Posts written by Bellamy Black

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    Bell.




    Metà delle lezioni obbligatorie in questa scuola del cazzo erano una perdita di tempo: persino a difesa contro le arti oscure, una delle poche materie che potevano insegnare qualcosa di sensato, eravamo costretti a stare piegati sui libri ad apprendere nozioni teoriche piuttosto che esercitarci con la bacchetta. Per fortuna c’era il Quidditch e facevo regolarmente a cazzotti con quella testa di cazzo di Shelby, così mantenevo allenati i muscoli, visto che queste mezze checche si rifiutavano di farci usare le bacchette magiche. Come se non bastasse il supplizio inflitto dalle lezioni obbligatorie, toccava sorbirci anche quelle facoltative. Mi era stato detto che all’ultima di divinazione avevano sorseggiato del the da tazzine da ceramica, ma che era pieno di ragazze molto gnocche, dovevo considerare di aggiungere questa materia ai miei corsi il prossimo anno. Skyfield, il nostro capocasa da qualche mese, comunque restava la mia spina nel fianco e la seccatura maggiore che Hogwarts fosse riuscita a partorire. Ambizioso come pochi voleva vincere la coppa delle case, immaginavo che per lui sarebbe stato un grande successo da inserire nel curriculum se avesse vinto. Però questo andava bene finché non si traduceva nel essere un enorme palo nel culo per tutti noi. La sua ultima sfuriata in bacheca era stata davvero magistrale, così che tutti c’eravamo trascinati puntualmente alla sua lezione, che manco a dirlo era un’altra fesseria teorica che era veramente inutile. Antiche Rune. Mi accasciai con poca eleganza sul banco scolastico in fondo all’aula, posando i piedi sulla seduta che avevo accanto, usando il muro per appoggiare i piedi. Mi ricomposi soltanto quando Mr. Ingessato fece il suo ingresso, probabilmente era la sua massima emozione spiegare a un gruppo di studenti e fare il prepotente con noi Serpeverde. ”Giorno.” avevo salutato a voce non troppo alta. La presentazione era quasi figa, sembrava addirittura che non si dovesse studiare, ma decisi di non cascarci appieno. Non ero certo un fesso che si innamora soltanto perché una sventola davanti il reggiseno. Non furono poste domande teoriche, questo andava a vantaggio del Capo Casa, ma una semplice scelta di una runa. Mi misi in fila, fino ad arrivare davanti alla cattedra. Pescai una runa dal gruppo, non ci pensai troppo e non ebbi troppe pretese a sceglierne una bella o altro. Presi in effetti la prima che mi capitò davanti. Per fortuna mi era capitata una runa facile e semplice. Una cazzo di linea verticale a basta. Meraviglioso.
    ”Black, Serpeverde. Ho preso la runa Isaz. La runa del ghiaccio. É solo una linea, quindi assume lo stesso significato anche capovolta.” spiegai rapidamente e un po’ scocciato di dover prendere parte a questa pagliacciata.
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    Welcome <3

    Se serve un Serpeverde stronzo, sempre a disposizione!
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    Nome Cognome + link scheda: Bellamy Black + scheda
    Prestavolto: Bob Morley
    Link Role: (apro e inserisco)
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    Bell.



    Avevo buttato quell'insulso regalo della professoressa Mars dopo due secondi che ce lo aveva donato. Insomma che cazzo me ne fregava di uno stupido segnalibro che non potevo nemmeno usare per rollarmi una canna? Ecco, nulla. Così era finito in un cestino dimenticato chissà dove nel castello, forse lo avevo addirittura buttato nel cesso e tirato lo sciacquone per non pensarci più. Avevo trascorso la notte riverso su un divano nella Sala Comune, mi ero addormentato con la faccia tra le tette di qualcuna e mi ero svegliato in piena alba con la testa che faceva male. Avevo deciso di uscire, vagare un po' prima che il castello si popolasse di gente e magari farmi uno o due tiri. Forse ci avevo messo più tempo perchè quando ero tornato nel dormitorio non avevo più trovato nessuno, tutti erano già corsi fuori per raggiungere le aule delle lezioni. Non mi fotteva un cazzo perchè Pozioni era subito lì attaccata, ci avrei messo due secondi a sgusciare nell'aula e avrei persino avuto tempo di scambiare qualche parola con quella bomba sexy di Morgana Bryant. Trovai una brutta sorpresa arrivato in aula: non c'era nessuno. Urlai forte e a stento non tirai un pugno sul muro, domandandomi con la rabbia che pulsava nel cervello dove diavolo fosse. Salii rapido le scale e trovai, proprio lì che si affannava per arrivare in tempo, una Grifondoro. "Hey tu. Stai andando a pozioni. Aspetta. Cazzo." Spaventata si era messa a camminare a passo più veloce e mi ero trovato a correrle dietro nella speranza che stesse andando a quella lezione. Ci trovammo fuori dal castello, non era affatto un buon segno. Decisi di continuare a seguirla, mal che vada potevo sempre bigiare la lezione, dopo aver percorso una certa strada capii che stavamo andando verso la Foresta Proibita. Un ghigno trasfigurò il mio volto. "Oh, sei proprio una sfacciata se..." interruppi la frase trovandomi dinnanzi a un manipolo di studenti, ero l'unico cretino in divisa scolastica, e alla professoressa. "Giorno" grugnii, decisamente deluso dal fatto che la Grifondoro non stesse cercando di portarmi in un luogo appartato.



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    Bell.


    Tormento la leggera peluria, diciamo pure barba, che mi sta crescendo sul mento, o meglio che mi è cresciuta nell'ultima settimana e che non ho avuto voglia di radermi, nemmeno con l'ausilio della magia, e che ho deciso di lasciare lì. Ma stamattina prude, forse perchè sono annoiato e la sto tormentando dalla prima ora di lezione. Sono seduto in una delle file infondo, in uno di quei banchi tutti sgangherati e pieni di scritte e intagli fatti da studenti annoiati quanto me, una sorta di club dell'ultimo banco, magari qualcuno che scriva qualche frase più divertente del classico "scemo chi legge", ma pazienza. Prima dell'arrivo del professore ho aggiunto lo scarabocchio di un paio di tette, così per abbellire la creazione artistica. Sono quelle di Esther Carrow, mi chiedo se qualcuno possa riconoscerle, è una Corvonero con una certa libido, non mi stupirei se qualcuno avesse infilato le mani sotto quel reggiseno coppa C, taglia terza abbondante, per giocarci un po'. Sollevo lo sguardo dal banco, distogliendolo dal seno appena disegnato, quando sento le voci cariche di lecchinaggine da vari banchi per accogliere l'ingresso del professore. Ci metto un po' a metterlo a fuoco e a mettere a fuoco la materia che insegna. Difesa Contro le Arti Oscure mi interessa solo quando si può sfoderare la bacchetta. Ovviamente dalle prime file rispondono due Corvonero, una è la principessa di Rowena, così scontata e prevedibile. Peccato che non tutte le Corvonero siano come la Carrow.


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    Tessa Griffin.
    Non riuscivo ancora a crederci, quando vidi il mio nome affiancato a quella della principessina di Corvonero. La cercai con lo sguardo, individuando la particolare tonalità di biondo paglierino che la contraddistingueva e lanciando uno sguardo così infuocato che se si fosse voltata avrei pesato che avesse intuito il calore di questa fiamma. Era davvero ridicolo che anche oggi fossi stato accoppiato con qualcuno di così scarso. Certo, speravo non scarso come quel ragazzetto della scorsa volta, spazzato via in un colpo solo, ma comunque con una che si sarebbe messa a piangere a dirotto. Cazzo, quanto era sfigata.
    Non mi importava che fosse una ragazza, che sapessi quanto era piagnucolona, non ci sarei andato leggero in virtù di un galateo di cui non mi fregava un cazzo. No. L'avrei colpita con lo scopo di vincere. Volevo vincere. Non mi importava un cazzo della Corvonero e non avrei fatto sconti proprio a nessuno.
    La rabbia che la scorsa volta attanagliava le mie membra con un nervosismo che mi avrebbe fatto scattare a menar pugni su chiunque era ancora presente, per nulla affievolito dalla rapida battaglia con quel tipo di Ilvermorny. Un'eiaculazione precoce che non aveva soddisfatto alcuna delle mie voglie. Questa volta speravo che la mia avversaria desse più soddisfazioni, prima di soccombere.
    Non riuscivo a vederla in faccia, mentre entrambi ci trovavamo al centro del palco, ma un ghigno si tirò immancabilmente sulle mie labbra mentre abbassavo il busto in avanti, parallelo al suolo, per esibirmi nell'inchino di rito. Riuscivo quasi a sentire il fastidio che provava dal nostro incontro nei sotterranei nel castello. Avrei voluto fare lo stronzo e aggiungere qualcosa, ma la bionda si stava già allontanando.Mi affrettai anche io, mi voltai verso l'estremità del palco e iniziai a camminare compiendo lunghi passi, contando fino a dieci. Fermo. Assunsi la posizione tipica da battaglia, che non era molto diversa da quella per una cazzottata. Sistemai i piedi paralleli tra loro, con le gambe un po' divaricate, era la posizione migliore per avere equilibrio e stabilità, ma anche la posizione da maschio alpha. Ginocchia appena flesse. Busto dritto e spalle larghe, stabile. Lasciai il braccio destro pendente lungo il copro, piegai il sinistro, ad altezza del gomito, tenendo il gomito morbido e pronto a scattare come un colpo di frusta. Decisi di utilizzare ancora l'incantesimo che mi aveva regalato la vittoria: mi sarei cimentato ancora nell'incantesimo Aguamenti, volevo colpire il mio avversario con la potenza del getto d'acqua, scagliarlo all'indietro e con un po' di fortuna annegarlo. Tanto sarebbe già annegata nelle sue lacrime al primo fallimento. Eseguire l'incantesimo era di base molto facile, bastava compiere una specie di virgola in aria, veloce e rapida, ma volevo essere certo di avere abbastanza concentrazione. Estraniarmi dal mondo era facile, lo facevo praticamente sempre, anche in mezzo al casino e al brusio, riuscivo a non distrarmi, a ignorare gli altri, per quieto vivere, perchè sennò rischiavo di insultare tutti, persino della mia famiglia. L'effetto che volevo causare era molto veloce, rapido ed efficiente, vedere il fascio d'acqua fuoriuscire dalla punta della mia bacchetta, insomma non di quella bacchetta anche se era molto simile, riversarsi addosso al mio avversario. Doveva essere abbastanza forte da compiere i pochi metri che ci separavano, magari non sarebbe stato colpito in pieno volto, ma abbastanza forte da essere scaraventato all'indietro o perdere l'equilibrio per permettermi di usare la prossima mossa. Al via mi mossi più velocemente possibile. Tracciai in aria una veloce virgola, rapida e fluida, pronunciando con voce ferrea" Aguamenti". Se fosse andato tutto come sperato il getto d'acqua sarebbe fuoriuscito e si sarebbe riversato nella direzione di Tessa, travolgendola.
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    Benvenuta!!
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    Seduto al banco, in una fila non meglio collocata a metà classe, me ne stavo con la testa stretta tra le mani, le dita infilata nei riccioli neri tirati in avanti per non vedere nulla davanti a me, un disperato tentativo per coprire la luce del sole che filtrava in aula. Quella cazzo di r francese, così grattata, mi stava facendo venire un mal di testa assurdo, ma la cantilena francese non era male come cantilena. Avevo seguito a stento la lezione, così poco da non sapere nemmeno come si chiamava la professoressa e francamente non me ne importava un cazzo. Emisi un mugugno a denti stretti, per evitare di imprecare, quando Beatrix, che sedeva accanto a me, mi colpì al fianco con una gomitata per richiamare la mia attenzione. Era così noioso avere una cugina che cercava di essere perfetta in tutto quello che faceva. Mi misi un po' più composto, raddrizzando le spalle e cercando con lo sguardo assonnato e un po' arrossato la docente, quando mi accorsi che c'era un giro di domande in corso. Poco prima avevo sentito la voce della principessa di Corvonero rispondere in maniera saccente alla domanda sui tipi di magia che non richiedevano una formula magica. Aveva tirato fuori una pantomima sulla materializzazione che poteva anche essere corretta, ma con quell'aria da saputella che mi irritava incredibilmente. Osservai Beatrix, così impegnata e, quasi per farle un dispetto, alzai la mano per rispondere. "Direi anche la magia accidentale, in quanto incidente non richiede formule magiche per manifestarsi." dissi quando la docente francese mi diede il permesso di rispondere, poi all'arrivo di una nuova gomitata sottobanco della Black, capii di dover aggiungere un "Bellamy Black di Serpeverde"


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    In vita mia sono stato chiamato in diversi modi e stronzo non è lontanamente uno dei peggiori. Appoggiato al muro, le spalle rilassate mentre l'umidità dei sotterranei inizia a infiltrarsi come muffa attraverso la trama del tessuto della mia divisa, non posso fare a meno di sorridere. Le labbra sono tese in un ghigno divertito, uno di quelli che se sfoderati in casa Black mi procurerebbe un manrovescio da capogiro, mentre scuoto appena la testa, qualche ricciolo nero mi solletica la fronte. " Non ho abbastanza soldi per un cartello, principessa. Ma puoi mettercelo tu. Oppure ci posso pisciare come un cane, che dici ti aiuterebbe?" Sono sboccato, volutamente. La guardo trovo un ultimo istante, per poi abbassare lo sguardo sulla punta incandescente della sigaretta e spargere la cenere a terra, come a marcare il territorio. Cazzo che sangue al cervello che mi fanno venire le moraliste perfettine del cazzo. Mi viene una bestemmia, dovevo trovarla proprio io? Volevo solo farmi una tirata in santa pace, non trovarmi la santa inquisizione delle vergini a scartavetrarmi le palle. Sono sempre a favore delle vergini e di qualcuno che si occupa dei miei genitali, ma non in questo modo. Porto la sigaretta alle labbra e inspiro, con più violenza di quanto pensassi, incendiando di rosso la cenere in punta, che quasi mi cade sulle scarpe."Eppure l'unico che piagnucola per avere il suo posto per fumare sei tu." Faccio spallucce, soffiandole per tutta risposta in faccia la boccata di fumo che ho appena aspirato. La nuvola di fumo mi ostruisce la visuale della santarellina per qualche secondo di godimento. Quando si dissipa la mia faccia da cazzo è accompagnata dall'immancabile ghigno. "L'unico che piagnucola qui sei tu, principessa. Non hai preso Eccellente oggi? Buh-uh." le faccio il verso, portandomi un pugno chiuso agli occhi e mimando uno che frigna e si dispera. Ha ancora gli occhi lucidi e rompe a me. Certo che la gente sa essere veramente ipocrita. "E smettila di darmi della principessa." Mi viene quasi da ridere, vedendola lì con le braccia conserte, il finto broncio sul viso, sembra proprio mia madre cazzo. Sono piuttosto certo che finirà quasi uguale, sposata in un matrimonio senza amore, con il marito che la tradisce e lei che affoga il fastidio scialacquando il patrimonio di famiglia. " Sua altezza reale, mi perdoni" rido sprezzante, esibendomi in un goffo e ridicolo inchino, piegando il busto in avanti e poi prendendo una boccata di fumo dalla sigaretta, prima di rimettermi in posizione eretta e appoggiarmi di nuovo al muro.
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    Sono lacrime, merda. Non sopporto proprio la gente che piange, soprattutto in pubblico. Forse la principessina si è addentrata nella tana delle serpi nella speranza di avere un po' di privacy, per sfogare le sue frustrazioni represse, per come è vestita tutta composta con la divisa posso già dire che è una santarellina del cazzo, con la cravatta legata così stretta al collo che mi stupisco che riesca a respirare. Mi chiedo che cazzo di problemi possa avere una come lei, ma non penso di sbagliarmi molto ad azzardare che sia legato a qualche stronzata scolastica della quale me ne infischierei. La Corvonero forse ha rovinato la sua media perfetta di Eccellente prendendo un E-? O forse ha guadagnato meno punti di quelli che si aspettava, buh-uh. "No." se non altro non sta piagnucolando o singhiozzando, cazzo, non lo sopporterei. Continuo a giocare con la mia sigaretta, facendole fare giravolte tra una nocca e l'altra, continuando a guardare con una certa aria di scherno la perfettina piagnucolona. "Stavo per andarmene, anzi." sembra cercare di convincere più se stessa che rivolgersi a me. Faccio spallucce, alzandole entrambe e poi rilassandole, con la classica aria di a chi non frega un cazzo. Come in effetti è. Mi volta le spalle. "Ecco brava, levati dal cazzo che questo è il mio posto." rispondo aspro, appoggiandomi in fretta al muro che prima occupava la bionda, schiacciando le spalle e la parte finale della schiena sul puro freddo e accendendo la sigaretta. La punta rossa illumina l'ambiente e dopo un tiro soffio nella sua direzione una nuvola di fumo. "Che poi la principessa si scandalizza se vede uno fumare" la schernisco, per il solo gusto di farlo, non che abbia particolari cose contro la ragazza se non per il fatto che si sia trovata nel posto sbagliato, il mio posto nicotina, e che si sia messa a piagnucolare nei sotterranei non può che essere un incentivo per deriderla. Dopo una bella risata sprezzante, tiro un altra boccata di fumo dalla sigaretta. Aaah.
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    Nome Cognome + link scheda: Bellamy Black
    Prestavolto: Bob Morley
    Link Role Dicembre: #entry449359692
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    Quando prosegue il 2° turno?
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    Benvenuto Mel !
    Ci si becca a Hogwarts presto allora
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    Avrebbe molto volentieri spaccato il naso a quel cagacazzo di Norbert Lestrange. Alla moda babbana, con un bel cazzotto assestato sul muso del purosangue più fastidioso e arrogante che la casata di Serpeverde avesse potuto conoscere. L'idea di sentire le nocche della mano impattare sul naso, sentire la cartilagine piegarsi contro l'osso duro del dorso della mia mano era una brezza che sentivo fremere sulla punta della pelle con una scarica elettrica. Lo detestavo. Odio e rancore si rincorrevano come due bestie selvagge sulle mie spalle, un nervosismo che mi aveva accompagnato sin da piccolo, portandomi a scagliare tutta la mia rabbia su cose e persone, sia a voce che con gesti violenti. Avevo più volte percepito le mani fremere, sapevo cosa significava trovarsi con la pelle del volto e delle nocche spaccata dalle botte date e ricevute, prendere in mano la bacchetta magica e rivolgerla con aria di minaccia su qualcuno. Ma la voglia di assecondare questo desiderio era sempre stata mitigata dalla rottura di scatole che una punzione avrebbe comportato, la nera bestia del rancore era poi corsa via con il passare del tempo, senza danni o feriti. Non quel pomeriggio. Quel pomeriggio le nocche delle mie mani erano state a meno di un pelo di Wampus dall'impattare su quel brutto muso. Non mi ero fermato io. Era stato quel Murphy di non so che anno a bloccarmi il braccio, appena in tempo per evitare una scazzottata in sala comune. Avevo ringhiato qualcosa, come un cane rognoso con la schiuma alla bocca e mi ero rifugiato fuori dalla tana di Serpeverde, sapere di avere il Lestrange a portata di passi non era cosa saggia. Avevo percorso diversi kilometri, prima che la lucidità mentale prendesse il sopravvento dissipando la nube di rabbia che mi oscurava la mente, facendomi capire di essere molto lontano dalla familiare Sala Comune. E proprio in quel territorio inesplorato di aule e corridoi mi ero imbattuto in una bacheca, una delle tante che riempivano i luoghi del castello, che raccoglieva partecipanti per un Club dei Duellanti organizzato a Ilvemrorny. Avevo siglato il mio nome sulla pergamena ben prima che mi rendessi conto di avere in mano una piuma d'aquila.

    Era passata qualche settimana da quel episodio con Norbert Lestrange, ma rabbia e rancore avevano continuato ad accompagnarmi come due vecchi amici, diventato sempre più rabbiosi. Tenere in gabbia una bestia che vuole uscire a mordere la fa diventare soltanto più aggressiva. A nulla erano servite le prove pratiche degli incantesimi, vedere i manichini esplodere dava meno soddisfazione che vedere il sangue sgorgare dalle ferite inflitte, e il Quidditch era stato momentaneamente sospeso: avevo una concentrazione di testosterone così elevata che bastava sfiorarmi per farmi scattare. Mi ero chiuso sempre più in me stesso, isolandomi dal branco con il quale solitamente giravo, arrivando a provare fastidio per la minima cosa, anche uno che masticava rumorosamente a cena, e sentivo che il limite era quasi colmo. Sarei esploso, ma speravo che quella cos dei Duelli mi desse sufficiente sfogo per la mia rabbia per scaricarmi. Sennò avrei usato Norbert come punching ball umano e non potevo garantire che sarebbe stato ancora un essere umano alla fine del mio trattamento. Del castello e dell'America non mi fregava un cazzo. Qualcuno parlava di sfida tra scuole per decretare se fosse migliore Ilvermorny o Hogwarts, una sorta di patriottismo inglese si era instillato nei miei compagni ma che io non riuscivo a condividere. Ero come un pugile che vedeva soltanto il ring, il resto era superfluo. Quello della rabbia era un fuoco piacevole, un braciere ardente che non mi faceva provare mai freddo, ma pericoloso. Ero rimasto nel gruppo di Hogwarts, uniti in terra nemica, mentre assistevo uno ad uno ai duelli che si tenevano sulla pedana, in attesa di sentire il mio nome venire convocato. Vedere uno dei due duellanti soccombere mi causava parecchio piacere, non quanto prendere a cazzotti qualcuno, ma non era affatto male e poi potevo studiare un modo per approcciarmi al mio duello. Sapevo di dover attaccare, la difesa non faceva per me e come testa calda ero sempre il primo a dare il via alle risse. Sali sul palco quando sentii il giudice dei duelli, doveva essere un docente, chiamare il mio nome insieme a quello di un ragazzo. Non poteva andarmi meglio: con una ragazza avrei forse avuto un occhio in più di riguardo, ma contro uno che sembrava avere la madre puttana-purosangue come il Lestrange non mi sarei affatto trattenuto. Sembrava fare proprio al caso mio, anzi sembrava essere proprio la versione americana di Norbert Lestrange, forse erano in qualche modo fratelli con un diverso padre? Un ghigno si tirò sulle mie labbra mentre abbassavo il busto in avanti, parallelo al suolo, per esibirmi nell'inchino di rito. Doveva essere qualche assurda stronzata da purosangue, anche io ero purosangue e ne sapevo qualcosa, per farsi riverire dall'inferiore avversario o per far sembrare un duello come qualcosa di nobile e signorile, quando invece era una scazzottata da bar con svolazzi di bacchette e scintillii di incantesimi oltre che al grezzo prendersi a botte. Ma se questo mi dava una scusa per ferire qualcuno mi stava più che bene fare tutti gl inchini del mondo, con tanto di giravolta. Dopo l'inchino infatti, facendo da perno con la punta dei piedi come un provetto cadetto militare, mi voltai verso l'estremità del palco e iniziai a camminare compiendo lunghi passi, contando fino a dieci. Fermo. Assunsi la posizione tipica da battaglia, che non era molto diversa da quella per una cazzottata. Sistemai i piedi paralleli tra loro, con le gambe un po' divaricate, era la posizione migliore per avere equilibrio e stabilità, ma anche la posizione da maschio alpha. Ginocchia appena flesse. Busto dritto e spalle larghe, stabile. Lasciai il braccio destro pendente lungo il copro, piegai il sinistro, ad altezza del gomito, tenendo il gomito morbido e pronto a scattare come un colpo di frusta. Se uno era in fiamme serviva dell'acqua per spegnere l'incendio. Certo, avrei preferito usare quel tipo di incantesimo, ma temevo fosse ritenuto illegale. E anche se mi piaceva giocare oltre al limite, beh non volevo farmi sbattere fuori prima di aver finito di sfogare la mia rabbia ed esaurito l'incendio. Concentrarmi sul fuoco, in attesa di sentire il via, era molto importante: mi sarei cimentato nell'incantesimo Aguamenti, volevo colpire il mio avversario con la potenza del getto d'acqua, scagliarlo all'indietro e con un po' di fortuna annegarlo. Eseguire l'incantesimo era di base molto facile, bastava compiere una specie di virgola in aria, veloce e rapida, ma volevo essere certo di avere abbastanza concentrazione. Estraniarmi dal mondo era facile, lo facevo praticamente sempre, anche in mezzo al casino e al brusio, riuscivo a non distrarmi, a ignorare gli altri, per quieto vivere, perchè sennò rischiavo di insultare tutti, persino della mia famiglia. L'effetto che volevo causare era molto veloce, rapido ed efficiente, vedere il fascio d'acqua fuoriuscire dalla punta della mia bacchetta, insomma non di quella bacchetta anche se era molto simile, riversarsi addosso al mio avversario. Doveva essere abbastanza forte da compiere i pochi metri che ci separavano, magari non sarebbe stato colpito in pieno volto, ma abbastanza forte da essere scaraventato all'indietro o perdere l'equilibrio per permettermi di usare la prossima mossa. Al via mi mossi più velocemente possibile. Tracciai in aria una veloce virgola, rapida e fluida, pronunciando con voce ferrea" Aguamenti". Se fosse andato tutto come sperato il getto d'acqua sarebbe fuoriuscito e si sarebbe riversato nella direzione di quel Reed, travolgendolo come se un fiume in piena avesse invaso Ilvermorny.
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    BELLAMY BLACK
    ▬ESPERIENZA 12 - FIGHT CLUB ▬
    Evocatore - LIVELLO 1- PE 0
    CAR20 • COS10 • DES10 • FOR20 • INT35 • SAG5


    BACCHETTA: Ebano, Corde di Cuore di Drago, 10 pollici e ¼, Non Flessibile. +16 INT.
    ARMATURA/VESTITI: (scrivere solo quelli che si indossano in questa Esperienza, acquistati regolarmente da Madama.)
    ANIMALE: (scrivere solo se si intende portare in Esperienza)

    SLOT EQUIPAGGIAMENTO

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27 replies since 17/11/2020
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