Posts written by Stephanie Belcourt

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    Stephanie Belcourt


    Malinconia. Attraversava le grandi iridi chiare della Belcourt come una vecchia amica che attraversa il passaggio pedonale sotto casa per venirti a trovare. Sui volti, alcuni ancora abbronzati e con il naso tempestato di lentiggini, in quei giorni si leggeva spesso questo sentimento comune. La fine dell'estate e l'inizio dell'anno scolastico non era sempre fonte di gioia e felicità. In quei giorni la nuvola di tristezza che si addensava sempre nelle sue pupille come una tempesta sulla linea dell'orizzonte sembrava essere soltanto un po' più normale. Ma dallo sguardo degli altri si sarebbe presto dissipata, lasciandola sola con questo sentimento che più di tutti gli altri l'aveva sempre accompagnata. Non era una che piangeva, non era nemmeno qualcuno di triste o che non sa divertirsi, semplicemente questo sentimento nostalgico era sempre in agguato, portando ricordi e pensieri di un passato che era scivolato via troppo velocemente. La lotta ad inseguire il tempo, il tempo presente, era qualcosa che la opprimeva e la faceva sempre uscire come sconfitta. Non riusciva proprio a rassegnarsi alla caducità della vita, a quanto effimeri fossero i minuti vissuti su questa terra. Quel giorno aveva deciso di indossare un vestito con alcune sfumature di lilla, un colore quasi primaverile, che sapeva di tramonti velati dalle nuvole, di fiori e di Provenza. Al secondo piano, illuminata dalle ampie vetrate che davano sulla tenuta esterna del castello, con un gradevole aroma di vaniglia si trovava l'aula d'Incantesimi. Dal suo ufficio, sopraelevato sull'aula con una scalinata che le permetteva di scendere alla cattedra, sentiva il vivace chiacchiericcio degli studenti che raggiungevano i banchi scolastici e vi prendevano posto. Quando la Torre dell'Orologio rintoccò di un tono sordo, quello che annunciava ufficialmente l'inizio delle lezioni dell'ora successiva, fece la sua entrata. Scese le scale con cura, scivolando con una mano lungo il corrimano di marmo, prestando attenzione a non capitombolare a terra.

    - Bonjour e bentrovati su questi banchi.

    Salutò cordialmente, con un sorriso a tirarle le carnose labbra, rivelando una dentatura cavallina. Era già la seconda lezione di quel anno, non si ripresentò, sperando che fosse passato abbastanza tempo da permettere a tutti di assimilare il suo cognome così come le nozioni apprese nel corso della precedente lezione. Si posizionò davanti alla cattedra, appoggiandosi al bordo di questa con il didietro, restando sostanzialmente in piedi. Sfilò la bacchetta di Rovere che l'accompagnava da quando a undici anni l'aveva acquistata da Ollivander, imprimendo un veloce movimento con il polso. Sulla lavagna comparve, lettera dopo lettera tracciata dal gesso che si muoveva in autonomia, la scritta PACE.

    - Vorrei iniziare riprendendo velocemente quanto affrontato nella lezione precedente, in particolare il significato della parola qui dietro. Un veloce ripasso che frutterà al volenteroso volontario ben 10 punti.

    Avrebbe atteso che le mani si sollevassero per scegliere uno di loro per dargli la parola, prima di procedere con la lezione. Era fondamentale che tutti gli elementi che costituivano la PACE fossero stati compresi da tutti, poichè senza questa nozione di base sarebbe stato difficile poter procedere oltre.

    - Procediamo subito con l'argomento nuovo della lezione, una breve parte teorica poi ci diletteremo con la pratica. Lei in seconda fila, potrebbe gentilmente portarmi una delle sue piume d'aquila?

    Spiegò e domando, chiedendo allo studente seduto nella seconda fila una delle penne che aveva sul banco. Era certa che non sarebbe stata disattesa dinnanzi a una simile richiesta, tant'è che la piuma fu posta nel suo palmo della mano tesa.

    - Dunque, chi sa dirmi altri modi per ottenere questa piuma d'aquila senza scomodare il vostro compagno della seconda fila? 15 punti per i primi due interventi di spessore.

    p4Tw05F Aspetto riposte entro il 08/09/2021 alle ore 23.59 del giorno indicato.
    Chi fa il ripasso non può rispondere alla domanda successiva. Quindi otterranno punti 3 persone differenti.
    Se volete essere lo studente che mi porta la piuma, segnatelo in modo evidente nel post, in modo che non siate in 5 a portarmi la piuma.

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    Stephanie

    Sperava di assistere a una maggiore partecipazione da parte degli studenti, ma comprendeva anche che essere nuova, straniera e giovane non giocasse a suo favore. Alla sua domanda rispose per primo un Tassorosso, che tuttavia aveva idee poco chiare e confuse.

    - Mio caro, mi dispiace ma non è con questo che si intende per Postura. O comunque non solo questo. Sono comunque 5 punti per Tassorosso. per il tentativo.
    Con Postura si intende il modo in cui va impostato il nostro corpo. Forse in Difesa Contro le Arti Oscure ve ne hanno parlato come posizione da battaglia: piedi ben distanti tra loro, gambe tese con le ginocchia leggermente flesse, schiena dritta e spalle rilassate.


    Constatò con un sorriso teso sulle labbra di rosa che anche Grifondoro si era unito all gruppetto a caccia di punti grazie all'intervento di Nadine Carroll. La mente della francese fu immediatamente condotta sul sentiero sconnesso del Paese delle Meraviglie e la tentazione di chiedere alla bionda studentessa se fosse in qualche modo imparentata con il noto scrittore era tanta, ma decisamente poco professionale. Si ravvide scostando con un rapido movimento del capo la frangia sbarazzina che le solleticava le sopracciglia, concentrandosi e prestando attenzione alle parole della studentessa.

    - Magnifique! Non c'è altro d'aggiungere sull'Attitudine e pertanto sono 20 punti per Grifondoro..

    Tassorosso e Grifondoro si erano uniti al banchetto ma poi nessun altro aveva approfittato dell'ultima fase, l'Enfasi per sbilanciarsi oltre. Un vero peccato ma la docente non si perse di animo.

    - Enfasi, nessuno di voi ha voluto provarci ma era anch'essa piuttosto intuitiva. Si parla del tono in cui la formulamagica viene pronunciata. Deve essere chiaro e preciso, senza errori di pronuncia. Non è necessario gridarlo, basta che nel tono di voce imprimiate tutta la vostra determinazione per la buona riuscita. Anche negli incantesimi non verbali deve esserci Enfasi mentre lanciate l'incantesimo.

    In lontananza i rintocchi della Torre dell'Orologio si fecero sentire con forza, facendole svolgere lo sguardo oltre la vetrata della finestra della sua aula.

    - Approfondiremo la messa in pratica delle quattro fasi nella prossima lezione. A bientot!

    p4Tw05FLezione terminata.
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    STEPHANIE
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    Belcourt


    Ilvermorny era diversa. Non riusciva a percepire quella sensazione magica di famigliarità, quella elettricità nell'aria che tipica della scuola scozzese. L'aria era frizzante, ma troppo umida per ricordare quella famigliare della vicina Edimburgo. Era come se in quel castello, tanto simile a Hogwarts e ad esso ispirato, ci fosse qualcosa di differente. Se avesse dovuto descrivere come e in cosa lo era, avrebbe fatto appello alla geografia. Era come l'inverno in Australia, con temperature bollenti mentre nell'altro emisfero c'erano neve e freddo. La Belcourt si sentiva piuttosto spaesata, come quando in alta montagna ti manca l’ossigeno e il recupero dopo un esercizio fisico è decisamente più lungo del previsto. Si sentiva pesante, come se durante la notte avesse guadagnato dei kili di troppo, e la sensazione che le cose non fossero al proprio posto la attanagliava. Partecipare al Club dei Duellanti restava comunque un grande onore e un impegno che sentiva fortemente sulle proprie spalle, in qualità di docente di Incantesimi si sentiva in qualche modo responsabile della preparazione dei suoi studenti, che sperava facessero tutti buona figura. Le divise di Hogwarts spiccavano per colore su quelle color mirtillo della scuola Americana, mentre la professoressa si faceva strada per raggiungere il docente Skyfield.

    - Bonjour!
    Sono Stephanie Belcourt, docente di Incantesimi a Hogwarts. È un piacere fare la sua conoscenza.


    Si presentò a quello che era un suo corrispettivo americano, un collega. Si chiese se anche il docente di Incantesimi di Ilvermorny fosse li presente, era molto curiosa di conoscerlo e scoprire se tutte queste differenze che a pelle sentiva fossero in qualche modo verificabili a livello empirico.

    - I miei complimenti per questa bella iniziativa, è molto utile per gli studenti mettersi alla prova da un punto di vista pratico, con un avversario di fronte. E sono certa che anche molto adulti apprezzeranno di poter rispolverare qualche bacchetta, non si duella certo tutti i giorni senza finire nei guai con la giustizia

    Una conversazione molto lunga per gli standard della ex-Tassorosso che pure un tempo era particolarmente timida, aspetto del suo carattere che in qualche modo era riuscita a levigare ma che comunque la bloccava nei momenti di presentazione con sconosciuti, che spesso le impediva di fare il primo passo. Ma la stima e l’ammirazione per questo tipo di iniziativa la portavano a superare le sue paure per porgere meritati e giusti complimenti al suo ideatore.

    Conosceva molto bene il rituale del duello, per cui non fu stupita di vederlo svolgersi davanti ai suoi occhi dai primi sfidanti. La competizione era accesa, anche se come era immaginabile si assisteva a un abuso di Stupeficium che trovava alquanto fastidioso, per quanto efficace esistevano molti altri incantesimi interessanti da sfruttare durante una competizione di questo tipo. Quando fu chiamata salí sul palco, giungendo al centro di questo e piegandosi in un inchino profondo rivolto al suo avversario. Si voltò e percorse dieci passi in direzione opposta, si voltò di nuovo verso il suo avversario. Essendo professoressa di Incantesimi si sentiva in dovere di compiere una postura che fosse magistrale.
    Avrebbe rilassato i muscoli del collo e della schiena facendo una lunga inspirazione, rilassando così anche spalle e e addome, raddrizzando la colonna vertebrale e mantenendo la testa in stato eretto sul collo, in modo che lo sguardo fosse fisso su quello del suo avversario. Avrebbe allungato la gamba destra facendola scorrere lateralmente e così avrebbe fatto anche con la sinistra, piantando i piedi in modo parallelo alle spalle, così che il baricentro del suo corpo cadesse esattamente su quella retta immaginaria che univa i suoi piedi nel settore centrale. Un buon equilibrio era fondamentale per il lancio dell’incantesimo. Ripiegò il braccio sinistro sulla schiena, posandolo sul settore lombare. Non voleva avere un peso morto al fianco.
    Assunta la postura corretta maggiormente avrebbe iniziato a fare appello a tutta la sua concentrazione e forza di volontà: ogni frammento di energia presente nel suo sangue doveva essere attivato e condizionato in modo tale che la magia confluisse in un unico punto -la bacchetta magica- con un unico scopo -la riuscita del suo incantesimo. Come spesso diceva in classe l’unione faceva la forza. Infine appena prima che scattasse il via, si sarebbe concentrata con volontà su quello che voleva fare, ovvero impedire al suo avversario di vedere. Avrebbe scatenato una congiuntivite talmente purulenta che il suo avversario sarebbe stato pressoché cieco da regalarle tempo prezioso per poter lanciare qualche incantesimo offensivo che fosse definitivo.

    Quando il via risuonò nell'ambiente, avrebbe iniziato a disegnare con la punta della bacchetta un movimento in aria che ricordava quello di un'occhio, un'occhio egizeo. Partendo dall'altro a destra avrebbe tracciato un semi cerchio, poi a metà avrebbe tracciato un'altro semicerchio da sinistra a destra, con la pancia rivolta verso il basso, in una specie di ovale che sembrava proprio un'occhio stilizzato e poi, avrebbe concluso il movimento senza chiudere i due ovali, ma allungando leggermente quello sottostante, tracciando una lineetta verticale e verso il basso.

    -Conjunctivitus

    Avrebbe concluso il suo lancio d'incantesimi con solennità, come se avesse appena finito di siglare un contratto con la sua firma. Nei movimenti e nella pronuncia della formula avrebbe impresso tutta la sua volontà, facendo in modo che tutte le sue particelle magiche cooperassero per quel fine ultimo.
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    Che bellezza questa laure in materia artistica, sembra davvero molto interessante :hearteyes: :hearteyes:

    Volevo poi avvisarti che se hai piacere c'è la lezione d'incantesimi attiva a Hogwarts, ma potete partecipare anche voi da Ilvermorny (come se si svolgesse proprio a Ilvermorny) , ancora benvenuta e complimenti per l'indirizzo di studi :graphic:
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    Welcome! 😍 😘

    Che università hai fatto Miri??
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    Vorrei iscrivermi anche io,

    Stephanie Belcourt,
    Docente di Incantesimi a Hogwarts
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    Stephanie


    Soltanto Corvonero e Serpeverde intervennero durante la prima fase della lezione di incantesimi della Belcourt, che attraverso il leggero sipario castano della sua frangia spiava gli studenti compostamente seduti ai banchi. Fino a questo momento era felice di non aver sentito risolini sciocchi, battutine o un fastidioso brusio di sottofondo, appena era entrata in classe, dopo una serie di cordiali saluti, gli studenti si erano acquietati e il silenzio era stato interrotto soltanto da interventi richiesti con la formula della mano alzata o dai suoi commenti ai medesimi.
    Prima a intervenire fu una ragazza, che dai colori della sua cravatta era Corvonero, ma che non si era presentata come la prassi avrebbe richiesto. Non piaceva alla Belcourt non avere un cognome da associare alla bionda che sedeva in prima fila, ma cercando di tenere a bada questa sensazione di disagio, prestò attenzione alle parole della ragazza.

    - Oui! Questa era la risposta semplice che stavamo cercando. Sono 5 punti per Corvonero.
    Gli incantesimi non verbali sono il tipico esempio che non richiede una formula magica, ma per questo motivo ci si deve focalizzare ancora di più sui quattro punti del PACE, uno in particolare. Qualcuno di voi vuole provare ad individuarlo?
    Vorrei ricordare di indicare sempre nome, cognome e casa quando rispondete, in modo che possa segnare correttamente sul registro, grazie.


    Ci tenne a fare un inciso finale, non voleva riprendere la prima studentessa che le aveva risposto, ma avrebbe sicuramente agito di conseguenza se in seguito ancora qualcuno le avesse risposto senza dichiararsi. Era sì una questione formale, ma anche di rispetto e per quanto le regole non piacessero troppo dovevano essere rispettate. Il suo carattere da Tassorosso avrebbe voluto farla apparire buona e gentile con tutti, ma non poteva permetterselo come neo-insegnante.

    - Eccellente Miss Griffin! La sua risposta è davvero ben esposta ed articolata, i 15 punti a Corvonero sono più che meritati.
    Qualcuno riesce a trovare punti in comune tra le tre D citate dalla collega e il sistema PACE?


    Gli spunti forniti dalle due Corvonero erano ottimi, tanto che le sembrava giusto proseguire su questo aspetto per stimolare la conversazione e l'avanzamento della lezione a seconda degli interventi che creavano gli studenti, in modo che non fosse qualcosa di pre-impostato e fisso, ma una continua evoluzione che era creata da loro stessi. Questo approccio le sembrava il migliore quando si trattava di una indigesta parte teorica.

    - Sono 10 punti a Serpeverde per questa risposta carica di intuizione, Black. Sarebbe arrivato al punteggio massimo articolando maggiormente la risposta, ma se vuole provare a farlo ora potrebbe comunque farcela.

    Era un vero peccato che il Serpeverde dall'aria annoiata avesse avuto una simile intuizione geniale ma non fosse riuscito a mettere in fila due righe di argomentazione per supportare questa sua risposta. Un vero peccato, tanto che il buon cuore della Belcourt decise di dargli una seconda possibilità per aggiungere altri cinque punti.

    - Per la Concentrazione della signorina Black sono 20 punti a Serpeverde. Restano ancora tre punti del PACE da analizzare per altri tre fortunati che possono aggiudicarsi il bottino. Forza, non siate timidi.

    Sulla lavagna la scritta mutò, lasciando i tre punti ancora in sospeso. Sperava che qualcuno volesse occuparsene senza buttare al macero venti punti piuttosto succulenti da acciuffare.

    Postura
    Attitudine
    Concentrazione
    Enfasi


    Ma se nessuno si fosse fatto avanti avrebbe proseguito lei stessa la lezione, perché non potevano restare incagliati ancora a lungo nella parte teorica. Magari Grifondoro e Tassorosso potevano tirare fuori gli artigli e unirsi al banchetto.

    p4Tw05F Aspetto riposte entro il 27/04/2021 alle ore 23.59 del giorno indicato.
    Possono partecipare anche gli studenti di Ilvermorny.

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    Partecipo alla sfida con questa role.
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    STEPHANIE
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    Belcourt


    Hogwarts era rimasta esattamente come impressa nei suoi ricordi e al contempo era irrimediabilmente mutata. La Belcourt non sapeva se questo fosse dovuto al fatto che era una docente ora, Professoressa Belcourt suonava ancora strano nelle sue orecchie, forse il suo periodo in Francia le aveva fatto scordare dei brulli paesaggi scozzesi, preferendo i campi di lavanda alla selvaggia vegetazione delle Highland, ma gli occhi color malva che si posavano sul profilo del castello sembravano cogliere aspetti sempre nuovi e inediti. Era sempre stata una studentessa molto diligente, nonostante la sua mente volasse spesso sulle nuvole e si distraesse molto facilmente, non aveva mai davvero vissuto il castello in modo tale da conoscerlo: oltre al tragitto dalla Sala Comune di Tassorosso, alla Sala Grande, Alle Aule di Lezione o alla Biblioteca non poteva dire di aver mai esplorato il castello, di conoscerlo intimamente, di sapere qualcosa di più. Non era mai finita in infermeria, mai nell'ufficio del preside, mai si era persa per le scale o aveva provato ad avventurarsi nei sotterranei più in là dell'aula di Pozioni. Diventata docente si era resa conto di quanto poco conoscesse del resto del castello che non fosse un aspetto puramente scolastico. La sua timidezza la faceva restare in una comfort zone che le apparteneva, contenta di cogliervi elementi sempre uguali e abitudinari, ma ora che si trovava dall'altra parte certe cose erano destinate a cambiare. Eppure era tornata a Hogwarts proprio per cercare quel senso di casa che non aveva mai trovato in alcun luogo, mai aveva trovato una persona che la facesse sentire a proprio agio come lo era nella sua stessa pelle, e in quei trent'anni di vita si era ormai convinta che si sarebbe sempre sentita a disagio in qualunque posto, ma che al castello di Hogwarts il disagio era più sotto controllo. Questa era la sua massima aspirazione nella vita, anche se dietro lo sguardo malinconico di malva si celavano i sogni e le speranze di un cuore romantico che anela il classico e vissero per sempre felici e contenti. Un giorno, forse...

    Essere un insegnante implicava una certa dose di solitudine, solitudine con cui lei aveva stretto amicizia molto tempo prima, trovandosi bene con i suoi pensieri e con le sue idee. Detestava esprimere la propria opinione in pubblico, non voleva ferire i sentimenti di nessuno, preferiva tacere e lasciare che altri intervenissero in un dibattito, restando sempre sullo sfondo, là dove la solitudine la fa da padrona. Aveva colto, nella sala insegnanti, alcuni malumori di chi era abituato a un certo cameratismo, all'essere tutti insieme sempre, una famiglia, degli amici. Immaginava, ma si sentiva a disagio per questo pensiero tanto razzista, che i Grifondoro fossero quelli che ne soffrivano di più, perchè li aveva sempre visti come i più festaioli, i più casinisti, i più corali... sì, c'era una punta d'invidia nella ragazzina con la frangetta troppo lunga sugli occhi attraverso cui osservava il mondo. Avrebbe voluto di più...

    Ronda, detto nel suo classico accento francese, assumeva una strana connotazione che la faceva sentire ridicola. "Sono di ronda" non aveva quell'aria autorevole che ci si aspetta abbia qualcuno incaricato di sorvegliare sui ragazzi minorenni di una suola di magia e stregoneria, la faceva sembrare più che altro una straniera che diceva di provenire da un paesino sperduto nelle campagne di nome Ronda. Lontano udì il rintocco della Torre dell’orologio, erano le dieci di sera, ufficialmente era scattato il coprifuoco per gli studenti che da quel momento dovevano trovarsi tutti nelle rispettive sale comuni. Avvolta in una lunga toga bianca, di un tessuto leggero ma coprente, sembrava un fantasma che si aggirava nei corridoi del castello, con la punta della bacchetta a illuminarle la strada. Da studentessa non si era mai avventurata così lontana dai soliti percorsi noti e i suoi occhi si posavano sui quadri, semi-addormentati che non aveva mai visto, dimenticandosi la strada dalla quale era arrivata. Era al quinto piano, no no, era al sesto. Forse era già al settimo.
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    Sopraelevato sull'aula, accessibile da una scala a chioccola in marmo bianco, si trovava l'ufficio della professoressa Belcourt. Visto l'aspetto formale, quasi freddo, dell'aula, ci si sarebbe aspettati di trovare la stessa professionalità dimostrata dietro alla cattedra anche nell'ufficio della docente. Eppure entrando nella stanza sareste rimasti stupiti dal profumo forte d'incenso alla lavanda, bruciato costantemente, che permeava il luogo. Un caos disordinato aleggiava tutto intorno, pitture secche e pitture fresche, fiori, tantissimi vasi di fiori freschi, alcuni bouquet appesi a testa in giù per seccare, altri già completamente appassiti.


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    Stephanie


    Sistemò con cura la frangetta, spettinandola con un movimento veloce delle dita. I due ciuffi di capelli più lunghi, quelli che decretavano la fine della frangia e l'inizio del taglio a caschetto della strega furono sistemati con grande cura dietro alle orecchie, svelando orecchini di perla attaccati ai lobi. Aveva optato per un'impostazione classica, indossando un vestito molto lungo, con il colletto bianco a forma di cuore, di un blu zaffiro. Voleva essere sobria ed elegante, ma al tempo stesso professionale, senza sembrare però troppo ingessata. Era un equilibrio difficile da trovare, ma era qualcosa a cui lei era particolarmente affezionata. In Francia le prime impressioni contavano molto di più che non tutto il resto del tempo per conoscerci. Stephanie in London, doveva abituarsi a molte cose, soprattutto ad abbandonare il bonjour come saluto iniziale e la r francese che faceva fare le fusa alla sua gola. L'aula di incantesimi era al secondo piano, illuminata dalle ampie vetrate che davano sulla tenuta esterna del castello, con un gradevole aroma di vaniglia che si diffondeva grazie ad alcuni stecchi d'incenso che volteggiavano a mezz'aria in diversi punti strategici dell'aula. Madam Stephanie era scesa dall'ufficio, soprelevato sull'aula, percorrendo la scala a chiocciola di marmo che portava dritta alle spalle della sua cattedra. Era una sensazione nuova, ma era come se quello fosse stato il posto in cui era sempre appartenuta. Inspirando a fondo, il primo studente aveva varcato le porte dell'aula. Era poi arrivato un secondo, un terzo e così via.

    - Goodmorning, ragazzi. Vi chiedo scusa per l'accento francese, se qualche neologismo vi suona strano o incomprensibile, non abbiate paura di chiedermi di ripetere.

    Eravamo arrivati al dunque, alla domanda che assillava la mentre della Belcourt da quando aveva superato il colloquio con il Preside Black: che tipo di insegnante sarebbe stata? Nel corso della sua carriera di studentessa aveva visto sul banco della cattedra diversi tipi di professori. Alcuni li aveva amati con tutta se stessa, altri li aveva odiati ma rispettati, altri ancora semplicemente disprezzati. Aveva giurato di non essere mai come questi ultimi, sperava di essere ferma come i secondi e sperava di essere come i primi. Era consapevole di non poter essere apprezzata da tutti gli studenti, era un'impresa impossibile anche se avesse ammaliato tutti con un incantesimo confondente, ma sperava di rientrare per la maggior parte di loro nel secondo gruppo.

    - Mi chiamo Stephanie Belcourt, sarò la vostra insegnate di Incantesimi quest'anno.... e spero anche i prossimi!

    Voleva dare idea di continuità e sicurezza nelle sue qualità, ma voleva anche mostrarsi affine ai suoi studenti, non emotiva ma mostrare empatia con loro, era un sempre una strega, con dubbi e insicurezze, con la necessità di avere uno stipendio per garantirsi un tetto sulla testa.

    - Oggi affronteremo un discorso un po' teorico, ma non mancherà una parte pratica, per introdurci alla delicata arte degli incantesimi.
    Immagino che abbiate capito che per lanciare un'incantesimo è necessaria una formula magica, ma sapete dirmi quali tipi di incantesimi non la richiedono? C'è una risposta facile, che vi darà comunque 5 punti e una risposta articolata e complessa che ve ne darà ben 15 punti. Tutto quello che sta nel mezzo potrebbe fruttarvi dei punti, non abbiate paura di parlare ed esprimervi.


    Avrebbe atteso che gli studenti intervenissero, sottoponendo le proprie risposte in maniera ordinata e senza creare confusione nell'aula, dispensando commenti e punti a tutti coloro che fossero intervenuti con qualcosa di saggio e ragionato, possibilmente inedito, in merito alla domanda che aveva posto.

    - Ma la formula non è la sola cosa importante per un lancio d'incantesimi. Oltre alla formula vi servirà PACE.

    Postura
    Attitudine
    Concentrazione
    Enfasi


    Volete provare a descrivermi queste quattro fasi? Una per studente, 20 punti in palio, per quattro di voi fortunati.


    p4Tw05F Aspetto riposte entro il 18/04/2021 alle ore 23.59 del giorno indicato.
    Possono partecipare anche gli studenti di Ilvermorny.

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    Edited by Stephanie Belcourt - 9/4/2021, 08:41
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    Stephanie


    Le sue guance si arrossarono come immediata reazione al frivolo pensiero che aveva attraversato la sua mente mentre si rispecchiava nel logoro specchio che aveva nella stanza che le era stata assegnata dal Preside Black in quei giorni che aveva trascorso al castello in attesa del suo colloquio di lavoro. Si era vestita indossando una tunica di squisita fattura parigina, di un tessuto che appariva lucido come la seta, ma meno sensuale, di un blu che rasentava il porpora quando l'instabile luce delle candele balenava sulle pieghe dell'abito. Era arrossita pensando che questo vestito fosse più elegante che mai per un colloquio di lavoro, che forse sarebbe stato più adatto per un appuntamento, ma il pensiero di voler sedurre Adelbert Antilles Black la fece avvampare per la vergogna. Non poteva presentarsi nell'ufficio del Preside, da lì a poche ore, con l'immagine di lei che cercava di conquistare l'amore del suo principale. Non era professionale, ne tanto meno un pensiero che poteva distrarla da quello che era sempre stato lo scopo della sua vita.

    - Bonjour

    Aveva bussato alla porta dell'ufficio di Black, quando sopra di lei le campane avevano cessato di rintoccare la nuova ora, le dieci, orario esatto prefissato per il loro colloquio. Avuto il permesso di entrare aveva salutato e si era avvicinata all'uomo con la mano tesa nella sua direzione, pronta per stringerla con vigore.

    - Buongiorno. La ringrazio per il colloquio e per l'ospitalità di questi giorni nel castello, mi ha permesso di ambientarmi mejlio e sto divagando, ma vorrei ringraziarla.

    Come le accadeva spesso, in situazioni dove non era a suo agio, dove era in presenza di una forte autorità che la spingeva a volersi mettere in risalto e desiderava fare una bella figura iniziava a straparlare e a mostrare un lato logorroico che normalmente non la caratterizzava.

    - Ouì. Vorrei iniziare un approccio pratico, ma semplice all'arte degli incantesimi. Ho notato come spesso gli studenti si focalizzano sulla formula e sul movimento della bacchetta, come se queste fossero le sole cose importanti perdendo in resa.
    Nella prima lezione vorrei spiegare e mostrare le corrette fasi per un lancio eccellente: postura, impugnatura della bacchetta, movimento del polso, sguardo, focalizzazione, enfasi e pronuncia della formula. Per un approccio completo presenterei un incantesimo molto facile, basilare, come il Lumos.
    Nella seconda lezione vorrei approcciarmi ancora a questo tipo di incantesimi con le sue varianti, per verificare che gli argomenti siano attecchiti, quindi affronterei il Lumos Maxima, il Lumos Solem e l'incantesimo Nox.
    Nella terza lezione approfondirei l'incantesimo Alohomora e il meno conosciuto Cistem Aperio.


    Si tirò il vestito, sistemandolo meglio sulle gambe accavallate, tendendolo agli angoli. Stava andando bene, era riuscita a non parlare troppo e le sembrava di essere abbastanza concisa e precisa. La successiva domanda arrivò velocemente e non le diede il tempo di arrovellarsi sulla risposta appena data: forse era meglio così.

    - L'Expecto Patronùm è un'incantesimo di fondamentale importanza per la difesa dai dissennatori. Credo che il docente di Difesa Contro le Arti Oscure, Monsieur McNeal, sia più indicato per affrontare questo argomento. Immagino che ci sia una coordinazione tra di noi e lascerei a lui la parte pratica con un Dissennatore, mi limiterei all'aspetto di mero incantesimo, lasciando al collega l'aspetto difensivo.
    Questo tipo di incantesimo può essere usato per trasportare messaggi, se appare in forma completa e con una classe di livello avanzato, mi rivolgerei a coloro del sesto-settimo anno, si potrebbe implementare questo aspetto. Separati nella stanza, magari uno studente nel mio ufficio e gli altri in classe, dovrebbe formulare un messaggio da recapitare alla classe tramite Patronus. La distanza sarebbe minima, ma come prima volta mi sembra una esperienza formativa e interessante.


    Sorrise convinta delle sue parole.

    - Assegnerei punti per ogni risposta corretta che ricevo, per ogni esercitazione pratica conclusa positivamente o affrontata in modo adeguata, alcuni incantesimi possono riuscire solo con la pratica e l'esercizio costante. Prima di ogni domanda sarebbe mia premura stabilire i punti che essa comporta, in base al grado di difficoltà. Idem per le esercitazioni pratiche.

    Aveva perso il conto delle domande che le erano state poste, forse era alla quarta.

    - Possono essere aperte massimo una lezione al mese, da Settembre a Giugno, potenzialmente si parla di dieci lezioni. Si è possibile aprire una lezione a Giugno.

    Il sorriso si allargò sulla sua bocca, scoprendo gli incisivi, ma doveva restare professionale non voleva dare l'idea che fosse una sciocca ragazzina emozionata.
    " La couleur est mon obsession quotidienne, ma joie et mon tourment. "
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    L E Z I O N E 1
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    Stephanie


    Sistemò con cura la frangetta, spettinandola con un movimento veloce delle dita. I due ciuffi di capelli più lunghi, quelli che decretavano la fine della frangia e l'inizio del taglio a caschetto della strega furono sistemati con grande cura dietro alle orecchie, svelando orecchini di perla attaccati ai lobi. Aveva optato per un'impostazione classica, indossando un vestito molto lungo, con il colletto bianco a forma di cuore, di un blu zaffiro. Voleva essere sobria ed elegante, ma al tempo stesso professionale, senza sembrare però troppo ingessata. Era un equilibrio difficile da trovare, ma era qualcosa a cui lei era particolarmente affezionata. In Francia le prime impressioni contavano molto di più che non tutto il resto del tempo per conoscerci. Stephanie in London, doveva abituarsi a molte cose, soprattutto ad abbandonare il bonjour come saluto iniziale e la r francese che faceva fare le fusa alla sua gola. L'aula di incantesimi era al secondo piano, illuminata dalle ampie vetrate che davano sulla tenuta esterna del castello, con un gradevole aroma di vaniglia che si diffondeva grazie ad alcuni stecchi d'incenso che volteggiavano a mezz'aria in diversi punti strategici dell'aula. Madam Stephanie era scesa dall'ufficio, soprelevato sull'aula, percorrendo la scala a chiocciola di marmo che portava dritta alle spalle della sua cattedra. Era una sensazione nuova, ma era come se quello fosse stato il posto in cui era sempre appartenuta. Inspirando a fondo, il primo studente aveva varcato le porte dell'aula. Era poi arrivato un secondo, un terzo e così via.

    - Goodmorning, ragazzi. Vi chiedo scusa per l'accento francese, se qualche neologismo vi suona strano o incomprensibile, non abbiate paura di chiedermi di ripetere.

    Eravamo arrivati al dunque, alla domanda che assillava la mentre della Belcourt da quando aveva superato il colloquio con il Preside Black: che tipo di insegnante sarebbe stata? Nel corso della sua carriera di studentessa aveva visto sul banco della cattedra diversi tipi di professori. Alcuni li aveva amati con tutta se stessa, altri li aveva odiati ma rispettati, altri ancora semplicemente disprezzati. Aveva giurato di non essere mai come questi ultimi, sperava di essere ferma come i secondi e sperava di essere come i primi. Era consapevole di non poter essere apprezzata da tutti gli studenti, era un'impresa impossibile anche se avesse ammaliato tutti con un incantesimo confondente, ma sperava di rientrare per la maggior parte di loro nel secondo gruppo.

    - Mi chiamo Stephanie Belcourt, sarò la vostra insegnate di Incantesimi quest'anno.... e spero anche i prossimi!

    Voleva dare idea di continuità e sicurezza nelle sue qualità, ma voleva anche mostrarsi affine ai suoi studenti, non emotiva ma mostrare empatia con loro, era un sempre una strega, con dubbi e insicurezze, con la necessità di avere uno stipendio per garantirsi un tetto sulla testa.

    - Oggi affronteremo un discorso un po' teorico, ma non mancherà una parte pratica, per introdurci alla delicata arte degli incantesimi.
    Immagino che abbiate capito che per lanciare un'incantesimo è necessaria una formula magica, ma sapete dirmi quali tipi di incantesimi non la richiedono? C'è una risposta facile, che vi darà comunque 5 punti e una risposta articolata e complessa che ve ne darà ben 15 punti. Tutto quello che sta nel mezzo potrebbe fruttarvi dei punti, non abbiate paura di parlare ed esprimervi.


    Avrebbe atteso che gli studenti intervenissero, sottoponendo le proprie risposte in maniera ordinata e senza creare confusione nell'aula, dispensando commenti e punti a tutti coloro che fossero intervenuti con qualcosa di saggio e ragionato, possibilmente inedito, in merito alla domanda che aveva posto.

    - Ma la formula non è la sola cosa importante per un lancio d'incantesimi. Oltre alla formula vi servirà PACE.

    Postura
    Attitudine
    Concentrazione
    Enfasi


    Volete provare a descrivermi queste quattro fasi? Una per studente, 20 punti in palio, per quattro di voi fortunati.

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  13. .
    Giorno!

    Artemisia Rosier mi dispiace molto che sei in pericolo per colpa del mio incantesimo.

    nel mio post volevo provare un nuovo incantesimo per aprire le porte, ma se lo desideri posso lanciare anche un Protego per te? Oppure lo lanci tu? pensavo che anche Vincent Reed che è nelle nostre vicinanze poteva lanciarne uno per sicurezza, io invece mi dedicherei a un nuovo incantesimo di attacco.
  14. .
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    Stephanie

    Poudlard, pardon, Hogwarts era una scuola più affascinante di quello che avrebbe potuto immaginare e doveva ammettere, negando la grandeur francese, che fosse di gran lunga superiore a Beauxbatons, anche se aveva avuto modo di constatare solo sommariamente le migliorie del castello. Ci si era recata per poter svolgere un colloquio esplorativo come docente di incantesimi ma qualcosa non era andato come previsto, non sapeva se aveva capito lei male l’ora e il giorno o se il preside aveva dovuto posticipare il suo colloquio in nome di qualche emergenza più impellente che la presenza della Belcourt. Sapeva che il suo era un obiettivo di grande prestigio, un incarico che non andava preso alla leggera e sarebbe stata disposta a mostrare il suo valore anche di fronte a più di un colloquio, persino sottoporsi a un test o una verifica delle conoscenze che aveva. Poteva anche mostrare le sue qualità pratiche, la strega francese era piuttosto certa di essere una delle più eccellenti fattucchiere di Parigi. Ma in Scozia aveva appreso che i maghi e le streghe pensavano in maniera diversa, più chiusa a dire la verità, quindi non le restava che adeguarsi. La dirigenza di Hogwarts per scusarsi dell’inconveniente scaturito dal mancato colloquio le aveva offerto di trascorrere qualche giorno nel castello, addirittura aveva fornito una stanza negli alloggi riservati ai docenti, per ambientarsi e esplorare il castello, addirittura era stata invitata a partecipare a qualche classe se lo avesse desiderato. Madame Stephanie non aveva saputo sottrarsi a tale ospitalità e aveva accettato di buon grado di fermarsi al castello. La bella francese aveva vagato per i corridoi, sognando a occhi aperti come una scolaretta alle prime armi, portandosi sempre dietro un blocco di fogli di pergamena e lasciando una matita infilata nello chignon, che puntualmente estraeva ogni volta che un pensiero fugace o uno scenario si degnavano degni di essere appuntati su carta. In una delle sue tante passeggiate, stava consumando la suola delle sue ballerine a forza di vagare per i territori di Hogwarts, si era imbattuta in una cartaccia appallottolata e buttata a terra. Mon Dieu quanto detestava l’inciviltà. Con un colpo di bacchetta fece levitare la cartaccia a mezz’aria, fu tentata di dargli fuoco con un incendio, o di farla volare fino al cestino più vicino, ma invece decise di prendere la pallottola e di aprirla. Il contenuto che vi trovò fu agghiacciante. Un brivido corse lungo la sua schiena e i suoi sensi si misero all’erta. La notte di Halloween era quella a venire, lei sarebbe stata ancora nel castello. Perché qualcuno avrebbe dovuto minacciare uno degli studenti, dubitava che quella cartaccia potesse appartenere a un docente, e obbligarlo ad andare nella Sala Grande con una minaccia macabra e poco velata. L’attimo dopo aveva deciso che alle 23 si sarebbe trovata anche lei nella Sala Grande.

    La sua volontà era quella di arrivare con largo anticipo alla serata nella Sala Grande, ma un suo prossimo collega, così sperava visto l’imminente colloquio, l’aveva fermata per illustrarle i vari passaggi delle ronde notturne. Aveva spiegato che il coprifuoco per gli studenti scattava alle 22 di sera, che tutti dicevano tornare nelle proprie sale comuni, anche se non era necessario che andassero a dormire dovevano restare nei loro dormitori. La prima cosa da controllare era la biblioteca, spesso i più studiosi perdevano la condizione del tempo, e li erano andati non trovando nessuno. Era una notte particolare aveva spiegato il docente di Trasfigurazione, perché la notte di Halloween in tutte le Sale Comuni erano state organizzare feste e party a tema. Qualcuno avrebbe potuto pensare di sgattaiolare fuori e in quella notte sarebbero stati preso d’assalto i corridoi proibiti e i sotterranei, senza considerare la mai passata di moda Foresta Proibita.

    - Oui, oui. Per me ha senso!

    Erano rimasti insieme ancora un po’, poi il primo turno di ronda era finito e lei aveva quasi dovuto correre per raggiungere la Sala Grande con appena cinque minuti d’anticipo. La folla di ragazzi che era stata richiamata dalla Sfinge era maggiore di quanto si fosse immaginata.

    - Ragassi, ragazzi. Per favore, cerchiamo di mantenere la calma.

    Con che autorità parlava lei? Nessuna autorità se non quella di strega maggiorenne e possibile insegnante, sempre che quella bravata non le costasse il posto. L’orologio rintoccò sopra di loro, segnalando le undici. Proprio davanti ai suoi occhi le porte della Sala Grande di serrarono.

    - Per favore, state tutti indietro!

    Dopo essersi accertata che gli studenti si fossero allontanati dalla porta, avrebbe assunto una posizione ottimale per il lancio degli incantesimi. Questa era la sua occasione di dimostrarsi una grande, futura, insegnante di incantesimi. Si sistemó, aggiustando la gonna della lunga veste color cremisi che indossava, divaricando leggermente le gambe e flettendo le ginocchia appena. Avrebbe raddrizzato la schiena, le spalle e si sarebbe preparata sollevando il braccio dritto davanti a lei. La bacchetta era puntata sulla serratura della Sala Grande, avevano già provata ad aprirla con un Alohomora, e con mezzi babbani, ma avevano fallito.

    - Depulso!

    Avrebbe pronunciato a tono deciso, convinta di avere alcuni incantesimi dalla sua parte per poter provare a liberare i ragazzi dalla Sala Grande serrata, senza dover sottostare al gioco di un sadico.

    " La couleur est mon obsession quotidienne, ma joie et mon tourment. "
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  15. .
    sono pronta per la convalida
21 replies since 13/9/2020
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