa fosse un altro tipo di manico e molte e volte la sua ombra e quello di un altro giocatore - uomo, donna, animale non aveva mai fatto differenza- stessei facendo un certo tipo di capriole che lì in volo sarebbe stato poco prudente fare ma che avrebbe comunque sperimentato molto volentieri.
    Per una qualche strategia di gioco, ma per lui era soltanto un modo per cercare di colpirlo, la bionda battitrice avversaria aveva spedito una sfera verso di lui, rischiando quasi di colpirlo. ”Hey bionda, se vuoi uscire basta chiederlo” aveva risposto con un sorriso malizioso e tutta la convinzione di questo mondo sul fatto che non si trattasse altro che di un maldestro tentativo per attirare la sua attenzione e abbordarlo. Infondo nessuno poteva resistere al suo naturale fascino. I suoi compagni di squadra almeno si stavano dando da fare portando quasi al goal, parato dal portiere. Riggs, sicuramente non la donna più bella che avesse visto, partí subito per attaccare frontalmente il giocatore avversario che aveva preso la sfera dal portiere, mentre Douglas andava in pressing laterale sull’altra donna avversaria. Alaster Lagrein, per un attimo spaesato e preoccupato di rovinare i bei lineamenti del suo volto in una colluttazione, decise di muoversi per andare a aumentare la pressione sui giocatori cercando di infilarsi tra i due uomini, quello con la Pluffa e quello con la bella mascella. Era convinto che in quest’ultimo avrebbe trovato un alleato riguardo al non rovinarsi i bei lineamenti del volto e il sorriso smagliante per una stupida sfera di cuoio.
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    Scheda Scheda Alaster Lagrein
    Ruolo Ricoperto cacciatore
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    Alaster Lagrein

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    Rassegnato al sadico gioco erotico del quale faceva parte, ma di cui non era consapevole, se ne stava beatamente appeso con la schiena appoggiata al muro quando un piccolo dettaglio cominciò a farsi strada nella sua mente. Non era nudo. Ora, non sapendo a che cosa stava giocando non poteva certo comprendere le fasi del gioco, ma era ovvio che in un perverso gioco erotico la componente dell’eros era beh… data dalla nudità. E perché non era nudo? Nella scomoda posizione nella quale era stato ammanettato riusciva a sentire la camicia di seta tendersi intorno ai pettorali e lungo le braccia, sentiva il fastidio dei pantaloni di lino sfregare sul suo bel fondoschiena contro il muro. Un brivido di terrore lo attanagliò. “E comunque mi dovrai ricomprare il completo se si rovina contro questo schifo di muro.” Minacciò esternando le sue preoccupazioni per il vestiario. Questa era proprio una pessima serata. Nessuna ragazza. Nessuna ragazza nuda. Lui nemmeno era nudo. Persino se fosse rimasto a casa si sarebbe trovato nudo a trastullarsi nel letto, insomma. Stare vestito non era parte del suo essere. Sospirò e sbuffò, annoiato da così poco interesse nei suoi confronti. L’attesa aumentava il desiderio, ritardare il piacere lo faceva esplodere con maggiore intensità, ma questo isolamento era tutto fuorchè erotico. Depennare chiunque sia questo partner, inserirlo nella categoria barbosi noiosi, si annotò mentalmente roteando gli occhi al cielo. Sperava solo che questo strazio finisse il prima possibile. E mentre la serata sembrava non potesse andare peggio uno straziante urlo di dolore a pochi metri da lui lo fece sobbalzare. Dolore. Non piacere. Non dolore da sculacciata o frustata. No. Dolore vero. Intenso. No. No. Merda. Era finito con uno psicopatico. “HEY HEY. Io non sono assolutamente qui per soffrire. Tu non sai che sono io. Alaster Lagrein, maestro del piacere. “ la sua parlata inziò a sciolinare melliflua e abbastanza forte per essere udita “ Del p i a c e r e. Ci siamo capiti? P I A C E R E. Non dolore. Piacere.” Sembrava un’idiota e probabilmente lo era. In un secondo momento, dopo un attimo di silenzio, si ricordò della persona sofferente accanto a lui. Egoista, non ci aveva nemmeno pensato. “ Stai bene??” Parlava forte perché lo psicopatico gli aveva fatto qualcosa alle orecchie e sentiva male. Sperava di ottenere risposte dalla misteriosa persona in catene con lui. O almeno così sperava. E se era finito nelle mani di un masochista pazzo? Tipo quelli che si auto flagellano… aveva paura di scoprirlo.
    move for me, move for me
    code made only for wizarding world gdr
  14. .
    SEXY
    NON MODIFICARE
    8ymffmcv_o
    Alaster Lagrein

    SEX BOMB
    La bionda si era alzata di colpo, scostando lateralmente i capelli in un onda veloce, sensuale, e nel farlo entrambe le zucche che aveva dipinte sul seno ballarono. Incredibile quanto potesse essere eccitante la situazione nella quale Alaster si trovava. Sdraiato nel letto con lenzuola in pura seta italiana, non si basavano a spese da quelle parti, osservava il ben di dio che gli stava davanti. Una mora, o meglio il fondoschiena arrossato da qualche schiaffo preliminare, passò davanti a lui e quando pensò di allungare una mano per portargli un po’ di arrossamento se la ritrova ammanettata. “Ragazze ragazze, lo sapete che sono io il dominante. Che scherzo è questo?”

    “Che scherzo è questo?”
    dal sogno la sua voce riecheggia tra i muri e gli riporta un eco di se stesso. Si sveglia di soprassalto. Non è a casa sua. Nulla di strano comunque. SI guarda intorno ma non vede nessuna sexy donna addormentata al suo fianco, ovvero il momento migliore per svignarsela di casa. Uhm, strano che qualcuno abbia abbandonato proprio lui. SI muove per andarsene ma capisce di essere ammanettato. Forse la cosa a tre con Bionda e Mora non è tutta un sogno. Uhm, interessante. Ma comunque non gli piace essere ammanettato.
    “forza questo gioco sadomaso non è da me. Dovresti saperlo se mi conoscessi” ora la domanda che frulla nella sua testa è chi gli ha detto di essere. Già non ricorda la ragazza (o le ragazze? O ha preso un ragazzo?) figurarsi ricordarsi quale storia ha raccontato per portarsela a letto. Idolo del Quidditch? Ministro di Scandinavia? Preside di Sessowarts? In ogni caso non gli è mai piaciuto farsi legare. Un maniaco del controllo come lui ha bisogno di avere il controllo della situazione e di esercitarli sul altro.
    “Pesca, rosso, nero. Safe word. Basta. Stop.” ha usato tutte, anche di più di queste, come parole di sicurezza qualora il giochino erotico andasse troppo oltre per una delle due parti. A rigor di logica deve averne usata una simile.
    “Forza, che qui mi si sta ammosciando.” La noia iniziava a prendere il sopravvento, insieme con l’irritazione crescente per una situazione così scomoda. Solitamente era bravo a individuare quelle che lui considerava come delle pazze psicopatiche dalle quali era meglio guardarsi, del tipo che te le ritrovi sotto casa con un invito a cena o che ti inviano 50 gufi nel giro di un'ora. Aveva già troppe ragazze alle quali stare dietro, se avesse dovuto concentrarsi sulle singole fuori di testa non sarebbe più andato a casa. Il radar gnocca-pazza era sempre attivo nella sua testa ma quel giorno qualcosa non doveva aver funzionato. Sperava soltanto che si trattasse di una strafiga da perderci la testa, non avrebbe trovato altra razionale giustificazione a quella situazione. Cercò di rievocare nella sua mente l'immagine della donna, che nella sua testa corrispondeva tutt'altre parti del corpo che non erano il viso, ma arrivò soltanto una nebbia opprimente. Non ricorda nulla. Il pensiero che qualcuna l'abbia legato per stuprarlo si fa strada con orrore nella sua mente, assieme alla consapevolezza che deve trattarsi di una brutta donna o di un brutto uomo. Tutto, ma non il modello boscaiolo hypster. Che pessima serata.
    move for me, move for me
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    CITAZIONE (crw @ 9/11/2019, 09:26) 
    Alaster Lagrein Noi egoisti egocentrici penseremo ci abbiamo rapito per la nostra bellezza, dedurremo che siamo soli u.u

    Ovviamente. Chi non vorrebbe rapirmi per fare un gioco erotico? Deve essere per questo. Pure ammanettato ù.ù
24 replies since 1/8/2019
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