Posts written by Maverick Bristol

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    Welcome anche da parte mia e di all about Eve !

    Sempre a disposizione per eventuali role <3
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    Welcome anche da parte mia e di all about Eve !
    Entrambi due pasticcini dolci, Eve poi è Tassorosso come vorrebbe essere la tua quindi… direi che una role è quasi obbligata :fiore:

    Ci si vede in giro!
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    Salve Professore,

    Innanzitutto la ringrazio per la proroga di tempo e per il consiglio nel fato.

    Volevo rispondere io per prima questa volta, però non ho capito se devo rispondere nella role di Tessa o se, visto che l’imp non é più nella cucina, posso aprire un nuovo topic nei Sotterranei per continuare la ricerca.
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    Corvonero
    Maverick Bristol



    Theresa era qualcuno a cui aspirare di somigliare. Non provavo invidia o gelosia, non ero nemmeno troppo sicuro di poter arrivare sentimenti così tanto intensi e così tanto negativi, semplicemente una profonda ammirazione. Se immaginavo qualcuno che stava raggiungendo tutti gli obbiettivi che si potesse desiderare di ottenere, pensavo subito alla Griffin. Eccellente studentessa, prefetto di Corvonero, sicuramente prossimo Caposcuola, poteva seguire la carriera e il futuro che desiderava, era sicuramente popolare ed estremamente bella. Una bellezza classica, di quelle usate come base per dipinti e sculture dagli artisti, la bionda a cui dedicare poesie… se si è interessati in quel senso al gentil sesso. Il fatto che conoscesse il mio nome, che addirittura mi avesse salutato come se davvero ci conoscessimo, mi aveva fatto arrossire ed emozionare. Tessa Griffin sapeva della mia esistenza. Qualcuno sapeva chi ero. Ero stato chiamato dal professor McNeal per aiutarlo, Tessa mi aveva rivolto la parola e parlato come se fossimo amici, se riuscivo a catturare l’imo scappato poteva essere la mia giornata fortunata, anche se già potevo dire che fosse una delle mie preferite già da subito.

    Passavo molto più tempo di quanto non mi andasse di ammettere nelle cucine: erano un posto confortevole, pieno di cibo, gli elfi domestici erano persone deliziose con le quali trattare e anche loro, come me, capivano bene cosa volesse dire essere degli emarginati sociali. Li capivo, molto più di quanto non capissi i miei coetanei che preferivano passare i weekend nelle vie di Hogsmeade. L’unica nota negativa era che le cucine si trovavano nei sotterranei, dominio incontrastato di Serpeverde. Più di una volta ero stato preso di mira dal Lestange o Black o altro rampollo nobile purosangue di turno. Comunque preferivo seguire Tessa che mostrarmi fifone o dover prendere l’iniziativa. La ragazza di Corvonero era una piacevole compagnia, anche quando attraversammo in silenzio il castello, ma era molto meglio quando parlava e cercava di conversare. Era piacevole ascoltare la sua voce, anche se stava parando della madre e degli elfi domestici e disapprovavo questo modo di vedere le creature che consideravo così affini a me. Forse sarei finito per fare un servitore invisibile in qualche villa di signorotti purosangue, troppo schizzinosi per accettare i servigi delle creature magiche ritenute inferiori. Infondo era solo un passo in più verso la schiavitù, qualcosa di cui nessuno si sarebbe stupito. Spesso, in realtà… rispondo alla domanda che mi rivolge il mio Prefetto, forse troppo poco abituato a parlare con le persone, ho risposto in maniera un po’ fredda e brusca. Gli elfi domestici sono di ottima compagnia, soprattutto se gli dai una mano mentre preparano la cena. dico, sperando di non mettermi in ridicolo. Lei però è molto concentrata sulla nostra missione e come lei suggerisce estraggo la mia bacchetta, pronto per usarla se dovessi. Spero di non spaventare nessuno. Mentre Tessa esamina l’ambiente, decido di provare un semplice incantesimo che però potrebbe essere utile: Revelio. avrei pronunciato con voce decisa ma non troppo forte, dopo aver assunto una corretta postura ed eseguito il movimento giusto per compiere l’incantesimo di rintracciamento di intrusi e creature.
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    Corvonero
    Maverick Bristol



    Fatta eccezione che per qualche lettera della domenica da parte di mamma e papà, non ricevevo quasi mai posta. Ogni tanto qualche volantino pubblicitario veniva recapitato dal mio gufo, insieme con il nuovo numero de La Gazzetta del Profeta, per il resto osservavo con una punta di gelosia le persone che ricevevano pagine e pagine, scritte fronte e retro, da parte di amici e parenti lontani. Persino nelle mura di Hogwarts, non avrei saputo a chi scrivere. La mia condizione, se così si poteva definire la solitudine che mi accompagnava come una vecchia amica, si faceva sentire con punte acute in questo tipo di occasioni. L’ora della posta era per me fonte di disagio e tormento, un’espressione tangibile di quanto poco fossi una persona socievole, eppure mi costringevo a starmene seduto al mio posto in Sala Grande osservando volti sorridenti nel leggere il nome del mittente o riconoscere la calligrafia della lettera. Qualche strillettera arrivava sempre, focalizzando l’attenzione sul povero malcapitato di turno: almeno questa gogna pubblica mi era sempre stata risparmiata. Non aspettavo posta. Non era domenica, il numero della Gazzetta del Profeta era già stato recapitato da Albert, il mio gufo un po’ spelacchiato, durante la colazione. Eppure, con mio grande stupore, una lettera fu recapitata dinnanzi a me. Osservai i miei vicini di posto, come se per caso il gufo avesse mancato il giusto destinatario, ma erano intenti nelle loro faccende e io troppo timido per domandare loro se potesse essere loro quella lettera. Fu nel agitare la busta, con un sigillo in ceralacca, che notai il nome impresso sopra. Maverick Bristol. Non era un errore. Il marchio di Hogwarts impresso. Non mi diedi il tempo di pensare ad ulteriori implicazioni, magari una convocazione del Preside o peggio, ed aprii la lettera, troppo emozionato di ricevere posta. Lessi velocemente il contenuto, poche righe in realtà, capendo poco e nulla. Mi concessi tempo e cercai di calmare il battito tamburellate del mio cuore, per comprendere le parole che erano scritte. Un sorriso ebete si tese sulle mie labbra, scavando due fossette ai lati delle guance. Nemmeno la tristezza per non poter comunque raccontare, nemmeno volendo, a qualcuno di quella missione segreta sembrava in grado di scalfire quella gioia.

    Distratto per il resto del pomeriggio e delle lezioni, arrivai con la stessa emozione che, immaginavo fosse così, si doveva provare prima di un appuntamento romantico. Bussai un paio di volte alla porta, domandandomi se non ci fosse qualche codice segreto da usare che non avevo notato nella lettera, anche se le parole erano impresse a fuoco nella mia mente. Buonasera professore… dissi una volta entrato, celando un po’ il disappunto nel notare di non essere il solo convocato. Notai Theresa Griffin, nostro prefetto a Corvonero, domandandomi se non fossi incappato in qualche guaio Tessa, ciao. comunque mi affettai a salutare prima che il docente spiegasse esattamente di cosa avesse bisogno. Che un imp fosse scappato dall’aula mi sembrava qualcosa di terribile, soprattuto perché non immaginavo che il professor McNeal potesse essere tanto sbadato, ma ciò non toglieva la lusinga di essere stato convocato per questo problema. Sono creature autoctone, solitamente innocue, infatti classificate XX. Non hanno poteri magici ma sono molto furbi e possono far inciampare la loro vittima. dissi senza alzare la mano, arrossendo però visibilmente non appena mi accorsi di aver parlato senza permesso e sprofondando in un mutismo quasi selettivo a causa della vergogna per questa risposta così avventata.
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    Maverick Bristol, di Corvonero.
    Vorrei iscrivermi ho partecipato alla lezione 4
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    Nome Cognome + link scheda: Maverick Bristol scheda
    Prestavolto: Harry Styles
    Ruoli/Lavori: Studente di Corvonero
    Link Role:Sfida del Mese di Gennaio
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    Corvonero
    Maverick Bristol



    Detestavo il Natale. No, non era vero. Adoravo tutte quelle lucine colorate, gli addobbi, le vacanze che si avvicinavano, ma detestavo il senso di solitudine e sconforto che esso creava. Mi sentivo ancora più solo. Più emarginato. Osservavo il viavai di gente che si affaccendava lungo le strade per comprare regali e pensierini, mentre io avevo soltanto due misere buste, un libro di cucina per mia madre ed un nuovo paio di calzini per mio padre, tutto il mondo delle mie conoscenze a cui far regali racchiusi in due tristi sacchetti. Avrei voluto un amico a cui pensare, chiedendomi quale regalo fosse più appropriato fare, partecipare a quella conviviali che soltanto a Natale si generava. Invidiavo quelle persone che avevano così tanti amici da affannarsi per le vie dello shopping, in una corsa all’ultimo minuto per l’acquisto del regalo. O che ancora usavano dal scusa dello “scambiarsi doni” per uscire a cena, o a bere qualcosa, che avevano feste a cui andare. Non amavo la vita mondana, anzi la rifuggivo, eppure in rari momenti come quelli che suscitava il Natale, avrei tanto desiderato possederne una. Il senso di solitudine mi aveva attanagliato per tutto il mese di Dicembre, quando questa follia collettiva delle festività aveva preso il sopravvento sulla vita reale con i primi addobbi, e con l’avvicinarsi del 25, come in un calendario dell’avvento depresso, il mio senso di oppressione aumentava, addensandosi come una nube nera intorno alla mia folta chioma. Così avevo scritto una veloce lettera ai miei, dicendo che sarei rimasto a Hogwarts per trascorrere le vacanze con un gruppo di amici, che ovviamente mi ero inventato e su cui periodicamente fornivo qualche aneddoto per risultare meno paretico all’occhio dei miei genitori, e mi ero chiuso sempre più in questa forma di anti-Natale. Come predetto, non per meriti a Divinazione, le vacanze di Natale avevano fatto schifo, esclusion fatta per le abbuffate di cibo in Sala Grande e per una biblioteca praticamente deserta che mi permetteva di rifugiarmi e studiare in santa pace. Avrei voluto tanto degli amici, ma facevo di tutto per essere inavvicinabile. Verso la fine delle festività, mentre tutti si stavano incupendo per l’avvicinarsi della fine delle vacanze e in generale delle feste, io riacquistavo vigore e gioia. Nell’ultimo giorno di vacanza avevo addirittura deciso di compiere una pazzia: andare ad Hogsmeade. Il villaggio magico ed io non avevamo un buon rapporto, non ci eravamo mai piaciuti, ma quel girono mi sentivo di poter affrontare persino i cantori di cori e jingle natalizi. Ero quasi entusiasta della mia scelta, tanto che avevo scelto con cura l’outfit da indossare. Un cappello con la tesa, di velluto blu scuro, conteneva il ciuffo ribelle, che spuntava come una grande virgola, la morbida sciarpa di Corvonero era arrotolata con stile annoiato ma ricercato sulle spalle, coperte anche queste da un cappotto, di una meravigliosa tonalità beige. L’impatto con il villaggio fu sgradevole come di consueto ma cercai di restare ottimista. Tutto s’infranse quando notai lo scempio di Mielandia. Caramelle e zucchero erano sparsi ovunque, era ovvio. Uscivo dalla mia zona di conforto ed ecco che succedeva qualche problema. Per qualche motivo risentivo assolutamente affranto e colpevole.
    Oh per Merlino! esclamai sospirando, non riuscivo a ricacciare il senso di colpa in profondità, così cercai di rendermi utile. C’era già un altro ragazzo, non lo riconoscevo ma conoscevo così poca gente al castello da non stupirmene, che si era offerto di aiutare. Posso aiutare anche io, Madama. mi affrettai ad aggiungere, prima che il desiderio di solitudine mi colpisse di nuovo allontanandomi da questo contesto sociale. Estrassi la bacchetta e mi avventurai all’interno, dove l’altro ragazzo si stava già dando da fare con le cioccorane. Alcune compivano enormi balzi, invece che farne solo uno decente e gli altri no, sembravano essere state incantate per continuare a muoversi e saltare in giro. Forse dovremmo provare a immobilizzare, così non le prenderemo mai. suggerii rivelando subito la mia natura di insopportabile secchione, avrei estratto la bacchetta per aiutarmi, ma non ero sicuro di poterla usare fuori da Hogwarts.
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    Ciao a tutti,
    ho un problema. Non riesco più a entrare nella sala comune di Corvonero.
    Tutte le altre le vedo.

    Grazie e scusate per averlo scritto anche in tag
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    Corvonero
    Maverick Bristol



    Ero rimasto solo ad osservare il gruppo di Grifondoro che ormai erano diventati un punto indistinguibile contro il profilo della Stamberga Strillante. Ero rimasto solo, ma ero davvero mai stato con qualcuno?
    Il pensiero mi colse sul vivo della solitudine che stavi affrontando, con le braccia appoggiate sulla cigolante staccionata di confine della proprietà della catapecchia infestata, sperando di non prendermi qualche scheggia o di macchiarmi le maniche di quello che indossavo. Questo mi sarebbe spiaciuto molto. Avevo seguito quei ragazzi per… per cosa? Averlo fatto nella speranza di trovare coraggio in quella relazione segreta, a due metri di distanza lamento, a senso unico, senza che loro sapessero della mia esistenza mi rendeva più che altro uno stalker. Un nugolo di pensieri negativi si addensarono sopra la mia testa, portandomi a chiedere perché mi fossi spinto così lontano dalle vie principali del villaggio che non mi era mai piaciuto, perché avevo lasciato le tranquille mura di Hogwarts. Vivere fuori dalla mia comfort zone non faceva per me, non capivo cosa ci trovasse di emozionante chiunque dicesse che si viveva davvero solo se si superavano questi confini, della zona comoda, per avventurarsi nelle acque ignote e spesso scomode. Non era una filosofia che mi apparteneva e io stavo così bene nel mio ambiente familiare.
    Sobbalzai sentendomi chiamare, una voce femminile alle mie spalle, convinto di essere stato colto in fallo a fare qualcosa di proibito o pericolo. Mi voltai di scatto, senza pensarci. Sentii il rumore della stoffa che si taglia, un morbido suono che però incrinò un po’ il mio cuore: sapevo già che avrei trovato un taglio netto sulla manica della camicia che indossavo. Per ora però le mie preoccupazioni erano altre. Potevo finire picchiato da qualcuno, magari uno dei Grifondoro che avevo seguito aspettavano visite e il mio gioco di stalking era stato scoperto. Potevo trovarmi con un occhio nero e con graffi ben peggiori di quelli subiti dal mio indumento. Professoressa Mars! esclamai con più sollievo di quanto avevo immaginato, ero felice che non ci fosse un bullo con la cravatta di Grifondoro, peggio ancora di Serpeverde, pronto a deridermi. Io, ehm, non
    Non ho amici suonava male, troppo male anche per uno abituato ad essere solo con i suoi pensieri come il sottoscritto non mi piace la Burrobirra. Non mi piace nemmeno Hogsmeade in realtà, ma volevo vedere se verso la Stamberga era migliore ecco… cercai di giustificare la mia vicino a un luogo dove non avrei dovuto entrare. Insomma non ero nei guai, vero? Vero. Cercai di ricompormi e di non fare la figura dell’imbecille Lei era in giro a cercare erbe per pozioni o per piacere? domando passandomi una mano nei capelli per cercare di stemperare il nervosismo. Non sono bravo a parlare con un professore se non ho il mio banco o la cattedra vicini.
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    Corvonero
    Maverick Bristol



    Il dormitorio maschile di Corvonero era sempre piuttosto rumoroso di prima mattina. I ragazzi avevano una voce così bassa certe volte che sembrava vibrare a frequenze diverse e sembrava trapassare i muri. Ero già sveglio da un pezzo, il ciuffo ribelle era stato domato e sistemato come desideravo, davanti allo specchio stavo giusto sistemando i due ciuffi ricci di basette dietro alle orecchie un modo che non rovinassero l’armonia quando un fischio deve prendere un tuffo al cuore a tutti i presenti. La causa era il segnalibro che la professoressa Mars ci aveva dato a inizio anno. Si era messo a fischiare, un suono acuto e fastidioso, per poi portarci un messaggio. Ero affascinato da questo metodo di comunicazione così diverso dal solito gufo e avrei voluto studiarlo e saperne di più. L’idea di fare lezione all’aperto mi preoccupava non poco ma la possibilità di indossare quello che volevamo mi riempiva di gioia. Ero stato davanti al mio baule, con alcuni vestiti sparsi alla rinfusa tutto intorno, alla ricerca di qualcosa che fosse adatto a quella giornata. Non adatto in quanto comodità o praticità, no, adatto al mio umore. Optai per indossare un paio di pantaloni in un tessuto molto simile al jeans ma più morbidi, di un bel blu petrolio, abbinandoli con un maglione di un colore verde quasi lime, molto appariscente, mitigato da alcune macchie bianche. Sotto indosso una maglietta blu scura, il colletto spunta appena dal bordo del maglione. Non penso che avrò caldo ma non si sa mai. Ai piedi un paio di scarpe da ginnastica bianche in tela. Felice di essermi liberato dell’odiosa divisa, dopo una colazione abbondante, raggiungo il luogo dell’incontro trovando una Corvonero già presente. Ciao Tessa, vero? chiedo salutando la ragazza bionda in uno slancio sociale di cui mi stupisco, ma è sicuramente merito dell’outfit, per poi salutare la professoressa con un Buongiorno a tono più alto e deciso. Sono curioso di sapere dove porterà questa lezione, spero di non rovinare le mie scarpe. Ah si, in una tasca dei jeans ho qualche provetta come da indicazioni.
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    Corvonero
    Maverick Bristol


    Ancora non mi capacitavo di quanto fossero poco modaiole le divise che indossavano a Hogwarts. Ci spersonalizzavano. Certo, evitavano ai ricchi purosangue di girare con vestiti fatto di pelle di drago che sarebbero servite tre camere blindate per pagarle, ma impedivano anche alla personalità di emergere. E io avevo ben poco altro se non la mia personalità da poter offrire. Attraverso la moda esprimevo un modo di colori che altrimenti, con parole e con i gesti, non sarei mai stato in grado di raccontare. Dietro al ciuffo pettinato, ma appena scompigliato, c’erano ore di studio nell’applicazione della brillantina e nel giusto colo di pettine da dare. Insomma tutte cose utili anche con una bacchetta, stoccata e quant’altro.
    Quel giorno mi sentivo triste, non avevi trovato nessun accessorio che valesse la pena comprare a Diagon Alley e il weekend a Hogsmeade si era rivelato frustrante... non dovevo più tornare nel villaggio magico, ne andava della mia salute. Così quel giorno, insieme con la noiosa divisa nera e blu che indossavo tutti i giorni, indossai un orologio con il cinturino di metallo, con il quadrante azzurro come il mio umore che era alquanto triste. Arrivai in aula puntuale e presi posto appena dietro a due ragazze, le vedevo spesso nella sala comune di Corvonero ma non avevo mai avuto il coraggio di parlare loro. Avevano dei capelli fantastici e una pelle perfetta e liscia. Anche la mia era così finché barba e brufoli non sarebbero arrivati a deturparla insieme con la pubertà, della quale non vedevo alcuna utilità. Buongiorno salutai quando il professore entrò e mi misi subito a prendere appunti perché era molto importante andare bene a lezione. Ascoltai le risposte delle due ragazze di Corvonero, erano proprio brave e le ascoltai con interesse sperando portassero dei punti per noi. Mi spiaceva non contribuire ma non mi venne in mente nulla di migliore delle loro risposte e preferii tacere. Avrei avuto altre occasioni.
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    Corvonero
    Maverick Bristol


    Hogsmeade costituiva nei miei coetanei un’attrattiva che non riuscivo a decifrare. Durante il weekend il castello di Hogwarts si svuotava, lasciando tra le mura solo noi dediti allo studio e ai compiti, e frotte di studenti si riversavano tra le vie del piccolo vi alleggiò magico. C’era chi andava a verso una burrobirra, chi faceva una scorta di dolci, chi invece acquistava scherzi stupidi con cui spaventare la gente. Nessuna delle tre cose a me piaceva, ero forse uno sfigato e uno stupido, ma non mi piaceva nessuna di queste cose e pensavo anche io che loro fossero stupidi. Avrei preferito che a Hogsmeade ci fosse un negozio tanto colorato come il Madama McClan o tanto ricco di libri da perdersi un pomeriggio come capitava al Ghirigoro, ma nessuna di queste cose si trovava nella vicina cittadina. Potevo contare sulla punta delle dita di una mano le poche volte che avevo raggiunto il villaggio magico: mi ci ero sempre approcciato con diffidenza ma volontà, un po’ come quando sai che l’acqua è fredda ma tu provi comunque a fare il bagno che non si sa mai, ma ero sempre tornato al castello deluso dal pomeriggio e con un vago senso di inadeguatezza che mi riempiva le viscere. Avevo rinunciato molto tempo addietro, Hogsmeade non faceva per me e io non facevo per lei, così non ci ero più andato se non a Natale dove ero stato trascinato a fare compere per regali e simili.
    Era uno di quei periodi dell’anno in cui gli esami sono ancora lontani, la pressione dello studio e dei compiti non è così alta, ma le giornata iniziano a farsi più lunghe e più calde, tanto che qualche temerario iniziava ad uscire senza mantello. E quel giorno, osservando la piccola macchia nera e colorata in partenza per Hogsmeade dalla biblioteca mi sentii temerario anche io. Non così tanto da abbandonare il mantello nero con le rifiniture di Corvonero che portai con me, ma abbastanza da cercare ancora di immergere i piedi nelle acque ostili del villaggio magico. Non avevo molti amici quindi nessuno si stupì particolarmente di questa mia scelta, ma se ne avessi avuti ero certo che sarei stato pieno di applausi e complimenti.

    Seguii il flusso di studenti che si muovevano nella transumanza verso Hogsmeade, osservando come un pesce fuor d’acqua le conversazioni che si stavano svolgendo. C’era un gruppo di tre Grifondoro, due ragazzi e una ragazza, che sembrava essere molto interessante e affiatato, dava immediatamente l’impressione che fossero un gruppetto di vip. Le persone sembravano gravitare loro intorno, ridevano e parlavano più forte di chiunque altro. Ero così affascinato da questa cosa che quasi non mi accorsi che le tipiche case con il tetto a punta di Hogsmeade non erano più solo in lontananza ma ben visibili, praticamente tutto intorno. La folla si disperde verso il centro della cittadina, la dove era racchiusa la movida, mentre io seguii a una distanza rispettosa ma sufficiente da vedere dove andava il trio di Grifondoro. La strada percorsa era scoscesa, un po’ sconnessa e più di una volta dovetti aggirare le pozzanghere di fango per evitare che le mie scarpe di tela si rovinassero. Infondo io e Hogsmeade non ci eravamo mai piaciuti, mi chiedevo perché seguire quei Grifondoro dovesse portarmi a un risultato diverso. Li vidi ormai in lontananza, tre sagome nere che si perdevano contro quella più grigia ma decisamente più imponente della Stamberga Strillante. Sospirai, appoggiandomi alla staccionata e testando a guardare la casa più infestata d’Inghilterra. Non avrei mai avuto il coraggio di entrarci da solo, pensai sconsolato mentre le figure si perdevano sempre più, facendosi un tutt’uno con l’abitazione.

    off topic
    Non so se vieni con MMars o con Cordelia Everett ma ti aspetto qui <3
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    CITAZIONE (Ronald(Ron)/Jean De Canard @ 23/5/2021, 18:16) 
    Chi vuole ruolare con me.
    La mia preferenza è uno/a studente/ssa coetaneo/a del mio pg.. magari ad Hogwarts.

    Avvertenze potrei non essere sempre disponibile alle ruolate.

    Posso offrirti quel pasticcino che è Maverick <3
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    Benvenuto! 😊
50 replies since 9/5/2021
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