Posts written by James Kennegan

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    Tre Manici di Scopa
    James Kennegan

    Perché diavolo aveva deciso di aspettare fuori?! Si domandò, scossa da un brivido di freddo che aveva fatto irrigidire ogni muscolo della sua schiena, facendole contrarre le scapole e saltellare sul posto. Lo spettacolo del sole che tramontava lentamente dietro al profilo a cuspide dei tetti del villaggio magico era senza dubbio affascinante, ma non aveva tenuto conto dello sbalzo termico che la scomparsa del sole avrebbe provocato. E lei era vestita troppo leggera per affrontare le ancora rigidi notti primaverili della Scozia. Ma era più forte di lei: non arrivava mai puntuale o in anticipo, in quelle rare occasioni in cui capitava detestava sedere al tavolo da sola in attesa. Era egoista da parte sua, visto che innumerevoli volte aveva costretto i suoi appuntamenti all'umiliante e solitaria aspettativa del suo arrivo, ma non riscuvta proprio a costringersi a sedere in un posto senza fare nulla se non osservare la porta e sospirare ogni volta che qualcuno entrava. Non riusciva proprio e stare in piedi, potersi muovere su e giù o pretendere di trovare particolarmente affascinante la pavimentazione di Hifìgh Street, le sembrava una prospettiva migliore della costrizione al restare seduto. E poi se le avessero dato buca avrebbe sempre potuto fingere che non fosse successo nulla e allungare un passo in direzione opposta, scappando da quella umiliante situazione. Non le era mai successo, ma molte volte aveva potuto osservare - curiosa com'era trovava affascinante impicciarsi nelle storie di perfetti sconosciuti seduti ai tavoli dei locali- quanto umiliante fosse la prospettiva di ammettere a una cameriera, magari di un bar che si frequentava abitualmente, che si era andati in bianco quella sera. No, no, no. Puntò i piedi a terra per tre volte, spostando il peso da una gamba all'altra e ondeggiando leggermente sul posto, stringendosi il chiodo di pelle arancione e tirando su per metà la cerniera, meglio il freddo che la cocente umiliazione in pubblico. Si sentì chiamare e fu come un tuffo nel passato, un passato fatto di stendardi smeraldi e blu nei corridoi del castello. << Lexa!>> rispose d'istinto appena mise a fuoco il volto della ragazza. Dalla vetrina del Ghirigoro, nelle affollate vie di Diagon Alley, aveva potuto cogliere soltanto di sfuggita i lineamenti della Jones, quanto bastava per associare un nome a quel profilo, ma ora che si trovavano una di fronte all'altra aveva modo di osservare come i segni di quei dieci anni di distanza avessero agito sul volto della Corvonero. Non era cambiata molto dall'immagine che ne ricordava della studentessa di Hogwarts, ma lo sguardo era più duro e notò i movimenti bruschi con i quali si muoveva. Si chiese cosa fosse successo una volta superati i M.A.G.O., dove l'avesse condotta la vita e quali avventure avesse visto attraverso il cristallino verde, anche se non smeraldo quanto il suo. Tutte domande che potevano trovare risposta al caldo dei Tre Manici, non in mezzo alla strada come due barbone qualunque. << Ti vergogni di me o dell'alcol? Suvvia, non siamo più sedicenni che devono sfuggire dai professori per un goccetto...- rise, senza sapere come prendere le parole insolite che erano uscite dalle labbra carnose della Jones, domandandosi se avesse avuto problemi con l'alcol e quindi le fosse proibito farne uso o se c'era un'altro motivo. - Entriamo, dai.>> si affrettò ad aggiungere non appena la risata si concluse, con il dubbio su cosa l'avesse spinta a dire quel criptico primo che qualcuno ci veda che portava James in una di quelle storie con spie e intrighi segreti che aveva letto al Ghirigoro, tra una pausa e l'altra, diversi anni prima che ne diventasse la Negoziante.

    Alle sue spalle la porta si richiuse, portandosi via un complimento sconcio di una delle testoline appese all'ingresso del locale che aveva chiesto alle due ragazze se potevano baciarsi, ignorando come sempre le loro brutte linguacce. Erano tradizionali e caratteristiche ma la Kennegan non ne aveva mai capito il fascino, così aspettava ancora pazientemente il giorno in cui un avventore particolarmente ubriaco decidesse di dar loro fuoco e rimuovere dal villaggio magico quella parentesi di maleducazione gratuita. Il locale, privo di studenti di Hogwarts nelle visite del fine settimana, appariva quasi calmo e vuoto, anche se a un'occhio più attento si potevano notare un paio di coppiette e qualche cliente seduto al bancone, dietro al quale stava Madama Black. Conosceva la strega che gestiva la locanda di Hogsmeade grazie a altre occasioni nella quale era stata lì, ultima delle quali in occasione del evento per San Valentino al quale si era recata in compagnia di Brad McNeal. << Che te ne pare?>> domandò, girando introno a uno dei tavoli vuoti e prendendo posto, senza lasciar intendere se si stesse rivolgendo al tavolo che aveva scelto o se parlava in generale della locanda dove erano entrate. Intrecciò tra di loro le dita sul tavolo, creando una piccola cupola con le mani, mentre facendo leva sui gomiti si protendeva in avanti, verso la sua interlocutrice, come se stessero per rivelarsi segreti destinati unicamente alle loro orecchie. << Burrobirra o l'alcol è troppo sconveniente?>> domandò, un sorrisetto divertito che incurvava verso l'alto l'angolo destro delle sue labbra, incurante se il carattere della Jones fosse o meno incline al sarcasmo e all'ironia quanto lo era quello della figlia d'Irlanda.
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    Ghirigoro
    James Kennegan

    Arrivata davanti alla porta ancora chiusa del Ghirigoro a James Kennegan sembrava che il tempo non fosse passato di un solo istante. Nella mente dell’irlandese si scontravano ancora i bolidi del campo di Quidditch, pensiero costante della bionda, ed ora aveva ripreso ad affollarsi di libri e riviste, portandola indietro di quasi dieci anni, quando era Capitano di Serpeverde e assistente del Ghirigoro. Attualmente non era capitano di nessuna squadra, ma il Quidditch riempiva la sua vita quotidiana in maniera predominante, ma poteva dire con un certo orgoglio di essere Editore del Ghirigoro, un solo passo - fatto di qualche centinaia di galeoni- la divideva dal poterne diventare effettivamente proprietaria. Fremeva all’idea di sfilare da sotto il lungo naso di Marshall Howard la proprietà della più antica libreria di Diagon Alley, quindi di tutta Inghilterra. Con questo pensiero in testa, doveva gonfiare le riserve d’oro presenti nella sua Camera Blindata, infilò la chiave nella serratura e girò in senso orario un paio di mandate, aprendo il locale che l’accolse con il consueto campanello sopra la porta. Sorrise, James Kennegan era molto felice di trovarsi proprio in quel posto, percorrendo leggera come l’aria il tratto di parquet che la separavano dal bancone. Dopo aver sistemato alcune cose - accendere le candele, sostituire i giornali di ieri con i quotidiani del giorno- si appollaiò sul morbido sgabello di pelle che era stata la sua sedia per tutti gli anni da studentessa ad Hogwarts. Era quasi certa che il suo fondoschiena sarebbe stato in grado di trovare la sagoma rimasta lì impressa da allora. Nella quiete del locale la giovane strega si prese un momento per assaporare il profumo di libri e di legno che riempiva l’aria: era di nuovo a casa.

    << Buongiorno e benvenuto al Ghirigoro: io sono James! Come posso esserti utile?>> la sua mente le propose una frase detta migliaia di volte ad altrettante migliaia di clienti, sempre con il sorriso smagliante e affabile che la contraddistingueva. La Kennegan si prese qualche istante per fantasticare sull’identità del cliente, chiedendosi se appartenesse a Hogwarts o se invece arrivasse da Ilvermorny. Era un Corvonero? Forse Serpeverde anche lui? Oppure era un guerriero dei Wampus? Conosceva ben poco della cultura americana, tutto quello che aveva appreso era stato dai compagni di squadra da cui aveva colto gli strani nomi delle case statunitensi, ma davvero poco le era dato a sapere su Ilvermorny. Fedele, lei restava convinta che il castello inglese fornisse di gran lunga la migliore istruzione possibile, almeno così era stato nel suo caso. << Il professor McNeal vi da filo da torcere eh?>> domandò, riconoscendo l'argomento trattato dia libri richiesti e individuando subito chi poteva essere il docente che aveva selezionato questi libri di testo. << Vado subito a prenderli>> sorrise, le labbra tirate soprattuto con in mente la figura del exCorvonero, affabile al ragazzo e con una giravolta si mosse con aria sicura nella direzione dove stavano diverse copie di “Forze Oscure” , ripensando al disguido sul cognome che forse era stata una croce per il povero Dante ai tempi scolastici, che era situato proprio alle sue spalle. Era una copertina semplice, blu notte che sembrava quasi nero, sulla quale ogni tanto compariva un bagliore luminoso che la Kennegan immaginava essere una forma di incanto Patronus. Era molto legata a questo tipo d’incantesimo e una serie di ricordi affiorarono sulle sue iridi smeraldine, ma furono ricacciati indietro con un battito di ciglia. << "Scintille Nere" è la nostra nuova uscita, puoi trovarlo in Vetrina, insieme con altri testi se vuoi aggiungerli>> indicò al ragazzo la gigantografia del McNeal sotto alla quale stavano numerose copie del libro, il giovane mago avrebbe potuto selezionare quella che più gli piaceva - personalmente evitava di prendere i libri che stavano per primi nelle colonne perché temeva si rovinassero per le continue consultazioni- mentre lei si apprestava a redigere il totale dei suoi acquisti.
    << Ci sarà una presentazione del libro del tuo professore, inaugureremo anche il Salotto degli Artisti: ti lascio uno dei nostri Volantini! Sarà sabato, spero che parteciperai, ci saranno vino e pizza e burrobirra! - trovò occasione per fare un po' di pubblicità al piccolo ma raffinato evento che stava organizzando proprio una stanza di distanza da dove si trovavano, sperava di raccogliere quanta più gente possibile e puntava a stipare gente anche nel magazzino tanta sperava fosse l'affluenza, ma presto tornò alle cose pratiche - Dunque, "Scintille Nere" +30 INT a 40 Galeoni e qui abbiamo “Forze Oscure: guida pratica all’autodifesaINT +8 che costa 16 Galeoni. Il tuo totale è di 56 Galeoni. >> dichiarò, dopo essersi assicurata che il cliente non desiderasse acquistare qualcos’altro, magari scegliendo qualcosa che poteva essere totalmente inutile per la scuola, dopo di che avrebbe semplicemente atteso che le venisse pagato l’importo appena dichiarato dalla Kennegan.
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    Londra
    James Kennegan

    Chiunque la conoscesse da abbastanza tempo poteva dire che non era una persona attenta al normale scorrere del tempo. In qualunque situazione la si guardasse aveva dei problemi, problemi seri e irrisolti, con le lancette dell’orologio. Raramente era puntuale, spesso era in ritardo, la sua mente non riusciva a distendersi al fine di allinearsi alle tempistiche che le erano date, bisticciava spesso con la sveglia e avrebbe voluto abbracciare il letto molto prima del calare delle tenebre. La ribelle chioma dorata era stata rinchiusa in uno chignons, scomposto e disordinato, con ciocche fuggiasche che erano evase dalla morsa del elastico. E poi, dando sfoggio al suo superpotere inutile, ovvero addormentarsi in meno di sessanta secondi non appena toccava una superficie comoda, appoggiò la testa al divano e si lasciò scivolare in un sonno agitato fatto di libri che si ribellavano strappando pagine e lanciandole contro diverse parole. Frammenti di pergamene, frasi che erano usate come coltelli, parole che venivano vomitate sul pavimento trasformandosi in chiazze di inchiostro, le tinte scarlatte e smeraldo della libreria che si fondevano, poi il volume più grosso le piombò sul braccio. Si svegliò di soprassalto, percependo ancora il braccio indolenzito e con il terrible frusciare di pagine che sbattevano ancora a rimbombarle nelle orecchie. Ebbe la fermezza di trattenere il suo impulso a scartare di lato per colpire qualunque cosa fosse la fonte del rumore, quando il suo istinto da battitore si attivò per segnalare la presenza di un corpo estraneo. Ma era altamente improbabile che ci fosse un bolide pronto a colpirlo nella stanza, un pensiero che nonostante il dormiveglia era ben chiaro nella mente della figlia di Salazar. Per due volte le lunghe cilia calarono sul cristallino, portandosi dietro le palpebre, sbattendo velocemente. La nebbia si diradò dalla sua vista, allontanando ogni refuso onirico di pergamena dalla sua mente, permettendole di mettere a fuoco la fonte di tanto trambusto. Un gufo, un bel esemplare dalle penne scure, si stava accanendo con le zampe sul braccio destro della bionda per reclamare un premio dopo aver consegnato una lettera, si accorse della presenza di quest'ultima quando sentì lo spigolo di carta correre sulla clavicola e pungerla come se fosse uno spillo. Incredibile come il suo subconscio fosse stato in grado di produrre sogni più o meno realistici, per quanto assurdo fosse stata la rivolta delle pergamene, ma era troppo scocciata dal brusco risveglio per potersi beare del meraviglioso meccanismo che la sua mente aveva costruito ad arte. Offrì alla creatura volante un pezzetto di crosta di pizza, avanzo della sua cena, ma l'animale non sembrò gradire e volò via indispettito. Dopo un'alzata di spalle la strega, ancora in mise notturna e con poca voglia di alzare il pesante fondoschiena dal divano, addentò quel che restava della pizza e prese ad aprire la lettera. Si chiedeva chi fosse il pazzo che mandava inviti a quell'ora, non meglio definita, che era quasi notte per lei. Forse Brad aveva avuto qualche dilemma letterario che doveva essere sbrogliato il prima possibile? Questa ipotesi venne immediatamente scartata quando lo sguardo di smeraldo si scontrò con una calligrafia sconosciuta e con uno stemma del Ministero della Magia che spiccava sulla ceralacca che sigillava la busta. Guai in vista, fu il suo ultimo pensiero prima di immergersi nella lettura.


    Se si fosse potuta rimproverare con un te lo avevo detto, quella sarebbe stata sicuramente la migliore occasione per farlo. Ma non era abituata a cogliere un problema prima che questo sorgesse e lei non si fosse già immersa mani e piedi in questo, solitamente erano gli altri che le suggerivano di trovarsi in grossi guai e che l'avevano avvisata, inascoltati, prima che fosse troppo tardi. Forse James Kennegan stava crescendo e iniziava a sviluppare la competenza- che solitamente i bambini acquisiscono intorno al decimo anno di età- di riconoscere le situazioni problematiche. Ancora però doveva fare lo step successivo, quello che dopo aver intravisto un guaio la faceva stare alla larga da questo. Ci sarebbe stato tempo per quello e un'altra occasione, visto che nella notte di Londra risuonò con uno scatto il crack che la portò a materializzarsi nel luogo prestabilito dell'appuntamento. Non amava l'idea che di notte si potesse fare altro che non fosse dormire o attività di altro genere tra le lenzuola, ma il suo spirito di competizione si era acceso nel leggere che si sarebbe unita a un team di altre tre persone per un'importante missione di recupero di oggetti trafugati dal valore inestimabile. Le sfide erano qualcosa, insieme con la pizza e della cioccolata, alla quale lei non era mai stata in grado di dire di no. Notò immediatamente di essere l'ultima a raggiungere il luogo prescelto al loro incontro, anche se era abbastanza sicura di essere stata puntuale, per una volta nella vita, probabilmente il caffè che aveva trangugiato -con più latte e zucchero che caffè- e la sistemazione della ribelle chioma leonina - prima arrotolata su se stessa e ora libera di muoversi lungo la sua schiena- avevano richiesto più tempo di quanto si era immaginata di impiegare effettivamente. Aveva un problema con le lancette, appunto, non si muovevano mai alla velocità da lei desiderata. << Buonasera! Spero di non essere in ritardo per le presentazioni... io sono James, James Kennegan!- si presentò rompendo il silenzio della notte con la sua voce squillante e non propriamente adeguata per tendere un'imboscata a qualcuno, si ripromise di parlare a tono quasi sussurrato ma udibile nelle situazioni successive -Oh, ciao Adeline!>> non poteva fare a meno di esclamare, scuotendo la mano davanti a sé come una bambina delle elementari per salutare l'unico volto noto che riconobbe nella semioscurità nella quale Londra era immersa. << Come procediamo?>> domandò poi, convinta che prima avrebbero iniziato prima avrebbero finito e lei sarebbe potuta tornare a un dolce sonno sul suo divano, incubi cartacei permettendo.

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    CITAZIONE
    Volto James McAvoy, pg adulto, ex Corvonero, Divinatore e...mi piacerebbe fare l'Insegnante di Divinazione

    Ci piace!! :heart: :heart:
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    Benvenuta!!
    Io sono James/Giulia :heart: hai fatto benissimo a iscriverti, questo gdr è davvero ben strutturato e con un sacco di staffer/utenti disponibili che ti aiuteranno in qualsiasi cosa :hearteyes:

    Mi occupo del Ghirigoro e già che ci sono ti invito al nostro evento appena appena aperto, sarà un bel modo dove lanciare il tuo pg per conoscere più gente possibile :hearteyes:

    E beh, metto a disposizione James o Bowie (ora mi collego così la vedi, è il mio pg studente) per una role se ti va :hearteyes:
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    Il Salotto degli Artisti - vol.1
    James Kennegan


    Avrebbe voluto mangiarsi le mani per non essere riuscita a trovare il nuovo indirizzo di Mike Pierce. Era brava a scovare le persone quando le interessavano, a indagare sul loro passato, stalkerarle ma nonostante i suoi sforzi, che avevano coinvolto anche vecchie conoscenze che la Kennegan aveva collezionato nel corso degli anni tra squadre di Quidditch e anni di Hogwarts, non era riuscita a scoprire il nuovo indirizzo del suo vecchio datore di lavoro. Erano anche passati più di dieci anni, ma dopo la rilevazione del Ghirigoro da parte della nuova proprietà il mago sembrava essere sparito dai radar, forse scottato dall'umiliante perdita del negozio dove aveva messo tanta passione. Di quella stessa passione ardeva la fiamma irlandese che aveva spinto la giovane strega a lavorare tanto duramente per riportare al vecchio splendore il Ghirigoro. La libreria di Diagon Alley aveva affrontato momenti peggiori, ma anche di gran lunga migliori, e il suo preciso intento era togliere le ragnatele che la vergognosa gestione della Flores aveva fato comparire su numerosi volumi del negozio, registro di cassa compreso. Ma si affrettò a cancellare il rancore per quella vicenda passata, non voleva che nulla guastasse il suo buon umore. Quella serata doveva essere perfetta, soltanto la mancanza del Pierce sarebbe stata l'unica pecca su quell'evento. << Deve essere tutto perfetto, Max!>> trillò con entusiasmo alla sua assistente e commessa, la piccola Lynch era un valido aiuto per la rifinitura degli ultimi dettagli della preparazione, mentre piroettava intorno a una delle poltrone in pelle con uno spolverino cattura polvere dai mille colori. Mancavano poche ore all'inaugurazione del Salottino degli Artisti, che coincideva con la presentazione di "Scintille Nere" di Brad McNeal. Era emozionata, una doppia emozione perché teneva al successo di entrambi in ugual modo, ma non vedeva l'ora di vedere i suoi sforzi concretizzati. Con il saggio di Brad questo si era in parte già avverato: proprio quel pomeriggio erano arrivate le prime copie stampate in negozio e lei aveva abbandonato i preparativi per correre da Accessori per il Quidditch, sventolando il libro in aria al grido di Eureka! per mostrarlo al suo autore. Aveva interrotto una vendita ma il biondo uragano non ci aveva fatto quasi caso e dopo aver stampato tutto il suo lucidalabbra sulla guancia ispida del Corvonero era corsa di nuovo fuori, ricordando che quella sera c'era un evento imperdibile. Non che temesse che il McNeal se ne dimenticasse. Nessuno poteva non aver notato i volantini che aveva sparso in giro per le strade di Diagon Alley, la pubblicità che aveva fatto sulla Gazzetta e sul Ghost - lo ricordava sopratutto il suo conto alla Gringotts che ne aveva pagato le cospicue spese- aveva persino chiesto a Max di portarne qualcuno a Ilvermorny e aveva convinto il McNeal a sponsorizzarlo anche a Hogwarts. Una vetrina del Ghirigoro era stata utilizzata per esporre un piedistallo, un cavalletto da artista a dir la verità, sul quale era stata appoggiata una tela, l'aveva dipinta personalmente di rosso e aveva scritto i dati della presentazione del libro e inaugurazione del Salottino. Aveva anche inviato un gufo a Lexa Jones, e ad altri commercianti di Diagon Alley, per avvisarla dell'evento e un volatile aveva raggiunto anche Adeline, estendendo l'invito ad Abe, perchè avesse modo di vedere il lavoro ultimato dopo che erano stati primi a saggiarne il potenziale.

    Avvolta in eleganti calze nere, le sue gambe non rivelavano alcun segno degli incidenti subiti sul campo di gioco, compreso un ematoma blu che si era procurata quella mattina sbattendo sul nuovo tavolino di mogano del Ghirigoro. Indossava anche un attillato abito nero, con tantissimi bottoni di madreperla che correvano dall'orlo della gonna, appena sopra le ginocchia, fino allo scollo a cuore, proprio al centro di questo, qualche centimetro di stoffa bianca aggiungeva un tocco di colore alla figura della Kennegan, che stranamente aveva abbandonato il suo stile eccentrico e multicolore. Guardandosi nella superficie riflettente della vetrina quasi stentava a credere che la donna che la fissava riflessa, con rossetto rosso e tacchi a spillo, era la stessa ragazzetta di diciassette anni che arrivava con la divisa scolastica trasandata e la cravatta di serpeverde allentata, con fili d'erba del campo di quidditch tra i capelli e le mani sporchi d'inchiostro per i compiti svolti. James Kennegan era cresciuta, chi lo avrebbe mai detto, diventata finalmente un'adulta responsabile nel mondo del lavoro, ma nonostante tutto lo sguardo di smeraldo non aveva attenuato l'ardore dell'impeto che lasciava solo intuire quanto caos avrebbe potuto scatenare nelle vite altrui. Si voltò, attratta dal bagliore dei calici già riempiti di raffinato prosecco, le cui bottigliere erano state importate dall'Italia, il cui gusto avrebbe ricordato il vivace sapore dello champagne senza assuefare in maniera eccessiva le menti dei suoi ospiti che avrebbero così potuto godersi ogni sfaccettatura della serata, senza trovarsi piacevolmente brilli. Aveva previsto che ci fosse una variante analcolica, la famosa Burrobirra dei Tre Manici di Scopa, per eventuali minorenni che avessero voluto unirsi alla serata, insieme con pizza e focaccine che erano sempre l'accompagnamento migliore per la Kennegan, che avrebbe anche potuto vivere nutrendosi esclusivamente di pizze. Il Salotto degli Artisti si presentava come una stanza adiacente all'entrata e al classico bancone al quale i clienti erano abituati trovare lei o Max per essere assistiti nelle loro compere, una stanza di forma rettangolare con un'ampia vetrata che dava sull'esterno. Lì era stata messa una gigantografia di McNeal che ammiccava ai passanti sulla strada, mente le copie del libro erano state disposte ordinatamente in colonne più o meno alte. Era previsto che in quella serata i clienti potessero acquistare il libro e vederselo autografato dallo scrittore in carne e ossa. Una piccola libreria stava all'angolo, James aveva selezionato alcuni dei volumi che avrebbero interessato maggiormente i suoi ospiti, quando si fossero recati successivamente nel Salottino per godersi una buona lettura. Poltrone di varie dimensioni e colori comparivano come margherite colorate - color cuoio, altre senape, altre ancora azzurro carta da zucchera, l'immancabile smeraldo e persino un paio scarlatte - sulla moquette verde, in realtà si trattava del panno da biliardo con cui i babbani rivestivano questo tavolo da gioco ma lei non ne aveva idea, pensava che fosse semplicemente molto morbido e facile da pulire, con diversi tavolini da thè, compreso quello in mogano sul quale aveva sbattuto la mattina stessa, e almeno cinque lunghi divani, Chesterfield di colore marrone, che avrebbero potuto accogliere almeno quattro persone, su ogni lato della stanza. Nella parete di fronte alla vetrina la Kennegan aveva fatto allestire la zona buffet per le pizze e focacce, mentre su un tavolo rotondo accanto alla gigantografia del suo autore si sarebbero potuti trovare i calici di prosecco e i boccali di burrobirra. Era tutto pronto, si poteva dare il via alle danze!

    p4Tw05F Benvenuti al primo evento del Salotto degli Artisti!
    In questa serata si presenterà "Scintille Nere": sarà possibile acquistarlo e chiedere all'autore Brad McNeal che lo firmi per voi. Questo vi garantirà inoltre l'accesso alla sezione dedicata ad esso dove potrete leggerlo e sfogliare il suo lavoro. Seguirà poi una piccola presentazione del libro e una breve intervista, con la possibilità di fare domande al nostro scrittore.


    L'ingresso all'evento è gratuito: potete trovare pizze e focacce da mangiare, prosecco per gli adulti e burrobirra analcolica per gli studenti!

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    Nuove Uscite!


    Il Ghirigoro, in qualità di Editore, è lieto di annunciare la nuova uscita di Scintille Nere di Brad McNeal!

    Il saggio si rivolge a tutti coloro che vogliono imparare di più sull’importante uso degli Incantesimi di Segnalazione.

    Il prezzo di vendita è di 40 Galeoni +30 INT

    Dopo l’acquisto sarà dato accesso alla sezione del libro dove sarà possibile leggere la propria copia di Scintille Nere.
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    Ghirigoro
    James Kennegan

    Ancora faticava a crederci: il salotto degli artisti prendeva forma giorno dopo giorno, riportando alla vita un pezzetto di antica storia che aveva condiviso con il Ghirigoro. Una storia che la Kennegan aveva avuto modo di scoprire quando lavorava nella libreria magica su tempi di Hogwarts, quando sedeva dietro al bancone con la cravatta della divisa allentata e la preoccupazione per i compiti di Aritmanzia che le frullava per la testa, ma questo non le aveva mai impedito nei momenti di quiete di vagare per il locale e dare sfogo alla sua curiosità. Certe volte si appropriava di nuove uscite, sbirciandone la trama e i contenuti, altre volte si trattava della pagina sportiva della Gazzetta altre dell’oroscopo sul Settimanale, ma certe altre volte andava in esplorazione del retrobottega, armata di bacchetta illuminata e di una buona dose di sfrontatezza. Era stato quando aveva trovato una porzione di tela dipinta ad olio, strappata dal quadro della quale faceva parte, rivelando quello che sembrava essere un campo di papaveri. Le dita della diciassettenne erano corse sulla vernice rugosa e screpolata, si sentivano gli steli d’erba in rilievo e i petali dei fiori che tracciavano morbide curve. Ne era rimasta tanto affascinata da indagare più a fondo. All’epoca aveva svolto anche uno stage come giornalista nelle due testate giornalistiche di maggior spicco a Londra, la Gazzetta del Profeta e il Settimanale delle Streghe, e aveva avuto modo di fare le sue indagini e riportare alla luce l’antica storia che colorava - letteralmente- il Ghirigoro. Di come Sir Aldebrandi, mediocre pittore di origini italiane, avesse fatto la sua fortuna con eccessiva ispirazione - o plagio che dir si voglia- di artisti babbano di gran lunga più talentosi ma di come quando questa truffa fu scoperta ormai aveva acquisito tale fama da non venire screditato eccessivamente e con le finanze ancora ben pingue da potersi permettere una contrazione delle vendite. Gli si doveva comunque la lungimiranza della creazione di un angolo dove artisti e pittori potevano ritrovarsi e far conoscere la loro arte, qualunque forma essa avesse e questo bastava perchè l'irlandese lo avesse in simpatia e avesse deciso di riportare in auge la sola idea originale che Aldebrandi avesse avuto in tutta la sua vita. La versione diciassettenne della Kennegan aveva quasi convinto il Pierce, Negoziante quando lei era una studentessa, a aprire un analogo spazio ma la nuova gestione si era avventata come uno squalo spazzando via il suo posto di lavoro e cancellando tutte le innovazioni apportate. Ma ora il Ghirigoro era il suo negozio e come Negoziante non vedeva l’ora di poter mettere in atto lei stessa le idee che l’avevano animata quando era ancora una studentessa. Ora erano passati dieci anni, era più matura, aveva acquisito esperienza a discapito della solita impulsività, ma comunque il sogno che conservava nel cassetto - del Ghirigoro- era rimasto invariato. Era così emozionata di poter mostrare a qualcuno che non fosse se stessa il progetto che prendeva forma, nella vita reale, e non soltanto dietro il cristallino di smeraldo attraverso le ali della fantasia. Sorrise con entusiasmo alle parole euforiche della bionda, inaspettata complice che condivideva la stessa esaltazione che vibrava nel petto dell’irlandese, trattenendosi dallo sbattere le mani come una bambina che non vede l’ora di ricevere le sue caramelle preferite. << Esatto!- piombò nel discorso quando la bionda aveva concluso il suo, entusiasta che entrambe avessero la stessa visione - L’idea è proprio questo! Farò un inaugurazione dove presenterò il primo scrittore che ho acquisito e il suo primo saggio, oh piacerà a tutti! Pensavo di mettere un pianoforte da questa parte- indicò una zona impolverata e coperta dai teli bianchi dei lavori in corso - così posso mettere qualche libro sopra, mentre il pianista suona... e poi voglio fare un angolo della pittura. Metterò dei cavalletti con delle tele bianche a disposizione per un attacco d’arte e sulle pareti metterò i dipinti più belli. - mentre spiegava si sbracciava a destra e sinistra, piroettando per la stanza mostrando ora questo ora quest’altro punto - Quaggiù invece metterò altre poltroncine, dove sprofondare nelle letture, chiederò al Piediburro una fornitura annuale di thè per il giorno e ai Tre Manici delle bottiglie di vino per i lettori crepuscolari. Oh, sarà bellissimo... dovete assolutamente venire entrambi quando sarà tutto a posto... così è un casino e non rende bene.>> decretò infine estendendo l’invito alla strega e al suo elfo domestico, che James considerava come un cliente che le sarebbe piaciuto vedere girare per il salottino, magari cimentandosi in una tela da un punto di vista inedito. Non vedeva l’ora di vedere quel posto finito e pronto per il pubblico e l’ingrana creatura poteva ritenersi fortunata che la Kennegan non avesse un pennello e delle tempere a portata di mano, o lo avrebbe pregato di confezionarle una tela elfica da esporre. Gli zigomi gonfiati dal sorriso che aveva stampato sul volto si arrossarono leggermente dinnanzi ai complimenti per le tazze, sua ossessione adolescenziale insieme ai cappelli, perché era consapevole di averne una collezione enorme ma che nessuna era coordinata a un’altra. << Avere un servizio da thè elegante e coordinato non mi sembrava abbastanza... artistico! Anche se sono ancora indecisa se prendere qualcosa di più...beh di più inglese per servire il thè- stava già commentando, esprimendo come suo solito una serie di pensieri sconnessi e frutto del libero scorrere nella sua mente che sembrava essere troppo indaffarata a seguirli a destra e sinistra per filtrarne qualcuno prima che sfuggissero dalla sua bocca - Trovate che così sia troppo caotico?>> domandò incentrando quella conversazione sulle tazze da thè, come se si trattasse di uno di quegli argomenti su cui ciascun cittadino della corona dovesse avere un’opinione precisa, per lei questa questione era sicuramente più importante che la mera politica.
    E più importante ancora c’era il Quidditch, non avrebbe mai potuto avere simpatia per qualcuno che disprezzasse il Quidditch, anche perché circa il sessanta percento delle sue conversazioni vertevano intorno allo sport magico, voleva sapere per quale squadra tifassero, per il ruolo che avrebbero voluto intraprendere, se preferissero scommettere sulle vincite o se erano tifosi che il giorno dopo si trovavano senza voce, tutti elementi che permettevano alla Serpeverde di conoscere di più la persona con la quale parlava, una sorta di psicologia Kenneganiana incentrata sul Quidditch. Quasi si trovò a saltare sulla sedia nell’apprendere che la strega era stata un Battitore di Corvonero, stava quasi per assalirla di domande ma l’intervento di Abe la frenò dal vomitarle tutte addosso alla sua padrona. << Battitrice! Ma forse allora ci siamo sfidate sul campo di gioco... avremo più o meno la stessa età quindi... con chi eri in coppia?? - ne scelse solo una delle trecento che le erano balenate per la testa dicendosi che avrebbe avuto occasione più avanti per chiederle qualcos’altro, dedicando la sua attenzione alla piccola creatura - Cercatore! Beh sarebbe sicuramente avvantaggiato... batteresti tutti in velocità e destrezza.>> rispose prima alla osservazione della strega e poi rivolgendosi direttamente a lui, come se stesse effettivamente valutando la possibilità di inserirlo in qualche squadra. Si domandava anche se avesse una vista ben sviluppata oltre all’udito che sicuramente lo avvantaggiava visto la forma delle sue orecchie. La conversazione scivolava via con dolcezza e facilità, come se si trattasse di un ritrovo tra vecchi amici. Ma la verità era che non si conoscevano affatto, eppure anche la presentazione che seguí con imbarazzo di Adeline, sembrava essere così superflua nel essersi trovati con tanto piacere seduti a conversare. Allungò anche lei la destra, per non lasciare sospesa quella mano che le era stata offerta, stingendola in un << James Kennegan>> formale ma con un sorriso ampio come era solita elargire a destra e manca. L’acuto fischio del bollitore messo sul fuoco sciolse quel lieve attimo di imbarazzo e la Kennegan balzò via con due ampie falcate per andare a mettere in infusione le foglie di thè. Riemerse dopo pochi istanti, con la teiera che volava a poca distanza davanti a lei e un vassoio con zucchero e miele in mano, riprendendo posto sul morbido cuscino ancora tiepido, appoggiando il vassoio sul tavolino, mentre in tutta autonomia la teiera versava da un componente all’altro il thè ancora fumante. Distratta si fece versare il liquido fin quasi all’orlo della sua tazza, con notevole difficoltà nell’inserire ben quattro cucchiaini strapieni di zucchero senza strabordare in giro acqua bollente. << È da tanto che sei Medimaga?>> domandò dopo aver sorseggiato un po’ del suo thè quanto bastava perché raggiungesse un livello che non fosse a pericolo di fuoriuscita, sarebbe stato imbarazzante rovesciarselo addosso davanti alle sue nuove conoscenze, mentre la gamba ancora infortunata le ricordava con una lieve scossa quanto poco disinteressata fosse la sua domanda, a discapito del tono genuinamente curioso ma neutro con il quale aveva posto la domanda.
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    Desidero giocare nelle Holyhead Harpies.

    -James Kennegan
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    Maggio 1927


    Max Lynch
    Draven Shaw
    Christelle Amelia Jones

    James Kennegan
    Draven Shaw

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    Edited by James Kennegan - 5/5/2020, 14:03
  11. .
    Ghirigoro

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    Benvenuta Alessia :heart:
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    Ciao Giulia, anche io sono Giulia 😍 Benvenuta!!

    Ci vedremo dalle parti di Serpeverde (James é stata Caposcuola e Capitano di Quidditch) anche perché vorrei fare anche io un secondo PG studente **

    Ci si vede al Ghirigoro comunque ** Benvenuta!
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    James Kennegan
    BEATER - TEAM ARDEMONIO

    Incatenato nello sguardo di smeraldo nulla che avvenisse sul campo di Quidditch poteva sfuggire al controllo dell’irlandese. Anni di allenamento e partite avevano forgiato la sua mente a focalizzarsi sulle singole azioni di gioco e studiarne il divenire, immaginando scenari possibili senza tuttavia perde di vista il presente che la circondava. Ormai questa proiezione le veniva normale, come formulare pensieri nella sua mente, ma non tutti in quello stadium possedevano la sua stessa esperienza. Così mentre cercava la sagoma scura di un bolide che apparisse all’orizzonte, era comunque in grado di vedere e studiare l’evolversi della partita. Con i Bombarda in possesso Pluffa e con la sua squadra con un Cacciatore in meno, era quasi impossibile sperare in una difesa che contrastasse un probabile goal degli avversari. Per questo motivo era fondamentale per garantirsi la vittoria che Chloe Walsh, Cercatrice di Ardemonio, conquistasse il boccino d’oro regalando tutti i centocinquanta punti al team vestito di rosso. Abbassata sul manico di scopa, aveva cercato di assumere la posizione più aerodinamica possibile per guadagnare velocità e stare al passo con le inseguitrici della sfera alata. Anche nelle file dei Bombarda c’era una Battitrice che aveva avuto la sua stessa idea: la stessa che aveva abbattuto il Garrison al suolo. Lo sguardo di smeraldo lanciò un occhiata di monito nella sua direzione, perché se il gusto del sangue l’aveva gasata tanto da doverne cercare altro, avrebbe avuto a che fare con la Kennegan prima che il bolide potesse colpire il suo Cercatore. << Ti copro io Chloe!>> tuonò l’irlandese roteando in aria la mazza e aumentando la pressione sul duo di inseguitori. Dieci, cinquanta, cento metri dovevano già aver percorso, lo sguardo della Kennegan che non si fermava mai troppo a lungo sulla nuca bionda della Walsh, sul cielo azzurro o sul volto della Krueger. E poi lo vide arrivare, dalla parte opposta. In realtà il primo senso a mettersi in allerta fu l’udito e l’istinto la portò a riconoscere l’antico brivido che sempre l’attraversava in presenza di un bolide. Odio e amore e il delicato equilibrio che univa in una relazione ogni battitore a un bolide, ma dopo le recenti ferite prevaleva senza dubbio l’odio. E come se lo avesse saputo la sfera matta aveva preferito tenersi alla larga dall’indomito fuoco d’Irlanda, prediligendo il più tenue torpore della Krueger. Assetata di sangue e gloria, poteva comprenderla perché in tempo anche lei era stata in quella stessa trance agonistica, la battitrice avversaria rilanciò la sfera sulla Walsh. Hai scelto... molto male, Carmen commentò nella sua mente con un ghigno sadico mentre il corpo si era già proteso in avanti e la scopa era stata spinta in modo da intercettare la traiettoria. Balzò in quella direzione con la stessa prodezza di un leone che parte in un agguato, frapponendosi con forza brutale a quell’impatto ed eseguendo con il polso una decisa rotazione della mazza, una zampata in grado di allontanare il bolide. I muscoli della schiena si infiammarono nella torsione, riusciva a sentire le fibre contrarsi lungo il trapezio e nelle fasce muscolari di spalla w braccio, la macchina perfetta che era il suo corpo si era messa in moto, allenato e nato per un solo e preciso scopo: colpire bolidi. L’impatto della mazza sul bolide avrebbe risuonato con maggiore forza di quanto accaduto fino a quel momento, un gesto intrinso di forza bruta ma anche di una precisione da cecchino: la sua intenzione era quella di ricambiare la sua avversaria con la stessa medicina. Avrebbe mirato alla spalla della Moore, già instabile sulla scopa. Non le importava che fosse una studentessa, minorenne e quant’altro: nel campionato degli adulti non c’era posto per i pesciolini piccoli e lei era lo squalo di quell’acquario.
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    Oggi cerco di rispondere subito al Ghirigoro così andiamo avanti il più possibile!
176 replies since 27/12/2015
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